giovedì 30 luglio 2020

CATANZARO CITTA' APERTA

Devo aspettare che si facciano le 21, l'attesa è lunga. E dopo avere ammazzato (che brutta parola) il tempo osservando un gruppetto di giovani attorno al mimo mangia fuoco, entro nel locale posto al primo piano a vedere da vicino il memorial dopo avere dribblato i ragazzi seduti sui gradini di accesso.

L'evento è dedicato ad un personaggio popolare della città: “u ciaciu”

Il nomignolo deriva dalla cultura popolare che affibbiava un soprannome ad una intera parentela e, la cosa, avviene tuttora per focalizzare nell'immediatezza l'appartenenza di giovani e vecchi al capostipite anche dopo diverse generazioni.

Mastro Saverio era un fabbro noto per la sua predisposizione maniacale, oggi diremmo, a riciclare ogni cosa. Raccoglieva di tutto. Era una sorta di trovarobe. Accumulava e assemblava in maniere “barocca” gli oggetti trovati e raccattati ovunque.


catanzaro, discesa case arse


Oltre al locale colmo le sue “trovate” erano accumulate in aree periferiche comunali.

Stracci, manichini bruciati rivestiti con ferri usurati di cavalli. Cessi trasbordanti di schiuma poliuretanica.

All'apparenza non aveva un fine estetico chiaro. E neanche si poteva dire di lui che fosse un creativo naif. Contestava, forse, il sistema consumistico che induce a gettare e comprare qualsiasi cosa serva al benessere quotidiano anziché riparare e aggiustare prolungandone la vita a elettrodomestici e similari.

Gli oggetti "abbandonati" con lui riacquistavano nuova vita e nuove valenze.

Non era un “concettuale” né un istintivo naif alla maniera di un Ligabue, tanto per intenderci. Lui amava apparire! Vestiva stravaganti indumenti e calzava vistosi cappelli... così si presentava alle “adunanze” espositive cittadine.

Che dire?

Tocca il cuore vedere dei ragazzi che fanno festa nei luoghi calpestati dal ciaciu e enfatizzano la sua maniera di vivere la creatività.


Catanzaro è una realtà dalle molteplici facce. Catanzaro è una città "aperta".

sabato 25 luglio 2020

in calabria, itinerari da ri/scoprire

Potrebbe sembrare retorica ma non lo è. Non è neanche pubblicità...

catanzaro lido "una sera all'imbrunire" ph Valentina

Spulciando tra le fotografie dell'archivio Iannino ho trovato delle immagini coinvolgenti che mi hanno trasmesso serenità e le condivido volentieri con voi.

Non è una promozione dei luoghi calabresi. 

Paesaggi simili e, forse, più avvincenti, per alcuni, esisteranno, anzi esistono di sicuro anche altrove. 
Non per niente l'Italia è chiamata "il bel paese".
Quindi, nel rispetto delle altrui sensibilità, non è da ritenersi ne una sfida e neanche una competizione  subliminale, perché l'Italia è ricca di bellezza paesaggistica e storica da sud a nord, est e ovest, isole comprese.
Questo mio post vuole semplicemente dare un assist a quanti si trovano in Calabria e magari suggerire alcuni posti da non perdere.

Buona visione e buon soggiorno.

ps. le didascalie e le indicazioni sono state omesse intenzionalmente allo scopo di stuzzicare curiosità e invogliare alla ricerca dei luoghi quanti attratti dalle immagini pubblicate.

venerdì 24 luglio 2020

le Pecore abbaiano?

Nell'estate del covid, la fantasia muove flotte (ignoranti) su derive popolari.


È una girandola di sagre. Eventi. Incontri. Pièces teatrali. Spettacoli folkloristici e piazze semipiene sponsorizzate da comuni, assessorati vari e imprenditori.
Dirigenti politici e aziendali che vorrebbero vedere i propri paesi e i locali dell'accoglienza, quindi hotel, bar e ristoranti pieni di avventori. Strategie di marketing, frutto di sforzi mirati, appunto, per attrarre persone in quanto fruitori e consumatori portatori di economia di un sistema sociale basato sul consumo.

Le strategie adottate dai promotori per attrarre consumatori sono, a volte stravaganti; le più svariate e fantasiose risultano essere quelle che creano movimenti di massa importanti. Non conta la qualità intellettuale delle persone che si recano a visitare un sito o che partecipano ad un evento culturale consciamente: l'importante è l'affluenza in massa alla chiamata: portare fisicità e soldi.

Fare girare l'economia!

La presenza indistinta è meglio di quella mirata che ricerca per una propria esigenza culturale i luoghi della cultura italiana.
Gli Uffizi. I musei. Le pinacoteche. I parchi archeologici. Fino ad arrivare alle manifestazioni d'interesse periferiche organizzate nelle piazze d'Italia.

I cervelli vuoti non hanno pensieri costruttivi. Copiano e incollano. Scimmiottano il o la leader. Seguono i selfie dell'influencer che li ha pilotati lì. Il loro unico pensiero è farsi uno scatto nel medesimo punto del leader del web del quale conoscono tutto. E lo, la imitano.
Così è il branco acefalo.

E da qui nasce la brillante idea di qualche amministratore pubblico che per attrarre gente in branco pensa di invitare e mettere in vetrina il o la pastora del momento.
    27% di affluenze in più dopo i selfie agli uffizi.

Titolano, con enfasi, i giornali!

Quante teste vuote.

Cosicché populisti senza ritegno e senza cultura si muovono e vanno ad agganciare influencer che riescono a pilotare copiosi greggi in luoghi attrattivi storici o con un enorme retaggio paesaggistico spesso delicato e da tutelare dall'orda di vandali ignoranti.

Assessori alla cultura che non distinguono il trash dalla ricerca artistica e confondono, volutamente, il mestiere creativo con la sottocultura della narrazione emotiva. 

E' sufficiente catturare i cittadini elettori, acchiapparli alla pancia con un bella figurazione ben eseguita per intascare il consenso popolare. E tra una sagra della soppressata o del morzello, allietare le serate con canti e balli, fare esibire in piazza cantanti e bande locali sempre con un occhio attento ai seguaci che questi portano in dote.

E se invece questo modello risultasse una prima mossa vincente? Un escamotage utile per avvicinare le masse alla cultura? Al bello! …

Se questo 27% ha messo piede per la prima volta nelle sale degli Uffizi spinto dalla frivolezza effimera del social dopo lo scatto della influencer e non dalla consapevolezza di di emanciparsi e nutrirsi di storia, quindi conoscenza, beh, allora rimane un episodio inutile, una scoreggia.

Comunque la si pensi, questo modello propagandistico rimane un'ottima vittoria dell'effimero e di quanti stanno nel retro pensiero della cultura usa e getta.

Le pecore belano seguendo il pastore rispondendo ubbidienti ai suoi versi

martedì 21 luglio 2020

Andrea Camilleri, Riccardino

L'aspettavo. L'aspettavo con una certa curiosità, Riccardino, il racconto postumo del maestro Andrea Camilleri.


L'ultimo “Montalbano”, scritto nel 2005 e rivisitato nel 2016 con pochissimi aggiusti mi ha fatto venire una sorta di emicrania.
Ignoro la lingua vigatese inventata dal Maestro Camilleri. Alcuni vocaboli li associo alla lingua italiana intuitivamente ma altre sono davvero indecifrabili e per niente comprensibili.

La mia curiosità di lettore mi ha portato a leggere la prima stesura, quella del 2005. Risultata ostica, dopo le prime pagine, vado all'inizio del libro, all'ultima versione del 2016. Penso: sarà in italiano almeno nelle parti descrittive salienti. Invece no. ... il vigatese criptico è un ostacolo.
Un ostacolo che mi fa desistere.
Chiudo il libro. Lo riprendo dopo qualche ora ma niente! Peccato.
lo ripongo, sconfitto, almeno fino a che non avrò colmato la mia lacuna lessicale.

In compenso il libro ha una bella veste grafica. Curato nei particolari. Copertina rigida e doppio segnalibro in tessuto incorporato come si usava un tempo in ossequio alla tradizionale rilegatura artigianale di alta qualità.
Ottimo oggetto cult da collezione.

sabato 18 luglio 2020

vetrine a pagamento

La nano gloria offerta e venduta sul web, spese di spedizione incluse.

D'accordo, ognuno si procaccia da vivere come meglio può! 

Pittori. Scultori. Scrittori. Musici. Attori

Persone con un’elevata sensibilità sono spesso gabbati da uno stuolo di arraffoni privi di sensibilità e scrupoli. Eterni bambini danneggiati dai copioni che rubano le idee altrui e le millantano come proprie.

Persone che si fidano. Persone che vivono le loro favole come se fosse la realtà. Persone che sognano. Persone che costruiscono mondi incantati pieni di pathos. E che pensano, la maggior parte di loro, di non potere essere le vittime sacrificali del mercimonio che ruota attorno al mercato dell’arte.


Attenti al lupo. Il lupo esiste!

E la cronaca ce lo narra continuamente.
Spesso accade, ed a me è accaduto, di essere contattato, lusingato, paragonato e accostato indegnamente a qualche Maestro che ha fatto la storia dell’arte. E dopo le belle parole arriva il conto nudo e crudo: minimo 500€ per le spese di segreteria.

Ma può essere presa di mira impunemente la categoria “degli artisti” o presunti tali da una cerchia di pseudo "lavoratori culturali" che, millanta successi, se pur effimeri nelle more di un mercato lottizzato?
Insieme ai nomi di emeriti sconosciuti ecco spuntare quelli di personalità di una certa caratura che collaborano al progetto, a volte a loro insaputa. E che, per accalappiare sprovveduti e ingenui appassionati di poetica e arte, vendono speranze a tanto al rigo.

Parola scritta e pensieri tracciati sulle superficie attraggono artisti in erba e curatori d’assalto. Se poi si aggiunge un premio in denaro o l’esposizione dei migliori lavori a firma del critico del momento il gioco è fatto!

Va beh è una proposta, minimizza qualcuno, e come tale può essere accettata o declinata.

 Forse che il pittore intenzionato a esporre i propri lavori in una galleria qualsiasi non paga già una quota per il locale, una per il cocktail, una per gli inviti e, infine, chi è fortunato e vende qualche lavoro, ingoia la ciliegina con tutto il nocciolo della percentuale sulle vendite, che in altri contesti è definita “pizzo o mazzetta del tot% sul venduto. Senza contare le altre spese che il pittore deve affrontare per comprare il materiale necessario per dipingere, allestire e trasportare i lavori dallo studio alla galleria.

Detto ciò, è logico pensare che, chi tenta di vivere col frutto del proprio ingegno, artista o pittore che sia, neofita o no è il più vessato dei lavoratori e che, oltre alla fatica tecnica e concettuale, deve sopportare, se vuole campare, una serie di “parassiti della parola prezzolata”?

È un campo minato quello della pittura

venerdì 17 luglio 2020

E dimmi che non vuoi morire

Non è uno scherzo! A volte, tropo spesso, purtroppo, ritornano e:

«Sono qui per mettere in campo un progetto politico che ricostruisca, attraverso il confronto, la storia della sinistra in Calabria, che non può essere dispersa».

Lo ha detto Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria e presidente della fondazione 'Europa, Mezzogiorno, Mediterraneo', durante la conferenza stampa intitolata 'Sud d'Europa' con cui ha lanciato il progetto politico #entriamonelmerito.

C'è da chiedergli come mai negli anni non tanto remoti del suo governatorato non ha inteso dialogare con alcuno.
Ha deciso tutto lui! Ed ora viene a dire che vuole il dialogo?

Va bene che la politica ci ha abituati a ogni genere di testacoda ideologica, dialettica e programmatica ma quando è troppo è troppo!

Caro Mario, con tutto l'affetto ti chiedo di startene buono buono. Hai già fatto troppi danni. Non entrare nel merito. La predisposizione al cambiamento che tanto hai sbandierato, il coinvolgimento dei giovani e delle persone perbene non c'è stato durante il tuo quinquennio. Anzi hai mortificato le intelligenze locali e hai tenuto sotto la tua ala esclusivamente i tuoi fedelissimi. Non hai aperto le stanze della regione Calabria. Anzi ti sei blindato al decimo piano. Hai monitorato con le telecamere chi entrava. Hai messo il codice numerico nelle prossimità della tua stanza. Eri inavvicinabile!

E adesso cerchi il dialogo... a proposito quanto ci costa la tua “fondazione”?

Catanzaro necessita segnaletica tra viale magna grecia e viale isonzo

La segnaletica orizzontale e verticale nel tratto in cui viale Isonzo confluisce su vale Magna Grecia è chiara ma insufficiente. 

Meno chiara è, per alcuni soggetti, la precedenza per chi si immette da viale Magna Grecia su viale Isonzo.

Benché il codice della strada reciti che la precedenza è di chi proviene, in senso di marcia, dalla propria destra, per alcuni il concetto non è chiaro e assodato. Anzi, pretendono di essere nel giusto qualora qualcuno glielo ricordi.


Questi i fatti:

un motociclo, con testa di caxxo alla guida, proveniente da cz lido sorpassa a destra alcune macchine che si stanno per immettere sull'arteria urbana di “viale Isonzo” e sfreccia sicuro alla volta di corvo.

Non bada a chi proviene da nord, quindi dalla sua destra. S’immette nell'arteria che porta a Corvo  senza badare a chi proviene dalla sua destra e quindi di viale magna Grecia (dal quartiere aranceto, per capirci), la testa di …, va oltre. Ma si ferma al gesto di chi si è visto tagliare la strada. Nasce un diverbio:
“dovresti dare la precedenza, perlomeno così dice il codice, a chi viene da destra…”
“Ah volivi puru a raggiuna tu t’immetti in una arteria… e vuoi la ragione… ma la patente chi te l’ha data…”.
“perché tu che hai fatto non ti sei immesso in una arteria?...”.

Inutile parlare! Quando si è convinti delle proprie idee l’unico modo per smontarle è l’intervento dell’ufficio urbanistica.

Suggerisco al personale preposto alla viabilità del comune di Catanzaro di porre rimedio e chiarire mediante una segnaletica orizzontale e verticale i sensi di marcia e le rispettive precedenze da osservare e quindi da dare ai veicoli provenienti da Catanzaro lido e Catanzaro centro via Aranceto che svoltano su viale Isonzo alla direzione “Corvo, Santa Maria”.
Un’azione semplice può salvare vite e evitare incidenti, incomprensioni e litigi.

domenica 12 luglio 2020

Santelli, Muccino e la Calabria

Partire in piena stagione per attivare la giostra mediatica e improntare una serie di spot pubblicitari per attrarre turisti in Calabria suscita qualche perplessità.

courtesy archivio iannino

E' di qualche giorno la notizia che la presidente della Calabria Jole Santelli ha dato incarico al regista Gabriele Muccino per girare degli spot così da magnificare, agli occhi di quanti ancora non avessero contezza delle bellezze naturali calabresi, alcuni aspetti attrattivi del territorio.

Le news regionali mostrano la troupe al lavoro nei luoghi simbolo: Tropea, con sullo sfondo l'ormai ben nota icona dell'isola.

Cartolina notissima e abusata! Questo non significa che debba essere estromessa dalla narrazione filmica del regista. C'è da considerare, però, che vi sono posti altrettanto suggestivi che ancora nessuno spot istituzionale ha preso e posto nella retorica visionaria attrattiva in evidenza.

"il regista Muccino e la presidente Santelli"

Che la pubblicità sia l'anima del commercio è risaputo! E che le polemiche sono benzina gettata sul fuoco che alimenta, pure. Non si conosce, perlomeno non tutti conosciamo il progetto di Muccino in merito, quindi sulla base delle poche notizie diramate dai media possiamo dire ben poco su come il regista svilupperà il suo pensiero in merito al mandato ricevuto e determinato dalla volontà unilaterale espressa dalla Santelli.

Questa è la prima mossa!

L'impegno economico della regione e lo sforzo creativo del regista è solo all'inizio! E una volta finito il lavoro dovrà essere immesso negli spazi pubblicitari dei canali che contano per avere una buona visibilità e sperare di ottenere un ritorno economico.

Al momento sappiamo che si spendono:

1,7 milioni per un microfilm di otto minuti che vedrà protagonista Raul Bova e la sua compagna Rocío Muñoz Morales. E altri attori di origine calabra.
Il tema dell’opera? Sembra essere: gli agrumi, le clementine, il bergamotto, le arance e i limoni

Jole Santelli ha spiegato che “non si tratta di un progetto sul turismo ma della promozione della Calabria attraverso un lavoro emozionale con i colori, i sapori e i profumi della nostra terra, perché il nostro lavoro è emozionale: per fare politica ci vuole cuore”.
Quindi per gli altri step c'è ancora tempo... e che amore(pragmatico) sia!

venerdì 10 luglio 2020

tra aerei e porti

Finalmente si torna a casa.
Non so come faccia certa gente a dire di preferire i viaggi; muoversi in giro per il mondo piuttosto che stare a casa.

Casa s'intende le proprie radici il proprio territorio che spesso non conosciamo.
"milano3"

Ecco, personalmente preferisco restare per conoscere a fondo la mia terra e la Calabria ha molto da mostrare; donare!

Nel post precedente ho descritto per sommi capi la realtà che ho vissuto all'interno dell'aereo. Ho tralasciato la fila all'imbarco e la presa di posizione dell'accoglienza in merito al bagaglio a mano nonostante avesse misure consone alle linee guida diramate da alitalia.

E cioè un peso massimo di 8 kg a bagaglio e un ingombro non superiore a cm 55x35x25 compreso maniglie e rotelle.

In sostanza un bagaglio con misure ridotte da potere essere riposto sotto la poltrona perché, sempre a causa del covid-19 non si può sostare in corridoio e di conseguenza è sconsigliato l'uso delle cappelliere.

È d'obbligo, prima dell'imbarco compilare e presentare l'auto dichiarazione d'immunità al virus.

Sull'aeromobile si è presentata tutta un'altra realtà: posti pieni. Il distanziamento è un optional! Corridoio intasato sia in partenza che in arrivo e cappelliere aperte a volo di gabbiani. Unico dato intransigente: la mascherina!

Chiedo lumi all'assistente di volo e lui risponde che non dipende dalla compagnia di volo ma che queste sono le direttive di ENAC.

in volo con le restrizioni anticovid

In volo non importa per dove. La destinazione in questa narrazione è irrilevante per le considerazioni che si intendono evidenziare per capire quanto sia mutevole la decisione dei dirigenti quando c'è in ballo l'economia aziendale e quanto questa possa ripercuotersi nella società attraverso la filiera interessata.


La pandemia ci ha imposto regole ferree. Mascherine, distanziamento sociale, sanificazione. Queste le regole di base per evitare contagi.

Le precauzioni non bastano mai. E c'è chi si è lasciato prendere dalla psicosi. Sarà per questo che l'aereo è semivuoto? Davanti a me molti posti lo sono. Lo stuart fa spostare una coppia nella fila davanti perché dietro erano a contatto pur nel rispetto della normativa anti-covid.
Si siedono uno da una parte e l'altra dalla parte opposta. Occupano tre poltrone ciascuno.
Lui si toglie le scarpe e si stende. I pedalini sono grigi in sintonia con le poltrone.
Lei pure. Stende le gambe e le accavalla. Non ha calze ma le unghie smaltate con un bel rosso vivo.

questo è il viaggio di andata nel prossimo post proverò a descrivere il ritorno che è di ben altra natura


martedì 7 luglio 2020

scontro frontale su via magna grecia

Viale Magna Grecia, Catanzaro.  Ore 17,54.

Le macchine aumentano. È una colonna inusuale data l’ora e la viabilità che si svolge in quel tratto di strada popolata da negozi che praticano prezzi a buon mercato:
 Una cineseria e un grande negozio di generi alimentari sono gli attrattori principali del tratto interessato all'incidente.
 Qualcuno fa inversione di marcia e torna indietro. I passanti chiedono informazioni. Radio curiosità  popola il bordo strada. La gente corre a vedere. In lontananza s’intravedono ferraglie di auto, cofani all'aria e sportelli aperti. Lo scontro è stato frontale. Violento. Inspiegabile!
Nessun segno di frenata. Nessun ostacolo ad offuscare la visuale. Eppure si sono scontrati frontalmente.
L’ambulanza dà i primi soccorsi. Un signore anziano è sotto le cure dei sanitari all’interno dell’ambulanza. Immobilizzato; seduto, con un collare a protezione della cervice, farfuglia qualcosa.


Un ragazzo raccoglie gli effetti personali dal suv. Lascia lo sportello lato guida spalancato e s’incammina verso l’ambulanza.
C’è uno spazio di almeno due metri tra le auto incidentate ma nessuno passa tra le macerie delle auto frantumate. Qualcuno invita il ragazzo di spostare i detriti così da potere passare e sbloccare l’ingorgo.
Ma il ragazzo è visibilmente provato.
Il suono della sirena si fa sempre più distinto: la polizia locale delimita la zona coi coni segnaletici stradali. Anche il camion dei vigili del fuoco arriva da lì a poco.
Solita prassi. Ma rimane inspiegabile la dinamica dell’incidente

lunedì 6 luglio 2020

Calabria chi scende chi parte e chi resta

Pippo Callipo. Io resto in Calabria ... ma non nel consiglio regionale!
Strano modo di reagire alle increspature ampiamente note che sorgono una dietro l'altra laddove c'è da organizzare e gestire la macchina pubblica calabrese.

I media hanno dato ampia voce alle contraddizioni del nuovo esecutivo in merito a nomine di commissioni e quant'altro.

I problemi non mancano. Dalla questione sollevata dagli investigatori nei confronti della nominata Catalpamo, cooptata nel consiglio regionale come assessore alle infrastrutture e accusata di corruzione, alla protesta di ogni giorno condotta dalle varie categorie di settore davanti al palazzo regionale impropriamente definito “casa dei calabresi”, Jole Santelli ha poco da ridere.

Oggi è stata la volta dei precari della sanità quelli che negli ultimi giorni sono stati definiti i nuovi eroi. Persone che hanno dovuto fare turni massacranti per potere dare sostegno e cure agli infettati italiani. Beh, ci voleva un evento drammatico come lo è stata la pandemia da covid per ridare dignità al comparto sanità eliminato scientificamente nel tempo dai politici che si sono susseguiti alla guida delle regioni e dell'Italia.

Eroi! Ma di cosa? Si possono chiamare eroi i lavoratori costretti a turni massacranti per la stupidità dei dirigenti che li hanno decimati? E se è sì, come si dovrebbero definire i tagliatori di teste che hanno pensato al costo economico della sanità pubblica?

Nella piazzetta della cittadella regionale di Catanzaro c'è sempre qualcuno che rivendica diritti sacrosanti sanciti dalla costituzione e urlati dai venditori di fumo.
E Pippo che fa? Se ne va!

Ma se uno è un “guerriero” che vuole lottare per il bene del suo paese, uno che pretende la correttezza nelle azioni politiche e nella gestione sociale, può gettare la spugna come un pugile suonato appena al secondo round?

Nuova veste grafica

a ore 12, nuova veste grafica.



Rinfrescare, rinfrescarsi! è una buona pratica salutare. Dopo tanto tempo abbiamo deciso di rinnovare il blog dal punto di vista grafico.
Un vestito nuovo, dunque. Rimane immutato l'impegno di quanti scrivono. Scrivere pensieri sensati, che inducono alla riflessione pacata dei temi trattati. Sempre e comunque nel rispetto delle opinioni e dei convincimenti altrui lasciamo aperto il dialogo nell'apposito spazio dei commenti a piè di pagina dei rispettivi post.

E con animo sereno, nonostante i cattivi portatori di odio che sprecano energie malefiche per e in ogni dove, auguriamo di vero cuore una

Buona estate tranquilla al riparo di ogni tipo di "scottatura" 😄

sabato 4 luglio 2020

500 sogno impossibile

Siamo lontani anni luce dall'epoca del boom economico; dalle utilitarie delle case automobilistiche che si contendevano il mercato a colpi di innovazioni meccaniche, stilistiche e omaggi all'acquirente. Tappetini inclusi ma senza vernice metallizzata, cerchi in lega. Negli anni dell'industrializzazione il climatizzatore ancora non esisteva nell'offerta delle automobili.


Una 500 costava poco. Relativamente poco. Persino i redditi bassi potevano sognare di essere alla guida di una spartana renault, una citroen, una fiat!, quindi  una diana, una bianchina o una cinquecento.

Insomma con 7/8 salari mensili o stipendi dal valore di 80milalire si poteva comprare una cinquecento dal valore di 500/600 mila lire.

Il prodotto industriale tirava e attraeva. Quasi tutti potevano appropriarsene anche facendo ricorso alle cambiali firmate all'atto della stipula del contratto di compravendita della macchina.

Parlare oggi dell'acquisto di una macchina è un miraggio.

I Prezzi sono proibitivi fin dall'acquisto (per una 500 elettrica ultima generazione si parla di 34/36mila€) e poi c'è da includere la spesa per la manutenzione, assicurazione e tassa di circolazione ridefinita tassa di proprietà annuale.

No! non ci sono più le condizioni fiorenti di un tempo.
Il mercato delle automobili è morente. Tra disoccupazione e prezzi alle stelle se si vuole , mantenere in vita questo settore si devono trovare nuove strategie di politica sociale e industriale.

Rivedere tasse e abolire i paradisi fiscali all'interno dell'Europa.
Ovviamente è impossibile mantenere gli stessi standard occupazionali in vigore fino a qualche decennio addietro.
È anche improprio chiedere aiuti di Stato pur sapendo di non potere mantenere le promesse e gli impegni presi con le parti.

Quindi?

Il discorso è lungo. Ma si potrebbe pensare di includere le utilitarie spartane nel famoso paniere alla stregua delle necessità primarie dei cittadini e elargire incentivi congrui.
Calmierare i costi anche delle assicurazioni. Abolire la tassa di proprietà. Imporre ai manutentori, meccanici e attività affini, una sacrosanta fattura parlante fedele al lavoro svolto con tanto di prezzo imposto per mano d'opera e pezzi di ricambio.

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