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I RE CHE PERDONO LA GUERRA CONTRO IL POPOLO CHE SI LIBERA DAI RE RE E DALLE GUERRE.

 di Franco Cimino  “…Se sette milioni vi sembravano pochi…”E mille città in una nazione che ha cinquanta Stati, tutti autonomi, e trecento milioni di cittadini, di culture, razze e religioni diverse, appartenenti a ceti sociali stratificati. Se sette milioni di uomini e donne scesi in piazza spontaneamente, senza il comando di potenti, partiti o lobby, vi sembrano pochi — provate voi a radunarne mille. Se trecentomila, o molti di più, sono scesi nelle piazze italiane per gridare “Libera Palestina”, e un milione, forse più, in quelle francesi e di altri Paesi europei, vi sembrano pochi, provate voi a chiamarli uno per uno. Che abbiano un nome, un volto, che siano giovani o anziani: vediamo quanti ne radunerete. In un mondo in cui la politica è stata di fatto cancellata, e la democrazia sostituita da oligarchie o da quella che chiamano, con nome ambiguo, “autocrazia”; in un mondo in cui i valori si stanno perdendo e gli ideali che li sostenevano si stanno svuotando; in un mondo ...

Luana, l’assessore e gli invisibili

  Intitolazioni e invisibilità: una riflessione civica Apprendo dai media dell’intitolazione a Luana Vasapollo di una sala di lettura presso la Biblioteca Comunale di Catanzaro . Non conoscevo personalmente Luana, pur essendo stato spesso nella libreria dove lavorava insieme a Nunzio Belcaro , oggi assessore della città. Nulla da eccepire sul gesto, che immagino mosso da affetto e riconoscimento. Tuttavia, alcune considerazioni sorgono spontanee.

Ritratti di Calabria

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  Un cestino di uva fragola al centro della tavola, disposto come una natura morta caravaggesca, mi riporta indietro nel tempo: ai miei quindici, sedici anni.  Era fine dicembre, e in casa fervevano i preparativi al calore del focolare: " pàssuli e  granati ", lenticchie, castagne, fichi secchi con noci e miele, conservate per allietare i giorni di festa. Gli acini passiti dell'uva, pronti per il pan di spagna, decimati dalla golosità dei bambini erano comunque lì ad impreziosire la tavola: ogni cosa aveva un posto, un significato, un sapore che non si dimentica. Come le pagine di Saverio Strati, che non si leggono soltanto: si respirano. Penetrano la mente, sedimentano, e lasciano addosso l’odore inconfondibile della calabresità. Una calabresità fatta di sfumature sensoriali, di voci dialettali, di gesti antichi che resistono al tempo. In questi giorni, a cent’anni dalla sua nascita, Strati ritorna. Non come monumento, ma come presenza viva. Come quel bambino che la non...

Conservare senza celebrare

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La tombatura visiva come pratica di testimonianza La materia come testimone: pratiche di tombatura visiva nel contemporaneo Il presente saggio esplora il concetto di tombatura visiva come pratica artistica e curatoriale che espone, conserva e stratifica materiali poveri e frammenti del quotidiano, senza ricorrere a retoriche celebrative o occultanti. Attraverso un’analisi teorica e una contestualizzazione dell’opera di Mario Iannino, si propone una lettura della tombatura come gesto civile, memoriale laico e dispositivo di resistenza alla logica del consumo e dell’oblio. Nel contesto dell’arte contemporanea, la materia ha assunto un ruolo centrale come veicolo di memoria, resistenza e testimonianza. La tombatura visiva si configura come una pratica che non cerca la sublimazione estetica, ma la persistenza etica del vissuto. È un gesto che espone ciò che resta, stratifica ciò che è stato, conserva ciò che rischia di essere dimenticato. A differenza di pratiche come l’impacchetta...

Cultura woke e politica del rancore: una riflessione

  Ottobre, la memoria e il risveglio: contro la politica che divide, per una società che ascolta   “Ottobre è un pittore malinconico: ama i colori che svaniscono. Celebra ciò che finisce come un ultimo tocco sulla tela.”.  Scrive un acaro amico per augurare l'inizio del nuovo giorno. Ma davvero tutto finisce? O forse, come suggerisce una visione più profonda, nulla si dissolve del tutto, e ogni cosa si trasforma, evolve, ritorna? Questa riflessione poetica sull’autunno invita a guardare oltre la superficie delle cose. Anche gli errori, le fratture, le esperienze dolorose non si cancellano: si sedimentano, si rielaborano, diventano parte del nostro divenire. La memoria non è un archivio chiuso, ma una nebbia viva, pronta a riemergere con forza.   E' attuare il tempo del cambiamento e soddisfare il bisogno di ascolto! Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento è costante, ma spesso vissuto con paura. La politica, anziché accompagnare questa trasformazione, ten...

Reel e Re: il potere che non ascolta

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  “No Kings”: Proteste, Censura e il Ritorno del Sovrano. Una riflessione transatlantica sul populismo autoritario Gli Stati Uniti sono attraversati da una mobilitazione senza precedenti contro il secondo mandato di Donald Trump . Il movimento “ No Kings ” denuncia la deriva autoritaria di un potere che si presenta come democratico ma agisce come monarchico. In parallelo, l’Europa vive tensioni simili, con governi che accentuano il controllo ideologico e la censura culturale.  Questo post propone una lettura comparata tra il contesto statunitense e quello italiano, con particolare attenzione al governo Meloni attraverso l'evidenziazione delle dinamiche comuni del populismo autoritario e le risposte civiche che emergono dal basso. I l ritorno di Trump con la retorica dell’eccezione squinterna l'assetto democratico del Paese Guida mondiale: gli USA  Le proteste “No Kings”, si diffondono in tutti i 50 Stati americani, e non sono semplici manifestazioni contro un presiden...

Dalla narrazione eroica alla testimonianza civile

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  L’attore, il presidente e la storia che non insegna di mario iannino C’è chi nasce per recitare e chi per governare. E poi c’è chi, come Volodymyr Zelensky , attraversa il confine. Da attore comico a presidente in guerra , da sceneggiature di speranza a copioni di lutto . Ma la realtà non è un set. Non c’è regista, non c’è montaggio. E soprattutto, non c’è lieto fine garantito. La storia — quella vera, quella che si scrive con sangue e silenzi — non premia i buoni. Non basta avere buoni propositi per evitare le sconfitte. Non basta la retorica della libertà per fermare i missili. Millenni di storia non hanno insegnato niente, perché l’uomo dimentica in fretta e ripete con ostinazione. Zelensky ha portato sul palco della geopolitica il volto umano della resistenza . Ma il mondo, spettatore distratto, ha applaudito e voltato pagina. E intanto, i bambini muoiono, le città si sbriciolano, le promesse si dissolvono. La finzione non salva dalla realtà. E la realtà non ha pietà. ...

L’ATTENTATO A SIGFRIDO RANUCCI: UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

 di Franco Cimino   L'attentato a Sigfrido Ranucci va molto al di là dell'orrore che rappresenta. Quell'ordigno che si vuole far passare come rudimentale per coprirne la vera matrice, oltre la mano che l'ha portato in quel posto, voleva uccidere. Comunque, chi ha compiuto l'attentato può uccidere quando vuole, sfidando il sistema di protezione che lo Stato ha messo su Ranucci. La sfida è aperta e forte quanto la minaccia portata. Il messaggio è chiaro: "Ti colpiremo ovunque. E ti colpiremo più forte. Tanto che ne morirai senza fuoco per l'immane dolore arrecatoti". Questa è la minaccia rivolta al loro nemico capitale. Nemico insopportabile, da eliminare, per quel che la sua azione di libero giornalista può scatenare: il contagio buono verso quel buon giornalismo che sta ancora timido e in soggezione rispetto ai poteri e alla debolezza che gli stessi poteri hanno procurato alla libera informazione. E non da ieri, ma da almeno un ventennio. Gli uomini c...

Cortigiana a sua insaputa (ma non troppo)

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  Riflessione metaforica basata sulla storia per denunciare l’asimmetria del potere e l’assenza di equità fiscale del governo Meloni Cortigiana, non concubina.  Alla corte del Sole: servire è potere Sdrammatizziamo, ma non troppo. Quando Landini ha definito Meloni “cortigiana”, non parlava, penso, di passioni né di lenzuola, ma di funzione politica. Cortigiana, cioè figura che vive alla corte del potere, ne incarna la luce, ne riflette i raggi, ne protegge l’aura. Non concubina di Trump, anche se ne adora la linea politica: semmai, interprete devota di un sovranismo che non disturba i profitti. D’altronde, chi mai ha visto una dama del Re Sole criticare il desco solare? Chi vive sotto i riflettori del trono non mette in ombra i benefici che da quel trono discendono. E così, nella manovra economica, nessuna tassa straordinaria per banche, assicurazioni, fondazioni: soggetti che prosperano grazie ai soldi dei contribuenti e dei depositari, ma che restano immuni da contrib...

Seduzione e potere: il linguaggio conta

 Durante il regno di Luigi XIV, il Re Sole, la corte di Versailles non era solo il centro del potere politico, ma anche il fulcro della vita culturale e mondana. Essere un cortigiano o una cortigiana significava far parte di un'élite raffinata, dove l'eleganza, la retorica, la danza, la musica e la conoscenza delle arti erano strumenti di influenza e prestigio. Il termine stesso deriva da “corte”, e quindi implica prossimità al sovrano, nonché partecipazione attiva alla vita intellettuale e sociale del regno. L'Origine nobile del termine: “Cortigiano” in epoca rinascimentale, come nel celebre Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione, rappresentava l’ideale dell’uomo colto, diplomatico, abile nell’arte della conversazione e della persuasione. La “cortigiana” in Italia, specie nel Cinquecento, poteva essere una donna di grande cultura, come Veronica Franco a Venezia, che scriveva poesie e partecipava ai salotti letterari. In Giappone, le geisha erano (e sono) artiste...

Sanità in fuga: ecco perché i calabresi scappano

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   Esodo sanitario dalla Calabria: una mattina alla Dulbecco di Catanzaro Ore 10:30. Mi accomodo in sala d’attesa del reparto di diabetologia dell’ospedale “Renato Dulbecco” di Catanzaro. In realtà, più che una sala, è un corridoio. Le sedie sono allineate lungo le pareti, occupate da pazienti di ogni età, alcuni accompagnati, altri soli. Sul lato opposto, due imbianchini tinteggiano il muro con cura. L’odore di pittura è sorprendentemente gradevole, quasi anestetico. Non rimane che attendere il proprio turno. Una sola dottoressa in servizio. Una. Per un’intera popolazione di pazienti affetti da diabete, una patologia cronica che richiede monitoraggio costante, attenzione, empatia. Eppure, eccoci qui: in fila, in silenzio, con santa pazienza. Ogni visita dura mediamente 20/30 minuti. Fate due conti. Il tempo scorre, ma le esigenze non si fermano. Nel frattempo, per spezzare l’attesa, mi concedo un caffè al bar dell’ospedale e una ciambella per i bambini. Piccoli gesti p...

Una missione da sognatore

   Una pagina da pubblicare, leggere, custodire. dalla soglia di Aore12, dove il tempo si fa testimonianza  A chi ha camminato con me, e a chi verrà Apro questa riflessione con un pensiero che non è solo mio, ma nostro. Un omaggio a quei compagni di strada che non ci sono più — anime generose, fragili, forti, che hanno condiviso il cammino, il dubbio, la semina. A loro va il primo gesto: non di lutto, ma di gratitudine. Per ogni parola scambiata, ogni silenzio che ci ha uniti, ogni gesto che ha lasciato traccia. Sono parte del raccolto invisibile che oggi tento di raccontare. Ho iniziato a fare i primi passi claudicante, come un bambino che gattona, si aggrappa con forza e determinazione agli appigli, si innalza, si erge dritto e comincia a esplorare il mondo.  Il mio sguardo era curioso, il mio passo incerto, ma già allora sentivo che ogni gesto poteva diventare seme. Ho giocato — sì, ho giocato con la vita, con le idee, con i materiali umili. ...

Il prezzo dell’indifferenza

   Il silenzio che uccide: quando l’indifferenza diventa tragedia Tre fratelli, un casolare, una vita ai margini. Tre carabinieri, un dovere, un sacrificio. Sei vite spezzate in un’esplosione che non è solo fisica, ma sociale, morale, umana. Castel d’Azzano non è solo il luogo di una tragedia: è il simbolo di una frattura che attraversa il nostro tempo. Vittime di una marginalità invisibile, I fratelli Ramponi vivevano in una condizione di isolamento, economico e relazionale. Anni di debiti, di lotte contro lo sfratto, di diffidenza verso le istituzioni. Non erano solo poveri: erano soli. E la solitudine, quando si incrocia con la disperazione, può diventare miccia. La loro scelta estrema — saturare la casa di gas e farla esplodere — non è giustificabile, ma è comprensibile se la si guarda con gli occhi di chi ha perso ogni speranza. È il gesto di chi non ha più voce, né ascolto. È il grido finale di chi si sente invisibile. E in tutto ciò, il dovere di chi esegue e oper...

Catanzaro, Ospedale Dulbecco: cronaca di un’attesa civile

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  Editoriale per Aore12 Catanzaro, ottobre 2025 Nel corridoio spento dell’ospedale, una metafora civile Ci sono giorni in cui la realtà si presenta senza trucco, senza scenografie, senza retorica. Ieri, all’ospedale “Dulbecco” di Catanzaro, un blackout ha spento i terminali e acceso una scena che pareva uscita da un teatro dell’assurdo: pazienti in attesa, operatori muti, corridoi pieni di corpi e domande. Nessuna accettazione, nessuna vidimazione, nessuna risposta. Solo monosillabi e inviti a “fare denuncia”. Eppure, in quel tempo sospeso, qualcosa si è rivelato. Non solo l’inefficienza di un sistema che si paralizza al primo guasto, ma la fragilità di una società che ha delegato la cura al digitale, dimenticando che la sofferenza è analogica, carnale, urgente. La scena come specchio Il blackout non è stato solo tecnico. È stato simbolico. Ha mostrato quanto poco basti per trasformare un luogo di cura in un luogo di attesa. E quanto l’attesa, se non accompagnata da parola e...

Celebrazione del culto della potenza

 DELLA CELEBRAZIONE DI UN SOLO VINCITORE, IL CULTO DELLA POTENZA E DEL SUPER-IO CHE LO IMPERSONA (di Franco Cimino) Oggi, da stamattina presto e fino all’ora in cui scrivo — quella in cui, in Egitto, non è stato ancora firmato a più mani il cosiddetto accordo americano-israeliano per la pace — sul medesimo teatro, quello mediorientale, e in particolare lungo la linea di confine che separa Israele dalla Striscia di Gaza, sono andate in scena due opere: il dramma e la commedia. Entrambe scritte e dirette dagli stessi autori: cultori dell’odio e della potenza, costruttori di guerre per ricostruire ricchezze sulla guerra stessa. Le due rappresentazioni sono legate da un unico motivo: la speranza. Ambedue si muovono secondo lo schema proprio del teatro: il dolore e il suo superamento, la lotta, il combattimento, e infine la quiete che segue. L’odio e l’amore, la sconfitta e la vittoria, i vinti e i vincitori. La fatica del vivere, la fame e l’opulenza. Due opere rappresentate sotto un’u...

Onori e appalti: chi festeggia davvero la fine della guerra

Medio Oriente La pace degli armati: fine delle ostilità, inizio delle spartizioni La guerra tace. Le bombe non cadono più. I titoli dei giornali celebrano la “pace ritrovata”, mentre le telecamere si soffermano sui sorrisi diplomatici, sulle strette di mano, sulle cerimonie. Ma sotto la superficie, il silenzio delle armi non è sinonimo di giustizia. È solo il preludio a una nuova fase: quella della spartizione. Le stesse mani che hanno firmato contratti per la produzione di armamenti ora si tendono per accaparrarsi appalti di ricostruzione. Le stesse voci che hanno alimentato la retorica bellica ora si presentano come garanti della stabilità. E il mondo civile, quello che dovrebbe indignarsi, si accontenta di una tregua che sa di compromesso, non di riparazione. La ricostruzione di Gaza è diventata un affare. Un business da miliardi, dove le imprese nazionali si contendono il diritto di “ricostruire” ciò che è stato distrutto con le armi che esse stesse hanno prodotto. È il parado...

L’arte come bene comune

 Breve saggio sulla  figura di Mario Iannino nel contesto storiografico dell’arte contemporanea e della ricerca culturale:   Mario Iannino : una poetica della soglia tra arte povera, pedagogia radicale e testimonianza civile Nel panorama storiografico dell’arte contemporanea italiana, la figura di Mario Iannino si colloca come un nodo sensibile tra le pratiche dell’ arte povera , le pedagogie radicali degli anni ’70 e ’80 , e le più recenti forme di testimonianza civile e inclusione sociale. Nato nel 1953 a Palermiti , in Calabria , Iannino non ha mai cercato il centro, ma ha trasformato la marginalità geografica e sociale in un laboratorio poetico e politico.  Tra arte povera e pedagogia del frammento La sua ricerca si innesta nel solco tracciato da artisti come Michelangelo Pistoletto , Jannis Kounellis e Maria Lai , ma ne distilla una versione più intima e comunitaria. Se l’arte povera ha elevato il materiale umile a linguaggio concettuale, Iannino lo trasf...

Tra il mare e il niente

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  Mario Iannino – Assemblaggio polimaterico su cartone da packaging (65x67 cm) L’opera di Mario Iannino si presenta come un assemblaggio polimaterico su cartone da packaging , ma ciò che si rivela al di là della superficie è una narrazione stratificata, complessa, profondamente umana. L’artista non si limita a comporre: egli costruisce un dispositivo visivo che interroga il nostro tempo, le sue ferite, le sue illusioni e le sue speranze. La scelta del cartone da imballaggio come supporto non è casuale. È un materiale povero, transitorio, destinato al trasporto e poi allo scarto. Qui diventa tela, fondamento, metafora di un mondo che consuma e abbandona. Su di esso si stratificano frammenti di packaging , brand riconoscibili , lingue diverse , immagini pubblicitarie : un mosaico del consumismo globale, dove ogni elemento è al tempo stesso familiare e disturbante. Tra questi frammenti emergono due cravatte : una ricavata da un sacchetto di plastica con la scritta Vanity , l’...

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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