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Da Gesù, a Gandhi, Martin Luther King e Mandela

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  Analisi sulla figura storica e mistica di Gesù associato al concetto moderno di leadership, in chiave laica e riflessiva:   Gesù di Nazaret: il leader che parlava al cuore In un’epoca segnata da crisi di fiducia, polarizzazione e leadership spesso gridata, la figura di Gesù di Nazaret emerge come un archetipo sorprendentemente attuale. Non come divinità, ma come uomo: un maestro itinerante, un comunicatore potente, un catalizzatore sociale. Un leader, in senso pieno.

I RE CHE PERDONO LA GUERRA CONTRO IL POPOLO CHE SI LIBERA DAI RE RE E DALLE GUERRE.

 di Franco Cimino  “…Se sette milioni vi sembravano pochi…”E mille città in una nazione che ha cinquanta Stati, tutti autonomi, e trecento milioni di cittadini, di culture, razze e religioni diverse, appartenenti a ceti sociali stratificati. Se sette milioni di uomini e donne scesi in piazza spontaneamente, senza il comando di potenti, partiti o lobby, vi sembrano pochi — provate voi a radunarne mille. Se trecentomila, o molti di più, sono scesi nelle piazze italiane per gridare “Libera Palestina”, e un milione, forse più, in quelle francesi e di altri Paesi europei, vi sembrano pochi, provate voi a chiamarli uno per uno. Che abbiano un nome, un volto, che siano giovani o anziani: vediamo quanti ne radunerete. In un mondo in cui la politica è stata di fatto cancellata, e la democrazia sostituita da oligarchie o da quella che chiamano, con nome ambiguo, “autocrazia”; in un mondo in cui i valori si stanno perdendo e gli ideali che li sostenevano si stanno svuotando; in un mondo ...

Luana, l’assessore e gli invisibili

  Intitolazioni e invisibilità: una riflessione civica Apprendo dai media dell’intitolazione a Luana Vasapollo di una sala di lettura presso la Biblioteca Comunale di Catanzaro . Non conoscevo personalmente Luana, pur essendo stato spesso nella libreria dove lavorava insieme a Nunzio Belcaro , oggi assessore della città. Nulla da eccepire sul gesto, che immagino mosso da affetto e riconoscimento. Tuttavia, alcune considerazioni sorgono spontanee.

Ritratti di Calabria

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  Un cestino di uva fragola al centro della tavola, disposto come una natura morta caravaggesca, mi riporta indietro nel tempo: ai miei quindici, sedici anni.  Era fine dicembre, e in casa fervevano i preparativi al calore del focolare: " pàssuli e  granati ", lenticchie, castagne, fichi secchi con noci e miele, conservate per allietare i giorni di festa. Gli acini passiti dell'uva, pronti per il pan di spagna, decimati dalla golosità dei bambini erano comunque lì ad impreziosire la tavola: ogni cosa aveva un posto, un significato, un sapore che non si dimentica. Come le pagine di Saverio Strati, che non si leggono soltanto: si respirano. Penetrano la mente, sedimentano, e lasciano addosso l’odore inconfondibile della calabresità. Una calabresità fatta di sfumature sensoriali, di voci dialettali, di gesti antichi che resistono al tempo. In questi giorni, a cent’anni dalla sua nascita, Strati ritorna. Non come monumento, ma come presenza viva. Come quel bambino che la non...

Conservare senza celebrare

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La tombatura visiva come pratica di testimonianza La materia come testimone: pratiche di tombatura visiva nel contemporaneo Il presente saggio esplora il concetto di tombatura visiva come pratica artistica e curatoriale che espone, conserva e stratifica materiali poveri e frammenti del quotidiano, senza ricorrere a retoriche celebrative o occultanti. Attraverso un’analisi teorica e una contestualizzazione dell’opera di Mario Iannino, si propone una lettura della tombatura come gesto civile, memoriale laico e dispositivo di resistenza alla logica del consumo e dell’oblio. Nel contesto dell’arte contemporanea, la materia ha assunto un ruolo centrale come veicolo di memoria, resistenza e testimonianza. La tombatura visiva si configura come una pratica che non cerca la sublimazione estetica, ma la persistenza etica del vissuto. È un gesto che espone ciò che resta, stratifica ciò che è stato, conserva ciò che rischia di essere dimenticato. A differenza di pratiche come l’impacchetta...

Nel cuore della Calabria

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Fotogramma sul Golfo di Squillace: tra bellezza, memoria e resistenza Nel cuore della Calabria , dove la terra si piega dolcemente verso il mare, il Golfo di Squillace si offre come uno specchio di luce e storia. Un fotogramma rubato tra i rami di un albero, con il mare in lontananza e il verde che avvolge lo sguardo, non è solo una scena naturale: è un atto di testimonianza. In quell’inquadratura si condensano secoli di lavoro, di attesa, di lotta silenziosa contro l’oblio. La bellezza del paesaggio non è mai neutra. Essa parla, denuncia, consola. Il melograno che pende dal ramo, il sentiero che si insinua tra le foglie, il mare che chiama da lontano: ogni elemento è un segno, un invito alla riflessione. In un tempo in cui l’immagine è spesso svuotata di senso, questo fotogramma restituisce profondità. Non è decorativo, è civico . Chi guarda questo scorcio non può farlo da turista . Deve farlo da curatore della memoria , da operaio della bellezza , da educatore del dubbio . Il ...

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  Il ramo e il mare Il ramo pende come un pensiero antico, carico di foglie e di un solo frutto: un melograno, maturo, silenzioso. Sotto di lui, la terra respira piano, tra ciuffi d’erba secca e fiori rossi che sembrano trattenere il sole. Il sentiero, appena visibile, si snoda come una domanda non ancora fatta. L’uomo è lì, in piedi, con le mani dietro la schiena. Non cerca nulla, ma tutto trova. Il mare, in fondo, brilla come una promessa che non ha bisogno di parole. Il Golfo di Squillace si apre davanti a lui, azzurro e inquieto, come la memoria di chi ha lavorato, amato, resistito. Ogni foglia è una lettera. Ogni ramo, una frase. Ogni respiro, un capitolo . L’uomo non scrive con la penna, con lo sguardo alimenta il pensiero e culla la bellezza. Cura quel giardino come si curano le storie: con pazienza, con rispetto, con la certezza che anche il silenzio ha voce. Il melograno non è lì per essere colto. E' lì per essere visto. Come i mestieri che l’uomo ha fatto, uno dopo l’altr...

Cultura woke e politica del rancore: una riflessione

  Ottobre, la memoria e il risveglio: contro la politica che divide, per una società che ascolta   “Ottobre è un pittore malinconico: ama i colori che svaniscono. Celebra ciò che finisce come un ultimo tocco sulla tela.”.  Scrive un acaro amico per augurare l'inizio del nuovo giorno. Ma davvero tutto finisce? O forse, come suggerisce una visione più profonda, nulla si dissolve del tutto, e ogni cosa si trasforma, evolve, ritorna? Questa riflessione poetica sull’autunno invita a guardare oltre la superficie delle cose. Anche gli errori, le fratture, le esperienze dolorose non si cancellano: si sedimentano, si rielaborano, diventano parte del nostro divenire. La memoria non è un archivio chiuso, ma una nebbia viva, pronta a riemergere con forza.   E' attuare il tempo del cambiamento e soddisfare il bisogno di ascolto! Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento è costante, ma spesso vissuto con paura. La politica, anziché accompagnare questa trasformazione, ten...

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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CERCHIAMO VOCI LIBERE

Aore12 apre le porte a nuove voci! Cari lettori, Aore12 nasce dal desiderio di raccontare la Calabria in modo libero, critico e appassionato. È uno spazio che vive grazie alle idee, alle parole e alle esperienze di chi sceglie di partecipare. E oggi, questo spazio vuole crescere. Se hai voglia di scrivere, condividere riflessioni, denunciare ciò che non va o semplicemente raccontare la bellezza che ci circonda, SEI NEL POSTO GIUSTO! Non servono titoli o curriculum: basta avere qualcosa da dire e il coraggio di dirlo. Cerchiamo collaboratori appassionati: Scrittori, fotografi, artisti, attivisti, pensatori, sognatori… chiunque voglia contribuire con passione e spirito critico. Contattaci! Ogni voce è importante. Ogni contributo è un seme. Facciamo crescere insieme una Calabria più consapevole, più viva, più nostra.

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