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Luana, l’assessore e gli invisibili

  Intitolazioni e invisibilità: una riflessione civica Apprendo dai media dell’intitolazione a Luana Vasapollo di una sala di lettura presso la Biblioteca Comunale di Catanzaro . Non conoscevo personalmente Luana, pur essendo stato spesso nella libreria dove lavorava insieme a Nunzio Belcaro , oggi assessore della città. Nulla da eccepire sul gesto, che immagino mosso da affetto e riconoscimento. Tuttavia, alcune considerazioni sorgono spontanee.

Ritratti di Calabria

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  Un cestino di uva fragola al centro della tavola, disposto come una natura morta caravaggesca, mi riporta indietro nel tempo: ai miei quindici, sedici anni.  Era fine dicembre, e in casa fervevano i preparativi al calore del focolare: " pàssuli e  granati ", lenticchie, castagne, fichi secchi con noci e miele, conservate per allietare i giorni di festa. Gli acini passiti dell'uva, pronti per il pan di spagna, decimati dalla golosità dei bambini erano comunque lì ad impreziosire la tavola: ogni cosa aveva un posto, un significato, un sapore che non si dimentica. Come le pagine di Saverio Strati, che non si leggono soltanto: si respirano. Penetrano la mente, sedimentano, e lasciano addosso l’odore inconfondibile della calabresità. Una calabresità fatta di sfumature sensoriali, di voci dialettali, di gesti antichi che resistono al tempo. In questi giorni, a cent’anni dalla sua nascita, Strati ritorna. Non come monumento, ma come presenza viva. Come quel bambino che la non...

Conservare senza celebrare

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La tombatura visiva come pratica di testimonianza La materia come testimone: pratiche di tombatura visiva nel contemporaneo Il presente saggio esplora il concetto di tombatura visiva come pratica artistica e curatoriale che espone, conserva e stratifica materiali poveri e frammenti del quotidiano, senza ricorrere a retoriche celebrative o occultanti. Attraverso un’analisi teorica e una contestualizzazione dell’opera di Mario Iannino, si propone una lettura della tombatura come gesto civile, memoriale laico e dispositivo di resistenza alla logica del consumo e dell’oblio. Nel contesto dell’arte contemporanea, la materia ha assunto un ruolo centrale come veicolo di memoria, resistenza e testimonianza. La tombatura visiva si configura come una pratica che non cerca la sublimazione estetica, ma la persistenza etica del vissuto. È un gesto che espone ciò che resta, stratifica ciò che è stato, conserva ciò che rischia di essere dimenticato. A differenza di pratiche come l’impacchetta...

Cultura woke e politica del rancore: una riflessione

  Ottobre, la memoria e il risveglio: contro la politica che divide, per una società che ascolta   “Ottobre è un pittore malinconico: ama i colori che svaniscono. Celebra ciò che finisce come un ultimo tocco sulla tela.”.  Scrive un acaro amico per augurare l'inizio del nuovo giorno. Ma davvero tutto finisce? O forse, come suggerisce una visione più profonda, nulla si dissolve del tutto, e ogni cosa si trasforma, evolve, ritorna? Questa riflessione poetica sull’autunno invita a guardare oltre la superficie delle cose. Anche gli errori, le fratture, le esperienze dolorose non si cancellano: si sedimentano, si rielaborano, diventano parte del nostro divenire. La memoria non è un archivio chiuso, ma una nebbia viva, pronta a riemergere con forza.   E' attuare il tempo del cambiamento e soddisfare il bisogno di ascolto! Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento è costante, ma spesso vissuto con paura. La politica, anziché accompagnare questa trasformazione, ten...

Dalla narrazione eroica alla testimonianza civile

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  L’attore, il presidente e la storia che non insegna di mario iannino C’è chi nasce per recitare e chi per governare. E poi c’è chi, come Volodymyr Zelensky , attraversa il confine. Da attore comico a presidente in guerra , da sceneggiature di speranza a copioni di lutto . Ma la realtà non è un set. Non c’è regista, non c’è montaggio. E soprattutto, non c’è lieto fine garantito. La storia — quella vera, quella che si scrive con sangue e silenzi — non premia i buoni. Non basta avere buoni propositi per evitare le sconfitte. Non basta la retorica della libertà per fermare i missili. Millenni di storia non hanno insegnato niente, perché l’uomo dimentica in fretta e ripete con ostinazione. Zelensky ha portato sul palco della geopolitica il volto umano della resistenza . Ma il mondo, spettatore distratto, ha applaudito e voltato pagina. E intanto, i bambini muoiono, le città si sbriciolano, le promesse si dissolvono. La finzione non salva dalla realtà. E la realtà non ha pietà. ...

L’ATTENTATO A SIGFRIDO RANUCCI: UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

 di Franco Cimino   L'attentato a Sigfrido Ranucci va molto al di là dell'orrore che rappresenta. Quell'ordigno che si vuole far passare come rudimentale per coprirne la vera matrice, oltre la mano che l'ha portato in quel posto, voleva uccidere. Comunque, chi ha compiuto l'attentato può uccidere quando vuole, sfidando il sistema di protezione che lo Stato ha messo su Ranucci. La sfida è aperta e forte quanto la minaccia portata. Il messaggio è chiaro: "Ti colpiremo ovunque. E ti colpiremo più forte. Tanto che ne morirai senza fuoco per l'immane dolore arrecatoti". Questa è la minaccia rivolta al loro nemico capitale. Nemico insopportabile, da eliminare, per quel che la sua azione di libero giornalista può scatenare: il contagio buono verso quel buon giornalismo che sta ancora timido e in soggezione rispetto ai poteri e alla debolezza che gli stessi poteri hanno procurato alla libera informazione. E non da ieri, ma da almeno un ventennio. Gli uomini c...

Seduzione e potere: il linguaggio conta

 Durante il regno di Luigi XIV, il Re Sole, la corte di Versailles non era solo il centro del potere politico, ma anche il fulcro della vita culturale e mondana. Essere un cortigiano o una cortigiana significava far parte di un'élite raffinata, dove l'eleganza, la retorica, la danza, la musica e la conoscenza delle arti erano strumenti di influenza e prestigio. Il termine stesso deriva da “corte”, e quindi implica prossimità al sovrano, nonché partecipazione attiva alla vita intellettuale e sociale del regno. L'Origine nobile del termine: “Cortigiano” in epoca rinascimentale, come nel celebre Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione, rappresentava l’ideale dell’uomo colto, diplomatico, abile nell’arte della conversazione e della persuasione. La “cortigiana” in Italia, specie nel Cinquecento, poteva essere una donna di grande cultura, come Veronica Franco a Venezia, che scriveva poesie e partecipava ai salotti letterari. In Giappone, le geisha erano (e sono) artiste...

Una missione da sognatore

   Una pagina da pubblicare, leggere, custodire. dalla soglia di Aore12, dove il tempo si fa testimonianza  A chi ha camminato con me, e a chi verrà Apro questa riflessione con un pensiero che non è solo mio, ma nostro. Un omaggio a quei compagni di strada che non ci sono più — anime generose, fragili, forti, che hanno condiviso il cammino, il dubbio, la semina. A loro va il primo gesto: non di lutto, ma di gratitudine. Per ogni parola scambiata, ogni silenzio che ci ha uniti, ogni gesto che ha lasciato traccia. Sono parte del raccolto invisibile che oggi tento di raccontare. Ho iniziato a fare i primi passi claudicante, come un bambino che gattona, si aggrappa con forza e determinazione agli appigli, si innalza, si erge dritto e comincia a esplorare il mondo.  Il mio sguardo era curioso, il mio passo incerto, ma già allora sentivo che ogni gesto poteva diventare seme. Ho giocato — sì, ho giocato con la vita, con le idee, con i materiali umili. ...

Il prezzo dell’indifferenza

   Il silenzio che uccide: quando l’indifferenza diventa tragedia Tre fratelli, un casolare, una vita ai margini. Tre carabinieri, un dovere, un sacrificio. Sei vite spezzate in un’esplosione che non è solo fisica, ma sociale, morale, umana. Castel d’Azzano non è solo il luogo di una tragedia: è il simbolo di una frattura che attraversa il nostro tempo. Vittime di una marginalità invisibile, I fratelli Ramponi vivevano in una condizione di isolamento, economico e relazionale. Anni di debiti, di lotte contro lo sfratto, di diffidenza verso le istituzioni. Non erano solo poveri: erano soli. E la solitudine, quando si incrocia con la disperazione, può diventare miccia. La loro scelta estrema — saturare la casa di gas e farla esplodere — non è giustificabile, ma è comprensibile se la si guarda con gli occhi di chi ha perso ogni speranza. È il gesto di chi non ha più voce, né ascolto. È il grido finale di chi si sente invisibile. E in tutto ciò, il dovere di chi esegue e oper...

L’arte come bene comune

 Breve saggio sulla  figura di Mario Iannino nel contesto storiografico dell’arte contemporanea e della ricerca culturale:   Mario Iannino : una poetica della soglia tra arte povera, pedagogia radicale e testimonianza civile Nel panorama storiografico dell’arte contemporanea italiana, la figura di Mario Iannino si colloca come un nodo sensibile tra le pratiche dell’ arte povera , le pedagogie radicali degli anni ’70 e ’80 , e le più recenti forme di testimonianza civile e inclusione sociale. Nato nel 1953 a Palermiti , in Calabria , Iannino non ha mai cercato il centro, ma ha trasformato la marginalità geografica e sociale in un laboratorio poetico e politico.  Tra arte povera e pedagogia del frammento La sua ricerca si innesta nel solco tracciato da artisti come Michelangelo Pistoletto , Jannis Kounellis e Maria Lai , ma ne distilla una versione più intima e comunitaria. Se l’arte povera ha elevato il materiale umile a linguaggio concettuale, Iannino lo trasf...

Tra il mare e il niente

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  Mario Iannino – Assemblaggio polimaterico su cartone da packaging (65x67 cm) L’opera di Mario Iannino si presenta come un assemblaggio polimaterico su cartone da packaging , ma ciò che si rivela al di là della superficie è una narrazione stratificata, complessa, profondamente umana. L’artista non si limita a comporre: egli costruisce un dispositivo visivo che interroga il nostro tempo, le sue ferite, le sue illusioni e le sue speranze. La scelta del cartone da imballaggio come supporto non è casuale. È un materiale povero, transitorio, destinato al trasporto e poi allo scarto. Qui diventa tela, fondamento, metafora di un mondo che consuma e abbandona. Su di esso si stratificano frammenti di packaging , brand riconoscibili , lingue diverse , immagini pubblicitarie : un mosaico del consumismo globale, dove ogni elemento è al tempo stesso familiare e disturbante. Tra questi frammenti emergono due cravatte : una ricavata da un sacchetto di plastica con la scritta Vanity , l’...

Creatività e controllo

  Dialettiche della libertà nell’arte contemporanea Libertà d’azione e linguaggi visivi: una riflessione critica Domande e risposte attorno al fare artistico degli operatori culturali: artisti, curatori, operatori del mercato dell'arte. Intro, riflessione iniziale che dà lo spunto per una serie di domande e risposte: Cos'è la politica se non prendersi cura del prossimo? persino respirare in un certo modo lo è! respirare senza dare fastidio a chi ti sta vicino e persino stare attenti a non emettere rumori molesti. avere rispetto per gli altri! insomma è fare politica. ed in questo modo di essere e rapportarsi è incluso pienamente il lavoro sociale , non mi riferisco al volontariato, quello è scontato. penso alle attività alte, come fare cultura, quindi: creare, ragionare attorno ai problemi sociali e farne arte. i linguaggi artistici tutti sono strumenti di emancipazione . Analisi, non risposta esaustiva, senza la presunzione di risolvere il quesito   Hai espresso una visio...

Scarti d'identità

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  50x67 Mario Iannino – Scarti d’identità   L’arte come archivio del quotidiano e resistenza visiva Nel lavoro di Mario Iannino, l’ assemblaggio polimaterico diventa linguaggio critico e poetico. L’artista calabrese costruisce le sue opere con materiali di scarto—capsule di caffè esauste, cartoni, etichette, manifesti strappati—trasformando il rifiuto in racconto, il frammento in memoria. La sua è una pratica che affonda le radici nell’ arte povera , ma si distingue per una forte componente territoriale e politica. La Calabria è il fulcro simbolico della sua ricerca: non solo come luogo geografico, ma come spazio identitario, storico e affettivo. Le sagome della regione, gli stencil , i riferimenti ai referendum e alle lotte civiche diventano strumenti di resistenza visiva. L’opera non si limita a rappresentare: interroga, provoca, coinvolge. In una delle sue recenti composizioni più emblematiche, una cravatta di carta arancione attraversa verticalmente la scen...

Il Pensiero che Non Piace

  Sulle Tracce di una Libertà Scomoda di mario iannino Contro il conformismo viscerale: pensare, agire, creare fuori rotta Viviamo in un tempo che ha reso il pensiero una merce rara. Non perché manchino le opinioni, ma perché abbondano le reazioni. Il sistema sociale e politico contemporaneo — personalizzato, algoritmico , performativo — non premia chi pensa, ma chi aderisce. Non valorizza chi crea, ma chi ripete. In questo contesto, coltivare la libertà di pensiero è un gesto radicale. Un atto di disobbedienza silenziosa, ma potente.  Il conformismo oggi non è imposto con la forza, ma con la seduzione.  Il sistema che ingabbia Si presenta come comfort, come appartenenza, come algoritmo che ci mostra solo ciò che ci rassicura. Chi lavora con serietà — nel senso più ampio del termine: chi educa, chi cura, chi crea, chi pensa — si scontra ogni giorno con una stupidità sistemica . Non si tratta di ignoranza, ma di una forma di anestesia culturale . Un sistema che disi...

Navigare tra le forme

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  Testo critico sull’opera “ Navigare tra le Forme ” Tecnica mista su cartone, materiali di recupero In “Navigare tra le Forme”, l’artista Mario Iannino compone un microcosmo poetico dove oggetti comuni— cravatte di carta e una barchetta —diventano protagonisti di una narrazione visiva che sfida le convenzioni. L’opera si presenta come un assemblaggio di elementi apparentemente dissonanti, ma che trovano coerenza in una grammatica estetica fondata sul riuso, sull’ironia e sulla tensione tra ordine e libertà. Le tre cravatte , arrotolate e modellate con cura, evocano il mondo del lavoro, della formalità, dell’identità costruita. Sono simboli di ruoli sociali, di uniformità, ma qui vengono piegate, contorte, rese decorative: perdono la loro rigidità per diventare quasi fiori, segni di una metamorfosi. La barchetta , fragile e infantile, introduce un elemento di rottura. È il sogno che naviga tra le regole, il desiderio di evasione che si insinua tra le pieghe della struttura....

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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