martedì 29 marzo 2022

Ripudiare la guerra è un imperativo, sempre!

 

Pretendere che siano rispettati i propri interessi e perciò mettere in campo sistemi di distruzione e morte a discapito anche di persone inermi e prive di colpe individuali è un crimine! Non si discute!!! ma Baiden (Biden per i poliglotta sofisticati) ha mancato di tatto diplomatico nel dire che Putin è da “eliminare” dalla scena politica sovietica e mondiale.

Se dessimo ragione al vecchio zio d'america allora dovremmo pretendere che anche chi affama e schiavizza una parte di mondo perché avido e attento solo ai propri interessi economici e commerciali dovrebbe essere inibito. 


La vita si dà e si toglie con estrema disinvoltura nel mondo globalizzato e settato sull'ego. Basta sapere veicolare le notizie e farsi trasportare dall'onda emotiva dai social per essere visto come un benefattore o un despota.

I fatti evidenziano, se pur nel lungo termine, che non sempre ciò che brilla è oro e benessere per i popoli.

La vita, suggerisce la natura, è cosa semplice ma delicata! E l'embrione prima di essere forma di vita definita è una sorta di magma che aspetta di essere fecondata. E perché ciò avvenga si deve rispettare un protocollo ben definito dalla natura e dall'uomo.

Distruggere ciò che la donna ha procreato insieme all'uomo è un atto CRIMINALE!

La morte violenta non ha ragione mai d'essere sperimentata in nessuna parte del mondo specialmente quando sopraggiunge a seguito di una decisione dispotica ordinata da chi sta comodamente al riparo.

Altri focolai continuano ad ardere in terre più o meno lontane da noi...

venerdì 25 marzo 2022

PEACE

 

La sacralità della vita è messa in un angolo e annullata dalle logiche di potere.

È sempre una ristrettissima cerchia che decide le strategie più vantaggiose. E il vantaggio di pochi non sempre gioca a favore del bene comune. Anzi non lo è mai!

Con sgomento siamo gli spettatori dell'orrenda azione di guerra in Ucraina. Lì c'è la distruzione materiale di tutto quanto è consuetudine quotidiana.

Da un lato le bombe e la violenza distruttrice delle armi e dall'altra vi è la violenza mediatica che trasforma in retorica il dolore causato dalla persecuzione manichea di chi comanda.

Che fare?

Ce lo chiediamo in tanti. Mentre si intensificano le richieste di aiuti umanitari e belliche. Anche nei punti di smercio alimentare si chiede l'obolo per i bambini ucraini.

Intanto gli sciacalli ridono si strofinano le mani pregustando l'affare della ricostruzione come già avvenuto nei campi di battaglia delle guerre precedenti e non solo. È avvenuto anche per la ricostruzione dei luoghi devastati dagli eventi sismici.

Eppure ancora ci schieriamo trascinati dall'emotività. D'altronde come non farlo?

Si può rimanere insensibili davanti a tanto dolore?

La disinformazione è una ulteriore arma usata da entrambe le parti in gioco. Sì un gioco simile a quello che molti si misurano coi video game ma con la straziante differenza che lì i campi di battaglia e la distruzione è reale come sono reali i sacrifici connessi all'abbandono forzato dei morti.

Un mese e qualche giorno, più quelli serviti alle diplomazie e ai servizi segreti per pianificare strategie d'attacco e difese.


Mi chiedo: a chi serve tutto ciò. A chi giova?

Per quanto tempo la filiera delle armi produrrà macchine di morte.

Ecco, il tempo intercorso dall'inizio della lite e si è passati dalla parole ai fatti è un'eternità, un buco nero che ha inghiottito e sotterrato ragioni e materia fatta di corpi di persone innocenti mandate al macello. Nessuna ragione, nessuno nessuno!, può arrogarsi il diritto di aprire macellerie umane e stare a guardare comodamente dietro un monitor posizionato al sicuro tra le mura solide di un bunker.

Che fare? Oltre a parlare, pregare e sperare. Oltre a sparare con armi d'offesa e annullare vite umane, togliere speranze e oscurare le menti anche quelle lontane dai campi di guerra?

Qualcuno ha detto che una società più giusta e equa può nascere abolendo l'ignoranza e condividendo la gestione pubblica delle ricchezze a favore della collettività.

giovedì 24 marzo 2022

₽utin, sta tutto nel nome il destino di un uomo

 


Sarà un caso ma trovo una certa analogia tra la lettera P di putin e il simbolo del rublo che è la moneta russa con la quale il dittatore esige il pagamento del “suo” gas dalle nazioni “ostili” al progetto nazionalista invasivo e portatore di morte imposto in Ucraina da un mese.

Le immagini e le testimonianze narrano di un disastro ambientale immane. Scene apocalittiche. Scenari di guerra che mai avremmo voluto più vedere dopo l'ultima e drammatica guerra nazifascista che inflisse morte e distruzione in tutta Europa.

In nome di un ideale all'epoca si scateno l'inferno. Sterminio e atrocità di ogni genere invase le città e i siti di ogni nazione che non si sottometteva alle deliranti invettive nazionalsocialiste del fuhrer. Sì, voleva imporre la supremazia della razza ariana al resto del mondo.

Anche ₽utin insieme all'entourage che detiene le maggiori quote di ricchezze nazionali intende avocare a sé il potere economico vestito ideologicamente di retorica retrò.

Lui, il signor sostiene di essere lì per estirpare il cancro occidentale nichilista e per arrivare al suo fine fa snocciolare bombe che uccidono bambini, anziani inermi. Insomma si sente di essere il profeta decadente di un'epoca lussuriosa e, perciò, per debellare un sistema che ritiene immorale, nazista e liberare così il popolo ucraino sfruttato dalle logiche dittatoriali consumistiche occidentali usa la forza. Una forza violenta che spappola i palazzi. Sventra case, monumenti, strade e storia.

Ma saranno cazzi di un popolo sovrano decidere come condurre la vita?

La storia pare non abbia insegnato nulla!

Non è mia intenzione andare a fare le pulci politiche o sociologiche che hanno spinto Putin ad aggredire una nazione sovrana anche perché ritengo che non ce ne siano!

L'unico motivo è racchiuso tutto in questo simbolo: 



mercoledì 16 marzo 2022

Ciao Paolo

 


Questa è un'opera di mastro Saverio. Protegge il mio studio. Affermò soddisfatto Paolo mentre apriva le mandate del cancello in ferro battuto forgiato apposta per lui da mastru Saveru u'Ciaciu.

Nello stanzone a livello stradale nello slargo difronte la chiesa di S. Francesco nei pressi dell'affacciata panoramica “Bellavista” oltre ai lavori c'era un ospite speciale. Non ricordo il nome del piccolo primate ma ricordo che era molto vivace. Paolo indicandomi la scimmietta sorrise e: “devo nascondere i rossi sennò se li mangia...” mi disse.

L'altro ieri sono passato da lì. Era tutto cambiato. Quello che un tempo era la fucina creativa di Paolo e centro di ritrovo per noi amici oggi emana profumi anonimi connaturati alla destinazione d'uso del momento: un garage, probabilmente, con la persiana tipica delle autorimesse.

Non c'era neanche il cancello di mastro Saverio, credo che Paolo se lo sia portato a Squillace quando traslocò. Mi sono soffermato per qualche attimo e non ho potuto fare a meno di ricordare con affetto e un pizzico di nostalgia quegli anni intrisi di passione per la pittura e l'universo artistico in cui noi c'immergevamo convintamente.

Il tempo, come sempre accade, livella e assottiglia le passioni anche se nel frattempo qualcuna di queste si fortifica, fa tesoro delle delusioni e continua a proporre nuove visioni, essere linfa vitale propositiva per quanti perseverano con onestà sulla strada irta di ostacoli comuni a quasi la totalità degli uomini.

Ciao Paolo. Non sapevo che tu avessi intrapreso il Viaggio. Che la terra ti sia lieve. Rip.

lunedì 14 marzo 2022

Ucraina, come le mosche al miele

 

Quando c'è un conflitto e dalle parole si passa ai fatti Molte cose non convincono.

Non convincono le prese di posizione salottiere. Quelle cioè esternate nei salotti mediatici delle televisioni e dei social-media. Non convince l'aumento indiscriminato dei prezzi dei beni di largo consumo. E non convince affatto il frastuono delle bombe gettate indiscriminatamente sulla gente.

I palazzi crollano e le macerie sotterrano le speranze di pace di quanti incolpevolmente vi rimangono seppelliti.

L'Ucraina è una terra ricca. Che fino ad oggi ha prodotto merce umana da esportazione. Ha prodotto badanti e colf, bambini da adottare e per i quali commuoverci.

Intanto:

Il suo sottosuolo ha minerali che fanno gola. Non è quindi una questione di veti ideologici. Non è un fatto di destra o sinistra, di oscurantismo dittatoriale o democrazia. È un fatto di egoismo la guerra che si sta combattendo lì!

Nessuno mai si è preso la briga di andare a vedere perché altri popoli muoiono di fame e sete o perché alcune etnie sono deturpate da malattie che in altri luoghi sono state debellate da decenni e che basterebbero pochi centesimi per eliminarle anche lì.

I grandi imperi economici non sono preoccupati dalla situazione economica e sociale delle periferie degradate in cui la gente rovista nelle discariche in cerca di qualcosa che possa sfamare le povertà vestite d'ossa che puzzano di fame e sete.

Le scorpacciate salottiere fatte di numeri e statistiche cervellotiche sulla pandemia hanno ceduto il passo al voyeurismo macabro e alla retorica dei buonisti dell'ultima ora.

La spartizione delle lobby, quella che fa guadagnare montagne d'oro, petrolio, gas, alluminio e minerali rari non riguarda i popoli che vogliono vivere in armonia.

La spartizione è per pochi. Gli stessi che hanno mandato gli ignari a morire. Gli stessi che comandano dove seminare morte in nome di ipotetici ideali religiosi e politici.

Oggi il teatro di guerra è situato nel cuore d'Europa. Ma se abbattiamo per un attimo la geografia e le lingue rimangono in piedi le persone fatte di corpi caldi, sangue, carne, pelle. Corpi pensanti! Saturi di sentimenti. Emotività. Empatie.

L'Ucraina è una terra ricca, sì! Ma la sua ricchezza non è condivisa. È monopolizzata da sempre . L'unico dato condiviso ha un nome ben noto che accomuna la quasi totalità degli uomini che stanno fuori e molto lontane dalle barricate innalzate dalle logiche spartitorie delle lobby di potere. Persone che vivono in povertà. che sperano, che stanno all'odore come le mosche attorno al miele protetto dalle api operaie

sabato 5 marzo 2022

Putin il bullo che terrorizza il mondo civile e le democrazie

 

Zelensky vs Putin.


Stiamo assistendo alla guerra, anzi alle guerre impensabili del nuovo millennio.

La prima e la più terribile è quella che fa esplodere bombe e distrugge il lavoro del popolo ucraino, abbatte edifici, semina morti lasciando sulle strade di transito l'odore acre delle polveri da sparo insieme al sudore di quanti fuggono terrorizzati. E poi c'è la ferma determinazione di chi non accetta l'invasione. C'è chi combatte a mani nude lanciando bottiglie incendiarie. C'è chi presta il suo aiuto ai fuggiaschi. Chi cura i bambini e le donne.

C'è, insomma, dietro la brutalità del bullo Vladimir, una moltitudine di persone che nonostante l'assurda azione violenta ordinata e imposta da un despota fuori dal tempo propende per la pace anche in Russia.

In Russia vige il regime della disinformazione. E i canali dell'informazione nazionali ripetono ciò che Putin e il suo entourage vogliono che sia detto.

Strategie a parte la vecchia signora con la sua lunga falce a mietuto vittime innocenti e chissà ancora quante altre ne annienterà.

La violenza non ha mai ragione!

Anche quella verbale o per immagini.

Zelensky dal canto suo, da ottimo comunicatore usa i mass-media per arginare un nemico immenso. Prepotentemente immenso e determinato. Ma può questa sua strategia durare a lungo? Sarà il nuovo, contemporaneo Golia che abbatte il gigante?

A ragion di logica se esplode un incendio e non intervengono i pompieri con le dovute misure per spegnerlo, il fuoco arderà fino a quando le fiamme trovano di che alimentarsi.

Può, la borsa, i mercati, l'alta finanza influire o bloccare del tutto il frastuono mediatico di questa assurda guerra e sospendere la violenza delle armi?

E l'economia affaristica dell'industria bellica da che parte sta?

E noi occidentali che viviamo da lontano i riflessi dei drammi delle persone sconvolte dal tragico evento?

Noi siamo solidali! Ma da lontano.

Guardiamo i prezzi energetici lievitare. E speriamo in cuor nostro che non vi siano altri veti o embarghi contro e dai territori in guerra.

I carburanti oggi sono a quota 2€ e c'è la possibilità del rincaro delle bollette del gas e della luce. Ma sono rischi da mettere in conto. Stringere i denti e porgere tutta la solidarietà ai bisognosi. Dare col cuore quanto possibile non solo in ristori materiali ma infondere fermamente e convintamente energie positive che dimostrino nei fatti empatia. Non è solo condanna sociale l'azione economica che il mondo democratico esercita nei confronti dei despoti. È amore risoluto. Fermezza!, contro tutto ciò ch'è morte.

E che la ragione vinca sulla brutale anacronistica realtà dei violenti.

martedì 1 marzo 2022

Fuck Putin, una nuova etichetta per la libertà

 


La violenza da qualunque parte si genera o è generata fa sempre e comunque male. I suoi effetti si diffondono anche laddove esistono schermi e barriere alzate per l'autodifesa nazionale.

La guerra coinvolge tutti! Non solo i luoghi interessati e fatti oggetto e teatro di battaglie.

La lotta per la sopravvivenza, ovvero le strategie adottate per sfuggire ai soprusi o molto più banalmente nelle normali relazioni di ogni giorno fanno parte della dote genetica degli organismi viventi.

In natura vige la legge del più forte ma la ragione differenzia la brutalità bestiale primordiale dell'essere. Cioè, il pensiero si fa evoluzione e stimola il progresso per il bene sociale e spinge la specie umana a migliorarsi.

Insomma: questo uomo che dovrebbe governare la vita è invece il fautore della distruzione e si fa morte!

Nessuno, se non solo nei racconti horror e fantascientifici, avrebbe creduto possibile un attacco armato, quantomeno viste le prerogative storiche e le potenzialità di distruzione delle armi in possesso delle grandi potenze.

Oggi le guerre sono di altra natura. Che fanno comunque vittime. Affamano. Soggiogano. E condizionano il mondo intero.

Le guerre sono strumenti dell'uomo debole di pensiero! Lecite? No! Decisamente no! Ma comunque esistono. Sono generate da alcuni fattori elementari che alla base hanno una forte componente individualistica permeata di egoismo.

La bramosia di dominio, l'onnipotenza edonistica genera mostri. 

Putin è uno di questi?

Di sicuro la sua politica non fa una bella impressione visto quanto sta accadendo in Ucraina. Non è una questione di eleganza. Né tantomeno una bella pagina politica

Questa guerra è vista, letta e documentata in diretta in tutto il mondo per quello che è!, e nulla, neppure i tentativi di depistaggio delle fake news riescono a sublimarne gli effetti invasivi del dittatore di turno.

I social media hanno trovato nuovo interesse. Documentano le volontà di assediati e invasori.

Enfatizzano prese di posizioni. e si schierano.

Retorica a parte, il popolo ucraino sta reagendo con decisione allo strapotere di Putin.

Le immagini fanno vedere in tv e sui social come i cittadini contrastano l'invasione.

Azioni semplici come la costruzione artigianale di bombe molotov. Bottiglie incendiare che non spaventano i giganti blindati inviati da Putin per assediare mortificare l'Ucraina ma che possono fare malissimo all'ego espansionista del despota e dei suoi oligarchi fiancheggiatori.

Fuck Putin! Con questa etichetta una fabbrica di birra contribuisce alla resistenza. Converte in armi le risorse industriali e, anziché birra, riempie con benzina le bottiglie e le dà al popolo. Sarà la nuova etichetta per la libertà? di sicuro le parole neppure se scurrili servono in uno scontro. è la forza, la determinazione delle intenzioni in campo che determinano e sovvertono i propositi

Il mondo intero guarda terrorizzato a questo impensabile teatro di guerra in cui le parole sembrano inutili.

La non violenza, la preghiera, il digiuno suggerito da Francesco non sembra dare nell'immediato alcun conforto né sortire a effetti positivi. 

60 km di blindati sono in marcia verso Kiew dove c'è già paura e morte mentre i mandanti stanno al sicuro e imprecano, forse, quando apprendono della rivolta degli hacker. L'attacco hacker non è contro il popolo russo ma alla dissennatezza degli oligarchi guerrafondai.

Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto