mercoledì 31 marzo 2021

Stefano & Valentina splendida unione

Che ci fosse del feeling tra i due è palpabile! Una coppia ben affiatata sul palco e forse anche nella vita; penso.

Stefano e Valentina li ho beccati casualmente su rai3 subito dopo le 20.

Simpatici, bravissimi e solari! Ho visto la puntata con Vinicio Caposella, altro pirotecnico matto creativo e qualche sera prima Carboni. Devo dire che ho trascorso minuti spensierati sulle note di Bollani. Lo swing proposto dal musicista che vola repentinamente dalla musica nera alla colta trascina e fa dimenticare le ansie e i terrorismi di questi giorni.

Mi piace!

E poi lei, Valentina, ha un nonsoché d'indefinito. Sorriso che oscilla tra il felice-malinconico e il sarcastico. Comunque molto solare. E la confidenza tra i due conduttori è contagiosa. Tracima dallo schermo e contamina chi ascolta e osserva. Non la conoscevo; ma mi sa che tra i due ci sia qualcosa.

Faccio una veloce ricerca sul web ed ecco avvalorate le mie sensazioni: i due sono sposati! Felicemente sposati! Mentalmente invio le mie più sentite e cordiali congratulazioni!



Complimenti vivissimi per i momenti di leggera spensieratezza elargita sapientemente a noi con estrema sensibilità artistica che, spesso, siamo costretti a sorbirci veri papponi mediatici.

E sì. È il caso di dire: w la rai! Almeno per questo programma fatto di estro, musica e canzoni corredato di forbite citazioni.

Antichi mestieri: fornai e pasticceri

Sembra ieri.



Sembra ieri eppure sono trascorsi 40 anni da quando ci siamo insediati nelle campagne del corvo.

All'inizio poche cooperative, pochissime casette rurali in cui facevano la loro vita, una dura vita, vecchi contadini che coltivavano i campi e curavano gli uliveti.

Non c'era granché! Ma c'era tantissimo entusiasmo da parte nostra. C'era una piccola bottega; un negozio di generi alimentari che vendeva ottimi affettati e la mortadella emanava un odore invitante specie se messa tra due fette calde di buon pane appena sfornato.

Tra gli ulivi, con le pareti ancora fresche di cemento, un forno condotto da un giovane fornaio e da sua moglie. E due bambini: Cesare e Mariangelo che tutt'ora portano avanti il tradizionale quanto prezioso mestiere dei panificatori.

Due ragazzi solari! Che, col piglio dei giovani e le dovute impostazioni creative inerenti l'imprenditoria di successo, sempre col sorriso e la battuta pronta, servono la città coadiuvati dalle gentili commesse.

Ad maiora semper agli artisti del pane! e a quanti continuano, nonostante gli ostacoli del momento, a fornire generi di prima necessità e non solo.

martedì 30 marzo 2021

Dante, Pitagora e ancor prima

Dante mi perseguita da quando ero figghjolu, imberbe, e m'affacciavo alla vita studentesca.

Il motto d'allora, d'appena si metteva piede in classe tra noi studenti che non brillavamo in quanto a impegno negli studi e nemici dei secchioni, era: lasciate ogni speranza o voi ch'entrate!




Va be' Dante Alighieri è stato un uomo dai valori indiscutibili e da lui pare abbia preso origine la lingua italiana ma ci sono stati altrettanti personaggi illustri che hanno stimolato lo sviluppo delle arti, che sono alla base della civiltà e hanno spronato agli studi del pensiero critico, alla scienza, alla matematica. E che hanno favorito la crescita e il proliferare di Artisti e Scienziati!

Ecco, per esempio mi viene in mente Pitagora! Un signore più anziano di Dante che ebbe la fantasia di studiare e diffondere la matematica e il pensiero critico logico prima ancora di Galileo. Ma Pitagora era un uomo elitario, forse, criptico che accoglieva pochi studenti e elargiva il suo tesoro intellettivo a pochi eletti e a noi del volgo ha lasciato, sempre attraverso i programmi didattici scolastici, l'impegno mnemonico della tabellina.

Vuoi mettere lo sforzo per impegnarsi a imparare la tabellina contro quell'enorme e immane esercizio mnemonico necessario per ricordare la divina commedia? 😊

Fatti non fosti x vivere come bruti... A proposito di Bruti: non è forse dalla Calabria, la terra dei bretti, governata dal re Italo, l'origine semantica del nome Italia?

E non è sempre dalla Calabria ch'è partita la cultura che ha invaso l'Italia e parte dell'Europa?

La cultura greca, la Magna Graecia, il bello classico e le sculture, le opere a cui si ispirarono gran parte degli artisti e artigiani che hanno riempito con maestria i musei, le piazze e le collezioni dei privati?

E non è sempre dal bistrattato sud che il nord “prese” il bottino di guerra, salvifico, che permise di risanare la bancarotta causata dai debiti del regno savoia con la storica unione?

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

lunedì 29 marzo 2021

Pasqua blindata, che fantasia!

Ci risiamo. Divieti e limitazioni alle libertà individuali per decreto.

E mentre in Olanda si stanno sperimentando “assembramenti scientifici” per comprendere come il virus si propaga nelle occasioni che da noi sono vietati ci prepariamo all'ennesimo blocco delle attività socializzanti e dei rapporti umani tra consanguinei e persone che in altri momenti coabitano.




Chissà perché molte piccole ma rilevanti sfumature sfuggono a quella miriade di tecnici e scienziati che affiancano i politici e li aiutano a prendere decisioni.

Tra le misure restrittive, coi relativi cambi di colore delle regioni e dei territori contagiati o a rischio individuati dalle amministrazioni locali, inizia a fare presa l'obbligo del vaccino; ed è allo studio persino la carta d'identità vaccinale. Misure discutibili in un più ampio dibattito o spazio dedicato alla razionale valutazione degli effetti delle misure ritenute “salvavita” che alzano una barriera protettiva.

Analoga considerazione va fatta per gli spostamenti in automobile. Cioè 2 persone adulte x macchina salvo i minori.

E qui il ridicolo è assicurato! Vediamo un po':

in una famiglia composta da 4 o 5 conviventi tutti maggiorenni che pranzano insieme, fanno colazione, VIVONO!, assembrati 24h, sono obbligati per decreto di spostarsi due alla volta se intendono fare visita ai parenti.

Pasqua e casi particolari a parte, l'assurdo che deve vivere e affrontare una famiglia che sta insieme sempre per abbracciare i congiunti, è fuori da ogni logica scientifica!, imporre tre o quattro viaggi per trasbordare da una casa all'altra l'intero nucleo familiare è a dir poco ridicolo!

Ovviamente adottando tutte le precauzioni suggerite dalle buone abitudini igieniche.

domenica 28 marzo 2021

Passione di Gesù Cristo, oggi

Oggi, domenica delle palme, chi professa la parola di Gesù, quindi chi crede in Lui e nei suoi insegnamenti commemora il Suo sacrificio. Difficile comprendere il significato del Sacrificio estremo per noi che siamo impastati di materia e ci cibiamo di effimere sensazioni di benessere.



Le Sacre Scritture riportano la cronaca di una morte cruenta; bestiale, ai giorni nostri assurda dal punto di vista umano. Impensabile ma fino a un certo punto e preferiamo ignorare le efferatezze di alcuni regimi lontani dal nostro modello di vita. Noi che viviamo in Stati democratici al riparo da certe pratiche delinquenziali, noi che abbiamo la fortuna di essere nati in democrazie che difendono i diritti fondamentali dell'uomo inorridiamo al pensiero della tortura e della pena di morte.

I vangeli testimoniano e fanno il punto sull'insegnamento di Cristo, sottolineano i valori predicati e tenuti da Gesù in vita.

La morte in croce a quei tempi era consuetudine e la barbarie mentale dell'epoca trasformava la tragedia in baldoria e permetteva, anzi, diventava occasione di festa, evento mondano da non perdere, perché assistere alle sofferenze dell'altro e prenderne parte aveva il sapore amaro della rivalsa per gli stenti che gravavano su tutti. Ubriacarsi di sangue, sudore e polvere. Una catarsi!

Sinonimo di bestialità primordiale, le pene inflitte anche dai convitati al festino blasfemo non significavano far perdere la dignità all'essere umano punito con l'estrema azione per i crimini commessi. Era un atto di giustizialismo estremo!

Briganti e assassini condannati alla morte in croce erano oggetto della rabbia della plebe, subissati da insulti e sputi, lanci di pietre e, immediatamente dopo la sentenza dei giudici, dai soldati che portavano i delinquenti al calvario; fustigatori e popolani inveivano e sfogavano ogni sorta di violenza sui malcapitati lungo tutto il tragitto.

Impensabile quindi la rappresentazione iconica di un Uomo sereno, dal volto sofferente, sì, ma privo di ecchimosi, ferite, tumefazioni e alterazioni inflitte con bestialità.

Torture che alcuni regimi praticano ancora oggi non vistosamente ma al riparo da occhi e orecchi indiscreti.

L'Icona Cristiana, è il Simbolo universale delle contraddizioni, delle sopraffazioni, delle cadute e della Rinascita possibile solo attraverso la forza dell'amore.


sabato 27 marzo 2021

Vita all'aria aperta, vita in campagna

C'era una volta.



C'era una volta. Iniziano sempre così le favole per bambini. Oggi però voglio raccontarvi una storia contemporanea, anzi più che una storia una realtà, un modello di vita che si vive nelle campagne calabresi e non solo calabresi.

Insomma uno spaccato di vita che la sorte regala ancora a pochi fortunati e sono altrettanto poche le persone che l'apprezzano per quel ch'è: una fortuna! Specialmente nell'era del virus che costringe in casa gli abitanti delle città e dei paesi.

Lontano dalle ansie e dall'inquinamento cittadino. Tra il silenzio interrotto dai cinguettii e dal vento che trasporta odori della natura. Il gorgoglio dell'acqua cristallina è una nenia che muta quando incontra e accarezza gli ostacoli. L'alveo del fiume in questo periodo è quasi asciutto. Ma, nonostante l'acqua bassa a ogni passo gli zoccoli dell'asino s'inabissano. L'uomo che cammina al suo fianco ha stivali alti fino al ginocchio e non alza completamente i piedi. Il suo passo è lento, forse accarezza il fondale con le grosse suole per evitare rovinosi inciampi.

E, in una delle ceste legate sui fianchi del somaro, un bimbo, o forse una bimba?, non so, dal bel visino sfoggia un sorriso da fare invidia. Lunghi riccioli biondi incorniciano il viso. E anche se cadono davanti agli occhi non molla la presa. È eccitato, visibilmente felice per quella passeggiata; altro che giro alle giostre. Le sue manine serrano il bordo della cesta che si muove al ritmo del ciuco.

E mentre noi siamo costretti, diseducati, prigionieri delle comodità, o attratti dalla moda del momento dal suv per viaggiare in città e, mai per esplorare la natura il suo fuoristrada ha un cuore che batte al ritmo della vita e lo trasporta nel tour più accattivante: da casa ai campi e viceversa finché il sole splende.

venerdì 26 marzo 2021

Le tempeste si superano insieme

Il brusio iniziale è diventato rumore assordante. La deflagrazione è un fenomeno costante che si ripete ogni attimo. I giornalisti martellano incessantemente noi malcapitati che sediamo difronte a uno schermo qualsiasi. Le notizie, che rasentano la disinformazione di massa, colpiscono e minano dalle fondamenta l'equilibrio mentale dei più esposti e propensi a credere a quanto è vomitato nelle pubbliche piazze.

Numeri di contagiati, morti, discutibili quantità di vaccini gettati sul mercato sanitario in fretta e false notizie di contagiati da personale sanitario no vax. Sarà tutto vero o è un sogno dal quale non ci sveglieremo?

Sembra impossibile eppure è trascorso un anno dalla scoperta del virus. E nel balletto della politica sbandierato dalla notizia che conta si cantano le lodi delle imprese spocchiose di chi alza sempre la posta pur di remare contro per guadagnarsi il primo posto sotto l'occhio di bue dei talk show.

Sembra di assistere ad una gara di tango appassionato tra personaggi sfuocati a braccetto con affari multinazionali, imprenditori, predatori senza scrupoli e lobby che hanno trasformato la Salute Pubblica in un enorme incommensurabile affare.

Le ASP sono aziende di diritto pubblico e dovrebbero garantire l'erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. Ma chiunque abbia avuto necessità del servizio pubblico sanitario capisce bene di cosa parliamo. Inutile sparare sulla croce rossa!

Inutile elencare le difficoltà degli ammalati spesso dovuti a burocrazie cangianti e all'assenza di dialogo tra gli uffici e enti. Pare che l'anagrafe intelligente strutturata dai codici che schedano i cittadini fin dalla nascita abbia delle falle e se a queste sommiamo l'indolenza di certi burocrati, la furbizia che aguzza l'ingegno di un certo strato sociale messo alla fame per rimanere nello stato di necessità perenne, allora diventa comprensibile il modello di vita a cui siamo costretti.

Dalle catastrofi ambientali, tra terremoti e tsunami, siccità, malattie e ricerca, la storia si ripete e si fa più cruenta di volta in volta. I dirigenti messi a governare gli eventi, forgiati dalle esperienze regresse, indossano maschere di circostanza e dopo il primo accorato dolore tornano ad accontentare le cordate che li ha messi lì.

il caos in cui regnano malaffare e necessità indotte continua a riformulare nuove dipendenze. Sono poche le persone buone che svolgono il dovere come una missione e servono con decisa devozione la società. Son quelli che sanno chiedere scusa per gli errori commessi o indotti e chiedono scusa anche per i collaboratori che non hanno saputo rimediare ai bisogni comunitari.

Le tempeste si superano insieme! Possibilmente lavorando in silenzio. Seriamente!

giovedì 25 marzo 2021

Ritratti, artigianalità creativa e pittura

La prima cosa che si chiede ad un pittore è: “mi fai un ritratto? Oppure: sarei felice se facessi un ritratto a mia madre... mia moglie, figlio o figlia, marito e persino amanti”.

Spesso si fraintende la funzione del pittore che, a differenza del fotografo, prima di mettersi a fare un “”ritratto” deve conoscere nell'intimo il soggetto da raffigurare- che il più delle volte lascia delusi quanti pensano ad una riproduzione “iperrealista”. Ovvero una copia sublimata del soggetto dalla maestria del pennello e del colore del pittore.








Fare il pittore è sì conoscenza delle tecniche!, che sono strumenti del mestiere al pari dei pennelli delle spatole dei colori e di tutta una serie di aggeggi auto-prodotti. Essere creativi significa pesare e pensare ciò che si intende proporre, possibilmente con piglio e carattere unico, con personalità!

Lo ripeto da sempre! Ma ogni volta che incontro qualcuno e mi fa la solita richiesta del “ritratto” mi tocca ripetere la tiritera. A prescindere dal fatto che non sono un ritrattista e non amo cimentarmi con la figurazione se non per mero passatempo che diventa esercizio per opportune citazioni allorché sono impossibilitato a eseguire lavori più consoni alla mia propensione creativa.

Fare un ritratto significa scavare nel profondo; cogliere la personalità; scoprire e mettere a nudo l'anima. Insomma prima di pensare alla superficie, l'artista, deve conoscere il soggetto, captarne sensazioni e umori.







mercoledì 24 marzo 2021

Jogging e strategie di dimagrimento

OGGI SATIRA 😋


Diseducazione alimentare e abitudini di vita, elementi importanti per mantenere un livello ottimale di salute psicofisica.
Impensabile credere che basti solo una semplice sudata facendo attività fisica in palestra, a casa o all'aria aperta. Il solo jogging non è sufficiente se non accompagnato da una sana alimentazione, qualitativamente e quantitativamente necessaria al proprio fisico e allo stile di vita che si conduce quotidianamente. 

domenica 21 marzo 2021

Vaccini Astrazeneca & C

Sono a favore dei vaccini! Lo dico immediatamente per fugare dubbi che potrebbero sorgere a chi intende continuare a leggere e arrivare alla fine del post.

La scienza ha fatto passi da gigante e ha consentito di superare ostacoli impensabili, ha migliorato la qualità della vita di ognuno, ha debellato pandemie e virus letali e aiuta nel quotidiano. Anche il più banale dei raffreddori se non fosse per la scienza medica sarebbe, se non curato, un sintomo mortale.

Ora, mi chiedo: se AstraZeneca non fosse una holding farmaceutica importante con sede in Cambridge e vari stabilimenti sparsi per l'Europa ma con proprietà anglo-svedese ci sarebbe stato un epilogo così?

La somministrazione del vaccino e non solo quello con marchio AstraZeneca è stata imposta su scala mondiale dai governi prima che la sperimentazione fosse dichiarata sicura dagli istituti preposti. L'AIFA predispone che:



Lo sviluppo di un vaccino è un processo piuttosto lungo ed elaborato che parte dalla conoscenza del microrganismo responsabile della malattia che si intende prevenire e delle sue modalità di interazione con l’organismo umano. Inizialmente si effettuano studi sperimentali in vitro, in base ai quali è possibile stabilire quale sia la composizione qualitativa e quantitativa ideale di un vaccino (tipologia e quantità della componente attiva e di tutte le altre sostanze previste).

Una volta definito questo aspetto, il potenziale vaccino viene sottoposto alla sperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e su modelli animali attraverso i quali si definiscono il meccanismo d'azione (cioè la capacità di indurre la risposta immunitaria), il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso.

Questa fase permette di selezionare la formulazione che nei modelli sperimentali è risultata più promettente per essere avviata alla fase clinica preliminare sull’uomo. Per i vaccini multicomponente è necessario che in questa fase venga studiata inoltre la possibile interferenza fra le varie componenti attive del vaccino.

A questo punto, il vaccino entra nel percorso di sperimentazione clinica che può realizzarsi in quattro fasi: le prime tre precedono l’autorizzazione all’immissione in commercio e la quarta viene condotta quando il vaccino è già disponibile sul mercato. (…).

Altre fonti e nello specifico si riporta il parere del “ professor Alberto Mantovani, Direttore scientifico di Humanitas”:

Normalmente, il tempo impiegato per sviluppare un vaccino è molto lungo e prevede un alto tasso di insuccessi. Il periodo di ricerca preliminare, infatti, può andare dai due ai cinque anni e, per arrivare allo sviluppo completo del prodotto, possono passare anche dieci anni. Questo perché la messa in commercio di un vaccino implica che vi sia totale sicurezza sulla sua efficacia e sulla sua sicurezza.


Detto ciò, i danni collaterali, cioè i decessi causati dai trombi risultano essere conseguenze, se pur dolorose, prevedibili effetti dell'inoculazione vaccinale scarsamente monitorati. La domanda è:

se gli inoculati fossero stati attentamente monitorati, sarebbe stato possibile evitarne il decesso?

Donna a te che sei e hai donato Vita

Si rimane un po' bambini.



Possiamo raggiungere i 90, cento anni, possiamo essere colpiti dalla demenza senile ma alcune sensazioni non sono mai colpite e cancellate.

Il calore del grembo materno, l'odore della prima poppata al seno, i baci, le carezze, le coccole di una madre premurosa ci fanno sempre compagnia e illuminano i momenti grigi del percorso terreno.

Non è mammismo, come potrebbe obbiettare sogghignando qualcuno. Sono tracce indelebili dell'amore della donna e di chi ti ha messo al mondo. E non è neanche attaccamento morboso alla famiglia. Il legame dura per sempre. Forte. È una fiammella sotto cenere, custodita dentro microcosmi e perdura oltre le frontiere geografiche e fisiche volute da fati avversi. Avversità che nulla possono contro il ricordo atemporale tenuto vivo dall'amore sincero. In tutte le forme “dell'amore umano” c'è dell'opportunismo tranne che nell'Amore dei genitori che hanno soffiato la vita. Impossibile recidere il cordone ombelicale con un taglio netto. La levatrice, figura poetica del tempo passato quando la cerimonia del parto avveniva tra le pareti domestiche d'un tempo, e l'ostetrica o ginecologo di oggi necessariamente devono recidere il canale fisico che fino al momento del parto lega il nascituro alla fonte di vita primaria. Ma il taglio chirurgico non è la fine di un sodalizio, è un distacco necessario, è l'inizio.

sabato 20 marzo 2021

Restrizioni preventive e libertà personale

Leoni da tastiera? No! Insetti maleodoranti e schifosi che si cibano di merda.

È diventata una terapia l'atto della scrittura! Possiamo farlo tutti, basta un computer o un tablet, un telefonino.

La terapia della scrittura domina il web. non si nega a nessuno neppure agli stupidi scaricare le tensioni attraverso e con la scrittura, e internet, come disse un notissimo scrittore e fine intellettuale, ha concesso la possibilità di farlo a chiunque.

Umberto Eco, ché in un primo momento ritenni elitaria la considerazione e perciò non condivisibile, alla luce dei fatti, viste le tante stronzate liberate a cuor leggero sui social e, peggio, sui blog e giornali on-line di quanto si pubblica e si legge, dicevo, devo ricredermi e dargliene atto: aveva e ha ragione.



Devo dargliene atto:

Sì ha detto una grande incontestabile verità Umberto Eco:

Internet ha concesso il diritto di parola agli stupidi.

E anche se la libertà di parola è espressamente contemplata e tutelata nei diritti insindacabili e inviolabili dell'uomo dalla Carta Costituzionale, a volte è meglio tacere!

Nessuno, sembra rendersi conto del tempo perso a inseguire cazzate. Nessuno che si preoccupi degli azzardi e dei soprusi all'origine di molti errori anche giudiziari e prende le distanze. Astenersi dal commentare sarebbe il minimo in certi casi.

Sono poche le persone che inorridiscono davanti a episodi intollerabili, per carità l'errore in buona fede è plausibile ma non giustificabile quando a farne le spese sono le persone indifese o impotenti davanti ai poteri Istituzionali.

Ormai è consuetudine il processo e la colpevolizzazione mediatica ancora prima del verdetto finale dei vari ordini e gradi presieduti della magistratura e persino degli ignari destinatari delle malelingue.

La restrizione della libertà individuale È reato inammissibile!, quando si colpisce il bene più grande dell'essere umano è d'obbligo urlare il disappunto, si deve urlare con sdegno per evitare che accada nuovamente!

La libertà individuale non ha prezzo! Prima di limitare o annullare la libertà del più bieco essere che striscia sulla terra tutte le prospettive devono essere vagliate attentamente. Ogni sospiro deve essere analizzato contestualmente alla cultura e all'ambiente in cui si muovono gli attori principali perché quando si limita o si annulla la libertà di un uomo nulla è più come prima. Gli episodi non mancano, uno su tutti, il caso Tortora!

A distanza di anni gli errori si sommano. Tantissime sono le fonti da cui prendere spunti. E questo fa inorridire!

Un tempo quanti si definivano di sinistra s'impegnavano politicamente tra la gente, era una questione di civismo e cultura dei diritti fondamentali dell'uomo arginare la spinta giustizialista, affinché non passasse la stupidità del potere politico sotto forma di legislatura per assecondare il malpancismo nazionalpopolare.

Adesso proliferano i gruppi a sostegno di tizio e caio che sbraita contro tutto e tutti ma non contro sé stesso per le cagate che fa e diventano cibo, appunto, per le mosche.

Meditiamo e consideriamo se è il caso, prima di puntare i riflettori sui nostri simili e sputare sentenze, se è degno del concetto civile corrente caldeggiare prese di posizione estreme.

venerdì 19 marzo 2021

Verso Cosenza, nel cuore della città bruzia

Mancavo da diverso tempo da Cosenza. Dall'ultima volta sono cambiate molte cose e tra queste il senso di marcia. Non lo sapeva neanche il sistema di navigazione dell'automobile!, che mi ha portato nella zona pedonale. Tra divieti e sensi di marcia obbligati raggiungere la meta è stato un po' problematico.

L'autostrada è sempre la stessa, inutile cambiarle il nome e la sigla, non è cambiato nulla da quando era definita “A3, l'autostrada del sole!”. Cantieri, deviazioni e neve!

La neve, nonostante i possibili pericoli che potrebbe causare agli automobilisti sprovveduti, col suo manto biancastro, riesce sempre ad emozionare.


"Cosenza"

Nel cuore della città, Piazza Bilotti, l'area destinata all'arte contemporanea è transennata: vietato avvicinarsi alle opere d'arte installate e, naturalmente, anche il parcheggio è off-limits.

Ho tempo! Aspetto in macchina. Osservo la gente passare. Tutti con la mascherina e con un itinerario ben prefissato.

Le casalinghe hanno buste con verdure. Alcune giovani mamme trascinano carrozzine e bimbi accompagnate dai papà. 

Alcuni pensionati, pochi, non più di dieci o quindici, sfilano con le bandiere di una sigla sindacale.

Il cameriere di un bar porta due coppe gelato in vetro da qualche cliente. Andata e ritorno. Sempre con mascherina incollata diligentemente sulle vie respiratorie.

Conto tre, quattro attività commerciali chiuse. Sulle saracinesche abbassate c'è affisso il cartello “vendesi” “affittasi”. Uno di questi esercizi andati in malora cattura la mia attenzione: l'insegna dai caratteri datati, in netto contrasto con le attività commerciali limitrofe, sembra uno scherzo: Pasticceria Quirinale, dal 1955.

Colpa del covid?

giovedì 18 marzo 2021

Grafie accattivanti finzioni catartiche

Fastidioso come un granello di sabbia che s'infila nell'occhio. Che fa imprecare. Che incita all'azione e induce a intervenire.


Anche se per la gente comune pensare di eliminare il fastidioso problema sofferto dalla collettività è quasi sempre un'utopia, per gli intellettuali che scrivono pagine importanti di storia e diventano per questo pietre miliari nel campo della cultura è un dovere imperativo esporsi all'occorrenza!

E l'artista è uno degli attori principali della cultura. Non esporsi, quindi, per mettersi in vanagloriose vetrine sotto i riflettori mediatici. Ma per servire a qualcosa. Assumere un ruolo determinante nella società per il buon funzionamento delle parti.

Il metodo di lavoro di chi fa arte È esposizione e lettura dello stato in cui vive. Analisi delle incongruenze sociali. E quando l'artista butta giù un graffio seguito dalle pennellate; quando assembla, cancella e ricuce pezzature cromatiche non sempre ha ben chiara la strada che lo porta alla conclusione del lavoro; nel mio caso mi lascio guidare dalla sensazione emozionale per sviscerare qualcosa che si è impossessato di me e cova dentro da tempo.

Ma la sensazione da rendere visibile, cioè quello che si è sedimentato dentro di me e che lentamente ha modificato il mio essere non sempre emerge come vorrei. È così, e, strato su strato, intervengo sulla materia finché le evocazioni sedimentate riaffiorano secondo il mio intimo sentire. Non ne faccio una questione stilistica, tanto meno mi preoccupano le aspettative di una certa pseudo élite culturale. Il lavoro, per prima, deve soddisfare me!

E poi, a lavoro finito, lo osservo e dialogo; lo analizzo anche dal punto di vista tecnico e formale (può sembrare antitetico ma non lo è!) lo metto in luce nei miei spazi e a volte lo rendo di pubblico dominio sui social-media con l'intenzione di catalizzarne le criticità peculiari e coinvolgere quante più persone è possibile, aspettandomi qualche interazione costruttiva e svegliare dal torpore indotto dalla disinformazione manipolata di certa dis-informazione.

Il mio lavoro è impegno sociale. Tentativo dialettico di stimoli interscambiabili in quanto testimone del tempo.

Non un esteta o un mago della trasformazione visiva accattivante, uno che fa della pittura “una bugia che dice o narra la realtà” ma (per alcuni)  un rompicoglioni che tende ad annullare i preconcetti e le ovvietà celate attorno al mondo dell'arte!

Appunti, per non dimenticare

Davanti a certi crimini rimanere in silenzio equivale a essere complici!

Sembra che la storia non abbia insegnato niente. Eppure usciamo da certi episodi che ne hanno fatto di vittime. In Europa. America. Oriente. Sono state e, in certi casi, lo sono tutt'ora, teatri di crimini contro l'umanità inammissibili

Nessuna parte del mondo o porzione di territorio ne è indenne. Ancora i misfatti e le crudeltà inferte e subite bruciano sulla carne viva delle vittime. Eppure per alcune menti cementate nella materia e prigioniere del potere economico la storia, i misfatti crudeli testimoniati in essa, a guardare e leggere la cronaca contemporanea del pianeta terra, sono sciocchezze. E nonostante le testimonianze negano i loro crimini.

Patrick Zaki: Giulio Regeni. Questi alcuni ragazzi vittime di un potere forte, ottuso e totalitario impensabile per i giorni che si sono susseguiti dopo la caduta del nazismo, del muro di Berlino e della politica di Gorbaciov, Leck Walesa.

Egitto, Siria, Cina, Russia, Birmania, Sud Africa sono scenari dell'orrore che i tg mostrano spesso a testimonianza della stupidità dei regimi totalitari.

È una stupidità che fa presa!, pilotata dalla vanità e dall'ingordigia, elementi subdoli della psiche umana che fanno assurgere a verità di Stato i personalismi famelici dei dittatori con criterio scientifico.

Stupidità che fa breccia sui seguaci, e anche da noi, in Italia non mancano. È la condizione del branco senza cervello privo di discernimento che segue il leader confidando nella sua buona fede.

Comitati politici, comitati scientifici, oratoria e citazioni supportati da promesse che la platea acefala vuole sentirsi dire, notizie gettate a valanga nelle teste attraverso i media alla fine diventano verità inoppugnabili. Teorie facili da inculcare. E mentre il “popolo” segue fiducioso il pastore qualcuno soffre la perdita della libertà e le torture in qualche prigione nascosta...


mercoledì 17 marzo 2021

Birmania è Cristo in croce

Anche se viviamo in uno Stato laico c'è una religione che di fatto iniziamo a apprendere fin dalla tenera età. I nostri genitori fin dalla nostra venuta al mondo ci consacrano al Signore attraverso la cerimonia del S. Battesimo. E poi, nel periodo delle scuole elementari ci iniziano al catechismo per farci apprendere la vita secondo i Vangeli del Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo.

La storia è avvincente per i miracoli narrati e le liete novelle tramandate dagli apostoli quanto cruda per le violenze subite da Gesù negli ultimi istanti della sua vita terrena. Violenze che hanno superato la bestialità primordiale dell'uomo sul Figlio dell'Uomo.

Una cieca e stupida bestiale violenza inferta sadicamente su un uomo inerme fino a qualche ora prima osannato e seguito da una miriade di persone che vedevano in Lui il Salvatore.

La narrazione ci racconta di un uomo che parlava d'amore, pace e comprensione. Un uomo dalle parabole chiare. La sua allegoria si faceva capire anche dagli analfabeti e faceva breccia nei cuori semplici.

Cosa che ai dotti del tempo faceva paura.

Gesù era un sovversivo! Per i sacerdoti e i ricchi stolti che si attorniavano di servi e sfruttavano i deboli e gli ignoranti che si genuflettevano per un tozzo di pane e un posto per dormire persino nelle stalle in compagnia degli animali.

Gesù di Nazareth, sempre secondo le Sacre Scritture, predicò l'uguaglianza, la fraternità e l'amore.

Colpe imperdonabili, non punibili secondo le leggi dell'epoca.

Sacerdoti e poteri temporali precostituiti dovevano correre ai ripari. Fare in modo che qualcuno lo accusasse e risultare punibile per salvaguardare i privilegi delle caste dominanti.

Trenta denari, dicono le scritture. Giuda lo tradì con un bacio e per trenta denari lo indicò ai soldati in agguato.

Anche Pietro lo tradì rinnegandolo.

Gesù della stirpe di Davide fu messo alla berlina. Gli fu calzata una corona di spine sul capo e per scettro gli fu fatta impugnare una canna. Tra sputi urla frustate insulti lapidazioni e spintoni trascinò la croce fino a essere inchiodato.



Vi è un periodo dell'anno che le comunità cristiane ricordano la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo con delle rappresentazioni folkloristiche suggestive dalle radici pregne di religiosità e antiche credenze toccanti.

La violenza gratuita. La sopraffazione del potere precostituito sugli umili e indifesi è ancora una prerogativa dei potenti in armi e sovvertono con la forza e nel sangue le popolazioni. È cronaca di questi giorni il golpe in Myanmar, conosciuta anche come Birmania

La leader eletta democraticamente Aung San Suu Kyi è agli arresti. E le truppe del dittatore stanno facendo stragi tra i manifestanti.

È una guerra fratricida! Uno stato d'assedio violento e sanguinoso imposto da un bieco dittatore e generale dell'esercito nazionale Min Aung Hlaing. La violenza non si ferma con le parole e i buoni intenti, l'ONU deve intervenire immediatamente con ogni mezzo a disposizione per evitare la crocefissione del popolo birmano. Ché, in questo caso è il Cristo in croce; un popolo in lotta per la difesa della sacralità dei diritti civili!

martedì 16 marzo 2021

La vita è un puzzle dagli incastri predefiniti?

Un altro pezzo di me è andato via. Come nei giochi da tavolo, dove si assemblano tessere per completare immagini, proprio quando credi di avere completato il quadro nel suo insieme ti accorgi della tessera mancante. Allora ricontrolli i contenitori. Alzi gli scatoli. Guardi sotto il tavolo. Sposti le sedie ma niente. La tessera manca!

Inutile piangerci sopra.   


Un'altra tessera del grande puzzle che forma e delimita la nostra esistenza è andata via verso l'ignoto. È un'opportunità persa per chi resta e ritrovata per chi oltrepassa le colonne del cielo e della mente umana come dicono i credenti?

E considero, mentre il feretro esce dal portone istoriato della chiesa dell'Immacolata, che anche una parte della mia giovinezza va via.

Troppe tessere si stanno staccando dal contesto della mia esistenza.

Familiari stretti, parenti intimi e amici hanno lasciato gli affetti e le cose terrene. Quante opportunità abbiamo perso, insieme!

Penso mentre seguo il feretro con lo sguardo. E mentalmente lancio l'ultimo saluto. Nello stesso istante la mia mente torna indietro nel tempo:

Diciott'anni appena compiuti. Estate del '72. scuole finite. Finalmente!

Avevo finito gli studi da poco e non avevo ancora nessuna esperienza lavorativa. La disoccupazione era uno stato mentale a me ignoto ma non a lui. E anche se ero alla ricerca di un lavoro qualsiasi pur di guadagnare e rendermi autonomo in quell'estate del '72 pesò un poco lasciare gli amici in spiaggia e iniziare un corso di formazione aziendale.

Franco, un ragazzone imponente dalla risata contagiosa l'incontrai lì, nel complesso dell'arcivescovado, in una delle stanze messe a disposizione per il corso.

Il corso aziendale era mediamente impegnativo ma lui prese con estrema pignoleria e metodo appunti su appunti.

Dopo le lezioni strutturate secondo un preciso programma lo studio continuava a casa. A volte da un amico comune, Gianfranco, anche lui nostro compagno di corso.

Gianfranco e Francesco, con qualche anno in più di me e qualche delusione per quel lavoro che ancora tardava ad arrivare, già diplomati all'istituto tecnico industriale, prendevano seriamente l'impegno del nuovo corso di studi nonostante la loro solida preparazione di base.

Studiammo anche a casa mia. Fu così che conobbe la donna della sua vita: mia sorella.

Tra loro nacque l'amore e insieme hanno affrontato e superato stoicamente le difficoltà che la vita immancabilmente pone a ognuno. Hanno avuto tre splendidi figli, cresciuti amorevolmente con l'ausilio della nonna.

Una storia qualunque! Dunque. Un ménage che nelle famiglie calabresi è naturale routine, se non un obbligo morale, come direbbe qualche sociologo attento alla tesaurizzazione degli affetti immateriali. Stima, comprensione e affetto, elementi che riescono a sollevare il mondo attraverso l'unica vera forza che domina l'universo incorporeo: l'amore.

La vita non è stata benevola con lui. La salute lo abbandonò fin da ragazzo e forse, proprio in virtù del suo vissuto che lo vide vittima di sofferenze patite orgogliosamente in silenzio, nasce un uomo diretto, di carattere. Un uomo categorico ma sensibile. Un marito attento e un padre premuroso.

L'uomo che abbiamo conosciuto coi suoi limiti e i difetti, e chi non ne ha!, ma anche con tantissimi pregi.

Un uomo all'apparenza duro, determinato ma sempre votato intimamente all'assoluta onestà intellettuale, rispettoso dei valori umani che tengono in gran conto l'amicizia, l'educazione quasi assoluta esternata e pretesa sempre. Ed ora che rimane? Rimane la sensazione di disagio per non avere saputo approfittare del tempo che avevamo a disposizione. Rimane l'amaro in bocca nonostante le discolpe che tentiamo di porre davanti agli interrogativi che ora salgono dal profondo per giustificare le assenze, le superficialità e assurgere a catarsi per la nostra indolenza.

È tardi, lo so. Dovremmo vivere almeno qualche vita in più memori del passato per tentare di migliorare i rapporti specialmente con chi pensi di avere sempre la possibilità di poterlo fare. Ma così non è!

A nulla valgono i buoni propositi. Chi ha tempo non aspetti tempo! Si deve cogliere l'attimo con saggezza. È un imperativo assoluto se si vuole davvero cambiare il mondo degli affetti per contaminare la società in cui viviamo.

Seneca amava ricordare ai suoi allievi che è inutile tentare di cambiare il mondo, il cielo sotto cui vivi, se non cambi prima te stesso.

Il prete officiante ha detto che le sofferenze in terra servono a guadagnare il Sorriso di Dio e che preparano al Suo incontro per l'abbraccio della Gioia Eterna. Ma non sarebbe bello arrivarci in serenità? Dopo una vita piena, eccessivamente costellata di affanni, preoccupazioni e malattie ci si aspetterebbe un po' di pace e arrivare alla meta serenamente.

Se esiste un aldilà te lo sei meritato pienamente! Anche se la tua fiammella terrena si è esaurita malamente, sferzata da venti violenti ma anche alimentata dai soffi colmi d'amore di chi ti stava affianco, adesso, hai finito di soffrire.

Ciao Fra'


lunedì 15 marzo 2021

Dpcm, chiusure divieti e affari

La

Costituzione ammette la limitazione della libertà personale per interessi pubblici come la salute o la sicurezza, anche se disposte con una normale legge. Lo dice l’articolo 16.

Ma come ha detto il tribunale di Roma, né il Governo né il Parlamento possono delegare un’autorità amministrativa, come il presidente del Consiglio, a legiferare con così tale pienezza di poteri in materia di libertà personali protette dalla Costituzione.

Ora, Leggi a parte, sulla base di quanto siamo stati costretti a vivere e considerato che tra divieti e restrizioni nulla è mutato nella trasmissione del virus, voglio fare il punto su una questione che potremmo definire di buon senso.

Sorvolo anche sulla perplessità scientifica degli immunologi circa la “velocità” della somministrazione dei vaccini e sugli effetti collaterali. E persino sulle imposizioni santificate e perciò salvifiche dei virologi sull'utilizzo manicheo della mascherina, propagandata a tal punto da farla assurgere a prevenzione miracolosa. Non mi soffermo neppure sull'enorme !affare” che ruota attorno alla gigantesca megagalattica giostra del business che macina soldi, produce e magnifica professionalità a servizio degli affari e forse incomprensibili strategie che, purtroppo, lasciano enormi spiragli alla contaminazione virale.

È vero! C'è un virus che sembra essere più scaltro degli scienziati e che riesce a prevenire ogni mossa e azione messa in campo dall'intelligenza umana. Lontano da me il pensiero della manipolazione all'origine delle varianti del virus. M a dopo un anno di parole, canti, auguri scritti e dipinti da dietro i vetri e persino gli abbracci con le barriere di plexiglas e sempre con la famigerata mascherina incollata sulle vie respiratorie è più che naturale chiedersi se non abbiamo sbagliato qualche passaggio.

Indubbiamente i morti e l'impossibilità tutta umana della scienza si prestano a congetture popolari differenti, magari supportate da interessi personali e strumentali che non fanno altro di aumentare la confusione generale. E gli interessi politici delle lobby con a seguito uomini e donne hanno fatto sì che la confusione e il terrore facessero il resto.



Potrei suggerire o urlare il disappunto per l'orrore provocato dalle guerre intestine che le fabbriche delle armi aiutano a moltiplicare coi conflitti mondiali, e le innumerevoli positività che una semplicissima riconversione strategica produttiva dell'industria bellica a favore di operazioni umanitarie apporterebbe nella qualità della VITA..  Ma sarebbe come dire "risparmiate gli agnelli dal macello pasquale" e non sarei certo un genio visto che altre eminenti personalità lo vanno dicendo da tempo. Quindi? ... meditate gente meditate 🙌

domenica 14 marzo 2021

Una favola d'altri tempi?

Carte e inchiostro ne ho a volontà. Quindi, avanti!

Oggi m'è presa così. Mi va di disegnare. Abbozzare qualcosa di familiare. Qualcosa che fa parte del vissuto storico di quanti, come me, hanno fatto il salto epocale e dalla campagna o dal paesino rurale sono andati a vivere in città.

Dedico questi minuti di gioco creativo alla rivisitazione romanzata del tempo che fu corredando la scrittura con alcuni bozzetti degli animali domestici del quotidiano familiare che ancora è possibile vedere nelle campagne ai margini degli agglomerati urbani in Calabria.


Ricordo, anche se molto piccolo, la cantina -katojo in calabrese-, dalle molteplici funzioni, che, all'occorrenza, fungeva da legnaia e ripostiglio per alcune provviste stagionali ma era anche rifugio invernale dei fedeli compagni di lavoro nei campi: il mulo, l'asino, qualche capretta che riforniva di latte caldo la famiglia; le galline ovaiole. E c'era anche chi si era industriato nell'allevamento olicicolo, ovvero, nell'allevare lumache a chilometro zero, come diremmo oggi. 

Odori pungenti, aspri, quindi, ma non tanto sgradevoli, perché manca il termine di paragone. È il profumo naturale del luogo; simile all'abitudine olfattiva del casaro che lavora  il latte e cura la stagionatura dei formaggi o il pastore che governa le greggi. O chi insacca lo stallatico per concimare i campi e fare proliferare i raccolti biologici.

Ricordo chiaramente che gli effluvi dei miasmi inondavano i vicoletti e si mescolavano all'odore del mosto e del pane appena sfornato; del fieno nelle mangiatoie e degli escrementi comprese quelle dell'uomo. E sì non sempre c'era l'impianto fognario, la maggior parte delle abitazioni erano corredate di pozzo nero. E anche l'acqua corrente in casa era un lusso che non tutti si potevano permettere. E  avere un bagno tra le mura domestiche arredato con tazza, bidet e lavabo era un miraggio. 

All'epoca dei fatti le donne caricavano le ceste coi panni sporchi e si recavano al lavatoio comunale oppure al fiume. E indovinate un po' quale detersivo usavano?

Ovviamente non c'erano tutti i prodotti che la pubblicità ci suggerisce oggi per la cura della casa e della persona. All'epoca le massaie lavavano panni, piatti e persino i bambini e loro stesse con un bel pezzo di sapone fatto in casa. 

Il sapone era di colore grigio e aveva la consistenza di un pezzo di terra morbida tagliata col coltello, un pezzo d'argilla oleoso prodotto del grasso di maiale e degli avanzi dell'olio bolliti. A questo aggiungevano la “lissja” ovvero una poltiglia fatta con la cenere del focolare. Tutto al naturale!

Comunque, il fumo della legna che bruciava e riscaldava gli ambienti, igienizzava batteri e mitigava il fetore dei bassi quando la vita familiare si trascorreva ai piani inferiori mentre nei piani alti non si avvertiva nessun odore sgradevole.

La cruda descrizione del tempo passato lascia un po' perplessi. M non è degrado anche se oggi la definiremmo tale perché si presenta simile a certe atmosfere maleodoranti e degradate di una qualsiasi baraccopoli venuta su senza un minimo di criterio urbanistico, con fogne a cielo aperto, fuochi improvvisati e cumuli di spazzatura sparse ovunque.

Insomma, se dimentichiamo il tempo storico in cui è ambientato il racconto, verosimilmente potrebbe essere la trasposizione plastica contemporanea di una realtà degradata vista in tv.

 Quando gli emarginati non ce la fanno più e reagiscono in malo modo al sistema imposto dai caporali e fanno notizia. Immigrati regolari o peggio clandestini impauriti e sottomessi. Persone senza tutele che mettono a ferro e fuoco le loro misere baracche. 

Gente ai margini. Donne, bambini e uomini che vivono nelle periferie degradate per necessità.

Per noi non era così. Era casa nostra!

Case costruite secondo i criteri del tempo. Coi muri divisori interni tirati su con canne e paglia rivestite d'argilla e calce; prodotti naturali e ottimi coibentanti, altro che i moderni pannelli in cartongesso.

Era il nostro mondo. Ci si faceva l'abitudine per forza di cose. E poi, il sapore del latte caldo appena munto, il calore del contatto umano, lo scorrere del tempo lento scandito dalle stagioni, il sapore dell'orto, i profumi della campagna. Definirla un'esperienza indimenticabile può sembrare riduttivo.

Cose d'altri tempi!

Tempi di grama ma sempre preferibili a quanto di pseudobuono abbiamo incontrato lungo la strada.

Il progresso ha un prezzo. Amaro e ostico specie se imposto.

venerdì 12 marzo 2021

Lettera di Commiato

Apprendere della tua dolorosa agonia in questo preciso momento condizionato dalla pandemia e dai divieti sanitari imposti dai dpcm per contenere la diffusione del virus mi lascia sgomento .

Avrei voluto farti visita, farvi visita, per guardarti e dirti dei momenti passati insieme, di quante cose avremmo potuto fare e non abbiamo fatto; per abbracciarvi! Abbracciare te per l'ultima volta in terra e quanti ti sono vicini con l'animo colmo di tristezza e immenso amore.

Suppongo, immagino il dolore causato dallo scompiglio per i momenti sofferti nella tua casa. Il pianto di tua moglie e dei tuoi figli. Frastornati dalla tua lunga malattia e dai continui interventi chirurgici a cui ti sei sottoposto. L'ho sempre saputo e ti ho mandato mentalmente messaggi augurali di pronta guarigione. 

ex voto, S. Francesco

La distanza era troppa. Incolmabile. Ciononostante ho pensato spesso a quanto sarebbe stato possibile fare per alleviare le incomprensioni della vita. Purtroppo così non è stato. Vuoi per divergenze o per pigrizia, non saprei, unica certezza del momento è lo sgomento che sale quieto a stringere la gola. Eppure ne ero certo. Ero del parere che avremmo dovuto trovare un punto d'incontro, che non c'è stato.

Ora posso solo scriverti questo ultimo messaggio e ribadirti che sono sgomento e dispiaciuto per il tempo perso. Un arco di tempo sprecato. Un arco temporale Che avremmo potuto trascorrere diversamente.

Quei pochi momenti di intimità familiare passati insieme li serbo caramente nel cuore. Mi pace ricordare la tua risata rumorosa. Il tuo atteggiamento e il fare spavaldo con cui ti davi agli altri quando li ritenevi affini al tuo modo di essere e quindi amici.

Tenevi all'amicizia. Personalizzandola! Forse in maniera manichea, hai creato dei distinguo mai disattesi. E questo ti ha fatto soffrire e ha fatto soffrire.

La vita ci ha giocato dei brutti tiri.

Tiri mancini spesso causati da noi stessi, dalle nostre convinzioni che hanno innalzato muri e incomprensioni tra di noi.

Adesso è tardi. Il tempo terreno è terminato. Però, se davvero esiste un aldilà dove lo spirito trascende la materia, sai che il mio cuore piange per il tuo sofferto epilogo.

Riposa in pace e che la terra ti sia lieve.

E-vocazioni

EVOCAZIONI.

Gli assemblaggi sono il risultato ultimo di una serie di commistioni condizionati dal vissuto quotidiano.

Notizie. Immagini. Storie. Esperienze stratificate che emergono lentamente con estrema potenza dal vissuto esperienziale.

L'esistenza è l'esperienza che accomuna la vita del creato. Dalla natura alla carne è magia che trasmette qualcosa di intimo, e a volte anche oscuro presagio collettivo vissuto ai margini o addirittura lontano dalla opulenza da una minoranza sottomessa dalla dittatura del mercato. L'economia dei mercati, presentimento anticipatore di drammi comunitari; fa capolino tra le stratificazioni dell'io, si concretizza lentamente e prende corpo. È un veleno invisibile, morte certa anche se illuminata dalle luci nelle realtà falsamente ricche e civili.

Senza essere didascalici, anzi, votati alla sintesi, le evocazioni suggeriscono situazioni e episodi esperienziali noti.

Non necessariamente si deve essere depositari di culture altre. E neppure sentire sopra di sé il peso del mondo per spendere una manciata del proprio essere, in tempo, impegno sociale e culturale, piuttosto che la vituperata elemosina all'accattone per tacitare i sensi di colpa accumulati.




Le e-vocazioni sono voci dell'amore. Pungoli visionari che aiutano a scavare oltre le superfici dell'ovvio, osservare le stratificazioni esistenziali e i messaggi subliminali fuorvianti e, quando possibile, aggiustare la messa a fuoco. Inquadrare in piena luce le potenzialità sociali e renderle chiare, anche a chi, per pigrizia, è nel limbo della materia dominante. Rendere partecipative le potenzialità del consumismo significa non demonizzare la commercializzazione dei prodotti ma razionalizzarne l'uso così da intraprendere insieme nuovi percorsi votati alla solidarietà e alla fratellanza.

mercoledì 10 marzo 2021

San Giuseppe patrono degli artigiani

Riflessioni semiserie sulla sacralità del lavoro.

Non so a voi ma a me capita spesso di litigare col pc.

Oggi, per esempio.

Papà con chi ce l'hai?

Con 'sto coso quà io faccio 'na cosa e lui ne fa un'altra. Scrivo e salta. Ingrandisce lo schermo... pubblica prima che io abbia finito.

Papà forse ha il touch troppo sensibile devi cliccare più delicatamente... fai meno pressione sulla tastiera.

Sì sì. Ci provo.

E che cazz... ancora!

Parli con me? Che dici non sento, grida!

No no parlo col computer. È indiavolato. Fa quello che vuole mavaff...

Ma che ti ha preso adesso mi mandi pure a quel paese?



No no amore, non dicevo a te e che per fare una mail ho impiegato mezza giornata. Non fa per me questa diavoleria. Preferisco la manualità. Il vecchio caro mestiere dell'amanuense. L'artigianalità!

D'altronde vuoi mettere un bel mobile intagliato a mano, lavorato con passione e criterio antico, con uno di quei tanti cubi in finto legno inscatolati privi di carattere venduti nei grandi magazzini?

E poi, S. Giuseppe, fino a prova contraria, è il patrono degli artigiani, dei falegnami non delle macchine. Un uomo che evoca saperi e mestieri antichi ricchi di esperienza pratica...  

No no decisamente preferisco rilassarmi, manipolare la materia piuttosto che litigare con 'ste diavolerie moderne. Il contatto. Ci vuole il contatto fisico per trasmettere calore e amore col lavoro e l'attività quotidiana. Anche a scrivere una lettera c'è più intimità persino quando si usa una stilografica invece della biro. Già la matita è diversa: ha un'anima dolce, delicata e duttile, e devi sapere dosare la forza sempre, imprimere la pressione giusta prima e durante l'uso altrimenti rischi di rompere la punta o bucare la carta.

Meglio l'antico mestiere, l'artigianato trasmesso nelle botteghe, appreso con anni di lavoro, il caro vecchio classico mestiere, lavoro che impegna corpo e mente che condensa anche nei libri e negli appunti vergati a mano l'antica sapienza. 

Oggi più che mai si deve riscoprire e festeggiare il santo patrono degli artigiani: SAN GIUSEPPE! E' cosa importante apprendere con dedizione e modestia i trucchi del mestiere se si vuole eseguire una qualsiasi attività che oltre alla teoria necessita di conoscenza pratica all'occorrenza.  Realizzare manufatti è terapeutico.

Auguri agli artigiani e a quanti sanno rifugiarsi nella sacralità del lavoro.

La vita è una ruota

Grandi manovre.


Apri le gambe... così., punta i piedi bene. Girati. no. Non così! Avevi detto che avresti collaborato! Dai. Impegnati. Siediti. Mettiti seduta. Girati. Togli fuori prima la destra. ecco, sì così. Dai mamma!

C'è voluto tutto un piano esecutivo per fare uscire dalla macchina l'anziana signora. Non ho potuto fare a meno di assistere alle grandi manovre che una figlia amorevole ha dovuto inventarsi per fare uscire dalla macchina l'anziana madre.

Alla fine la strategia per trarre fuori dall'automobile la vecchina ha funzionato. Non ho potuto fare a meno di assistere a quella che, con ogni probabilità, è una routine quotidiana in casa della signora.

Con passi incerti coprono i pochi metri che li separa dalla tenda medica.

Davanti alla tenda un banchetto, misero misero, presieduto da un giovane medico, altri anziani aspettano il proprio turno con figli o badanti al seguito. In Barba alla privacy.

La compilazione delle schede anamnestiche con relativa liberatoria per le case farmaceutiche e il servizio sanitario che inietta il vaccino si effettua per strada. Ad alleviare un po' il disagio alle anziane e agli anziani in fila il sole e la posizione della guardia medica situata in un cul de sac.

Atmosfera ben diversa dalle sale d'attesa viste in tv. Qua se si salveranno dal virus del covid-19 ne beccheranno chissà quanti altri di microbi e batteri altrettanto minacciosi per la veneranda età che ognuno dimostra.

Però, la fisionomia dell'anziana signora delle grandi manovre è familiare. Sì a ben guardare la figlia mi viene alla mente qualche immagine. Lentamente riaffiora qualcosa: lei, statuaria, bella, coi capelli biondi lunghi che coprivano il cappotto e coi libri serrati al petto quasi fossero uno scudo. E noi, imberbi a guardarla a bocca aperta.

le stagioni si susseguono... la natura fa il suo corso e le infiorescenze regalano nuovi frutti, ma attenzione a non sminuire il presente. Panta rei. Cogliamo l'attimo e miglioriamolo




martedì 9 marzo 2021

L'insostenibile leggerezza, braccia rubate alla terra?

Diritto alla salute, fiducia disattesa e inammissibili errori.

Le scelte sono importanti.


Essere estremamente oculati nelle scelte che determinano la qualità della vita significa valutare pacatamente ogni minimo aspetto culturale e scientifico dei nostri interlocutori perché a volte si può incorrere in epiloghi irreversibili.

E la scelta del medico di base o specialistico a cui affidare la nostra qualità di vita è un'operazione, delicata e difficile, da non prendere sottogamba.

Solitamente, quando c'è da scegliere il medico di base si chiede consiglio ai conoscenti, ai familiari, a qualcuno del mestiere e si pensa:" tanto serve solo per qualche ricetta".  salvo poi costatare che così non è. E fin tanto che si sbaglia una ricetta passi ma...

Nonostante la meticolosità impiegata, che è doverosa, è necessario non abbassare mai la guardia anche quando si pensa di avere optato per il meglio l'imprevisto è in agguato.

Quindi, per evitare brutte sorprese, scrivere e leggere sempre le richieste fatte al dottore prima di inviarle via e-mail o altra forma di messaggistica e rileggere le prescrizioni ottenute specialmente in questo periodo di stress psicofisico che non risparmia neanche il personale medico. anzi: 

Le tensioni che i sanitari vivono sono triplicate e a volte per velocizzare l'accesso salvavita nel trattamento protocollare "covid" l'intervento post operatorio per recuperare il posto in terapia intensiva risulta inadeguato e qualcuno ci lascia la pelle. 

Uno di questi episodi è avvenuto in Emilia, Bologna per l'esattezza. Non si è fatto in tempo di gioire dello scampato pericolo al male del secolo, il covid, che è bastato un attimo di disattenzione per fare precipitare famiglia e conoscenti nella disperazione.

Questi i fatti: ritenuto fuori pericolo e estubato, dopo il tampone negativo al covid, vista la difficoltà, il paziente è trasportato fuori dall'area dedicata alla pandemia e muore durante la notte per complicanze: l'impercettibile sanguinamento della trachea trattata per l'intubazione provoca il collasso e il paziente muore. Questi i fatti crudi e nudi raccontati dai familiari.

Sembra una assurdità! Un evento inammissibile dovuto, con ogni probabilità, alla frenesia e a volte all'impotenza che si vive nei reparti senza sottovalutare il carico psico-fisico che devono sopportare tutti i lavoratori della sanità.

E forse, pur con la massima benevolenza, saranno da imputare a fattori analoghi, gli errori dei medici di base che, se non anticipati e corretti dai diretti interessati, porterebbero a drammatiche conseguenze e cagionerebbero irrimediabilmente la qualità della vita dei pazienti che richiedono una semplice prescrizione farmacologica o la compilazione della scheda di accesso in una struttura sanitaria per sottoporsi a una semplice operazione di routine.

Una semplice richiesta di prescrizione come un intervento alla retina, una cataratta, o una pulitura del cristallino ma all'occhio sbagliato, a quello buono! se pure ammissibile, può accadere. E fin qui potremmo dire che è una sciocchezza messa a confronto con quanto accaduto a chi gli è stato tolto il rene sano...

Le tensioni non mancano! Dobbiamo imporci di superare il momento con tutti i mezzi e la volontà di uscire dalle sabbie mobili fisiche e mentali necessitano di calma. Essere sereni e oculati! Non dare niente per scontato. Non dubbiosi ma attenti e affianco a chi lavora. Leggere e rileggere le prescrizioni e le analisi prima di sottoporsi a interventi calendarizzati al fine di migliorare la qualità e l'aspettativa di vita di ognuno.


lunedì 8 marzo 2021

dad, smart, look, Calabria zona franca

Non è solo tutto covid. L'emergenza sanitaria ha dimostrato, in questo che ricorderemo come anno della pandemia sars-covid-19, le falle createsi nella sanità pubblica dalle decisioni gestionali politiche dei dirigenti nazionali e locali preoccupati più del disavanzo economico dello Stato piuttosto che della tutela della salute dei cittadini.

La pandemia ha evidenziato le assurdità decisionali.

Ancora oggi si continua a sbagliare per paura o incompetenza scientifica o, peggio, per strategia elettorale di nominati che si avvalgono della posizione fortuita (una manna dal cielo della politica genuflessa) e forti dell'incarico ricoperto emanano decreti di blocco totale per le scuole di ogni ordine e grado mantenendo però aperti i luoghi di ristoro anche nelle regioni “gialle”.

Quanto risparmia l'ente pubblico tenendo chiuse le scuole?

È l'indotto che non lavora a subire le perdite maggiori. E negli edifici adibiti a scuole si “risparmiano” le bollette energetiche di gas e luce, servizi mense e pulizia, trasporti. Già, i trasporti! Non dovrebbero essere questi ultimi i servizi da potenziare? Visto che gli ambienti scolastici sono, ed è dimostrato, i più sicuri! Perché hanno ottemperato e si sono adeguati alle disposizioni anticovid emanate dal governo dietro suggerimento dei virologi.



In questi giorni, ormai possiamo parlare di mesi!, le raccomandazioni pressanti di scienziati, medici di base e politici sono diventati un mantra.

Persino con le vaccinazioni si rasenta l'assurdo!

Farmaci che, se fossero davvero efficaci, avrebbero dovuto contenere la pandemia. Invece ogni minuto si scopre la variante! Il virus è più intelligente e scaltro degli scienziati? E le multinazionali che gestiscono i vaccini hanno davvero a cuore che tutto ciò abbia una fine veloce?

Intanto il terrore s'insinua. Lo stress abbassa le difese immunitarie e persino la volontà di ragionare è ridotta al minimo.

È sbagliato dubitare che qualcuno gioca sporco? O perlomeno non è all'altezza del problema?

In Calabria siamo alla frutta!

Nominati e eletti tirano la corda. E negli ultimi sprazzi decisionali emanano decreti discutibilissimi che esulano dalla gestione eccezionale alla quale avrebbero dovuto attenersi.

domenica 7 marzo 2021

Morire per covid da Catanzaro a Bologna

Chiedo preghiere. Ti chiedo di pregare per mio genero. Il covid ha colpito anche lui. In famiglia hanno fatto tutti il tampone: sono in quarantena. Ringraziando Dio pare che solo lui sia compromesso. È ricoverato a Bologna. Intubato e sedato.

Così mi diceva qualche settimana addietro il mio caro amico Gerardo.

Sono passati i giorni e la sua famiglia ha tirato un sospiro di sollievo. I ragazzi non sono stati contagiati e neppure la moglie.

L'altro ieri Gerardo era raggiante: aveva ricevuto notizie da Bologna: la figlia gli comunicava che all'indomani avrebbero svegliato dal coma indotto il compagno della sua vita.

Si prepari signora. -Le avevano riferito dall'ospedale.- la metteremo in contatto con suo marito.

Immagino le promesse d'intenti tra il degente ancora debole e la famiglia. Il peggio era passato.

Il decorso era stato quasi miracoloso per i risvolti notevoli dell'infezione che pare non avesse provocato strascichi. L'ultimo tampone lo dava negativo al virus.

Purtroppo stamane è arrivata la triste notizia:

Francesco è deceduto! Non per il covid ma per una causa collaterale dovuta all'intervento di tracheotomia: il cuore non ha retto.

Gerardo ha la voce rotta...

davanti a questi eventi ogni altro aspetto è privo di significato. E le parole di prammatica risultano essere irrilevanti se relazionati al dolore immenso di chi si aspettava il ritorno a casa dell'affetto appena perduto.

Che la terra ti sia lieve Francesco. A noi no resta che stare vicini ai tuoi cari che hai appena lasciato in carne ma sui quali veglierai in spirito.

Draghi peggio di Monti?

Che sta succedendo?

A sbirciare tra le notizie si palesa uno tsunami politico sul governo Draghi. (se ancora rimane un briciolo di sobrietà e indignazione costruttiva).

Super Mario ha perso i super poteri? Non è in grado di formare una squadra di tecnici validi a cui affidare lo studio del piano strategico che l'Europa richiede all'Italia?

Stando alle notizie e agli umori correnti non c'è da stare sereni. E la collaborazione chiesta alla società leader mondiale “mkkinsey” fa storcere il naso non solo per il costo che è di 250mila euro+iva ma principalmente per la sua storia che non brilla:

Di seguito qualche stralcio estrapolato dal fatto quotidiano.it:

“La reputazione di MkKinsey è così compromessa da aver spinto due dei più importanti quotidiani del mondo, il New York Times e il Financial Times a pubblicare editoriali n cui si invita la società ad agire per arginare la progressiva erosione di credibilità. Il mese scorso la società ha patteggiato una multa da quasi 600 milioni di dollari con 47 stati americani per il ruolo avuto nella crisi dei farmaci oppioidi. “Hanno messo il profitto davanti alla vita delle persone”, ha detto Phil Weiser, procuratore generale del Colorado, uno degli stati più colpiti. McKinsey è stata infatti per 15 anni consulente della casa farmaceutica Purdue che commercializzava il farmaco OxyContin. Si stima che la dipendenza da questo medicinale abbia causato sinora la morte di 232mila persone. McKinsey ha suggerito tra l’altro di aumentare il dosaggio delle singole pillole per incrementare i guadagni e ha fornito indicazioni di marketing su come neutralizzare gli appelli contro la commercializzazione del medicinale delle madri di ragazzi morti per overdose di OxyContin.

Risparmiare sul cibo per i migranti” –Tra i tanti carichi assunti dalla società c’è stato anche quello di consulente dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE), ente statunitense che si occupa della gestione dei flussi migratori. Incarico per cui la società ha incassato 20 milioni di dollari. Nelle sue raccomandazioni per gestire al meglio le strutture di accoglienza McKinsey ha proposto tra l’altro di risparmiare sul cibo per i migranti e di inviarli in zone rurali del paese per minimizzare la spesa. Un trattamento che ha messo a disagi molti funzionari della struttura. Il contratto si è interrotto nel 2018 dopo che il New York Times ha pubblicato un’inchiesta sulle disastrose condizioni dei centri di accoglienza.”



venerdì 5 marzo 2021

Creatività e arte contemporanea

Prima, durante e dopo.

Nella fase iniziale, dopo che si è interiorizzato il tema, si abbozza una ipotesi di lavoro. I pensieri, vestiti di poetica, attraverso la tecnica assumono corposità e si prestano a letture personali a volte dissimili da quelle dell'autore. Le Suggestioni che vivono in ciascuno e prendono corpo nella costruzione semantica della superficie suggeriscono e invogliano al dialogo solo se stuzzicano gli interessi intellettuali e sociali delle parti testimoni dei conflitti verbali e promotori poetici dei temi trattati.

ph Valentina Iannino


Sensibilità e conoscenza sono elementi indispensabili per comprendere! E porsi nello stato d'animo giusto davanti all'ignoto, con umiltà.

Provocare a volte è costruire ponti tra culture differenti.

La pittura e le varie forme di comunicazione che sfiorano le corde della semantica poetica collettiva, in una parola: l'arte, è provocazione costruttiva che rifiuta la decorazione melensa e abbandona gli inutili orpelli imposti dalla diseducante concezione degli “equilibri armonici”.

Elaborare un'opera è scrollarsi di dosso tutte le imposizioni concettuali. Abbandonare le congetture mirate a imbastite il mercato. Fare arte è fare cultura! Non è tesaurizzare o arredare!

“la gente, davanti a un quadro, quando non capisce ride”. Diceva E. Zola.

Ancora oggi, nel 2021, si sente dire: “ma questo lo sa fare anche mio figlio, un bambino dell'asilo, e anch'io!”. 

Dimentica o non sa che non è una semplice attività del “fare” qualcosa e neanche un oggetto destinato ad arredare interni o arricchire mercanti e galleristi.

La gente prima di porsi davanti a un quadro, un'opera d'arte contemporanea ma anche per immergersi in una lettura impegnata, deve acquisire gli strumenti giusti per potere leggere, comprendere e interloquire, trarre il meglio dell'opera stessa; in sintesi deve lasciare ogni pregiudizio e essere collaborativa, deve sapere aprirsi al dialogo e all'imprevisto; deve sapere cercare la chiave di lettura solo così può dialogare con l'autore comprenderne il lessico e quindi entrare nel suo mondo.


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