Dal basso per cambiare il mondo
GESÙ DI NAZARET: UNA LEADERSHIP DAL BASSO CHE CAMBIA IL MONDO
Diacono Don Vittorio O.F.S.
In un tempo in cui la parola “leader” evoca potere, carisma mediatico e successo economico, Gesù di Nazaret ci propone una via alternativa, silenziosa ma rivoluzionaria: quella della leadership servile, fondata non sul dominio ma sul dono, non sulla visibilità ma sulla verità.
Un leader senza potere ma con autorità
Gesù non aveva alcun titolo ufficiale. Non era scriba, né sacerdote, né capo politico. Eppure parlava «con autorità» (Mt 7,29), perché la sua parola era coerente con la sua vita. Diceva: “Beati i poveri in spirito”, e viveva nella povertà. Diceva: “Amate i vostri nemici”, e sulla croce perdonava chi lo crocifiggeva.
Questa coerenza profonda tra parola e azione è la radice della sua forza. In un mondo dove la fiducia è fragile, e le promesse spesso tradite, la testimonianza vissuta è la prima forma di profezia. Gesù non ha mai chiesto di essere seguito con la paura, ma con il cuore. E chi lo incontrava sentiva di essere visto, ascoltato, abbracciato nella propria umanità ferita.
La forza della prossimità
Gesù non organizzava comizi, ma banchetti. Non arringava le folle, ma si sedeva accanto ai peccatori. Il suo pulpito era la strada, i campi, la casa di un pubblicano, il pozzo dove una donna samaritana scopriva la propria sete più profonda.
Parlava in parabole, cioè in storie. Non insegnava dottrine fredde, ma suscitava domande. Non dava formule, ma generava cammini interiori. Questa modalità comunicativa non punta a convincere, ma a convertire, nel senso più autentico del termine: volgere lo sguardo verso una nuova direzione.
In un’epoca affollata di parole e carente di ascolto, la leadership di Gesù è una chiamata al silenzio del cuore, dove le parole diventano seme e il dialogo si fa rigenerazione.
Una leadership inclusiva
Gesù si avvicina ai lebbrosi, alle prostitute, ai pubblicani, agli stranieri. Non lo fa per strategia sociale o per “essere dalla parte giusta”, ma perché riconosce la dignità divina in ogni essere umano. È questo sguardo che cambia la vita: uno sguardo che non giudica, ma guarisce; che non etichetta, ma libera.
In una società sempre più polarizzata, dove si erigono muri invece di ponti, il modo in cui Gesù si fa prossimo è un atto profetico che ci interpella: chi scegliamo di vedere? chi scegliamo di ascoltare? chi lasciamo ai margini delle nostre vite e delle nostre comunità?
Il potere della croce
Il culmine della leadership di Gesù non è il trionfo, ma la croce. Non è la folla che lo acclama, ma l’abbandono e il silenzio. Qui si manifesta il cuore del suo messaggio: una potenza che si esprime nella debolezza, una gloria che non umilia ma solleva, una vittoria che non schiaccia ma libera.
È in questa logica capovolta che si rivela la potenza del Vangelo: non cambiare il mondo con la forza, ma con l’amore. Non imporsi, ma offrire. Non dominare, ma servire. Non fuggire il dolore, ma attraversarlo con speranza.
Profeti di una leadership nuova
Gesù non ha mai chiesto di essere ammirato, ma imitato. La sua vita è un invito permanente a riscoprire la bellezza di una leadership evangelica, che si gioca nel quotidiano: nelle relazioni familiari, nel lavoro, nella politica, nella comunità ecclesiale.
Essere leader, nel Vangelo, significa essere fermento nel pane, luce nascosta nella notte, sale nella terra. Non apparire, ma trasformare. Non concentrare, ma condividere.
In tempi di algoritmi e leadership narcisistiche, tornare a Gesù di Nazaret significa riconoscere che l’unico vero potere è quello che costruisce comunione, restituisce dignità, promuove la pace. È la leadership del grembiule, del pane spezzato, della parola mite che non urla, ma salva.
Conclusione: la speranza che guida
Gesù continua a parlare al cuore perché non impone, ma propone. Non seduce, ma chiama. E chi si lascia toccare dalla sua parola diventa a sua volta seminatore di speranza. In un mondo che cerca leader, il Vangelo ci mostra un uomo che cammina con noi, che ci insegna a guidare camminando dietro, a parlare servendo, a vivere morendo a sé per amore.
Questa è la leadership di cui il nostro tempo ha sete. E questa sete può ancora essere saziata — da chi ha il coraggio di mettersi in cammino con Lui.
“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,29).
Una promessa antica, eppure sempre nuova. Una via che non passa di moda. Un cuore che continua a bussare al nostro.
Gesù di Nazaret: una leadership dal basso che cambia il mondo
Diacono Don Vittorio O.F.S.
Francescano Secolare, teologo e servo della Parola
Nel solco di Francesco, alla scuola del Vangelo
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