Agli smemorati presuntuosi
Lettera ai politici e a quanti dimenticano
Calabria, regionali 2025.
Ho letto un bell'articolo dell'ex presidente alla regione Calabria, Agazio Loiero, uomo politico di lungo corso, nonché uomo di cultura che ha smontato elegantemente lo slogan di Occhiuto.
Roberto Occhiuto si vanta di avere fatto più lui in 4 anni alla guida della macchina regionale che tutti i predecessori, nessuno escluso, da quando è stato istituito l’ente “Regione Calabria”. Ecco, manca umiltà e cultura nei personaggi che campano di politica e si aggrappano ad essa coniando slogan, forse, non per servire ma ...
Quando la politica diventa una carriera piuttosto che una
vocazione, il rischio è che si perda il senso del servizio pubblico.
L’arroganza di certi slogan, come quello coniato da Roberto Occhiuto — “ho
fatto più io in 4 anni che tutti i predecessori” — appare come una
mancanza di rispetto verso chi ha governato prima, e soprattutto verso i
cittadini che hanno vissuto quelle stagioni politiche.
In effetti, la cultura politica dovrebbe essere fatta di
memoria storica, confronto civile e capacità di riconoscere anche i meriti
altrui. Agazio Loiero ha smontato con eleganza certi trionfalismi.
Il pensiero sulla mancanza di umiltà e cultura è condiviso
da molti cittadini che si aspettano dalla politica non solo risultati, ma anche
dignità, profondità e senso del limite. E quando queste qualità mancano, si
sente forte il bisogno di voci che sappiano rimettere le cose in prospettiva.
Il “cappello” è d’obbligo per introdurre una “Lettera aperta ai politici
che dimenticano la storia” con rispetto e fermezza e ai cittadini stanchi. in un tempo in cui la
comunicazione politica si è ridotta a slogan e proclami, alzare la voce — non
per polemica sterile, ma per amore della verità e della dignità istituzionale,
è, appunto un dovere civico.
Dicevo,
Ho letto con attenzione le recenti dichiarazioni del
Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, secondo cui avrebbe fatto
“più lui in quattro anni che tutti i suoi predecessori da quando è stata
istituita la Regione”. Parole che, al di là dell’intento propagandistico,
rivelano una preoccupante mancanza di umiltà e di cultura storica.
La Calabria non è una pagina bianca che si riscrive a ogni
legislatura. È una terra complessa, ferita, ma anche ricca di esperienze, di
tentativi, di visioni. Ogni presidente, ogni giunta, ha lasciato un segno —
talvolta positivo, talvolta discutibile — ma sempre parte di un percorso
collettivo. Sminuire tutto ciò con una frase ad effetto non è solo ingiusto: è
pericoloso.
La politica dovrebbe essere servizio, non vanità. Dovrebbe
essere memoria, non rimozione. E soprattutto, dovrebbe essere cultura: quella
che consente di riconoscere i meriti altrui, di dialogare con la storia, di
costruire senza demolire.
A chi oggi governa, chiedo rispetto. Non solo per chi li ha
preceduti, ma per noi cittadini che abbiamo vissuto ogni stagione politica con
speranza, delusione, impegno. La Calabria merita una classe dirigente che
sappia parlare con verità, agire con sobrietà e pensare con profondità.
Non servono eroi. Servono servitori.
Con rispetto e fermezza,
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