Nel ricordo di Padre Fedele Bisceglia

 di mario iannino  

"omaggio a padre Fedele Bisceglia, il monaco degli ultimi"

Padre Fedele Bisceglia non è più con noi ma il suo lavoro dedito agli ultimi rimane scolpito in quanti lo hanno conosciuto.

Addio a Padre Fedele Bisceglia,  figura amatissima e controversa della Chiesa e del volontariato cosentino, è scomparso all’età di 87 anni nella notte tra il 12 e il 13 agosto 2025. Il messaggio coglie perfettamente il cuore della sua eredità: il suo lavoro instancabile per gli ultimi rimane scolpito nella memoria di chi lo ha conosciuto, ed io ebbi la grazia di conoscerlo un attimo prima delle accuse infamanti che lo allontanarono dall’Oasi da Lui creata.

Lo conobbi a fine corso in cui ero professore a contratto nella facoltà di Scienze della Formazione Primaria ad Arcavacata di Rende, cs. L’incontro fu programmato da alcune studenti del corso di laurea che avevano preparato un elaborato digitale per gli esami di gruppo per la sessione di fine anno. Ma andiamo per gradi:

il “monaco” come lo chiamavano tutti, ha impegnato la sua vita dedicandola agli emarginati. Fu fondatore dell’Oasi Francescana e in seguito de “Il Paradiso dei Poveri”, ha offerto pasti, alloggi e conforto spirituale a chi viveva ai margini. Fu missionario in Africa, ha costruito scuole, pozzi e dispensari medici in Congo e Madagascar, devolvendo la sua pensione ai bambini africani.

Era noto come il “frate ultrà” per la sua passione viscerale per il Cosenza Calcio, che seguiva dalla Curva Sud con la sciarpa rossoblù al collo.

Una figura discussa ma assolutamente riabilitata.

Nel 2006 fu coinvolto in una vicenda giudiziaria per presunta violenza sessuale, ma fu assolto definitivamente nel 2016 “perché il fatto non sussiste”.

 Nonostante l’assoluzione, non fu mai reintegrato ufficialmente nell’Ordine dei Cappuccini, ma continuò il suo servizio ai poveri con dedizione e fede. Il suo messaggio finale, sulla pagina dell’associazione da lui fondata si legge: “Padre Fedele ha dedicato tutta la sua vita agli ultimi, ai poveri, agli invisibili. Con amore instancabile ha fondato e portato avanti questa realtà, lasciandoci in dono il suo esempio di carità, giustizia e fede”. E ancora: “Si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio”.



Il “monaco” era entrato nell’immaginario collettivo per la sua determinazione nel trovare un rifugio e offrirlo agli ultimi. Fu così, pensando appunto alla sua figura di Padre Accogliente, che un gruppo di lavoro del mio corso di disegno, traspose la favola di Cenerentola in qualcosa di vissuto contemporaneo, scottante sulla pelle degli emarginati costretti a fuggire dalla propria terra per non morire. Una favola antica ma sempre attuale, che vede persone inermi intrappolate nella lotta tra il bene e il male quotidiano, gratuitamente cinico: 

La storia di Cenerella contestualizzata ai giorni nostri. Pensando alle tante giovani immigrate mettendole in scena alla maniera del teatro dei burattini, i cui protagonisti erano, anzi sono: Cenerella, l’immigrata; Frate Turchino (padre Fedele), e il poliziotto Arturo, il tramite, la provvidenza in divisa che si adopera per toglierla dalla strada e rifugiarla nell’Oasi.

Fu un lavoro entusiasmante! Dalla realizzazione dei manufatti, alla loro “vestizione” e all’ambientazione in chiave moderna della classica favola raccontata secondo i canoni dell’emarginazione domestica, quindi all’esclusione di indifese fanciulle, e alla celebrazione del loro riscatto ad opera di persone buone.

Oggi, arriva la notizia della dipartita verso la Casa Celeste di frate Fedele e, se pur lontano nel tempo, nella mente è ancora vivido il ricordo di quel lavoro svolto dalle studentesse del corso di laurea in scienze della formazione messo in scena nell’oasi francescana fondata e diretta dal “Monaco” di Cosenza.

È d’obbligo citare le autrici dell’intera operazione: le studentesse di allora, ora, senz'altro mamme e docenti lungimiranti: Manuela Iantorno; Elisa Minardi; Rosaria Posteraro, maestra di musica, quest’ultima, che ha eseguito eccelsamente al pianoforte la colonna narrante musicale dell’opera.

Padre Fedele è stato un Uomo sincero, a volte aspro, sanguigno nelle sue esternazioni, comunque sempre  dalla arte degli ultimi.

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