Orrore davanti al museo ebraico di Washington

 

Washington, odio antisemita o gesto inconsulto di un folle?

La morte violenta è destabilizzante sempre. Specialmente quando a perdere il dono della vita, sono bambini innocenti e ragazzi inermi con l’orizzonte negli occhi pieni di sogni e fiduciosi sul futuro.



Morire per mano di qualcuno cresciuto in un clima d’odio e lo riversa sugli ipotetici nemici è qualcosa d’inspiegabile per chi dedica energie per promuove la pace tra i popoli.

Oggi arriva come un boato, la notizia da Washington. Irrazionale e crudele l'azione  testimoniata dal servizio giornalistico ‘d’oltreoceano: due giovani dipendenti dell'ambasciata israeliana sono stati uccisi senza motivo nei pressi del museo ebraico Jewish Museum di Washington.

la cronaca di oggi rende partecipi in tempo reale e inorridisce quanti sperano e fanno proseliti di pace, speranzosi di una soluzione duratura nei luoghi di guerra in Palestina, Ucraina e negli angoli dimenticati della terra dove si muore per schiavitù, angherie e sfruttamento.


È la drammatica azione di un pazzo! Un giovane di 30 anni che semina morte in un convegno in cui si parla di Pace! E uccide due giovani come lui che, ebrei, erano lì per parlare di pace.

È la quadra della pazzia omicida di un giovane dalla mente deviata cresciuto in un clima di estremismo politico, accresciuto probabilmente in questi mesi d’assedio imposto da Netanyahu in Palestina, divenuta, la Striscia di Gaza, turpe teatro di nefandezze contro gli inermi, definita, l’operazione, un crimine contro l’umanità.

Non c’è alcuna differenza tra chi condanna a morte gli innocenti. La violenza è orrenda nei campi di battaglia e nelle opulente città illuminate a festa nei giorni infrasettimanali senza la paura dei bombardamenti nemici e dell’ossessione di trovare rifugi sicuri.

Le vittime sono due ragazzi ebrei che, se l’assassino non fosse andato lì determinato a uccidere, sarebbero convolati a nozze a breve, e nel frattempo, entrambi, impegnati a promuovere azioni di pace tra i popoli palestinesi e ebrei erano lì per lavoro.

I loro progetti di vita sono stati stroncati dal gesto folle, di un esaltato che, seguendo una metrica di giudizio assurda sperimentata, e adottata negli anni di piombo dai terroristi rossi e neri in Italia, ma inconcludente, come si può pensare possibile redimere le questioni politiche con l’uccisione del nemico, vero o presunto?

Togliere la vita è un crimine! Punto.

È un crimine! Usare la violenza e uccidere, togliere di mezzo qualcuno per rivendicare qualsiasi teorema è da folli! Non è nient’altro che follia! Pura follia.

E mentre i mass-media di parte soffiano sul fuoco dell’antisemitismo che dicono stia serpeggiando tra le genti, altre due vittime inconsapevoli e innocenti hanno ceduto il passo alla follia omicida covata nell’odio ideologico.

Se mi è concesso, chiedo senza ombra di polemiche e di partigianeria:

Quanto e in quale misura, la determinata azione del governo Netanyahu, convinto a portare avanti l’assedio e poi occupare la Striscia fino all’eliminazione totale del braccio armato terroristico di Hamas favorirà la nascita di due Stati per due Popoli pacificati?

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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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