periferia |
Non che a Milano si stia bene o si viva
meglio che a Catanzaro ma quando la città si espanse a sud, tra i
quartieri di Santa Maria e Catanzaro lido, gli amministratori di
allora presero ad esempio l'edificazione di Milano 2, quella
costruita da Berlusconi, tanto per capirci.
Si parlava di piscine, scuole, banche,
ufficio postale, parco giochi, un centro commerciale e tantissimo
verde.
A distanza di 35 anni, salvo l'edilizia
popolare e lo spazio verde naturale, niente di quanto enfatizzato
progettualmente è stato realizzato. No no, ora che ci penso negli
ultimi anni è stato realizzato il parco giochi, è stata fatta
persino pulizia laddove dovrebbe essere un luogo sociale d'incontri e
riposo: il giardino pubblico!, e tagliato le canne che infestano i
marciapiedi senza però togliere la terra che la pioggia accumula ai
bordi, sui marciapiedi e nelle strade.
Si può parlare di degrado? Ma no
suvvia! Dobbiamo comprendere. Non ci sono soldi. C'è la crisi.
Già, tutto dipende da 'sta cazzo di
crisi che però guarda caso si fa più aspra nelle periferie.
Vale la pena ricordare che se le
periferie sono lasciate a se stesse il malaffare si nutre dei
malesseri sociali? Che la droga miete maggiori vittime? Che la
povertà induce all'imbruttimento?
La piaga sociale, sbrigativamente
definita povertà economica, si trasforma in arroganza oppure tira
fuori e accentua quello spirito di sopravvivenza che si alimenta di
sottoculture devianti che gli studiosi di fenomeni sociali
definiscono, in base ai luoghi, alla storia e al folklore locale,
'ndrangheta o associazione mafiosa.
Nel sottobosco sociale la voglia di
primeggiare è forte quanto se non più che nella società patinata
dei media. L'esposizione mediatica consiste nell'ostentare una bella
macchina, il telefono di ultima generazione e i botti per festeggiare
gli avvenimenti importanti. E più si ha “valore” all'interno
della comunità degradata maggiormente dura e fa casino la batteria
dei giochi pirotecnici fatti brillare nelle notti.
Ieri sera sembrava di essere
sott'assedio. All'inizio un solo botto, potente. Poi ritmi sempre più
assordanti seguirono in crescendo fino all'apoteosi finale.
Interminabili secondi. Per dire a qualcuno: sono qui. Sono forte.
Valgo più di te... ho diritto di esistere quanto e più di te.
E se le istituzioni mettessero il
fuochista, e quanti vivono analoghe degradate ambiguità ambientali,
ottimizzando davvero le condizioni sociali attraverso il lavoro, che
diventa impegno fisico e mentale, quindi attività culturali concrete
così da dire le stesse cose da persona, senz'altro, sensibile qual
è?
Già dimentico sempre che non ci sono
soldi. E anche se ci fossero se venissero investiti per colmare le
lacune del bisogno si creerebbero nuove sacche di povertà: i comitati
antimafia, (non tutti) gli studi, i libri, gli articoli di nera, i convegni... è
davvero un bel rompicapo.
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