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"Al netto delle spese" si legge in un comunicato inerente la notte della "solidarietà catanzarese". Ma a quanto ammontano le spese affrontate per soddisfare quanti hanno partecipato all'evento e quanto è costato il biglietto per sedersi al tavolo su corso mazzini? in definitiva, quanto è andato, in soldoni ai bambini dell'ospedale menzionato e rappresentato dal dott, Raiola?
Basta ipocrisie: serve una società che agisca, non che si commuova a intermittenza Non serve andare lontano per vedere la violenza: a Catanzaro, un ragazzo è stato aggredito da una “ronda notturna” solo per il colore della pelle. Intanto, ci indigniamo per le stragi in Palestina e Ucraina, ci inteneriamo davanti ai bambini africani senza cure, e poi torniamo a sprecare cibo, risorse, tempo. Per pulirci la coscienza, doniamo vestiti vecchi e partecipiamo a cene di beneficenza con chef stellati. Ma questo non è cambiamento: è anestesia morale.
"catanzaro, lungomare giovino" Catanzaro, svegliati: Giovino non merita questo Sta succedendo qualcosa di strano e allarmante nella nostra città. Un manipolo di guasconi, probabilmente alterati da alcool o altro, sta vandalizzando l’area di Giovino, trasformando uno dei luoghi più belli e vissuti di Catanzaro in un teatro di inciviltà. Oggi in TV si è visto un sindaco Fiorita visibilmente esasperato, e francamente non gli si può dare torto.
Ci sta! D’estate il traffico è una variabile costante che si alimenta nelle ore quotidiane e notturne. Catanzaro Lido, “a Marina e Katazzàru”, come amano definirla i marinoti, ha visto crescere in maniera esponenziale negli anni la sua toponomastica originaria che, da quartiere tipicamente marinaio, le fa assumere un aspetto cosmopolita. Il piccolo corso principale e le sue piazze, il lungomare, oggetto di una forma di restyling accattivante, sono fonte d’attrazione.
Possibile che per curarsi si debba necessariamente andate oltre i confini regionali?
Ci vedevamo in via Luigi Rossi Finiti i compiti per casa, nel tardo pomeriggio, ci vedevamo in via Luigi Rossi, nella periferia a nord di Catanzaro con i compagni di scuola. Lì, nella campagna difronte al seminario S. pio X, il nuovo ospedale prendeva forma. Erano gli anni sessanta/settanta. Era il tempo dei primi amori. Degli sguardi lanciati da lontano. Era il tempo delle feste organizzate in casa tra coetanei e delle mamme attente, discrete gendarmi pronte a intervenire quando qualche burlone spegneva la luce mentre sul piatto del giradischi girava il fatidico lento.
L’aria è fresca. Approfitto per fare due passi. Il quartiere sonnecchia e molti motori sono spenti. Stanotte non c’è stato bisogno di accendere i climatizzatori. È bastato tenere gli infissi aperti per dormire. Faccio le scale a piedi. Esco per strada e sento quasi dei brividi di freddo. M’incammino. In lontananza una striscia di cemento delimita la strada dal marciapiede. È la nuova pista ciclabile!
Il Parco della biodiversità mediterranea da oggi è intestato a Michele Traversa. L'uomo che l'ha voluto! C’era in uso, nelle abitudini familiari d'un tempo, rinnovare il nome dei genitori attraverso i figli. Era quindi d'uso sentire per strada nomi antichi declinati sulle nuove generazioni e per distinguerli si chiariva dicendo: " Cecè, u figghjiu do' mastru chiddhu chi avija a puticha a la scinduta de' coculi, Talianeddhu e Talianu u scarparu ..." e così via. Cosicché il nuovo nato, in famiglia, si portava dietro, inconsapevolmente, il nome del padre o della madre a seconda del sesso; ed anche se non del tutto gradito, s'imponeva in segno d'incondizionato affetto. Era, il nome, un legame familiare indissolubile nella tradizione fortemente sentita nei confronti dei genitori. Una forma concreta di rispetto oltre che d'amore per i congiunti che si erano presi cura e lavorato per la famiglia con dignità, e assoluta dedizione per dare lust...
"u trafhaccèeri. biro rossa su cartoncino" Una parola, una definizione al giorno in dialetto catanzarese. Corredata con le dovute spiegazioni, atteggiamenti e contestualizzazioni. Il termine in vernacolo di oggi è: Strafhàacceri o trafhàaccèeri. E puru chjiochjiari, Cu su’?
Cuore giallorosso. C’è una passione che non muore mai, e che, nonostante le sofferenze consequenziali alle dignitose immancabili sconfitte, cresce e si fa più intensa.
"fhimmini veniti veniti ccà! C'haijiu na cosa bella" “ajiu a mamma da cacioffhula. Mbe’ ch'è bella. Veniti veniti c'ajiu a mamma da cacioffhuuula!”. Alcuni episodi rimangono scolpiti nella memoria e sono difficili da rimuovere. Sembra che stiano perennemente in agguato. Pronti a riemergere appena gli si dà l’occasione.
Catanzaro, una comunità attenta ha festeggiato il secolo di vita di nonna Maria Concetta. La coroncina benedetta da papa Francesco donata dall’arcivescovo metropolita di Catanzaro/Squillace Claudio Maniago è stato, forse, il regalo più bello per i suoi 100 anni. Nonna Maria , donna umile e devota si è fatta piccola nel giorno del suo centesimo compleanno davanti all’imponente figura del presule, venuto ad omaggiarla insieme al vicario, don Salvino Cognetti . L’affetto , il calore sottolineato dall’assidua presenza dei figli e delle relative famiglie, nonché i nipoti con le giovani e relative famiglie, quindi pronipoti e amici di sempre che hanno voluto festeggiarla nella splendida location del country club “le querce” alle porte di Catanzaro è tanto! Una dimostrazione d’affetto che va oltre i consueti riti festaioli.
Propriu a l'iniziu da scinduta de'bbarrakki, praticamenta, a lu barrakkuna, * duva mò fhiciaru a scinduteddha ppè i machini, na vota nc'eranu tri o quattru scaluni e ddàh si mintìa unu kku nu katu e nu panaru ku ficundiani e dintra. Avia i jiriti cu i caddhi tosti e i spini on nci facianu 'mbresca. Cu na manu ngguantava i fichiniani e nte l'atra avia u curteddhu. I tagghiava de' punti. Fhacia na spaccazza e na parta all'atra e u sphilava sanu sanu. 'Nci u porgìa a li perzuni: te mbuccatillu, è ducia!, provalu comu chissi on d'hai provatu mai. Tè mangia ca si on ti piacia u paghi u stesso. Mangiativi u gelatu ... decialiri, sulu decialiri ... Gelatiii, arrivaru i gialati decialiri una, veniti, mangiativi u gialatu… mangiati ca cu kissi 'on buddhati
REPETITA IUVANT. "Catanzaro Marina, lungomare" Buongiorno, molti si sono soffermati e letto i post . Qualcuno ha creduto che fosse un giornale online e qualcun'altro un espediente per pubblicità occulte.
Navigando nel web, tra i flutti spumeggianti delle buone intenzioni, ho trovato questo messaggio. È del sindaco Fiorita e, convito che non ne avrà a male, lo condivido volentieri. È un copia/incolla un po' lunghetto ma estremamente interessante. Perciò invito a sospendere la fretta, sedersi un attimo e leggere con attenzione Le considerazioni di Nicola Fiorita.
Per le vie del quartiere Corvo, Catanzaro. DOPO AVERE FATTO IL SOPRALLUOGO. Ho soddisfatto la mia voglia di conoscenza. Finalmente, dopo alcuni giorni, ho potuto vedere da vicino cosa stesse succedendo nei pressi della costruenda stazione della metropolitana di superficie del quartiere corvo. Da lontano avevo visto un convoglio giallo con locomotore e relativi carrelli carichi di pietrisco. Il classico mezzo industriale usato per le manutenzioni ferroviarie. Ma lì ancora i binari, che io sappia, non sono stati posati. Quindi, muovo i passi in quella direzione. La curiosità, non fine a sé stessa, spinge a scoprire in senso civico le azioni dell’amministrazione comunale a favore del quartiere.
Latino americano. cha cha cha, baciata, rumba, paso doble, jive, a squadre, coppia, singoli. PalaCorvo. Il tetto è stato riparato. Il piazzale attorno è assediato dalle macchine. Gli accenti dialettali si mescolano. Sono in tanti . Da tutta la Calabria hanno risposto all’evento in programma.
Catanzaru e 'na vota. Le vie d'accesso nel capoluogo della Calabria sono, da sud, due: Catanzaro sala, vecchia sede, e ponte Morandi. Alla fine del ponte Morandi/Bisantis ci troviamo davanti ad un delta: se si opta di andare a destra si imbocca via Carlo V, “pratica” per i catanzaresi, che sfocia all’inizio del rione “fhundacheddhu”, “a la porta marina", che prende il nome dell'antica porta di mare a guardia della città affacciata sul mare. Ai piedi "da scinduta e santu Roccu, dal nome dall'omonima chiesa che sta in cima, al lato di piazza Roma e alu fhjiancu da "trambia": la chiesa di San Rocco, appunto. Si continua a scendere verso "stratò".
Non so più da quanto tempo lavorano alla linea della metropolitana di superficie che sostituirà la vecchia tratta coperta della storica calabrolucana adeguata alle nuove esigenze di mobilità cittadina. Catanzaro marina. Corvo. Dolcino. Cz Sala. Piazza Roma … questo lo storico circuito che univa la periferia sud al centro e che la moderna tratta porta dal centro storico al policlinico di germaneto.
La scrittura è narrazione, poesia, amica paziente, confidente. Raramente fonte di guadagno economico ma, sempre e indiscutibilmente, è, l’azione dello scrivere, arricchimento interiore per chi la pratica e legge.
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.