In tutti questi anni un uomo (solo?) ha
deciso per noi e ci ha resi impotenti davanti alle scelte fatte dagli
uomini che Lui stesso ha messo per governare l'Italia nella partita
economica giocata sulla scacchiera che ospita gli Stati membri
europei. Napolitano Giorgio! Il compagno Giorgio... non è per
maleducazione o assenza di rispetto che lo definisco così. Anzi, al
tempo del PCI guai se non davi del “TU” ai compagni. Non
importava l'età o il rango. Nel partito non esistevano ruoli di
privilegio. Ma questa è ormai storia del passato. Storia da prima
repubblica, direbbe qualcuno. Peccato che la seconda e la terza, se
mai ci sono state, si sono dimostrate peggiori della prima.
Dicevamo, Monti scalza Berlusconi,
che, con Tremonti, mise le mani in tasca agli italiani, non
scherzò in fatto di tagli al ceto medio-basso mentre, di contro,
legiferava per fare rientrare i capitali all'estero degli evasori,
tutelandoli con scudi adeguati.
Poi fu il turno di Enrico Letta,
nipote di Gianni consigliere di Berlusconi. Ma
lui era troppo moderato per i gusti della Merkel (così dicono le
cronache economiche sulle austerità imposte dalla troika) non si
vedevano risultati immediati. Infine arriva il rampante
Matteo Renzi.
Famoso
per la sua presenza scenica e nella maestria nell'usare il web.
Twitter! Ed è stato proprio con un cinguettio (l'ormai celebre
#staiserenoenrico) che da segretario del PD
fece cadere Enrico Letta
e prese il suo posto.
Che
dire, il ragazzo ha le idee chiare. Sembra determinato! Fa promesse.
Parla con tutti ma non ascolta nessuno (nel senso che poi fa quello
che vuole lui). E questo suo modo di fare origina la rottura con la
minoranza del PD, sindacati e società civile che prima gli avevano
dato fiducia.
A
promesse non lo batte nessuno! Renzi promette, dà scadenze per la
soluzione dei mali che poi deroga con altre promesse. Insomma, da
buon conoscitore degli italiani, sa come tenerli, tenerci sulla
corda.
Non
mi ha mai convito la politica dell'austerità e delle leggi come il
jobs act che fanno stare male chi sta già peggio perché afflitti
dalle decisioni degli imprenditori. Il perché è noto a chiunque
soffra perché vittima di queste decisioni.
Ieri
sera ho visto un poco della trasmissione di Riccardo Iacona
e non ha fatto altro che documentare l'assurdità delle politiche
economiche europee. L'austerity che ci impongono ha il sapore
dell'agonia sociale anche in Germania.
Ancora,
forse, in Italia stiamo leggermente bene rispetto ad altre realtà
sociali europee. Ma Renzi e il suo entourage stanno lavorando per
allinearci agli stipendi da fame imposti dagli imprenditori. Sta, di
fatto smantellando lo stato sociale! Le grandi aziende non intendono
più assumere a tempo indeterminato e non vogliono perdere tempo in
estenuanti trattative sindacali; esigono la mobilità e la
determinazione di potere licenziare i dipendenti e Matteo
Renzi fa di tutto per
accontentarli.
Però,
Dio castiga ma non abbandona! Ed ecco un grande Uomo di chiesa che
leva la sua voce contro chi gestisce e governa male il denaro. Opera
scelte sbagliate per i poveri. E mette in primo piano i guadagni
terreni: Papa Francesco!
Se
Francesco facesse un
partito chissà quanti lo seguiremmo, anche se non ho mai voluto
tessere di partito, sarei il primo ad iscrivermi! Ma lo sostengo con
convinzione! D'altronde il partito ce l'ha già. Un partito che, come
gli altri, nel tempo, ha lasciato da parte l'ideologia iniziale, ha
dimenticato gli ultimi e gli impegni presi.
Francesco
ha concretizzato azioni che aspettavamo da sempre all'interno della
Chiesa e nella società civile. Parla col cuore e non sottace i
problemi del Vaticano, dei preti, delle cooperative, delle onlus che
stanno con una mano tesa e l'altra nascosta dietro la schiena.
Il
denaro è lo sterco del diavolo!, ha detto.
Non è
coraggio il suo modo di fare. È Vangelo. Amore per il prossimo.
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