Com'è strano il nostro Paese.
C'è chi si dimette per onestà
intellettuale o forse perché disgustato da come la maggioranza degli
elementi che affollano Monte Citorio intende il servizio politico e
chi mette la colla resistente a qulunque scandalo.
Oggi il sole e la luna sono i veri
protagonisti di una danza davvero speciale. L'eclissi durerà
all'incirca dodici ore. Ma quanti staranno col naso all'insù e si
staccheranno dai rumori mediatici che arrivano dagli scandali
congenitamente cancerosi scoperti all'interno del mastodontico affare
Expo?
L'ex ministro ai beni culturali Massimo
Bray si dimette. Invia una nota alla presidente della Camera Laura
Boldrini e pacatamente spiega che preferisce tornare alla
Treccani, tra i libri.
“IO, dice Bray, ho fatto la
mia scelta. Credo che nella vita sia possibile fare bene un solo
mestiere alla volta”. Sarà vero?
Io ritengo che la politica non sia un
mestiere ma un servizio. E anche Bray credo lo sappia. Penso, invece,
che questa sia una scusa. Una maniera soft per dire lascio questo
mondo che non mi appartiene e vado laddove mi cibo di cultura.
Anche il ministro Maurizio Lupi oggi si
dimette ma per motivi totalmente lontani. Gli stessi che avvelenano
il rapporto tra cittadini e mondo della politica. Quella politica
vista come una cosa a se stante. Protetta e osannata da imprenditori
e affaristi. Temuta, odiata e invocata dai poveri cristi senza
lavoro, incolti, oppressi dalle necessità quotidiane.
Massimo Bray se ne va definitivamente. Lupi si dimette a malincuore da ministro ma mantiene il suo posto al parlamento (e forse ha ragione nel sentirsi tirato in ballo da innocente ma non deve dimenticare che l'esempio è importante negli insegnamenti pubblici proprio perché la mancanza di esempi etici sono stati alla base del disinnamoramento politico dei cittadini)