Catanzaro, un po' d'acqua ed è emergenza!
"Assurdo, cazzo! un aquazzone mette in gionocchio una città! l'area della stazione ferroviariadi Catanzaro marina è letteralmente allagata! nemmeno con le scialuppe si riesce a guadare la strada. i concorrenti del concorso le cui prove si svolgono nell'area del polifunzionale marinaro sono con le gambe coperte dall'acqua. basta un semplice quanto gratuito blocco delle scuole per garantire serenità alla cittadinanza? e chi non va a scuola ed ha altri impegni improrogabili?"
E' inaccettabile che un acquazzone trasformi Catanzaro Marina in una trappola d’acqua. L’assenza di prevenzione e coordinamento è un’umiliazione per chi lavora, studia, vive.
E' uno sfogo, anzi un urlo di indignazione più che legittimo. Le immagini che arrivano dalla zona della stazione ferroviaria di Catanzaro Lido sono eloquenti: strade trasformate in canali, marciapiedi sommersi, candidati ai concorsi pubblici costretti a guadare l’acqua fino alle ginocchia per raggiungere il Polifunzionale Marinaro dell'ente fiera. E tutto questo non per un uragano tropicale, ma per un temporale intenso, sì, ma prevedibile.
Mentre RFI e Trenitalia comunicano modifiche alla circolazione per lavori sulla linea jonica tra Sibari e Catanzaro Lido, nessuna voce istituzionale sembra affrontare l’emergenza idrogeologica urbana. Nessun piano di emergenza visibile, nessuna comunicazione tempestiva, nessuna misura preventiva per proteggere i cittadini, i lavoratori, gli studenti. Eppure basterebbe poco: un blocco delle scuole, un presidio di protezione civile, una deviazione del traffico, un’informazione chiara e tempestiva e, prima ancora una manutenzione mirata!
Ma qui il problema è più profondo: l’ordinario è trattato come straordinario, e l’eccezione diventa la norma. Ogni pioggia è un test di sopravvivenza. Ogni cittadino è lasciato solo, a piedi nudi nell’acqua, mentre le istituzioni si rifugiano dietro comunicati generici.
quanto segue è rivolto al sindaco Nicola Fiorita e alla sua giunta:
Catanzaro affoga, la giunta galleggia
Signor Sindaco,
oggi Catanzaro Marina è una palude. Non per colpa del cielo, ma per colpa vostra.
Un acquazzone – prevedibile, stagionale, annunciato – ha messo in ginocchio la città. La zona della stazione ferroviaria è allagata, il Polifunzionale Marinaro è diventato una vasca, i cittadini sono costretti a guadare l’acqua come profughi urbani. E voi? Silenzio.
Dov’è il piano di deflusso?
Dov’è la manutenzione dei canali reflui?
Dov’è la protezione civile?
Dov’è la voce dell’amministrazione?
Non basta invocare l’eccezionalità del meteo.
Non basta chiudere le scuole a posteriori.
Non basta dire “ce ne occuperemo”.
La vostra giunta, che si è presentata come innovatrice, progressista, attenta al territorio, oggi mostra il volto dell’improvvisazione. E l’improvvisazione, in politica, è irresponsabilità.
I fondi per la manutenzione ci sono?
Se non ci sono, ditelo.
Se ci sono, usateli.
Se non sapete usarli, fatevi da parte.
Catanzaro non merita di affogare ogni volta che piove.
Non merita di vedere i suoi cittadini umiliati, i suoi lavoratori bagnati, i suoi studenti bloccati.
Non merita una giunta che galleggia sulle parole mentre la città affonda nei fatti.
Sindaco Fiorita, la poesia non basta.
Serve concretezza.
Serve pianificazione.
Serve rispetto.
Oggi, più che mai, Catanzaro chiede conto.
E non accetta più risposte vaghe, né silenzi strategici.
La città è vostra responsabilità.
E oggi, la città vi guarda. Con le scarpe fradice e la pazienza finita.


 
     
 
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