Luana, l’assessore e gli invisibili
Intitolazioni e invisibilità: una riflessione civica
Apprendo dai media dell’intitolazione a Luana Vasapollo di una sala di lettura presso la Biblioteca Comunale di Catanzaro. Non conoscevo personalmente Luana, pur essendo stato spesso nella libreria dove lavorava insieme a Nunzio Belcaro, oggi assessore della città. Nulla da eccepire sul gesto, che immagino mosso da affetto e riconoscimento. Tuttavia, alcune considerazioni sorgono spontanee.
Perché non intitolare quella sala semplicemente “ai bambini”? A chi la abiterà, più che a chi l’ha servita? Sarebbe stato un gesto universale, poetico, inclusivo. Un omaggio alla collettività futura, non alla singolarità del presente.
E ancora: se Luana non avesse lavorato gomito a gomito con un assessore, avrebbe avuto la stessa risonanza? Quante persone operano ogni giorno, in silenzio, per i bambini e per la comunità, senza titoli né medaglie, senza onorificenze postume né cerimonie? Quanti educatori, bibliotecari, volontari, madri, padri, seminano cultura e cura senza che nessuno li nomini?
Non è una polemica, ma una domanda sul meccanismo della visibilità. La memoria pubblica è spesso selettiva. E chi resta invisibile? Chi non ha accanto un microfono, un ruolo, un assessore?
Non si tratta di negare il valore di Luana, ma di interrogare il modo in cui costruiamo il ricordo collettivo. Di chiedere che sia più equo, più ampio, più capace di riconoscere il lavoro silenzioso. Di pensare a una memoria che non celebri solo chi è vicino al potere, ma anche chi lo è alla cura.
Sarò cattivo a pensare queste cose? Un “hater”, come si dice oggi? No. Sono solo un cittadino che riflette. E che chiede, con rispetto, che la memoria pubblica sia anche memoria del silenzio.
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