Corvo: il quartiere che rinasce
Catanzaro, quartiere corvo:
Un quartiere che rinasce: tra viabilità sostenibile e memoria condivisa
Il quartiere sta finalmente ritrovando nuova vita. Grazie
agli interventi previsti dal PNRR, il Comune ha messo mano alla viabilità
ciclabile, ridisegnando percorsi e restituendo dignità a spazi urbani da tempo
trascurati. Poco importa se le nuove piste saranno utilizzate da ciclisti o
pedoni: ciò che conta è il miglioramento dell’impatto ambientale e della
vivibilità dell’area. Si recuperano così porzioni di suolo pubblico che, nel
tempo, erano state arbitrariamente recintate e sottratte alla collettività.
Sarebbe bello — e giusto — che la fontana venisse restituita
al quartiere. Collocata nuovamente nei pressi della nuova pista ciclabile,
potrebbe diventare un punto di ristoro: un piccolo pit stop non solo per chi
pedala, ma per chiunque attraversi la zona. Un gesto semplice, ma potente, che
contribuirebbe a rendere lo spazio urbano più accogliente, più umano, più
nostro.
La riqualificazione non è solo una questione di
infrastrutture, ma di memoria, di identità, di cura condivisa. Restituire la
fontana significherebbe riconoscere il valore della bellezza pubblica e riaffermare
il diritto di tutti a vivere in un ambiente rispettoso, inclusivo e vivo.
Lettera aperta ai cittadini e all’Amministrazione comunale
Il nostro quartiere sta finalmente cambiando volto. Dopo
anni di incuria e appropriazioni indebite di spazi pubblici, grazie agli
interventi previsti dal PNRR, il Comune ha avviato una riqualificazione della
viabilità ciclabile che restituisce dignità e respiro urbano a strade e piazze.
Che le nuove piste servano a ciclisti o pedoni poco importa: ciò che conta è
che si sta ricostruendo un tessuto urbano più vivibile, sostenibile e
inclusivo.
In questo clima di rinascita, torna alla memoria un elemento
caro a molti: la fontana in ferro battuto che un tempo sorgeva lungo il
vialone. Scomparsa da anni, forse rimossa da mani ignote e oggi collocata
altrove, quella fontana rappresentava molto più di un semplice arredo urbano.
Era un punto di riferimento, un luogo di sosta, un simbolo di bellezza
condivisa.
Sarebbe auspicabile — e profondamente significativo — che la
fontana venisse restituita alla collettività. La sua ricollocazione nei pressi
della nuova pista ciclabile potrebbe trasformarla in un punto di ristoro, un
piccolo pit stop per chi pedala, cammina o semplicemente attraversa il
quartiere. Un gesto concreto che unisce memoria e futuro, estetica e funzione,
cittadinanza e cura.
La riqualificazione urbana non si misura solo in metri di
asfalto o segnaletica, ma nella capacità di restituire senso ai luoghi, di
ricucire relazioni, di valorizzare ciò che ci appartiene. Restituire la fontana
significherebbe fare un passo in più: non solo riqualificare, ma riconoscere e
celebrare la nostra storia comune.
Con questa lettera, ci rivolgiamo all’Amministrazione
comunale e a tutti i cittadini affinché si apra un dialogo costruttivo. Perché
la bellezza, quando è condivisa, diventa patrimonio di tutti.
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