Non serve correre per stare bene
Camminare per stare bene: sfatato il mito dei 10.000 passi e della velocità sostenuta
Per decenni, il numero “10.000 passi al giorno” è stato proposto come soglia ideale per mantenersi in salute. Ma oggi la ricerca scientifica lo smentisce: non solo non è necessario raggiungere quella cifra, ma neppure camminare a ritmo sostenuto è indispensabile. Al contrario, una camminata dolce e regolare può offrire benefici significativi per la salute fisica e mentale.
Origine del mito
Il numero 10.000 non nasce da studi medici, ma da una campagna pubblicitaria giapponese degli anni ’60. Il “Manpo-kei”, un contapassi lanciato per promuovere l’attività fisica, usava lo slogan “10.000 passi al giorno” come obiettivo motivazionale. Da allora, il numero è stato adottato globalmente, spesso senza verifica scientifica.
Cosa dice la scienza
Una revisione sistematica pubblicata su The Lancet Public Health ha analizzato i dati di oltre 160.000 adulti in dieci Paesi. I risultati sono chiari:
- 7.000 passi al giorno sono sufficienti per ridurre significativamente il rischio di morte prematura.
- Anche incrementi di soli 1.000 passi rispetto alla media personale portano benefici misurabili.
- I vantaggi iniziano già a partire da 2.500–3.000 passi, con miglioramenti progressivi fino a circa 7.000, oltre i quali i benefici si stabilizzano.
Il ritmo non è tutto
Secondo Medicitalia e altri studi clinici, non è necessario camminare velocemente. Una camminata dolce, se fatta con regolarità, è efficace nel:
- Ridurre il rischio di malattie cardiovascolari
- Migliorare la salute mentale
- Favorire la digestione e la qualità del sonno
- Ridurre lo stress e la pressione arteriosa
La regolarità e la continuità sono più importanti della velocità. Camminare ogni giorno, anche lentamente, è già un atto di prevenzione.
Conclusione
Il corpo non è un contabile. Non serve contare ogni passo né correre per stare bene. Serve muoversi, respirare, vivere. Camminare dolcemente, ogni giorno, è già resistenza civile contro la retorica del fitness performativo. È un gesto di cura, accessibile e umano.

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