Saremo parenti? Chiese il ragazzo nel sentire lo stesso cognome. Un cognome non eccessivamente comune, tutt'altro. Non so. Rispose l'interlocutore. Sai, in famiglia , per devozione al Battista c'è sempre un "Giovanni", un figlio che per devozione al santo acquisisce il nome di Giovanni. Se nella tua famiglia ce n'è uno, allora la radice potrebbe essere comune. Potremmo essere parenti.
Il ragazzo fece una veloce disamina passando nella testa gli
zii paterni diretti: zio Turi, Salvatore. Papà Vincenzo. E le zie: Rosaria e
Maria. No, non c'è nessuno, disse in risposta. Poi, però, ricordò un episodio
di moltissimi anni addietro, risalente addirittura a quando aveva si e no sei
sette anni. Stava giocando sotto casa. Tirava calci ad un pallone di pezza
quando un signore, una persona distinta dal portamento elegante dalla pelle
bianca e con i capelli brizzolati e occhi chiari lo interruppe distraendolo dal
gioco: è in casa Vincenzina? Si! Ceee' -gridò all’indirizzo di una finestra
aperta- c'è uno che ti vuole. Chi è? Non lo so. Uno.
La sorella maggiore si affacciò dalla finestra dopo avere
tolto la piccola dal seno e la poggiò nella culla. Stava allattando!
Oh zio caro salite salite. Il ragazzo si mise alle sue
calcagna. Salì insieme a lui.
Furono abbracci e baci e scese anche qualche lacrima di
gioia.
Erano trascorsi molti anni da quando lo zio Gianni partì e si
stabilì in Val d'Aosta dove costituì la sua famiglia .
Un uomo?! Lo Canzonò la sorella. Questi è zio Giovanni! Non
lo conosci?
E no! Certo che no! Come potevo riconoscerlo se quando lui è
partito, ero ancora in fasce?
Nessun commento:
Posta un commento
LA PAROLA AI LETTORI.
I commenti sono abilitati per chiunque passa da qui, si sofferma, legge e vuole lasciare un contributo all'autore del post.
ATTENZIONE! Chi commenta i post del blog è responsabile di quanto scrive. Pertanto non è prevista nessuna moderazione o censura ai commenti salvo evidenti illiceità.