Terzo giorno di mare.
È un’oasi di tranquillità, lo spicchio di spiaggia. Solitaria
nelle prime ore del giorno, dalle sette alle nove, e poi, man mano si popola di
persone, perlopiù anziane. Stamane, però, qualcosa d’insolito è accaduto, anzi
più di una.
La prima: un bellissimo esemplare di gabbiano imperiale, per
i più esigenti e dotti: un larus michahellis, (tranquilli, ho spiato sul web con
l’app di google lens), ha planato proprio davanti a me. Enorme, con un’apertura
alare degna del nome scientifico, plana sulla battigia. E tiene una zampa, la
destra, alzata mentre con l’altra, saldamente a terra, rimane in equilibrio
perfetto sulla rena.
L’osservo bene. Qualcosa non quadra nella sua postura. È bello!
E ci osserva. Apre il becco come se volesse comunicare con noi umani. Sta lì,
immobile. Gira solo la testa, fiera, da una parte all’altra. Tento di farlo
volare, incuriosito dalla sua apertura alare che mi piacerebbe immortalare. Lancio
una pietra con la dovuta cautela ma lui non spicca il volo. Sta fermo lì. Poi,
saltellando, spicca un volo radente. Fa mezzo giro tra la spiaggia e il mare e
torna da noi ma un pochino più in là.
Una bimba esclama: “nonna guarda che bello! gli diamo un
bocconcino?”.
Una donna in bikini cammina nell’acqua, probabilmente esegue
gli esercizi suggeriti da qualche specialista tuttologo. Fa passi piccoli e
saltella. L’acqua le arriva ai fianchi producendo degli schizzi leggeri. Ha in
mano una bustina di carta e, metodicamente, infila dentro l’altra mano, prende
qualcosa e la porta alla bocca.
Oh, poverino, esclama davanti al gabbiano. Si ferma e
anziché portare la mano alla bocca, si china e getta un bocconcino all’animale.
Tirni tieni che ti è successo? Poverino ha un pezzo di lenza attorcigliato tra
le zampe…
Ci muoviamo intenzionati a liberarlo dalla trappola ma lui
non si lascia avvicinare. Mantiene la soglia di sicurezza pur impastoiato.
La donna in bichini continua a lanciargli bocconcini. Lui,
il gabbiano, li afferra vorace ma sospettoso non permette a nessuno d’invadere
il suo perimetro di sicurezza, d’altronde, come potrebbe fidarsi degli umani?
La spiaggia inizia a popolarsi.
Una comitiva formata da adolescenti, arriva rumoreggiando. Una
ragazzina è attorcigliata a un ragazzo minuto dai capelli neri lucidi. Scesi dalla
passerella di tavole si dirigono al lato del lido balneare.
Il ragazzino va in escandescenza. Non si capisce se per
darsi un tono da duro davanti alla ragazza oppure perché soffre di qualche disturbo
della personalità. E urla: “l’ammazzzzzu l’ammazzututti! Cominciandu da
signora, chissaccà! Chissa ccà sutta l’ombrellona. I mmazzu tutti ‘sti
catanzarisi e mmerda. Delira il ragazzino. Sembra in preda a una crisi. E se
non lo è, è un ottimo attore! Qualcuno dei bagnanti tenta di dissuaderlo. Qualcun
altro minaccia di chiamare le forze dell’ordine. Ma lui sembra assente. Impreca,
e intercalando con volgari bestemmie il suo disagio, annaspa con le braccia l’aria”
mentre gli amici e la ragazza invaghita che non lo molla, anzi lo stringe più
forte, tentano invano di calmarlo.