Narrazione, creatività e Denuncia
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"REPORTAGE DA GAZA: denuncia: crimini di guerra: autore, ©mario iannino" |
La pittura, o meglio, la narrazione visiva artistica pop nasce e amplifica il flusso delle notizie mediatiche.
"Viviamo un tempo in cui la figura
romantica del “Pittore” non ha motivo di esistere. Le avanguardie si sono
cimentate nella ricerca artistica, gestuale, segnica, etc., e hanno sondato,
illuminato gli angoli reconditi del fare pittorico e cancellato inutili orpelli.
Un esempio":
Mario Schifano ha abbandonato la figura del pittore
romantico e si è “immerso nel flusso visivo della televisione” già negli anni
’70. Lo fece in risposta a una crisi personale e artistica che lo portò a
mettere in discussione la pittura tradizionale. Si isolò dal mondo. Chiuso nel
suo studio e con le finestre oscurate, in silenzio si lasciava inondare dalle
immagini del primo e del secondo canale rai. A quel tempo c’erano solo questi. E
pure in bianco e nero, a trasmettere fino ad una certa ora, dopodiché compariva
l’orologio dell’ora esatta che scompariva nell’etere tra i tralicci della rai
radio televisione italiana e che Schifano trasformò in un multiplo.
È stato, forse, il primo a scegliere le immagini televisive
come nuovo linguaggio espressivo deluso dalla pittura convenzionale e
influenzato dalle neoavanguardie concettuali, Schifano cercava un modo più
diretto e contemporaneo di comunicare.
Catturava fotogrammi casuali e li trasferiva su tele
emulsionate, creando opere “pop” abbandonando l’idea romantica
dell’artista-genio, Schifano, isolava frammenti visivi e li rifiniva con
smalti, rendeva così l’opera un prodotto del flusso mediatico più che
dell’ispirazione personale. Quasi sulla scia del pensiero di Warhol.
Fu tra i primi a intuire che l’artista non doveva più
cercare l’ispirazione nel mondo esterno, ma che il mondo stesso avrebbe cercato
l’artista attraverso i media.
Oggi i media e qualsiasi devices sono appendici naturali che
ci seguono sempre e irrompono nelle nostre esistenze scaricando immagini spazzatura
e insieme le amare realtà che giungono puntualmente dai campi di guerra.
Le guerre oggi sono strutturalmente e strategicamente differenti
da quelle studiate sui libri di storia. Ci sono le tradizionali che impiegano
bombe e tutto l’armamentario bellico conosciuto e sconosciuto ai più quali le
guerre batteriologiche. E ci sono le guerre economiche che influenzano i
mercati.
Lo scenario è vastissimo. L’artista. Il creativo, non può
stare a lisciare le tele e neppure tentare di costruire equilibri cromatici o
segniche sulle superfici.
L’artista, questa volta “Romanticamente” determinato dalle
immagini e dalle parole incessanti che sgorgano dai mass-media, costruisce realtà
non virtuali, anzi rende concrete le immagini che hanno bussato alla sua
sensibilità; e adopera le notizie suffragate dalle immagini proponendole con
pathos.
La narrazione rimaneggiata si fa testimonianza di ciò che è
la realtà! L’artista denuncia quanto accade fuori dal nostro campo d’azione, convinto
che arrivi a quanti sono connessi in tempo reale, magari distratti da altri
progetti. Le scene cruente prodotte dalla bestia che c’è in ciascuno di noi
hanno bisogno di sedimentare. Restare nelle teste e nelle coscienze giusto il
tempo d’indignarsi. E rigurgitare il maleficio sublimato.
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