A proposito di sanità. Tra burocrazie e famelicità sparse ...
Se pensiamo che fino a qualche anno addietro tutti , ma proprio tutti avevamo la possibilità di curarci ed essere all’occorrenza “ricoverati in ospedale” per gli accertamenti del caso. Una questione squisitamente sociale voluta dalla nostra bellissima Carta della Costituzione e messa in atto dalla volontà politica della tanto bistrattata prima repubblica.
Veniamo ai fatti. Oggi quella volontà non esiste! È stata
abortita dall’indolenza collettiva e dall’avidità dei predatori che si sono
messi attorno al capezzolo dell’affaire sanità. Non a caso la Calabria è stata
commissariata per decenni!
In Calabria, forse si soffre di più rispetto al resto d’Italia.
Da noi è forte l’esodo migratorio verso le regioni ritenute all’avanguardia. Gli
affetti da patologie serie guardano alle strutture sanitarie del nord come alla
fonte dei miracoli di Lourdes. Si parte con la speranza di debellare il male,
guardando e confidando nel luminare suggerito dai parenti o dagli amici che ti
dà ascolto solo dopo avere saldato una lauta parcella a suo favore. Il loro
tempo è denaro! E al diavolo Ippocrate.
Qui, nell’inferno della burocrazia e dei call center
dedicati dalla regione ai servizi al cittadino è tutto aleatorio; le sofferenze
fisiche e psichiche, le esigenze reali connesse al malessere indotto da
patologie definite patologicamente inguaribili e con le quali si deve convivere
fino alla morte.
Il calvario si amplifica se alla condizione preesistente e cronica si
aggiunge qualche effetto collaterale e si ha bisogno di uno specialista.
Fare una visita specialistica con il ssn e regionale è una
vincita al lotto!
La prima data utile, la più vicina è possibile che sia
fissata tra5/6 mesi se si è fortunati, altrimenti dopo un anno. Vale a dire che
in caso di un tumore, sempreché trattabile chirurgicamente e relativa chemio o
radio, arriva prima la donna nera con la falce piuttosto che il “luminare” del
settore.
Allora, è logico, anzi gioco forza di quanti ci tengono a
vivere ancora qualche ora di vita terrena, ripiegare sul “privato”.
Privato che se la tira pure! Il luminare alza una barriera
filtrata da una segreteria efficiente, ben attrezzata di computer e relativi
file dedicati ai pazienti con un piano di rateizzazione, eventualmente, per le
cure lunghe, i consulti e gli interventi che a volte riescono ad essere
inseriti e fatti accreditare dal servizio sanitario nazionale.
Parole e tensioni a parte, la Salute è un fatto economico. Non
una questione morale, ma di soldi!
Morire di sanità non è un'esagerazione per quanti non possono permettersi cure e visite a pagamento e perciò si affidano alla Divina Provvidenza.