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"dematerializzazione dell'opera. ©miannino2025" |
Mario Iannino e l’affascinante ricerca sulla “poetica della
visione”:
La Poetica della Visione; Visione e Linguaggio.
Iannino è un artista calabrese attivo da oltre mezzo secolo,
noto per la sua ricerca tra studio semantico, poesia visiva e comunicazione
percettiva.
La sua arte esplora i “linguaggi mutevoli”, come recita il
titolo della sua mostra a Catanzaro, dove oltre 80 opere raccontano un percorso
di trasformazione e riflessione.
Per Iannino, ciò che ci comunica emozione o senso deve
essere sublimato: l’arte diventa un filtro poetico della realtà.
Temi e Tecniche
Lavora con segno, gesto e figurazione, come suggerisce anche
il titolo del suo libro “Saggezza e utopia nei linguaggi dell’arte”.
La sua poetica si fonda su un equilibrio tra utopia e
saggezza, tra intuizione visiva e riflessione concettuale.
Le sue opere sono
spesso stratificate, sia visivamente che simbolicamente, e invitano a una
lettura lenta, quasi meditativa.
Artista-filosofo, Iannino non è solo un pittore, ma un
pensatore visivo: ogni opera è un frammento di un discorso più ampio sulla percezione,
sul tempo, e sul senso dell’immagine.
La sua arte non urla, ma sussurra: è fatta di silenzi,
pause, e intuizioni che si rivelano solo a chi osserva con attenzione i lavori
realizzati su sfondi neutri, quasi monocromi, con tracce di lettere o simboli
sparsi, come frammenti di un discorso interrotto:
- Una figura geometrica sospesa, forse un cerchio o un
quadrato incompleto.
- Una linea sottile che attraversa la tela, come un pensiero
che cerca direzione.
Il fondo neutro
rappresenta il silenzio, lo spazio mentale.
- I simboli sono segni linguistici: parole che non si
dicono, ma si intuiscono.
- La figura geometrica è l’utopia: una forma perfetta ma
irraggiungibile.
- La linea è il tempo o il pensiero che attraversa la
visione, lasciando una traccia.
Mario Iannino è un artista calabrese noto per le sue opere
polimateriche, che combinano materiali diversi per creare composizioni visive
dense di significato simbolico e sociale. Ecco una panoramica delle sue opere e
del suo stile:
Temi e Stile
Polimaterico: Iannino utilizza materiali eterogenei (legno,
metallo, tessuti, carta, plastica) per dare profondità e texture alle sue
opere.
Simbolismo figurale: Le sue composizioni spesso contengono
simboli e figure che rimandano a concetti di comunicazione, identità e società.
Poesia visiva: Le sue opere sono spesso accompagnate da
testi o titoli evocativi che amplificano il messaggio visivo.
Impegno sociale: Alcune opere affrontano temi politici e
sociali, come in “Fuori dal coro” o “Il volo”.
Opere Rilevanti
Titolo: Fuori dal
coro; Pittura polimaterica; Dove vederla:
Celeste Network](https://www.premioceleste.it/opera/ido:108211/
Autoritratto; Grafica digitale ; Ritratto. Politico/Sociale
Il volo; Pittura, minimalismo; Politico/Sociale Celeste Network
Polimaterico; Pittura astratto/informale, Ricerca materica; Celeste
Network.
Analisi dell'opera:
Tecnica: Pittura minimalista a tecnica mista che include materiali
diversi ( legno, carta, tessuti, pigmenti acrilici).
Stile: L'opera si colloca nel filone minimalista, ma con una
forte componente materica. Le superfici sono trattate in modo da evocare
texture e profondità, quasi scultoree.
Tema: L'opera riflette sulla memoria dell’oggetto conservato,
suggerendo un dialogo tra passato e presente, tra materia e significato.
Colore e forma: Le cromie sono sobrie, spesso dominate da
toni neutri o terrosi, con forme geometriche o astratte che emergono dalla
superficie.
Interpretazione:
"Polimaterico" non è solo una tecnica, ma anche un
concetto: l’idea che ogni materiale porti con sé una storia, un’identità.
Iannino sembra voler trasformare l’oggetto quotidiano in simbolo, elevandolo a
elemento poetico e riflessivo. L’opera invita lo spettatore a interrogarsi su
ciò che è visibile e ciò che è nascosto, su ciò che resta e ciò che si perde.
Mostre e Riconoscimenti:
"Linguaggi mutevoli" (2024): Mostra personale a
Catanzaro con oltre 80 opere. Esplora il tema della comunicazione attraverso
arte visiva, polimaterica, fotografia digitale, narrazione simbolica
dematerializzata.
- Attivo da oltre 50 anni, Iannino ha collaborato con enti
pubblici e privati, aprendo anche il suo studio ai giovani artisti.
Il lavoro di Mario Iannino si distingue nel panorama dell’arte
contemporanea per la sua ricerca semantica, l’uso di materiali polimaterici e
una forte componente di oesia visiva. Ecco un confronto con altri artisti
contemporanei per evidenziare le sue peculiarità:
1. Mario Iannino vs. Alberto Burri:
Tecnica | Polimaterico, collage, pittura | Combustione,
sacchi, plastiche |
| Temi | Comunicazione, simbolismo, società | Materia,
trauma, ricostruzione |
| Approccio | Poetico e concettuale | Materico e drammatico
|
Confronto: Entrambi usano materiali non convenzionali, ma
Iannino tende a sublimare il messaggio attraverso simboli e parole, mentre
Burri esprime il dolore e la memoria attraverso la materia stessa.
2. Mario Iannino vs. Joseph Beuys
| Linguaggio | Simbolico e visivo | Concettuale e
performativo |
| Materiali | Misti, quotidiani, poetici | Feltro, grasso,
oggetti carichi di significato |
| Finalità | Stimolare riflessione estetica e sociale |
Attivare coscienza politica e spirituale |
Confronto: Entrambi vedono l’arte come strumento di
comunicazione, ma Beuys è più radicale e performativo, mentre Iannino lavora su
un piano più lirico e visivo.
3. Mario Iannino vs. Mimmo Rotella
| Tecnica | Pittura e collage polimaterico | Décollage,
manifesti strappati |
| Temi | Comunicazione, identità, memoria | Cultura di
massa, pubblicità, ironia |
| Estetica | Intima e riflessiva | Pop e provocatoria |
Confronto: Entrambi riflettono sulla comunicazione, ma
Rotella lo fa in chiave pop e ironica, mentre Iannino adotta un tono più introspettivo
e simbolico.
In sintesi, Mario Iannino si colloca in una linea di artisti
che trasformano la materia in linguaggio, ma lo fa con una voce unica: delicata,
poetica e profondamente umana.
Testo critico: Il linguaggio silenzioso di Mario Iannino:
Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Mario Iannino
si distingue per una ricerca visiva che fonde materia, simbolo e silenzio. Le
sue opere polimateriche, come quelle presentate nel post “Simbologie figurali
nelle opere polimateriche” (novembre 2009), non sono semplici composizioni
estetiche, ma veri e propri testi visivi. Ogni frammento, ogni materiale, ogni
figura stilizzata è un segno che parla, che interroga, che resiste.
In una delle opere più emblematiche del post, una figura
totemica emerge da uno sfondo denso e stratificato. Non ha volto, ma ha
presenza. Non ha voce, ma comunica. È l’archetipo dell’individuo contemporaneo:
isolato, osservante, silenzioso. Iannino non cerca la spettacolarità, ma la “densità
semantica”. La carta diventa fragilità, il legno memoria, il tessuto identità.
L’opera è un palinsesto di significati, un luogo in cui la materia si fa
linguaggio.
Come scrive l’artista: “L’opera non è solo da guardare, ma
da leggere. Ogni segno è parola, ogni materia è voce.”
In questo senso, Iannino si avvicina alla tradizione dell’arte
povera e dell’arte concettuale, ma con una voce lirica e personale. Le sue
opere non gridano: sussurrano. E in quel sussurro c’è tutta la forza di un
pensiero che non ha bisogno di rumore per farsi sentire.
Robert Rauschenberg, Emilio Vedova e Mario Iannino
rappresentano tre visioni artistiche radicali, ciascuna con una propria
grammatica visiva, ma accomunate da una tensione verso la materia, il gesto e
il significato.
Rauschenberg, celebrato nel 2025 con la mostra “Rauschenberg
e il Novecento” al Museo del Novecento di Milano, è noto per i suoi combine
paintings e assemblaggi che fondono oggetti di scarto, fotografia e pittura. La
sua arte è contaminazione pura: rompe le barriere tra linguaggi e materiali,
dialogando con l’Arte Povera, il Futurismo e persino con Burri e Schifano.
Emilio Vedova, maestro dell’informale italiano, ha usato il
gesto pittorico come atto politico e umano. I suoi “Plurimi” sono strutture
mobili, esplosive, che sfidano lo spazio e il tempo. Vedova e Rauschenberg
condividono una spinta verso l’arte come esperienza fisica e sociale, anche se
con esiti formali molto diversi.
Mario Iannino, artista e autore calabrese, lavora su un
piano più intimo e semantico. Le sue opere polimateriche e la sua poesia visiva
esplorano il linguaggio, il segno e la sublimazione del senso. In mostra a
Catanzaro con *Linguaggi mutevoli*, ha proposto oltre 80 opere che riflettono
sull’ambiguità della comunicazione e sull’identità visiva.
Immaginiamo una mostra che li metta in dialogo: Rauschenberg
con i suoi oggetti trovati, Vedova con le sue tele in rivolta, Iannino con le
sue riflessioni sul segno. Sarebbe un viaggio tra caos, gesto e significato:
Mario Iannino è un artista e autore nato nel luglio 1953 a
Catanzaro, dove vive e lavora. La sua ricerca artistica si sviluppa da oltre
mezzo secolo e si distingue per un approccio polimaterico, che fonde pittura,
grafica digitale, poesia visiva e riflessione semantica.
Ecco alcuni aspetti salienti del suo lavoro:
Le sue opere spaziano dall’astratto informale al
politico/sociale, con titoli come Fuori dal coro e Il volo, che riflettono un
impegno critico e poetico.
- Ha pubblicato libri come Segno, gesto, figurazione e
Appunti di grafia creativa, che approfondiscono la teoria e la pratica del
disegno e dell’arte come linguaggio.
Immaginiamo un percorso espositivo che veda i tre insieme,
dal titolo:
“Materia Mutante: Segni, Gesti, Relitti”, per un percorso
immersivo per esplorare la trasformazione della materia e il linguaggio visivo
come gesto radicale, politico e poetico degli artisti in esame.
Rauschenberg, l’anfitrione, introduce il pubblico alla
contaminazione, quindi: oggetti trovati, fotografie, segni casuali trasformati in
arte.
Vedova, esprime il caos interiore e politico attraverso la
pittura gestuale, esplosiva, con i suoi “Plurimi” mobili.
Iannino, invita a una riflessione semantica e filosofica sul
segno, il linguaggio e la visione, tra polimatericità e poesia visiva.
Percorso espositivo del nostro avveniristico viaggio:
2. Sezione 1 – Relitti visivi: le “combine” di Rauschenberg
accanto a “detriti” poetici di Iannino.
3. Sezione 2 – Caos & Gesto: grandi tele di Vedova in
dialogo con le superfici ritmiche di Iannino.
4. Sezione 3 – Sublimazioni: lavori recenti di Iannino con
testi, segni e materiali; accanto, opere minori di Rauschenberg che giocano con
la sottrazione.
Punti di riflessione:
Che cos’è la materia quando è simbolo?
Il gesto può tradurre il pensiero?
Il caos visivo è disordine o potenziale linguistico?
In un’epoca in cui il linguaggio si frantuma e la materia
prende parola, tre artisti ci guidano oltre le apparenze: Robert Rauschenberg, Emilio
Vedova, Mario Iannino.
Questa “mostra virtuale” non è un semplice tributo è una
tensione viva, un attraversamento di mondi sensibili che hanno dato vita al
gesto e al pensiero creativo.
Rauschenberg ci offre oggetti dimenticati, relitti della
realtà, assemblati con l’urgenza di chi cerca senso nel caos. Vedova ci investe
col suo gesto esplosivo, con tele che gridano spazio e tempo. Iannino ci
conduce sul sentiero del segno, là dove la parola si dissolve e il senso muta.
“Materia Mutante”, questo il titolo dell’immaginifica “mostra
virtuale” è una mappa, non una risposta. È un viaggio tra ciò che resta e ciò
che nasce.
Nel contatto tra i tre, si apre un varco: il gesto che
diventa pensiero, il segno che si fa carne, il relitto che si fa poema.