Non eravamo ancora in emergenza coronavirus, il tono
inconfondibile del telefono m’informa che c’è un messaggio in segreteria: “ho
incontrato Franco Nisticò a lido,
sarebbe contento se facessimo una cena coi vecchi compagni di scuola, ci sei?”.
Purtroppo quella cena non c’è stata. L’avevamo postdatata,
fiduciosi. E oggi apprendo della sua scomparsa. Franco non potrà più sedere al tavolo insieme a noi.
È un periodo negativo.
Diversi amici e conoscenti hanno detto ciao al mondo e alle
sue lusinghe e sono partiti per l’ultimo viaggio che, per i credenti, è l’inizio
di una nuova realtà. Una realtà incorporea. Mistica per alcuni, spirituale.
Il copro astrale, fatto di spirito, etereo, impalpabile, non
muore mai e sta vicino ai propri cari, agli amici che più ha amato. Questo perlomeno
dicono gli esoterici e i mistici.
Franco lo conoscevo fin dai tempi della scuola superiore. E anche
prima, quando facevamo Interminabili partite dietro lo stadio, alla colombaia,
vicino al cimitero, nei campetti in terra battuta frequentati da noi ragazzi
del rione “stadio”, e lui che beveva un litro di latte a fine partita per reidratarsi.
“Me l’ha consigliato il mister”. Diceva. Giocava bene a calcio Franco. E poi
era molto affettuoso. Premuroso con gli amici e attento a non ferirli.
Come sempre la vita ci fa fare giri pindarici. Crediamo di avere tempo a disposizione e invece...
Non abbiamo fatto “l’ultima cena” ma ci siamo incontrati
qualche mese dopo avere deciso di farla.
Il fato ha deciso per noi. Ci siamo rivisti in una stazione di servizio. Al self service. Facevamo rifornimento entrambi. Lui arrivò dopo di me. Scese dalla 500 e ci abbracciammo.
Franco mi rinnovò l’invito. Ho incontrato Pino (Giuseppe de Santis) l’altro giorno. Sì lo so mi ha mandato un messaggio. … ma tu come stai? Non tanto bene, rispose. (...)
Il fato ha deciso per noi. Ci siamo rivisti in una stazione di servizio. Al self service. Facevamo rifornimento entrambi. Lui arrivò dopo di me. Scese dalla 500 e ci abbracciammo.
Franco mi rinnovò l’invito. Ho incontrato Pino (Giuseppe de Santis) l’altro giorno. Sì lo so mi ha mandato un messaggio. … ma tu come stai? Non tanto bene, rispose. (...)
Avremmo voluto vederci ancora. Parlare. Ricordare i tempi
della scuola. Raccontare aneddoti di professori e compagni di classe. non è stato possibile.
Ciao Franco. Dispiace non avere potuto mantenere fede
all'appuntamento. Lo so, non è dipeso da noi... riposa in pace. E che la terra ti sia lieve
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