Caro don Giovanni mi hai spiazzato.
La tua veemenza mi ha destabilizzato.
Ti ricordavo calmo e riflessivo quando facevi salotto nelle
trasmissioni popolari in tv. Sempre attento a non uscire fuori le
riga davi a ogni problema l'adeguata soluzione da buon pastore. E
adesso ch'è successo?
Nessuno dice che voi preti non sapete
fare il vostro mestiere. Lo sappiamo tutti che siete persone
responsabili. Però se il primo Ministro fa una ordinanza la dobbiamo
rispettare tutti. Anche perché poi ci sarebbero le altre confessioni
e i rispettivi raduni. Non che gli altri siano meno accorti e attenti
ma il virus non è che guarda i luoghi per propagarsi. E se si dice
NO agli assembramenti un motivo ci sarà!
Vogliamo vanificare i sacrifici fatti
fin qui? Eppoi ogni luogo è un tempio di Dio se lo si vuole!
Già, mi pare di ricordare che qualcuno
disse: non fatevi immagini di me (cito a memoria) Io sono ovunque...
Allora? Se ci tenete alla salute
dell'Anima e del corpo, poiché “il copro è “il Tempio di
Cristo” dov'è la differenza tra il pregare in casa e andare in
chiesa?
Da illuminato teologo quale tu sei,
caro don Giovanni, saprai trovare una scappatoia e motiverai con
dovizia di particolari la furibonda accusa nei confronti del
presidente Conte ma... salvo che non avvenga un miracolo, in chiesa,
come nelle altre zone di culto o di semplice affluenza di più
persone, per adesso è bene stare lontani.
Meno male che c'è Francesco!
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