Se non ricordo male al tempo della caduta del “muro di
Berlino” tutti abbiamo gioito. Abbiamo gridato forte la nostra felicità per la
riunificazione delle famiglie tedesche che erano state divise, fisicamente, con
un cordone di filo spinato prima, e, da un muro di cemento, poi. Persone rimaste
loro malgrado, nel giro di poche ore, prigioniere in campi avversi. Parenti,
conoscenti, fidanzati che per potersi vedere dovevano infrengere la legge dei
despoti.
L’assurda decisione politica dei leader tedeschi divise in
due Berlino! e chi si trovava dall’altra parte della città nella fatidica notte
del 13 agosto 1961 non potè fare ritorno nella propria casa.
Il crollo del muro avvenne nel novembre del 1989; il nove
novembre. E noi gioimmo.
Empatia a parte, scorrendo le cronache dell’epoca e
spulciando tra le news c’è una nota snella di Milena Gabanelli che illustra il
prezzo pagato dal resto del mondo per la riunificazione della Germania.
L’Italia partecipò con 39,6 miliardi e l’Europa 37,1
miliardi di €.
ricordi ANCHE TU
Angela?
Se si vuole dare reale corpo concretamente all'unione degli stati europei questo è il momento per dimostrazioni nette, senza tentennamenti, bandendo gli egoismi e gli interessi dei singoli stati, favorendo al singolo stato l'interesse comune di tutta l'Europa anche a costo di sacrifici collettivi dei quali non si conosce la durata e il prezzo finale da pagare. Altrimenti non vi è motivo che esista una UE concepita su norme economiche e di freddi bilanci nazionalisti
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