-di Antonio Levato-
Essere precari è una disgrazia. Essere o restare senza
lavoro è una tragedia. Disgrazia o tragedia, essere senza lavoro è la
condizione evolutiva nel sistema capitalistico e il suo tramonto è un evento epocale
che dovrebbe vedere moltitudini sterminate in rivolta. Invece non accade nulla.
Eppure, esattamente un secolo e mezzo fa, qualcosa di meno tragico, come la
tassa sul macinato, ebbe effetti esplosivi. C’è qualcosa che non torna. Ora che
con il virus anche i governi, in genere assai più sensibili all’andamento dello
spread che alla salute pubblica, sconsigliano, e a volte decretano, di non
lavorare vuol dire che siamo alla frutta (geneticamente modificata). Se oltre a
sconsigliarlo, il lavoro viene vietato, s’intende per ragioni superiori di
salute pubblica, pure a quelli che ne hanno assoluto bisogno e senza offrire
contropartite, vuol dire che siamo all’impazzimento e non lo sappiamo. Perché,
è chiaro, chi è impazzito non lo sa, sennò non sarebbe pazzo. Ora finché il
precario, il mille mestieri che vive di lavoretti, il rom che vive della
raccolta del ferro, la badante ad ore, l’immigrato parcheggiatore abusivo, e se
vogliamo dirla tutta pure lo spacciatore racimolano il poco, ma necessario alla
“vita minima”, il resto dell’umanità può continuare tranquillo con il suo
divanato #iorestoacasa. Oppure per dirla diversamente:
finché, i soldi circolano e qualcosa “gocciola” pure in quelle mani, la vita
non è atroce e si può anche guardare la televisione. Ma se questa condizione di
fermo generale dovesse prolungarsi e quel “gocciolamento” dovesse prosciugarsi
con chi prendersela? Col Covid, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Inps, con i
tamponi? E la prevedibile gente in strada a dare l’assalto ai forni, oggi
supermercati, da chi verrebbe fronteggiata? Dal volontariato, dalle dame di
carità o dagli autoblindo dell’esercito già ora sulle strade? Il generale De
Gaulle diceva che un paese come la Francia capace di produrre 1400 qualità di
formaggi non sarebbe mai potuto decadere. Dubito che oggi lo ripeterebbe. Nel
nostro piccolo noi abbiamo la pizza e Draghi prossimo capo del governo, così
auspicano tanti, troppi.
Abbiamo anche una grande manifattura che, al posto di
mascherine e di camici per il personale sanitario, produce i più belli abiti da
sposa in Europa. Sento un bisogno irrefrenabile di lanciare piatti e conserve
contro le pareti.
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