Opportunità e dubbi.
Da qualche giorno abbiamo portato le
lancette dell'orologio indietro di una ora. E da qualche anno siamo
stati costretti a munirci di decoder per ricevere i programmi tv.
A marzo prossimo porteremo le lancette
avanti di un'ora e forse dovremo ricomprare un decodere tv di seconda
generazione.
Secondo le direttive europee le
frequenze tv cambieranno per dare la possibilità alla telefonia 5G
di trasmettere dati più velocemente.
A definire le modalità del passaggio
che porterà la nuova tv nelle case degli italiani è l'Articolo 89
della Legge di Bilancio.
Il primo appuntamento è affidato all'Autorità per le garanzie
nelle comunicazioni che entro il 31 marzo 2018, quindi in tempi
strettissimi, dovrà definire le procedure per l'assegnazione dei
diritti d'uso di frequenze radioelettriche', con lo scopo di rendere
i televisori strumenti di multipla fruizione tecnologica, con una
copertura più ampia possibile del territorio nazionale ma con una
particolare attenzione all'annoso problema delle interferenze con i
paesi confinanti, dove spesso le frequenze si sovrappongono.
Il passaggio successivo sarà entro il 30 settembre del 2018,
quando il Ministero dello sviluppo economico provvederà
all'assegnazione dei diritti d'uso della delle frequenze in banda
larga con disponibilità dal 1 luglio 2022.
Poi sarà l'Agcom ad adottare entro il 31 maggio del 2018 il piano
nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio
televisivo in digitale terrestre, ovvero il PNAF 2018, in
considerazione delle codifiche o gli standard più avanzati in base
al nuovo standard di trasmissione denominato DVB-T2, cioè il nuovo
digitale terrestre.
Comunque un po' di tempo ce l'abbiamo per fare fronte alla nuova
spesa.
Sarà entro il 28 febbraio del 2019 che avverrà il rilascio da
parte del Ministero dello sviluppo economico dei diritti d'uso, che
prevedono per il servizio pubblico ''radiofonico, televisivo e
multimediale sino al 40% della capacità trasmissiva del multiplex
regionale''.
Il periodo transitorio vero e proprio poi avverrà tra il primo
gennaio 2020 e il 30 giugno 2022
Con la nuova rivoluzione del digitale
nelle case degli italiani entreranno nuove numerazioni sul
telecomando e apparecchi televisivi adeguati ai nuovi standard in
vendita già dal 2017. Dovranno anche essere adeguate le antenne
centralizzate dei condomini
Per tutto questo la legge di Bilancio
mette sul piatto 100 milioni di euro entro il 2022 come contributo
alle famiglie per l'adeguamento delle tv in vista dello switch off.
La norma prevede infatti un contributo ai costi a carico degli utenti
finali per l'acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva (tv
o decoder) per il passaggio al nuovo standard DVB-T2. Sono quindi
"assegnati 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi
finanziari 2019-2022".
Ancora, però, non si conoscono i
termini dei contributi che il governo assegnerà alle famiglie.
Saranno, forse assegnati in base al canone d'abbonamento alla tv
inserito stabilmente nelle bollette dell'energia elettrica? E con
quale criterio?
Di fatto nelle famiglie si assommerà
un nuovo problema dai benefici dubbi imposto dalla evoluzione
tecnologica.