Monti inizia a preoccupare perché le
sue esternazioni lo conducono a tenere le distanze dalla gente, dalle
preoccupazioni dei cittadini e dalla realtà del Paese.
Monti, in Germania confida che il non
essere un politico di professione lo rende più responsabile: «Non
devo rispondere agli elettori ma a un Parlamento dove ottenere la
fiducia, non devo scendere in strada per trovare voti. Questo mi
rende però molto più responsabile, non meno».
Vero! Ma forse il professore dimentica
da chi è composto il Parlamento attuale e chi sono i politici che lo
assediano e quanto siano stimati dal “popolo”.
Tra le preoccupazioni generali del
momento una vecchia “novità” rispunta caldeggiata dal
Presidente del Consiglio, sempre
annunciata a Berlino: il Governo sta lavorando a uno strumento per la
vendita degli asset pubblici. E, a chi gli chiede se escluda la
cessione dell'attivo del settore pubblico, Monti risponde con
prontezza: «Non solo non la escludiamo ma la stiamo preparando e
presto seguiranno atti concreti. Abbiamo predisposto veicoli, fondi
mobiliari e immobiliari, attraverso i quali convogliare, in vista di
cessioni, attività del settore pubblico, prevalentemente a livello
regionale e comunale».
E' come dichiarare apertamente la volontà di abdicazione del sociale e cedere i
gioielli di famiglia a chi detiene il potere economico e causato gran parte dei mali attuali che, quindi, può
continuare ad affamare, fare il bello e cattivo tempo specie dopo
avere acquisito i diritti dei beni comuni finora mal gestiti da una classe politica asservita.
Possibile che territorio e monumenti,
demanio e attività che servono la comunità possano produrre ricchezza
solo quando sotto padrone privato?
Può darsi che mi sfugga qualcosa... ma
la preoccupazione per un “sociale privatistico che bada al guadagno
personalistico a discapito dei deboli” resta.
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