Il gesto di Pino Pingitore è la
risultante di un'azione pittorica dalle radici profonde maturata nel
tempo. E nonostante ci sia un certo rigore personale si riscontrano
citazioni storicizzate che vanno dall'astrazione geometrica di
Mondrian alle velature di Morris. Le opere esposte nella galleria
catanzarese “arte spazio” si prestano al modello di lettura
citazionistico per l'impalcatura consolidata alla continua ricerca
dell'equilibrio spaziotemporale geometrico che man mano si spande
fino a diventare ombra, luce, trasparenza, elementi, comunque,
condizionati dalla volontà dell'autore.
Difficile definirlo o associarlo ad una
corrente specifica, a qualcosa di già consacrato. Ecco, sì, si
possono fare delle considerazioni, contestualizzare il lavoro di
Pingitore nell'atemporalità linguistica dell'arte ma niente di più.
Come già accennato, le opere esposte
suggeriscono poetiche conosciute, quali l'astrattismo geometrico che
prende il via da Mondrian, ma gli spazi elastici di Pino Pingitore
per certi aspetti riconducono anche alla pittura velata di Morris.
In Pino le velature e le linee di
colore seguono un andamento quieto, rilassante anche nei toni. E non
tragga in inganno la presunta assenza della figurazione che vuole
l'esaltazione delle forme conosciute definite iper nelle ultime
tendenze o personalizzate nell'espressionismo! La pittura di Pingitore è
musica lieve che induce a seguire con lo sguardo e con l'anima la
fluida essenza degli spazi corporei ma eterei dei supporti che
accolgono e rilasciano meditata sensibilità.
Inutile, quindi, tentare assonanze,
l'artista cita solo se stesso.
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