Oh guarda chi c'è!
Ritorna. Più di qualcuno ritorna
dimostrando affabilità. E riproponendo come se fosse la prima volta
impegno e fedeltà alle sacrosante questioni del lavoro e della
famiglia. Alla cultura!
Pacche sulle spalle. Qualche
rimprovero bonario per l'assenza involontaria all'immancabile
passeggiata in piazza. “Ma che vuoi. Siamo troppo impegnati.
Comunque ci si sente su wazapp o feisbuk. A paroposito l'hai letto
quel msgino? Mi raccomando. Ci tengo! Ma teniamoci in contatto dai...
dopo le elezioni sono a tua disposizione”.
La guerra all'ultimo voto è iniziata
da un pezzo. Donne e uomini impegnati a mantenere il potere politico
si rifanno vivi. Promettono il mondo.
C'è chi invoca uguaglianza e diritti.
Chi mette in primo piano la persona e il diritto alla vita; chi
invece vuole e ritiene giusto incoraggiare i mercati invogliando a
scommettere sull'Italia. Parole che antepongono per lo più la
ricchezza dei mercati ai valori umani. E giù tutti a dire la propria
ricetta salvifica: fuori gli immigrati, senza però conoscere i
drammi che queste persone sopportano dai caporali e dai datori di
lavoro: un euro a cassetta ed è grasso che cola se a fine giornata
sono riusciti a guadagnare 20€. senza contare che la loro giornata
si quantifica in 13/14 ore di lavoro nei campi a raccogliere agrumi,
pomodori e quant'altro.
E c'è anche il nodo inps da
sciogliere. I gradini della Fornero. Le pensioni d'oro intoccabili.
Le baby pensioni degli statali, cioè gente che è in pensione da
oltre trent'anni e che forse fanno un doppio lavoro a discapito di
tanti che il lavoro stentano a trovarlo.
Insomma è un ginepraio difficile da
districare ma che tutti i concorrenti al parlamento e al senato
tirano fuori dal cilindro e sbavano.
Ma è di questo che abbiamo bisogno?