Quando l'abusivo intimidisce
Ehi hai lasciato la macchina là? Non può stare devo lavorare!
Che dici? –rispondo all'uomo che mi viene dietro.
È tua la macchina?
Sì, è mia, cosa c’è che non va?
Devo lavorare. Non può stare!
Forse intralcia i lavori. O l’accesso di qualche mezzo del
cantiere. Penso, mentre ritorno sui miei passi, in direzione della macchina.
In effetti l’ho lasciata
a ridosso delle transenne di un fabbricato in via di ristrutturazione, un
palazzo popolare situato di fronte lo stadio di Catanzaro, ben avvolto nella
rete protettiva edile.
Il ragazzone nero, che credevo fosse un operaio del cantiere
addetto a tenere lontane le macchine, mi precede. Arrivato vicino alla mia
macchina si gira. Siamo a tu per tu. Ha una vistosa cicatrice sulla guancia
sinistra, alcuni graffi sul volto e una ferita aperta sulla fronte.
Io lavoro. Dammi qualcosa per mangiare se no non può stare. Mi
dice deciso.
Ah! Mi hai fatto tornare indietro per questo?
Che altro aggiungere? Questo è quanto mi è capitato
stamattina.
immigrato, ambulante |
Intanto, per i catanzaresi, la circolazione in auto è diventata un incubo.
Tra zone blu e parcheggiatori abusivi che si avventano come avvoltoi sui malcapitati automobilisti, è veramente impossibile parcheggiare nei pressi dell'ospedale, luogo infausto già di suo, e, persino nei parcheggi dei supermercati.
Di sicuro, il parcheggiatore abusivo è ben lontano dal volersi integrare, contrariamente ai tantissimi venditori ambulanti estivi e ai lavoratori extracomunitari che cercano di guadagnarsi da mangiare lavorando dignitosamente senza intimidire nessuno.
Di sicuro, il parcheggiatore abusivo è ben lontano dal volersi integrare, contrariamente ai tantissimi venditori ambulanti estivi e ai lavoratori extracomunitari che cercano di guadagnarsi da mangiare lavorando dignitosamente senza intimidire nessuno.
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