103 giorni!
Sono trascorsi dall'inizio dell'assedio russo, anzi, è più corretto dire, dell'incursione ordinata da Putin alle sue milizie per sopraffare uno Stato sovrano confinante con la Russia.
I mezzi di comunicazione di massa ci aggiornano continuamente sulle brutture della guerra in Ucraina.
Minuto per minuto le immagini catastrofiche inondano i devices di tutto il mondo democratico e per democratico intendo i Paesi emancipati dalle autarchie dispotiche.
Macerie. Rovine fisiche e psicologiche elargite con faciloneria annichiliscono cittadini ignari e incolpevoli. E pensare che tutto ebbe inizio sotto il segno di una Z che per i soldatini russi significava “esercitazione militare” e non assedio, offensiva, abuso su un popolo sovrano.
Poi le notizie si son fatte più dettagliate: violenze di ogni genere sulle persone inermi: stupri, devastazioni, saccheggi...
Adesso si parla di pirateria! Di saccheggi del grano ucraino venduto a basso prezzo dai russi nei paesi depressi. Come dire: vedete siamo brava gente! Regaliamo a prezzi stracciati il grano ai paesi poveri. Intanto fonti certe testimoniano le ruberie ordinate dallo staff russo nonché il blocco delle navi ucraine dai porti del Donbas assediate.
Il grano ucraino è controllato da Putin!, che minaccia anche l'occidente e quanti continueranno a inviare armi di autodifesa alla resistenza ucraina.
Altro tasto dolente: l'invio di armi all'Ucraina a chi fa bene?
Si potrebbe optare per altre soluzioni per arrivare ad un cessate il fuoco immediato?
Siamo, sono arrivati al 103° giorno di guerra. E a pagarne le conseguenze peggiori sono sempre gli ultimi i più deboli.
Così non va bene!
La pace non deve essere armata militarmente!
La pace è una questione mentale. Una certezza conviviale che sfocia in serena amicizia