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mercoledì 21 agosto 2024

Archeologia industriale, cera una volta

 Catanzaro, Stazione di Catanzaro Sala ...



Gli eventi cambiano repentinamente il corso della vita. di solito si dice così. Ma cosa ha determinato l’abbandono del centro di smistamento ferroviario catanzarese? La stazione di Catanzaro Sala era un nodo storico della viabilità calabrese. Per lo meno così l’intendevo quando frequentavo per motivi di studio  la stazione. Il treno che da qui portava a Lamezia Terme e da lì a Napoli sferragliava sulle rotaie rumorosamente e i sedili in legno non erano invitanti per niente. Preferivo stare seduto sullo sgabello retrattile del corridoio piuttosto che sedere sulle panche in legno quando capitavano le carrozze di terza classe.

lunedì 27 agosto 2012

Calabria, il carattere di una regione

Svegliarsi ogni mattina con uno scenario simile davanti agli occhi non ha prezzo!


Ogni scarrafone è bello a mamma sojia.
Il bimbo è sempre bello agli occhi della madre. Quindi, perché stupirsi se i calabresi difendono coi denti la propria terra?
Una terra bellissima!
Descritta da Omero, Cassiodoro, Douglas e dai contemporanei che la visitano e rimangono incantati difronte a tanta bellezza.
Va beh, c'è qualche depuratore che non funzione; la raccolta differenziata inesistente e tantissimi soldi che girano attorno all'affare ecosistema. Quisquilie che navigano nel mare della politica al sud come al nord da sempre.
Se a questi problemi sommiamo i giochi sporchi di certi affaristi, l'affaire si trasforma in gestione disinvolta da imputare a ecomafie e affini. Ingredienti buoni per scoop giornalistici e antagonisti politici che fino all'altro ieri hanno governato e mantenuto gli stessi standard qualitativi ambientali perché preoccupati di assegnare incarichi a commissari incompetenti o comunque obbedienti alle direttive di chi tira le fila.
Il caso ilva o italsider, come si preferisce denominare o ricordare, ha inquinato per anni Taranto e ucciso lavoratori e cittadini che hanno vissuto sotto la cappa delle ciminiere dei grandi impianti siderurgici mal bonificati per via dell'enorme spesa che avrebbero dovuto affrontare i proprietari dell'azienda, è significativo.

In Calabria non ci sono grandi industrie da proteggere che consentono di trincerarsi dietro il metodo machiavellico del fine che giustifica i mezzi, cioè, il mantenimento del lavoro a scapito dell'ambiente (ma anche questa è una scusa), forse c'è qualche piccolo predatore che gioca a fare l'ammiraglio nel mare nostrum e questo non è ammissibile.

venerdì 15 aprile 2011

parlamentare a 18 anni e senatore a 25



Largo ai giovani!


“Abbassare da 25 a 18 anni la soglia di età richiesta per potere essere eletti deputati e da 40 a 25 quella per diventare senatori. Questo il contenuto di un disegno di legge costituzionale approvato dal governo su proposta dei ministri Giorgia Meloni e Roberto Calderoli che recepisce i contenuti di una proposta bipartisan avanzata lo scorso gennaio dai deputati Gozi e Graziano del Pd e Formichella e Centemero del Pdl.”

Ecco un modo concreto per creare nuove possibilità di lavoro ai vari “trota” che hanno sponsorizzazioni influenti; verrebbe da dire! Sì, perché un tempo si parlava di esperienza e di saggezza mentre oggi, vista la composizione dei due rami del parlamento, basta avere un bel corpo, bella presenza e cieco servilismo per accedere a importanti e delicati incarichi istituzionali. Poco importa se il paese va a rotoli e la cultura della solidarietà non attecchisce. Ooh: siamo pazzi? Direbbe, da buon romagnolo, Bersani. Siamo qui a pettinare le bambole?

È ora di fare Politica seria che dia risposte ai problemi nuovi derivanti dalla globalizzazione mondiale, che sappia accogliere e promuovere fonti di sostentamento laddove servono. Una politica al servizio della gente e non l’esatto contrario come avviene ora.
Mettiamo da parte le frasi ad effetto. Non sono questi i problemi della gente. E poi, mi piacerebbe sapere chi e quanti sarebbero i giovani che dovrebbero “guidare” il Bel Paese. Ma forse si riferiscono al paese di Bengodi, i parlamentari bipartisan che hanno partorito la genialata dei parlamentari bebè. E non hanno tutti i torti! visto che dopo 5 anni di cazzeggio totale e presa per i fondelli del popolo sovrano se ne vanno in pensione con un bel gruzzolo alla faccia del popolo sofferente e deriso che li aveva votati speranzoso.

domenica 4 aprile 2010

il nuovo consiglio regionale della calabria: nomi e ricorsi


Nulla di ufficiale ma alcuni nomi circolano già negli ambienti della politica calabrese e secondo le affermazioni di Pino Gentile rilasciate ad un settimanale lui dovrebbe essere il vicepresidente, mentre, in virtù di impegni già presi in tempi non sospetti,
Alberto Sarra e Michele Trematerra dovrebbero essere assessori certi.

se la notizia risulta vera, i possibili componenti della giunta regionale del presidente Scopelliti sono:
Pino Gentile, rieletto con oltre 14 mila preferenze, assessore al bilancio.
Franco Morelli, per il quale si parla delle delega all'Agricoltura.
Michele Trematerra rieletto nell'Udc a Cosenza;
Francesco Antonio Stillitani, eletto nella circoscrizione di Vibo Valentia.
Domenico Rizza, per la provincia di Crotone, non eletto all'assemblea ma comunque in corsa per un assessorato esterno.
In provincia di Catanzaro si fanno almeno tre nomi:
Piero Aiello, consigliere regionale da quasi vent'anni, assessore al Personale nella Giunta Chiaravalloti.
Tra i contendenti anche Sergio Abramo, ex sindaco del capoluogo di regione e candidato sconfitto alle regionali del 2005 per la presidenza;
Domenico, detto Mimmo,Tallini, consigliere regionale uscente, riconfermato nelle fila del Pdl.
Questi ultimi, dovrebbero avere incarichi di sottogoverno, con tutta probabilità responsabili di Unità operativa (sottosegretari).
Su Reggio Calabria il nome più accreditato è quello di Alberto Sarra, non candidato alle regionali ma “ripescato” da esterno.
Per la quota rosa due possibili designazioni:
Antonella Freno, delegata ai Grandi eventi, e Tilde Minasi, assessore alle Politiche sociali. Entrambe hanno ricoperto la delega di assessori comunali a Reggio Calabria.
mentre la presidenza del Consiglio sembra essere destinata a Franco Talarico, consigliere rieletto e segretario regionale dell'Udc.

Per il momento, l’unico dato certo è che il neopresidente Scopelliti, dichiara “necessario procedere ad una riorganizzazione della Regione facendo riferimento a quella classe dirigente che vuole cambiare tendenza affidandosi al principio della meritocrazia, che è quello di mettere a capo degli uffici i migliori. Il problema – citando testualmente Scopelliti – consiste nel trovare sintonia tra politica e burocrazia, compito certamente non facile. C’é inoltre l’esigenza di centralizzare nella cittadella di Catanzaro tutti gli uffici allo scopo di parlare finalmente un linguaggio comune in grado di costruire quella comunicazione e quel dialogo interno che sono mancati in questi ultimi anni. Chiameremo a raccolta chi vuole collaborare perché la nostra gente merita risposte da parte della politica”.
Scopelliti ha rivolto un pensiero alla gente comune che fuori da ogni logica di conflitto gli ha dato fiducia. E, sempre riferendosi a loro ha aggiunto “La Regione ha il dovere di ascoltare quei processi virtuosi capaci di dare una nuova dimensione alle nostre città, una dimensione vera”.

Dal canto suo Franco Corbelli, leader dei diritti civili, invita a sospendere ogni decisione perché annuncia una valanga di ricorsi elettorali in arrivo.

staremo a vedere. d'altronde è questione di pochi giorni.

giovedì 1 aprile 2010

passione politica e socialità


Non è vero che la gente è disattenta alle questioni della politica! Lo dimostrano le visite sul blog: oltre 1000 in un giorno. Tutti interessati a conoscere nomi e suffragi in elenco che indicano persone e coalizioni pronti a gestire la Calabria per i prossimi cinque anni.

Partiti e uomini alla linea di partenza, dunque, promotori di campagne politiche salvifiche, durante la chermesse elettorale, e ora attenti guardiani nelle assegnazioni delle deleghe che saranno attribuite, secondo una logica consolidata, in relazione al peso politico ed elettorale territoriale del personaggio in lizza.

Conoscendo le caratteristiche dei personaggi, esperienza politica e professionale, radicamento sul territorio, cultura e sensibilità, si potrebbe tentare un azzardo e valutare, secondo i parametri spartitori della politica e con un occhio rivolto al territorio, l’assegnazione delle deleghe ma senz’altro sarebbe un azzardo davvero! Spesso i criteri politici non collimano con il senso comune popolare tant’è che i mali atavici della Calabria e dell’Italia intera non sono stati ancora debellati e neanche attenuati. Anzi, tutt’altro! Il malumore popolare cresce ogni giorno di più. Aumenta a vari livelli; negli occupati e nei disoccupati, nei giovani e nei genitori. È una condizione esistenziale concreta, un’inquietudine generalizzata alla quale sono chiamati a dare soluzioni gli eletti dal popolo!

Le sensibilità ci sono nel consiglio regionale calabrese.
Auguriamo loro buon lavoro e speriamo bene!

giovedì 25 marzo 2010

la dittatura democratica del capo


Solitamente, quando si dice “popolo”, si pensa a una cosa amorfa priva di pensieri propri. Una “cosa” che richiede una guida; al pari di una macchina complessa che ha bisogno di un buon pilota, insomma qualcuno che la sappia pilotare verso nuovi traguardi. Traguardi, naturalmente positivi per la collettività e non per pochi eletti.
No, perché questi pensano che essere eletti dal popolo, non significa tutelare gl’interessi collettivi, nazionali, anche di coloro che hanno votato contro! No, questo concetto è incomprensibile per gli agitatori di tessere che alimentano polemiche odiose e non accettano correzioni o puntualizzazioni al proprio operato; e d’altronde le ultime notizie, senza contare le precedenti, divulgano le esternazioni del capo del governo contro i prefetti, i pm, i parlamentari i giornalisti che non si genuflettono…

No! Certamente una Nazione non può dipendere dagli umori del singolo. La democrazia è sinonimo di pluralità; confronto; ricerca e perseveranza, tutela del bene comune! E l’attuale governo, gli uomini dell’attuale governo hanno dimostrato il contrario.
Si sono resi ridicoli con vicende da avanspettacolo e sponsorizzazioni allucinanti come la lettura corale del giuramento "all'imperatore" fatto sul palco dai candidati (presidenti o vassalli?) regionali o il ministro incendiario che appicca il fuoco a un muro di cartone piuttosto che lavorare sodo e in sordina. Questi signori spettacolarizzano tutto, persino i fatti più intimi. Quei fatti che dovrebbero essere celati con pudore, per il proprio e l’altrui rispetto; lontani dalla morbosità voyeuristica dei talk show idioti.

giovedì 11 marzo 2010

Ambiguità dei politici, disgusto!


Mi ero ripromesso di non cadere nella trappola e di non scrivere più nulla in merito alla questione politica italiana, tanto è inutile: i despoti continuano a ignorare i suggerimenti che, spassionatamente, arrivano dai cittadini onesti. Cittadini che vorrebbero contribuire alla crescita culturale del Paese ma che si vedono tarpare le ali dall’arroganza del potere.

Come si può stare zitti e non urlare il disgusto che cresce dentro ognuno di noi, attimo dopo attimo, in relazione ai fattacci perpetrati dai potenti signori egocentrici e autoreferenziali che spadroneggiando usano un intero Paese come se fosse una cosetta da niente? un giocattolo personale?
E mentre loro giocano a fare gli statisti c'è chi soffre la fame in un clima assurdo, deprimente. In pochi anni sono riusciti a vanificare le poche conquiste sociali e culturali, magari discutibili, sicuramente migliorabili, che i lavoratori, la piccola borghesia e le piccole e medie imprese avevano raggiunto con i governi precedenti. Oggi, siamo miseramente davanti un quadro sociale e politico desolante:

La destra continua imperterrita a decretare leggi per una persona che dovrebbe vergognarsi perché ha gettato nel ridicolo una Nazione intera con le sue esternazioni fuori luogo e per gli atteggiamenti inusuali adottati nei confronti di alte personalità istituzionali.

La sinistra risponde debolmente all’arroganza di chi è momentaneamente chiamato a “governare” dirigere uno Stato! In ossequio alle leggi democratiche.

Una sinistra succube, che ha la sua voce ferma e decisa in Di Pietro ma che rischia una Caporetto per l’eccessiva enfasi adottata dall’ex magistrato proteso a contestare le iniquità dei decreti voluti arrogantemente dal governo in carica.
Eppure un tempo bastava poco per far cadere un governo. Persino un Capo di Stato si è dovuto dimettere!

Come mai ora non si riesce a tamponare il male che questi signori stanno operando nel tessuto sociale, in primis attraverso il cattivo esempio morale denunciato dagli scandali di cui i giornali sono pieni?

Personalmente sono disgustato!
Spero che i Cittadini si sveglino dal torpore e diano una salutare sterzata alla macchina democratica nelle imminenti elezioni.

sabato 27 febbraio 2010

contro ogni falsità: democrazia e intelletto


Nonostante il casino che stiamo vivendo, il tempo continua a scorrere.
Notti e giorni si alternano e tra qualche mese ricominciano le vacanze estive; riprenderemo a lamentarci del caldo, dell’acqua sporca, delle imbarcazioni che arrivano sulla battigia, dei ragazzi che schizzano mentre vorremmo rosolarci al sole caldo di Calabria.

Tra qualche mese avremo novità politiche, istituzionali, e, forse, qualche buona nuova nella sfera del privato.

Tra qualche mese la bagarre politica elettorale sarà finita. I nemici torneranno a dialogare, a dividere e occupare posti di potere, a governare il sottobosco. Tutto come prima con più l’odore nauseabondo del putridume dilagante di un malcostume sociale incancrenito che deprime la morale comune e annulla la cultura di un popolo. Un popolo di morti viventi che vive rincorrendo bugie sparse dal cappellaio matto e dal suo esercito di leccalecca.
Il putridume dilaga; contagia le menti narcotizzate dai messaggi televisivi addomesticati dai programmi spazzatura e dalla disinformazione imposta come verità di regime. Un regime che sa di morte. Morte della cultura. Morte della morale. Morte della giustizia.

Ma, nonostante il profumo di morte che segue e spegne i giorni dei singoli la vita collettiva continua.

E allora che muoia il seme dell’oblio. Il seme della demenza che domina i popoli privi di memoria storica. La demenza che ammorba tutto e cancella i misfatti col suono suadente della voce del piazzista contemporaneo di pentole e vasellami; il venditore di fumo che promette paradisi terreni ai suoi seguaci; lo showman che fa dimenticare gli imbonitori che l’hanno preceduto e che hanno incantato le masse; fomentato odio; causato guerre; conflitti etnici; religiosi; creato miti e leggende; causato carneficine; costruito lager; legittimato omicidi etnici; cancellato il futuro di bambini inermi.

Per non dimenticare gli orrori collettivi, diamo uno sguardo al passato, ripercorriamo le azioni che hanno spento i sorrisi dei bambini deportati insieme ai genitori solo perché ebrei, zingari, oppure perché omosessuali, neri, insomma razze ritenute inferiori; e non dimentichiamo quei bambini rapiti, addestrati alle armi, mandati al macello o usati come pezzi di ricambio per il mercato opulento.

Non lasciamo che lo sberleffo del cappellaio matto copra fatti abominevoli ma reagiamo alla mistificazione e sfrondiamo il presente da oltranzismi e incomprensioni per aprire al dialogo alla conoscenza alla comprensione, se vogliamo lasciare un buon ricordo ai nostri figli e non essere maledetti dalle future generazioni! Difendiamo la democrazia!

venerdì 5 febbraio 2010

cercasi maestri del pensiero

nucleare o fonti alternative, profitto o solidarietà?

Da un bel po’ di tempo, le notizie che giungono alle orecchie dei comuni cittadini non sono mai positive.
Litigi, giungono dal versante politico; cassa integrazione, licenziamenti, sfaceli ambientali sono notizie diffuse a piene mani dai giornalisti di tutto il mondo; e mentre eminenti scienziati suggeriscono vie energetiche alternative, il governo italiano per bocca dei suoi ministri vuole imporre il nucleare a prescindere dalla volontà dei cittadini.
Cittadini allo sbando; disorientati dai proclami; inebetiti dalle accuse faziose degli schieramenti; turlupinati dalla disinformazione ma, fermamente convinti del pericolo smaltimento scorie, viste le operazioni precedenti cha hanno coinvolto le lobby interessate al mercimonio spregiudicato degli smaltimenti tossici, e che l’Italia, ha, tra l’altro, a disposizione fonti alternative rinnovabili sicure al 100% a un costo sociale inferiore e con un impatto ambientale irrilevante, non gradiscono tale scelta.

Ebbene! Se la politica litiga e il governo vuole imporre le scelte economiche, politiche e sociali a tutta la nazione e i giornalisti si schierano a loro volta, oppure sono imbavagliati dal chiasso mediatico provocato ad arte per oscurare i messaggi propositivi, se la morale è improduttiva per cui è inopportuna al mercato materiale, chi deve levare una voce a favore della civile convivenza?

Un tempo si chiamavano in campo gli intellettuali, maestri del pensiero che analizzavano i problemi sociali, disquisivano, si confrontavano e alla fine si riusciva a trovare un accordo, una mediazione democratica. Ma allo stato attuale, nel lasso di tempo in cui stiamo vivendo questo incubo, la categoria non c’è! Si è estinta. E il pensare positivo pare sia una pratica sconosciuta dalla maggioranza dei popoli. … Stante così i fatti… come superare l’empasse? Col dialogo o con le guerre dei sondaggi e l’ingerenza dei poteri forti, delle banche, delle borse, dei mercati che per salvaguardare gli andamenti economici calpestano la Vita!

AAA Maitres à penser cercasi

martedì 26 gennaio 2010

Bertolaso, Casini e il gioco delle tre carte di...

L’analisi di Bertolaso, i tre forni di Casini, le tre carte di…

Il principale problema che assilla i leader politici è: annullare l’avversario!, perlomeno questo è ciò che avverte il cittadino comune bombardato dalle notizie dei giornalisti e dalle esternazioni degli stessi politici che occupano gran parte degli spazi dei palinsesti.

Ogni strategia è buona per ab/battere il nemico!

Nel frattempo si perdono di vista i veri valori della vita comunitaria che sono la fonte di tutte le civiltà evolute:
• La morale
• Il lavoro
• L’istruzione
Temi ampiamente sbandierati ma mai sviluppati dai dirigenti nazionali che sembrano prediligere i giochi dei tre forni per le alleanze politiche o quello delle tre carte per solidificare inciuci dannosi per la collettività. Tutto ciò è ampiamente documentato nella letteratura giornalistica degli ultimi anni con dovizie di particolari.

Di contro, nel momento in cui un dirigente nazionale esprime fuori dal coro un’analisi costruttiva, si assiste ad un turbinio di scuse e smentite, ricusazioni e distanze ideologiche dal pensiero del malcapitato di turno.

Non è difficile essere d’accordo con le esternazioni di Bertolaso in merito all’emergenza Haiti. Si sa, il dolore accomuna e la sofferenza della gente inerme alimenta la pietas popolare; tutti si sentono colpiti e partecipano come possono agli aiuti: dalle preghiere ai generi di prima necessità, alla ricostruzione. Ma, lungi l’intenzione di una pur minima polemica, sorge spontanea una domanda: come mai Bertolaso è andato ad Haiti e perché ha esternato un’analisi, probabilmente vera visti i risultati ottenuti, ma priva di tatto? Sarà stato guidato dall’indignazione per lo stato d’inciviltà cui sono costretti a vivere i più poveri dell’isola? È vero! La giostra della vanità pianta le tende e gli stendardi sulle macerie e si manifesta caritatevole, vincente davanti alle telecamere. Però è opportuno che quest’assunto Bertolaso lo rammenti sempre a quanti gli sono accanto specie per le emergenze italiane.


sabato 19 dicembre 2009

ponte sullo stretto di Messina a chi serve?


aore12

L’ennesimo intervento strutturale, voluto fortemente dal governo italiano, si trasforma in scontro sociale.
La destra politica appoggia il progetto del governo che include nella finanziaria lo stanziamento di 460 milioni di euro per l'avvio dei lavori il prossimo 23 dicembre, negando, di fatto, quanto il portavoce del governo aveva detto negli anni della polemica progettuale, vale a dire: l’intera opera è finanziata esclusivamente dai privati e non dallo stato.

Della costruzione del ponte sullo stretto di Messina se ne parla da sempre, specie in Sicilia.

A ben pensarci, l’opera in sé potrebbe anche essere una cosa bella dal punto di vista architettonico e, perché no, diventare un’attrazione mondiale da immolare sull'altare dei traguardi scientifici e tecnici al pari della torre Eiffel, in Francia, o del ponte di Brooklyn che unisce Manhattan a New York e chissà, magari, anche noi faremo una gomma da masticare nostrana al sapore di bergamotto che aiuta a mandare giù saliva e parole inascoltate, salvo ripensarci nei momenti drammatici e sciorinare inutili mea culpa negli istanti in cui la natura perde la pazienza e non sopporta le continue angherie dell’uomo e della sua ingordigia.

D'altronde non è una novità: la zona in questione è altamente sismica!, ecco perché ci s’interroga, da semplici cittadini utenti, a chi serve realmente un’opera faraonica quanto inutile economicamente.

L’economia reale del paese Italia ma anche Siciliana e Calabrese non richiedono opere faraoniche, esistono già perenni cantieri impegnati a rattoppare l’autostrada del sole, risanare territori martoriati dall’incuria dell’uomo e dalla forza livellatrice della natura.

È storia: la zona in questione è altamente sismica e i terremoti del 1908 lo testimoniano.

Il Terremoto di Messina e Reggio del 1908, avvenne alle 5 e 21 del mattino e durò per ben 37 secondi con una magnitudo di 7,1 della scala Richter, i danni furono immensi e la maggior parte dei quartieri di entrambe le città crollarono. L’evento sismico del 28 dicembre del 1908 è considerato uno degli eventi catastrofici più dolorosi del XX secolo.

I morti furono più di 100.000 e non solo a causa del terremoto ma anche dalle onde marine che risucchiarono la popolazione spaventata dalla forte scossa che si riversò sulle spiagge e lì arrivò un maremoto, uno tsunami ancora più spaventoso della scossa.

Nonostante i pareri contrari dei geologi, degli economisti e dei cittadini contrari o dubbiosi, ancora si ha l’ardire di perseverare nel portare avanti il progetto e si stimano: 4.732 milioni di Euro per la realizzazione totale dell’opera così suddivisi, 3.410 per il corpo del ponte e 1.322 per i raccordi stradali e ferroviari.
Un’ultima curiosità: dove sarà trasportato e scaricato il materiale di risulta degli scavi e quanto impiegherà l’ecosistema a ricreare gli anticorpi necessari a ristabilire la vita nei siti devastati dall’assurda volontà di chi detiene il potere decisionale?

sabato 14 novembre 2009

veleni in Calabria


Nel blog di Angela Napoli ci sono delle notizie a dir poco raccapriccianti, ecco uno stralcio:

Angela Napoli, membro Pdl della commissione parlamentare Antimafia, lo dice apertamente:"Il governo sta cercando di nascondere la verità sulle navi dei veleni, e su quella di Cetraro in particolare. Si vogliono coprire segreti di Stato, e la strada scelta è quella del silenzio. O peggio ancora, di dichiarazioni che non stanno in piedi". Parole che arrivano dopo giornate intense. La settimana scorsa Pippo Arena, il pilota del congegno sottomarino che il 12 settembre aveva filmato la nave sui fondali calabresi, ha dichiarato a "L'espresso" che "due stive erano completamente piene". Poi è stato il turno del ministero dell'Ambiente, che ha pubblicato on line le immagini girate a fine ottobre su quello che ha presentato come il piroscafo Catania. Infine è spuntata, tra politici e ambientalisti, l'ipotesi che nel mare di Cetraro ci siano non uno, ma più relitti. "Il che potrebbe giustificare la fretta di voltare pagina del ministro dell'Ambiente", dice l'onorevole Napoli.

E ancora, ecco come risponde alla domanda del giornalista:

Rilancerà questo elemento in commissione Antimafia?
«Certo. Ma è difficile che un governo smascheri ciò che un altro governo ha occultato. C’è l’interesse bipartisan ad andare oltre, a dimenticare che il pentito Fonti parla di legami con ex democristiani e socialisti ancora attivi. Ricordiamo che il sottosegretario agli Esteri, in questo governo, fa di nome Stefania e di cognome Craxi».

Quindi?
«Basta con i segreti. Il governo vuole chiudere il caso Cetraro? Renda pubbliche le immagini satellitari dei traffici avvenuti nei mari italiani tra gli anni Ottanta e Novanta. La verità c'è già: basta avere voglia di vederla».

La notizia mette in moto considerazioni semplicissime:
1) Come mai l’attuale governo tutela i faccendieri degli anni ottanta e novanta?
2) Chi sono gli ex ancora attivi?
3) Che faceva l’opposizione in quegli anni e cosa fa nel 2009?
4) I governi regionali che si sono succeduti negli anni interessati dormivano? Eppure esisteva la figura del sub commissario all’ambiente, persona attiva e operativa (perlomeno così sembrava a noi cittadini)!

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