Le montagne della Sila, a cura di
Ross Earney, Angelo Pascuzzi e
Simone Puleo, con
Eugenio Attanasio (Cineteca della Calabria) ,
Carmelo Sanzi (Cultore della Sila),e
Davide Scordato nel supporto e aiuto alla realizzazione del progetto.
Nel documentario emerge in incipit il nesso, le differenze, la discrepanza e il rapporto tra la riserva naturale della Sila e la caoticità della città (Londra).
Il rapporto tra ciò che l'individuo vuole (ossigeno, spazi vitali, quiete, escursioni) e quello che vorrebbe accantonare (routine, stress, vita intensa e senza tempo della metropoli).
Emerge quindi l'ambito sensoriale e quasi meditativo, la sintonia con sé stessi; la stretta connessione tra uomo e natura.
Si rincorrono interviste, una dopo l'altra (Gregorio Ferrari, Carmelo Sanzi, Eugenio Attanasio, Lina Rotundo) in cui si dialoga circa le tematiche del rapporto economico-ambientale, la storia sul patrimonio boschivo di Taverna, la costruzione di villaggi e alberghi, la costruzione del paese come cinema, piscine, appartamenti.
Si fa strada su tutto l'importanza della tutela ambientale, non solo in quanto patrimonio paesaggistico ma patrimonio-salute-umanità.
In video vengono ripresi in volo di un drone Parco Nazionale della Sila, parco avventura Orme nel parco, laghi Ampollino e del Passante, monte Cupone.
Si discute sull'impatto turistico evitando danni all'ambiente cercando di preservarlo e ci si domanda se rappresenti un'utopia.
In verità bisogna sviluppare l'arte del rispetto della natura che si rivela possibile cercando e trovando un equilibrio e un compromesso economico-ambientale a favore delle future generazioni, allo scopo di sferrare la tragedia climatica.
Il tutto coronato dal singolo che diventa molti in una organizzazione che si occupi del modo in cui l'ambiente viene trattato, ricercandone la preservazione, la difesa, la protezione, la salvaguardia, la tutela.