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domenica 24 luglio 2022

Oltre il cancello

 

Lettera ai figli privi di memoria ma anche ai compagni e alle compagne di vita.

Nel giorno in cui Papa Francesco fa un viaggio penitenziale in nord America per chiedere perdono ai nativi per gli abusi perpetrati dagli invasori e anche dai religiosi che hanno imposto i loro credo mortificando le culture autoctone ricorre anche la giornata, sempre istituita da Francesco, per ricordare il bene dei nonni e degli anziani.

Persone deboli, i nonni, gli anziani, gli emarginati in generale che subiscono l'arroganza dei tempi tout court. Penso a quanti sono lasciati ai margini da una società indaffarata e condizionata dalle situazioni immediate e agli impegni lavorativi.

In nome del lavoro e delle rispettive aspettative di vita spesso si è difronte a delle scelte estreme o comunque a delle scelte che al momento sembrano essere le più confacenti.

Si tagliano legami ritenute zavorre.

Gli anziani e i non autosufficienti sono parcheggiati in pensionati, strutture socio-sanitarie e case famiglia che di familiare non hanno nulla!, strutture voraci che costano un occhio della testa dove i ricoverati vivono lontano dagli affetti gli ultimi giorni della loro vita.

Ed ecco che ancora una volta si alza l'unica voce commiserevole: Francesco parla di “anziani a chilometro 0!”. che, in parole povere significa: nonni e anziani tenuti in casa. Nella stessa casa che hanno vissuto! Cresciuto figli, amato, sognato e pianificato il futuro della famiglia e dato i principi fondamentali a figli e nipoti in assenza dei genitori.

Ma i giovani oggi sembrano essere distratti dagli affetti. Anzi, li vivono come delle restrizioni. Anche i pensieri della quotidianità come accompagnare i figli a scuola e persino al mare o in montagna diventano impegni che limitano il proprio stile di vita votato alla spensieratezza.

La famiglia tipo del 2022 preferisce, se non ha eccessive spese gestionali, mangiare fuori, non cucinare, non usare gli elettrodomestici non per evitare o limitarne i consumi ma per poter dedicare il tempo libero per la cura della propria persona: oziare!, spettegolare al telefono, chattare, sbirciare nei profili social, esprimere dissenso o solidarietà a qualche post con un emoticon ma mai impegnarsi seriamente con una analisi costruttiva.

È consuetudine sentire qualche giovane mamma mentre parla al cellulare, al cellulare non si sussurra: si grida!, con qualche conoscente, reale o virtuale conosciuta solo sui social, ma questo è irrilevante. In un luogo qualunque. In coda alla cassa del supermercato. Per strada. In pizzeria. Dal medico. In ambulatorio.

I panni sporchi non si lavano più in famiglia ma sono sciorinati al sole e al vento.

In questo clima gli anziani specialmente non autosufficienti sono ritenuti una palla al piede. Zavorre da parcheggiare altrove, lontani dalla propria vita.

La giornata dedicata ai nonni è stata trasformata in una ennesima occasione commerciale dalla società mercantile e dalla pochezza di pensiero di quanti guardano e badano all'economia, al conto in banca e alle leggi della finanza.

Qualcuno ha detto che tenere i nonni a casa, a km 0, è un affare. La loro presenza per le giovani famiglie e per la società sono l'equivalente di una finanziaria.

Ecco, tutto ruota attorno all'economia e non agli affetti.

Si antepone, insomma, il fattore utilitarista alla corretta qualità della vita degli anziani o, peggio, si associano teorie qualunquiste cucite addosso al momento, caso per caso. Per intenderci: non voglio soffrire insieme a te. non intendo perdere tempo per curare il tuo corpo, le tue ferite, la tua vecchiaia...

I figli hanno dimenticato. E saranno dimenticati a loro volta. D'altronde non hanno scelto loro di nascere, ci potrebbe anche stare quando si troveranno dall'altra parte del cancello.. E i compagni o le compagne di vita? con cui si è sofferto e gioito e che dimenticando (peggio se cristiani sposati in chiesa) il patto di solidarietà e mutuo soccorso reciproco giurato nel giorno più bello, decidono di recidere l'ultimo anelito di speranza scaricando l'infermo in una qualche struttura "d'eccellenza". Lasciare oltre il cancello lo scarto di una esistenza---

domenica 22 novembre 2020

il nuovo umanesimo dettato da Francesco

La chiave del futuro è nei sogni dei giovani, nel loro vedere senza orpelli e pregiudizi a un domani che sia speranza vera non calcolo matematico, interesse o speculazione. E’ al loro entusiasmo, alla loro fantasia e creatività che Papa Francesco ha guardato, sulla scia della “Laudato si” che al mondo ha consegnato “il grido della terra e dei poveri”, per rilanciare una sfida grande e impegnativa: “restituire un’anima all’economia”.

“Urge una diversa narrazione economica, urge prendere atto responsabilmente del fatto che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista e colpisce nostra sorella terra, tanto gravemente maltrattata e spogliata, e insieme i più poveri e gli esclusi”.


Le parole di papa Francesco sono destabilizzanti per quanti credono nel profitto e per suo nome diffondono false notizie e seminano il dubbio nelle menti deboli.

L'egoismo è una malapianta difficile da estirpare.

Lo sappiamo bene noi calabresi che viviamo ancora “sottopadrone”. E le ultime vicende lo dimostrano:

da una parte la politica spregiudicata che pur di mantenere il dominio alza veti e polveroni. Sovverte i fatti. Depista e crea nuovi nemici. Nasconde la verità e ne crea una posticcia utile ad una ristretta cerchia di amici faccendieri.


La Calabria, come l'Africa, è terra degli ultimi. Entrambe terre ricche di risorse naturali e di intelletti. Intelletti tenuti sotto scacco giacché la cultura e quindi la conoscenza critica evolve ed emancipa le coscienze.

La voce di Francesco destabilizza i poteri temporali precostituiti. È una minaccia per gli affari.

Francesco è una guida rivoluzionaria. Un vero missionario con lo sguardo rivolto alle necessità reali degli ultimi e di quanti soffrono a causa di una economia malata di egoismo.

domenica 19 maggio 2019

chi ha paura del migrante?

Quando il bisogno primario è impellente il resto è irrilevante.
Dove per bisogno primario s'intende la necessità di sopravvivere, la sopravvivenza impone atti estremi che esulano dalle farneticanti teorie sovraniste e spocchiosi nazionalismi urlati nelle piazze e cavalcati per scopi elettorali.

L'unione degli stati europei è, citando le parole del presidente Mattarella, il più bel sogno che abbiamo potuto realizzare negli ultimi anni. È vero, si deve fare meglio questa unione. Si deve valorizzare e attuare il concetto di solidarietà per una società più equa. Una società composta da persone e non metta al primo posto nella scala dei valori i mercati e l'economia in generale.

Una unione d'intenti che, oltre ad abbattere i confini geografici, abbatta con determinazione le disparità sociali tra i popoli e sappia accogliere quanti necessitano di una mano tesa per riuscire a sopravvivere e tirarsi fuori dall'inferno delle guerre e dagli interessi dei grandi signori che affamano i territori occupati dalla loro ingombrante presenza.



Africa. Calabria. Italia. Venezuela. In una parola: World. Dappertutto c'è qualcosa da aggiustare. Vediamo il bicchiere mezzo pieno e collaboriamo insieme a chi soffre. Non diamo ascolto ai rumori elettorali. Lasciamoci trasportare dall'empatia, ragioniamo col sentimento che spinge alla fraternità e accogliamo chi è nelle condizioni peggiori delle nostre.
Enfatizzare sul bicchiere mezzo vuoto non porta a niente se non al terrore di vedere mostri anche laddove non ci sono.
Ascoltiamo e facciamo nostre le parole di Papa Francesco. Lanciamo salvagenti ai migranti e abbracciamoli. Anche noi siamo stati migranti.
Togliamo il cappio dal collo dei bisognosi, siamo tutti esseri umani con le medesime sacrosante necessità.

lunedì 15 aprile 2019

Umiltà: dalle parole ai fatti

Il commovente gesto francescano ha colpito nel profondo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che un uomo anziano che fa fatica a camminare e a genuflettersi avrebbe fatto un'azione simile.
Quest'uomo mi ricorda la mistica di Paravati: mamma Natuzza. Anche lei, nonostante gli acciacchi e le sofferenze indicibili che le impedivano di condurre una vita normale, fino all'ultimo invitò alla preghiera e alla misericordia.

Il gesto del Papa, inginocchiato a baciare i piedi del presidente sudsudanese Salva Kiir, dell'ex presidente e leader dell'opposizione Riek Machar, e degli altri vice presidenti designati, tra cui Taban Deng Gai e Rebecca Nyandeng, è stato tanto spontaneo quanto insolito. Un modo per chiedere loro di prestare ascolto al grido della gente che in quella regione è schiacciata da un destino segnato da carestie, guerre e violenze.

“A voi tre, che avete firmato l’Accordo di pace, vi chiedo come fratello, rimanete nella pace. Ve lo chiedo con il cuore. Andiamo avanti. Ci saranno tanti problemi, ma non spaventatevi, andate avanti, risolvete i problemi. Voi avete avviato un processo: che finisca bene. Ci saranno lotte fra voi due: sì. Anche queste siano dentro l’ufficio; davanti al popolo, le mani unite. Così da semplici cittadini diventerete padri della Nazione. Permettetemi di chiederlo con il cuore, con i miei sentimenti più profondi”. Questo l'accorato appello di Papa Francesco che ha anche aggiunto: “Confermo il mio desiderio e la mia speranza di potermi recare prossimamente, con la grazia di Dio, nella vostra amata Nazione, insieme ai miei cari fratelli qui presenti.

Ebbene, nel momento storico più buio degli ultimi decenni in cui la maggior parte cerca il superuomo pronto a gonfiare il petto per sottomettere i presunti nemici, disperati che scappano dalla terra d'origine con sofferenza cercando asilo e comprensione, il capo della chiesa cattolica si prostra ai piedi dei capi del Sudan del sud. Il suo gesto, ai miei occhi, ha una duplice valenza: implora l'impegno per la pace che, guarda caso, è determinata dai rappresentanti di un Paese poverissimo e nel contempo ricorda a tutti che non esiste il concetto di “razza” come è erroneamente inteso nelle frange nazionaliste e xenofobe. Francesco si inchina davanti a persone di colore e cultura differente dalla nostra.

domenica 14 aprile 2019

Papa Francesco: no ai trionfalismi

Le parole del papa:

No ai trionfalismi; Sì al silenzio; all'umiltà, al servizio, alla pazienza e alla mitezza.
Questi i temi toccati da Papa Francesco oggi durante la cerimonia della benedizione delle palme per ricordare il martirio di Gesù sulla croce.



Una morte indegna per un Messia se la confrontiamo con quanto succede oggi nella società dell'apparire e dell'essere protagonisti a tutti i costi.
I mezzi di comunicazione di massa testimoniano e amplificano atteggiamenti effimeri dei vip che noi imitiamo senza ritegno mentale pur di apparire e sentirci al passo coi tempi.

Essere mite, alla luce dei criteri pubblicizzati e che fanno da padroni sulle piattaforme che usiamo per “socializzare” ma non per familiarizzare come si usava un tempo tra vicini e parenti, non è trendy. Non per forza si deve essere di tendenza e influenzare i seguaci sconosciuti nella realtà.

Papa Francesco ci invita ad abbandonare questa forma stupida e servile di comunicare tra noi e ci esorta, invece, di farne tesoro e usare il telefono e i computer in maniera creativa per portare bellezza, pace e armonia. Non vessare e bullizzare i deboli come spesso accade nella vita reale e virtuale. Esseri forti davvero è sapere perdonare, abbandonare i sentimenti di vendetta e di rivalsa su chi ci fa torto.

Il suo pensiero è rivolto ai giovani e ai santi della “porta accanto”, persone sconosciute ai più ma che osservano e praticano gli insegnamenti cristiani.

Francesco invita alla preghiera del Santo Rosario per la pace nei paesi in guerra. L'esortazione di sempre rivolta a tutti è: no ai trionfalismi, no alla moda dell'apparire sui social-media e alla dipendenza dei telefonini.
Pregare il santo rosario è un invito che Papa Francesco non si stanca mai di ripetere, tant'è che ne fa omaggio ai convenuti in piazza S. Pietro per la ss. Messa delle Palme. È una coroncina assemblata con legno d'ulivo proveniente dalla Terra Santa, paese martoriato dalle guerre.
"...ai giovani e a tutti il mio appello a pregare il Rosario per la pace, in modo particolare per la pace in Terra Santa e in Medio Oriente." E ancora: "Il trionfalismo cerca di avvicinare la meta per mezzo di scorciatoie, di falsi compromessi. Punta a salire sul carro del vincitore. Il trionfalismo vive di gesti e di parole che però non sono passati attraverso il crogiolo della croce; si alimenta del confronto con gli altri giudicandoli sempre peggiori, difettosi, falliti… Una forma sottile di trionfalismo è la mondanità spirituale, che è il maggior pericolo, la tentazione più perfida che minaccia la Chiesa. Gesù ha distrutto il trionfalismo con la sua Passione."

Con la croce non si può negoziare

"Il cuore del Signore", dice ancora il Papa, “godeva nel vedere l’entusiasmo e la festa dei poveri d’Israele”, dei giovani “che gridavano il suo nome acclamandolo Re e Messia. Umiltà non vuol dire “negare la realtà”: Gesù è “realmente” il Messia, il Re. Al contempo il Suo cuore “è su un’altra via”, sulla “via santa” che va dalla ‘condizione di Dio’ alla ‘condizione di servo’, quella “dell’umiliazione nell’obbedienza ‘fino alla morte e a una morte di croce’.

Egli sa che per giungere al vero trionfo deve fare spazio a Dio; e per fare spazio a Dio c’è un solo modo: la spogliazione, lo svuotamento di sé. Tacere, pregare, umiliarsi. Con la croce, fratelli e sorelle, non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta. E con la sua umiliazione Gesù ha voluto aprire a noi la via della fede e precederci in essa."

mercoledì 16 agosto 2017

Fedeli per decreto

Le leggi servono per disciplinare la società e quindi gli uomini che vivono nelle comunità in cui si applicano. La disciplina delle leggi riguarda il modo di intendere le cose comuni; i diritti e i doveri che ogni cittadino appartenente alla comunità deve conoscere e rispettare.

Vi è il diritto politico, civile, religioso, appunto! Però, chiedo: si può regolamentare con una legge la spiritualità, il bisogno “irrazionale” votato alla misticità, all'imprescindibile necessità interiore che porta ad astrarre il Supremo dalla materia e quindi all'Assoluto?
Può, una comunità, essere indotta a pregare altrove e dentro limiti fisici imposti da un incomprensibile articolo scritto dagli uomini anche se definito “diritto canonico”?

Se fosse così allora non si dovrebbe dire messa neanche nelle piazze e nelle foreste... che non ricadono in una area diocesana disciplinata da un notaio.

Dietro l'attuale decisione di mons. Renzo, vescovo di Vibo-Mileto-Tropea, e la fondazione dedicata a Natuzza Evolo, che ha portato indignazione e incertezza tra i fedeli che si recano a Paravati, e per alcuni simile alla località francese dei tre pastorelli di Lourdes, c'è qualcosa che non convince.

Difficile credere che Papa Francesco, uomo lontanissimo dalle cose terrene possa pensare che per celebrare e sentire la SS Messa si debba essere in un luogo definito dagli articoli di diritto canonico, e quindi consacrato per legge.

Consacrare un edificio privato, la chiesa costruita con le offerte dei devoti a Paravati e consentire ai pellegrini devoti al culto mariano e a Natuzza che è stata in vita testimone dell'Amore Divino e partecipare alla SS Messa solo dopo essere affidata alla diocesi per il culto, stabilendo competenze di ciascuno (fondazione e diocesi), con un “disciplinare redatto davanti al notaio” è in antitesi con L'Amore universale predicato da Gesù.
Francesco con le sue decisioni ha frantumato l'ovvio, ha rimesso in discussione le prassi consolidate dei poteri terreni e i privilegi dei pochi. E con il Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, significativamente, inizia il viaggio apostolico dall'Africa. Anticipa così l'inizio del giubileo in una terra colpita da guerre e fame: la Repubblica Centrafricana varcando la porta santa della cattedrale di Notre-Dame di Bangui.

Alla luce di ciò, che dire della “beatificazione” di Natuzza, sospesa?

martedì 3 gennaio 2017

Francesco, faro d'amore

Siamo passati dalla torcia al gas, dalla lampadina a incandescenza all'illuminazione led. Eh sì, il mondo è cambiato grazie all'ingegno umano.

Quanto, l'evoluzione tecnologica ha liberato l'uomo dalla schiavitù della fatica e in che percentuale lo ha reso libero dal lavoro usurante?
La società ha trovato benefici dall'avvento dei robot in fabbrica e il loro utilizzo nelle occasioni pericolose?
Parrebbe di no!

Il poco lavoro rimasto è diventato ricatto sociale, chimera per i più e nuovo schiavismo.

La teoria del lavoro robotizzato non ha portato dignità e benessere, come si pensava. Non ha dato tempo libero da impegnare nella cultura e nella solidarietà. (…)

le migrazioni forzate e rese improrogabili dalla miseria e dalla fame dei popoli marginalizzati dalla povertà tecnologica e dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo rappresentano la negazione intellettuale di quanti la determinano e di quanti girano la testa dall'altra parte anziché indignarsi schierandosi dalla parte dei deboli e degli sfruttati.

lunedì 25 luglio 2016

Terrorismo nasce dalle disuguaglianze sociali

Invertiamo la rotta, dividiamo le ricchezze equamente.
Prima che sia troppo tardi.


La disperazione dei paesi poveri si traduce in morte e violenza!
Non ha nessun valore la pelle dei poveri. Le popolazioni in difficoltà nella migliore delle ipotesi sono oggetto di scambio. Gli scafisti caricano la carne umana sulle carrette senza scarpe perché così pesano di meno e ne possono stivare qualcuna in più. Preferiscono i bambini perché loro suscitano pietà e pesano poco, malnutriti come sono.
Le foto dei bambini ossuti coperti dalle mosche spopolano sui social. Tutti si sentono in dovere di pubblicare un commento accorato, una faccina triste o allucinata, senza, purtroppo, che alla reazione segua qualcosa di più concreto. È la nostra cristianità pelosa che guarda dalla finestra le disgrazie degli altri e si commuove .


sabato 18 giugno 2016

Le sagge parole di Papa Francesco

Non mi stancherei mai di ascoltare questo uomo.
È immediato e diretto. Non usa giri di parole e neanche neologismi difficili per chiarire il suo pensiero. Anzi, la sua metafora, l'unica che ho sentito, è anticipata con parole di scuse: il pavone è bello se si guarda davanti ma se girate dietro è brutto. Ha usato questa metafora per descrivere chi si definisce e appare buon cristiano adottando tutte le precauzioni per farsi accettare e ammirare dagli altri ma che in fondo è solo fumo negli occhi.

diretta tv Papa Francesco in visita a villa Nazareth

lunedì 16 novembre 2015

Lavoro Svago Arte Cultura giovano e scacciano il male

Trovarsi in mezzo, essere coinvolti fisicamente o moralmente, nell'efferatezza stragista della follia, la reazione umana sembra essere quella contrapposta agli insegnamenti cristiani del porgi l’altra guancia. E come potrebbe essere altrimenti?

dedicato a Parigi
bataclan, svago arte cultura


Vedere una mattanza studiata e eseguita con fredda determinazione in nome di un Dio,( dio?), ma quale Dio può volere il male degli uomini? Di sicuro non un Dio Amorevole ma un anti-dio che domina la materia e condiziona le menti rendendole succubi del dio denaro e quanto, con questo, si può produrre e assoggettare ai propri voleri,  un dio minore e cattivo che odia e fa odiare chi ha raggiunto un grado superiore, chi si è evoluto, anche se per poco, dalle turpi passioni e sa tenere in buon conto i dogmi imposti per soggiogare i deboli e gli incolti.

Anche gli sciacalli che tacciano di “buonismo” chi è contro la guerra e la violenza in generale sono servi del male.

domenica 22 marzo 2015

Welfare, la politica abdica. Francesco punta i problemi

Napoli, 21 marzo 2015,

che dirti, caro amico. Papa Bergoglio ha commosso i napoletani.
Il suo incontro con la città è iniziato da Scampia. Il quartiere delle vele noto alle cronache per il degrado sociale e culturale enfatizzato dai media negli anni precedenti si è commosso alle sue semplici e toccanti parole.

Napoli, Scampia, Papa Francesco circondato dai bambini

lunedì 2 marzo 2015

Papa Francesco al Governo

In tutti questi anni un uomo (solo?) ha deciso per noi e ci ha resi impotenti davanti alle scelte fatte dagli uomini che Lui stesso ha messo per governare l'Italia nella partita economica giocata sulla scacchiera che ospita gli Stati membri europei. Napolitano Giorgio! Il compagno Giorgio... non è per maleducazione o assenza di rispetto che lo definisco così. Anzi, al tempo del PCI guai se non davi del “TU” ai compagni. Non importava l'età o il rango. Nel partito non esistevano ruoli di privilegio. Ma questa è ormai storia del passato. Storia da prima repubblica, direbbe qualcuno. Peccato che la seconda e la terza, se mai ci sono state, si sono dimostrate peggiori della prima.

Dicevamo, Monti scalza Berlusconi, che, con Tremonti, mise le mani in tasca agli italiani, non scherzò in fatto di tagli al ceto medio-basso mentre, di contro, legiferava per fare rientrare i capitali all'estero degli evasori, tutelandoli con scudi adeguati.
Poi fu il turno di Enrico Letta, nipote di Gianni consigliere di Berlusconi. Ma lui era troppo moderato per i gusti della Merkel (così dicono le cronache economiche sulle austerità imposte dalla troika) non si vedevano risultati immediati. Infine arriva il rampante Matteo Renzi.
Famoso per la sua presenza scenica e nella maestria nell'usare il web. Twitter! Ed è stato proprio con un cinguettio (l'ormai celebre #staiserenoenrico) che da segretario del PD fece cadere Enrico Letta e prese il suo posto.

Che dire, il ragazzo ha le idee chiare. Sembra determinato! Fa promesse. Parla con tutti ma non ascolta nessuno (nel senso che poi fa quello che vuole lui). E questo suo modo di fare origina la rottura con la minoranza del PD, sindacati e società civile che prima gli avevano dato fiducia.

A promesse non lo batte nessuno! Renzi promette, dà scadenze per la soluzione dei mali che poi deroga con altre promesse. Insomma, da buon conoscitore degli italiani, sa come tenerli, tenerci sulla corda.

Non mi ha mai convito la politica dell'austerità e delle leggi come il jobs act che fanno stare male chi sta già peggio perché afflitti dalle decisioni degli imprenditori. Il perché è noto a chiunque soffra perché vittima di queste decisioni.


Ieri sera ho visto un poco della trasmissione di Riccardo Iacona e non ha fatto altro che documentare l'assurdità delle politiche economiche europee. L'austerity che ci impongono ha il sapore dell'agonia sociale anche in Germania.

mercoledì 11 febbraio 2015

Sanremo, mah!

Carlo Conti e le famiglie in trasferta


Dalle mie parti quando si è testimoni di un episodio o di una qualsiasi cosa che non ci convince, dopo avere cercato e non trovato risposte convincenti agli interrogativi che questo qualcosa ha suscitato, si sbotta in un fatidico: mah!

la famiglia


E proprio quando Papa Francesco sembrava avesse dato una risposta chiara ad uno di questi interrogativi ecco che la fatidica famiglia numerosa, talmente numerosa da entrare negli albi dei primati, sale sul pullman familiare per fare scalo a Sanremo.

Lì x lì, ho pensato: vuoi vedere che il buon genitore ha fatto imparare la musica e ha tirato su una band che ora gareggia sul palcoscenico del festival sanremese?

Invece no! Carlo Conti ha invitato la famiglia più numerosa d'Italia alla rassegna della musica italiana e l'ha mostrata al mondo intero come fosse una rarità assoluta.

Inutile dire che il web e le piazze reali si sono spaccate in due.
Oddio, che la Calabria non abbia qualcuno cresciuto a pane e musica da potere essere ospitato all'evento è certamente impossibile, questa, sarebbe stata la conseguenza più logica visto il luogo e non "la famiglia numerosa"  ma la bancarella mediatica popolare per eccellenza ha preferito il contrario. Ha voluto banalizzare e stupire nello stesso tempo.

Non è che dietro all'esposizione mediatica c'è dell'altro? Tipo, che so, “a France' noi siamo conservatori, ligi catecumeni, e, anche se a qualcuno possiamo sembrare conigli, facciamo l'amore e questo è il frutto, piaccia o meno ...” oppure, chessò, è un incitamento alla proliferazione italica visto che ormai gli unici nascituri che popolano gli asili e le scuole pubbliche sono figli di extracomunitari? Ma potrebbe essere anche una istigazione per credere nella fede compassionevole del Divino che non abbandona mai i suoi figli prediletti.

E che pensare della coppia scoppiata che si ricompatta solo per lo spettacolo e non ha la delicatezza di scambiarsi un segno d'affetto, una carezza o un bacio dopo avere formato una famiglia, procreato e cantato?
È un piano diabolico degli autori o tutta colpa della divina provvidenza che li ha illuminati?

Per quanto riguarda la musica, non so che dire, faccio parte di quella piccola percentuale che non ha visto il festival e non ha contribuito al gongolamento di Conti e dei dirigenti rai che lanciano programmi così demenziali a spese dei contribuenti.
Posso dire che la famiglia, comunque la si intenda, a Sanremo è stata ben rappresentata... dai vip (ex) e dal nutrito popolo unito sotto la stella della provvidenza.

Mah!!!

domenica 6 luglio 2014

Tra recessione e statue che s'inchinano

Non è una giornata particolarmente calda. Il barometro segna appena 23°. sono le 11 ed è la prima domenica di luglio. Nonostante i buoni propositi del governo Renzi e nonostante le famigerate 80 euro in busta paga la gente sembra svanita in qualche universo parallelo.

Per strada le macchine sono distante l'un l'altra come i denti di chi non ha la possibilità di ricorrere alle cure del dentista: una ogni 5, 6, 10, 20, metri.

La ss 106 non è stata mai così tranquilla. Volendo fare un paragone, chi riesce a immaginare delle 600 o 750 o, ancora, delle 850 della fiat al posto delle renault, citroen, wolkswagen e le piccole giapponesi in circolazione sulle strade italiane, si trova proiettato negli anni sessanta. Con l'unica amara differenza che in quegli anni iniziava davvero il rilancio economico sostenuto dal miraggio industriale delle grandi città del nord.

L'austerità ci sta uccidendo. E quanti perseguono le politiche economiche delle banche sono assassini in doppiopetto. Non posseggono un cuore ma al suo posto hanno impiantato un calcolatore impostato per controllare profitti e poco importa il numero di quanti dovranno morire o soffrire per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Matteo Renzi dice che non serve una moneta unica europea se gli obiettivi dei popoli sono diversi.
Papa Francesco afferma evangelicamente che non può e non deve esistere la dottrina del dio denaro.

Intanto da quando Matteo Renzi è diventato segretario del pd e presidente del governo ha fatto solo chiacchiere e proclami. Riforme in 100 e poi mille giorni ma solo a parole.

E papa Francesco, tolta quella sua aria bonaria, spento l'audio e oscurato il video degli abbracci e baci, cos'altro potrebbe fare in concreto perché gli ultimi non rimangano tali (visti i lasciti, l'8xmille per la chiesa cattolica e i privilegi concessi dallo Stato Italiano)?


Non è blasfemia! E neanche mancanza di rispetto. È un'analisi. Una valutazione dei fatti! E quando la maggioranza della popolazione è costretta a fare sacrifici non si può cambiare l'esistente solo con le parole. Ci vogliono i fatti. Subito!

Urgono cambiamenti epocali. Se si vuole sconfiggere la 'ndrangheta e le mafie. Perché, come si è visto, chi cresce in un clima culturalmente deviato s'inchina e fa inchinare le statue nelle processioni davanti a chi dà loro un tozzo di pane e sembra difenderli nella guerriglia della quotidianità.

Chi vive in queste realtà di sottoculture non si ferma davanti alle scomuniche o agli anatemi solenni. Non ha paura del carcere perché, come dice Gratteri, sono cose messe in bilancio dagli 'ndranghetisti e e dai simpatizzanti.

L'indignazione non serve davanti ai fatti recenti di Oppido Mamertina. E non servono neanche le prese di posizione nelle piazze mediatiche del web.
È necessario costruire l'uomo nuovo...

domenica 22 dicembre 2013

Letta, prendi esempio da papa Francesco. Politici, siate sobri

Papa Francesco invita al dialogo ed esorta tutti noi a lasciare da parte le invidie, le gelosie che inducono al pettegolezzo. Lottare per i propri diritti senza cedere alla violenza. Dialogare.

Ma non parlare male degli altri perché è qualcosa di deleterio che imbruttisce. Le maldicenze rovinano i rapporti sociali. Avvelenano le menti e conducono ai primordi della ragione.

Insomma, questi elementi annullano la ragione critica pura e ci proiettano nel nulla assoluto.

Rispecchia, possiamo dire, la logica dei banchieri e delle agenzie di rating che giocano in borsa a senso unico.

Al mondo economico dell'alta finanza non importa se la gente muore di fame.
Le lobby manipolano e ungono le ruote della politica a loro favore. Nel sociale come nella sanità vince la logica del profitto per pochi.

Poco importa, ai sostenitori e agli untori di detto sistema, se i disperati si danno fuoco o s'impiccano. Troveranno una giustificazione che li scagiona. Diranno che le manovre economiche non centrano e che chi si toglie la vita è un debole,,pazzo e che avrebbe potuto trovare lavoro altrove.

Ma, chissà per quale motivo tocca sempre alla povera gente togliere le castagne dal fuoco: fare sacrifici. Tirare la cinghia. Mentre c'è chi, e sono tanti, continuano a vivere come se niente fosse successo.

E se papa Francesco si mettesse alla testa, non in senso figurato, ma davvero, dei tanti che chiedono il cambiamento della politica?


Letta dice di non essere babbo natale. Che lui è uno statista e che deve far quadrare i conti.
Bene! Caro Letta statista. Quando in una famiglia non c'è da mangiare sappi che i genitori non vanno a divertirsi o continuano ad ingozzarsi mentre i figli muoiono.

I genitori degni di questa categoria si tolgono il mangiare dalla propria bocca per sfamare i figli. E voi parlamentari, politici e dirigenti tutti avete fatto l'inverso.
Avete tagliato e tartassato i cittadini mentre avete continuato a godere e tutelare i vostri privilegi.

Prendete esempio da papa Francesco! Siate sobri!

mercoledì 13 novembre 2013

Papa Francesco nel mirino della 'ndrangheta?

Quando i media vogliono creare caos e terrorismo psicologico ci riescono.

aore12blog

Ho letto sui social che la 'ndrangheta starebbe pensando di “eliminare” Papa Francesco. La cosa mi sembra abnorme. Un'azione impopolare come questa è fuori dalla mentalità della 'ndrangheta che si nutre di riti religiosi e sciorina religiosità.

Comunque nulla è impossibile. Perciò cerco notizie.

L'origine sta in queste dichiarazioni che Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, fa al “fatto quotidiano”:

“...il comportamento del Santo Padre non viene visto di buon occhio dai boss della mafia calabrese.
Papa Francesco sta facendo innervosire la mafia finanziaria. Se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. E di certo ci stanno già riflettendo. Questo Papa è sulla strada giusta. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale.
E sarebbe proprio questa pulizia totale a far storcere il naso ai boss che per anni hanno riciclato denaro nutrendosi “delle connivenze con la Chiesa e del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa”.

Appunto, “se potessero”, condizionale. Ma non possono! Perché un'azione simile non sarebbe capita e “giustificata” nemmeno dal popolo delle 'ndrine.

Gratteri parla della mafia finanziaria non necessariamente 'ndranghetista, forse contigua ma con criteri e apparati autonomi. E questo a chi studia i fenomeni sociali deviati, siano essi denominati mafia, 'ndrangheta etc, non sfuggono.

Questo non significa che Papa Francesco sia al sicuro! Le cronache sono piene di morti ammazzati per interessi economici e finanziari. Quindi, formiamo un cordone solidale attorno a Papa Francesco

sabato 5 ottobre 2013

Papa Francesco, un faro nel buio della ragione

http://aore12.blogspot.it
Da alcune sere non va in onda la trasmissione trash dei paccari, quella in cui i giocatori selezionati per la puntata chiamano i numeri del pacco da aprire sperando di portarsi a casa il contenuto del pacco più pingue che a volte, se si è abbastanza fortunati, col raddoppio, la vincita sale a un milione di euro.

Con l'esattezza non va in onda dal giorno della tragedia nel mare davanti Lampedusa.

Il Papa davanti all'ennesima tragedia della povertà ha parlato di VERGOGNA e ieri durante la visita nei luoghi che Francesco, il Poverello di Assisi si spogliò di ogni avere terreno e lo mise a disposizione dei bisognosi, ha rincarato la dose: per la prima volta, finalmente, un Papa parla al mondo secondo il Vangelo.

Esorta a rifuggire la mondanità, la ricerca del potere economico, l'essere presenti laddove si alimentano i bagordi, le feste pagate coi sacrifici umani. E, prima ancora, nei giorni passati puntò il dito contro i signori della guerra, i venditori di armi.

Finalmente un uomo di chiesa che parla indistintamente a tutti e denuncia le storture volute dall'uomo per magnificare la sua materia e espanderne l'ingordigia, l'avidità lussuriosa dispensatrice di morte.

Dopo le sue denunce, alcuni politici nostrani che si dichiaravano cattolici e militanti della fede (CL) noti alle cronache per i motivi resi noti dalle varie inchieste sembra stiano rivedendo i loro pensieri. Questi signori, almeno nella forma lessicale, sembrano più attenti, volutamente in sintonia con il pensiero di Papa Bergoglio.

Adesso è il momento di imporre alla troica e all'Europa tutta il valore della SOLIDARIETÀ. Evitare esodi biblici dovuti a fame, carestie e guerre. Non con leggi coercitive quali la Bossi-Fini che sono l'emanazione dei poteri tracotanti. Ma attraverso interventi diretti nei territori di appartenenza atti a prevenire i devastanti effetti tristemente noti della globalizzazione.

domenica 17 marzo 2013

Boldrini e Grasso, che Italia sarà?

Vediamo di semplificare:

aore12
Sono stati eletti i presidenti del senato e della camera.
Laura Boldrini alla Camera e Pietro Grasso al senato. Del secondo presidente sappiamo molte cose ma della Boldrini ben poco. Nella sua biografia c'è scritto che ha lavorato in rai e poi è stata cooptata nelle faccende umanitarie dell'onu e della fao, dove si è occupata prevalentemente di produzioni radio e video. È stata portavoce italiana e a preso parte al programma alimentare mondiale fino a diventare portavoce dell'alto commissario per i rifugiati. (grazie a chi o cosa?)

in questo turno elettorale, dicono che militi nelle fila di sel, appoggiata fortemente da Niki Vendola ma i fatti dicono sia sponsorizzata dal mondo cattolico.

Nel complesso, visti i giochi messi in campo dalle menti politiche per accaparrarsi i punti cardine delle alte cariche istituzionali, c'è da accogliere con favore la scelta di quei grillini che hanno evitato la disfatta dei democratici al senato.

venerdì 15 marzo 2013

buonanotte Bersani, inizia una nuova era

basta con i tatticismi.
non servono lacrime e parole di vecchi tromboni.
urge pensare come chi ha fame! Fame di cose materiali ma principalmente di 

CULTURA E LEGALITÀ.
Buonanotte Bersani... questo sì ch'è un vero “Comunista”:

Povero come i poveri, spoglio ed essenziale, coerente con quanto prefigge il “verbo che predica”.
Eppoi, spartano, frugale, ostile agli sprechi, portato a pagarsi da solo il conto dell'albergo, girare su un pulmino, affrancarsi dalla scorta, parlare al cellulare con gli amici prima che con i grandi della Terra, restare in piedi piuttosto che sedersi sul suo trono, rifiutare i simboli, gli oggetti, gli abiti sfarzosi.
Chi è?
Ecco a voi papa Francesco, il nuovo Papa, il nuovo Vaticano, il nuovo stile sociale! Ll'evangelista degli ultimi, dei poveri, delle periferie.
Estemporaneo, minimalista, informale, comunicativo, sorprendente.

Iperattivo, controcorrente, picconatore delle consolidate abitudini, dei riti, dei cerimoniali.

Riformatore a iniziare dai piccoli gesti, coerente nelle piccole scelte e nei dettagli.

In sole ventiquattr'ore Jorge Mario Bergoglio è quasi leggenda.

E voi, vecchi testoni dell'antipolitica falsamente populista state ancora lì a lambiccarvi il cervello su come difendervi dal popolo che non avete tutelato e che per questo è incazzato nero e pretende che anche voi, e non solo la massa che voi avete reso amorfa e insofferente col vostro politichese, contribuiate al risanamento economico del Paese nei termini che conoscete benissimo.

Prendete, voi politici tutti, spunto e vendete i beni materiali. Liberate da lacci e laccioli sedi, cooperative, fondazioni, banche, giornali e, perché no, donate parte del vostro onorevole ricco salario a chi ne ha bisogno

mercoledì 13 marzo 2013

Jorge Mario Bergoglio è Papa Francesco

Roma, piazza S. Pietro,
Papa Francesco I saluta i fedeli per la prima volta
FUMATA BIANCA, lo Spirito Santo si è manifestato.

Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa e assume il nome di Francesco I.

Papa Francesco I viene dall'Argentina. Conosce da vicino la sofferenza del popolo latino americano e anche i problemi che attanagliano le classi povere di tutto il mondo. Forse per questo non ha un crocefisso d'oro come lo hanno avuto i papi e i vescovi in precedenza.
Le notizie ci riferiscono che in Argentina viaggiava con i mezzi pubblici e non aveva l'auto blu. Anche in Vaticano si è presentato a piedi.

Il neo Papa sembra possedere i presupposti giusti per riportare la Chiesa sulle orme predicate dal Vangelo del Signore Gesù Cristo.

E l'aver chiesto ai fedeli stipati in Piazza San Pietro di pregare per lui prima che impartisse la Benedizione depone a suo favore; è stato un segnale positivo ed ha predisposto gli animi alla speranza.

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