Uno,
50 anni, carabiniere. L’altro, un civile, disoccupato disperato.
Le
prime notizie, date a caldo dai giornalisti, descrivono l’azione insulsa di
un pazzo che si è scagliato contro il cordone dei carabinieri impegnati a
mantenere l’ordine nella piazza antistante palazzo Chigi dove sonno radunati i nuovi nominati per giurare davanti al presidente della repubblica
Giorgio Napoletano, rinominato pure Lui dalla classe inetta che assedia gli
organi istituzionali Repubblicani.
Due
uomini a terra. Entrambi figli del popolo. Il primo a cadere è il carabiniere
che per poco più di milleduecento euro al mese rischia la vita tutti i giorni
per il Giuramento prestato all'Italia.
Il
secondo, l’attentatore, è un muratore disoccupato, che ha perso il lavoro, la
moglie e il figlio. Costretto dalla necessità economica a fare ritorno nella
sua terra e vivere con la famiglia d’origine.
E
poi l’imprevisto(?) sale sul treno, con in tasca una 7,65 con la matricola
cancellata, destinazione Roma.
Piazza
Colonna, ore 12,45. due uomini a terra. L’uomo con la divisa da carabiniere
perde sangue dal collo. Ricoverato prontamente, è in prognosi riservata perché
il proiettile ha leso qualcosa d’importante della colonna vertebrale.
L’attentatore,
ben vestito, come lo descrivono le agenzie è immobilizzato a pancia in giù,
bloccato dai carabinieri e perde sangue dalla nuca, anche la mano destra è insanguinata.
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