La politica ha fatto un lifting.
Dopo
innumerevoli giri di valzer, i miglior perdenti hanno piazzato dei volti noti
ma giovani nel governo di Enrico Letta.
È
un bel minestrone variegato: PD, PdL, partito di Monti e associati, radicali e
qualche tecnico cooptato per pacificare qualcuno.
Sel
e Lega si dicono all'opposizione ma anche loro presiedono importanti
commissioni istituzionali.
Gli
unici che si sono autoesclusi i “cittadini” parlamentari del M5S. sì, amano
definirsi “cittadini” piuttosto che onorevoli. A me personalmente ‘sta cosa fa
ridere! Ma a ben pensarci, dopo tutte le porcate che si son viste, il titolo
“onorevole” non è quello più appropriato. Anche se loro, i grillini, fanno
riferimento alla rivoluzione francese ma senza ghigliottina.
Comunque,
nulla sembra essere cambiato nelle linee guida del nuovo governo italiano.
Anzi, siamo ancora di più dei sorvegliati speciali del sistema balordo
governato dall'alta finanza europea e mondiale.
L’agenzia
di rating Moody’s ci tiene sotto controllo per verificare se le capacità del
governo Letta sono apprezzati dai mercati e in sintonia con le riforme
strutturali fin ora portati avanti da Monti
e compagni. Ovviamente per compagni s’intendono i partiti che lo hanno
appoggiato: PD e PDL per primi.
In
proposito è giusto ricordare che il PDL, trovandosi in una situazione
difficilissima a causa delle omissioni targate governo Berlusconi, ha ritenuto
di dover cedere il passo al governo tecnico di Monti. A lui, Monti, il compito
delle manovre impopolari che i partiti non avevano il coraggio di fare. E fin
qui va bene!
Purtroppo,
per noi cittadini, le manovre sono state tutte un taglio netto che andavano ad
allargare le ferite sanguinolente delle già misere tartassate finanze
familiari.
Il pareggio
di bilancio ha sfottuto dipendenti, pensionati e poveri afflitti senza tutele. Ed
ora, al nuovo, giovane Governo Letta Enrico, il compito di porre un po’ di
equità sociale.
Perché,
se non ci sono soldi in tasca degli italiani non c’è neppure crescita sociale.
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