martedì 20 settembre 2011

è calabrese miss Italia 2011

Nonostante tutto lo spettacolo continua! Eppure si è visto che le maggiori preoccupazioni odierne riguardanti la credibilità del Paese sono strettamente connaturate ad una concezione culturale improntata sulla mascolinità degli attori principali che rappresentano l'Italia nel mondo. Una concezione che basa le radici sulla donna in quanto oggetto di desiderio sessuale asservita alla supremazia del maschio voglioso piuttosto che compagna di vita, sorella, figlia e madre.

In questo clima si è consumata la gara che proclama fin dagli anni '50 la signorina più bella d'Italia e quest'anno la più bella è una calabrese di Sinopoli in provincia di Reggio Calabria: Stefania Bivone, 18 anni, studentessa del quinto anno al liceo scientifico di Palmi, con la passione del canto, alta, magra e bella quanto basta per essere proclamata miss 2011.

Ovviamente, da calabrese, sono contento per la corona che si presuppone porti in Calabria un po' di luce sviluppata dai riflettori mediatici attenti al gossip. Certo, sarei più contento se non avessi assistito alla mercificazione di esili ragazze e ragazzine pronte a tutto, anche ad andare con «vecchietti», pur di entrare nello showbiz che conta.
Ma la nostra Stefania dice convinta che non si presterebbe mai a porcherie simili, e ci dobbiamo credere! Lo dimostra l'atteggiamento col quale ha accolto la notizia: senza lacrime ma comunque stupita per essere stata proclamata reginetta di bellezza italiana 2011.
Un sentito complimento alla nostra Stefania e un “in bocca al lupo” per il suo futuro di donna.

lunedì 19 settembre 2011

la ricetta Scopelliti per ridurre i costi della politica calabrese

Anche in Calabria si discute del costo della politica e sembra che qui, a differenza di quanto accade a Roma, qualcosa di concreto si muove. Le idee sono chiare e i tagli da proporre pure. A noi non resta che attendere e sperare che alla fine, quando il progetto sarà in discussione nell'Assise regionale, il politichese non trasformi le affermazioni di questi giorni in ipotesi, dinieghi o peggio, in quello che fino ad ora la cattiva politica ci ha abiutati.
Le riduzioni previste nella proposta che Scopelliti e Talarico hanno portato all'attenzione della conferenza dei capigruppo che a loro volta si stanno confrontando con le forze sindacali, sono le seguenti:
Riduzione del numero dei consiglieri regionali dagli attuali 50 a 40.
Riduzione dei componenti della Giunta Regionale. Attualmente il numero massimo è di 12, compresi Vicepresidente e Presidente, a 10.


Non esiste invece un’indicazione sul numero massimo degli Assessori esterni, senza la quale ogni riduzione sarebbe vanificata. Anzi, sarebbe cosa gradita mantenere la squadra di governo tra i consiglieri eletti per una forma di rispetto nei confronti degli elettori che hanno dato la fiducia a nomi e volti candidati.

Soppressione della figura del Sottosegretario del Presidente della Giunta.
Riduzione del numero delle strutture di diretta collaborazione con i membri della Giunta.
Per il Presidente si dovrebbe passare da 6 unità a 5, per il Vice Presidente da 5 a 4 e per gli Assessori da 4 a 3. Gli addetti alle strutture devono essere scelti tra il personale di ruolo di Giunta e Consiglio. Si esclude dunque non solo la possibilità di avvalersi di collaboratori esterni alla pubblica amministrazione ma anche di quelli provenienti da uffici esterni alla Regione. L’unica eccezione rimane per il segretario particolare che può essere, anche con la nuova proposta, scelto tra gli estranei alla Pubblica Amministrazione, anche il responsabile amministrativo della struttura del Presidente della Giunta può essere di nomina esterna.

Tra i tagli proposti sono menzionati gli addetti alle segreterie particolari del Presidente del Consiglio, dei Vicepresidenti e dei Presidenti delle Commissioni e dei Gruppi Consiliari.
Per il Presidente del Consiglio il numero di collaboratori va dagli attuali 5 a 4 e per le altre figure consiliari da 3 a 2 unità. Anche in questo caso gli addetti devono essere scelti esclusivamente tra il personale di ruolo di Giunta e Consiglio Regionale ad eccezione della struttura del Presidente del Consiglio presso la quale è possibile la nomina di 2 esterni. Eliminata inoltre la possibilità per i consiglieri regionali di avvalersi dei cosiddetti collaboratori-esperti.

Le strutture ausiliarie dei dipartimenti sono ridotte da quattro ad una sola (Segreteria del dipartimento) composta da tre unità, scelte tra appartenenti ai ruoli della Giunta o del Consiglio Regionale. Inoltre, le Strutture ausiliarie del segretario generale del consiglio regionale si riducono da 4 a tre componenti. Riduzione di personale anche per l’Ufficio di Gabinetto del Consiglio Regionale (da 5 a 4 unità) e della Giunta Regionale (da 6 a 5 unità).

Altre novità dovrebbero riguardare il numero minimo di Consiglieri utile per la costituzione di un Gruppo Regionale (dagli attuali tre consiglieri si passa a cinque) e la riduzione dell’indennità di carica attraverso la modifica delle percentuali calcolate sull’indennità spettante ai membri del Parlamento nazionale. Stessa cosa si prevede per la diaria mensile. Per i rimborsi si prevede la riduzione del numero degli accessi mensili (da quindici a dieci) che dovranno essere calcolati in base alle effettive presenze e parametrando il rimborso in base alle tabelle Aci riferite ad un’autovettura di cilindrata non superiore ai 1600 cc contro i 2500cc della normativa in vigore attualmente.

Anche l’assegno vitalizio è all'esame del nuovo corso storico che prevede la possibilità di innalzare l'età anagrafica dagli attuali 60 anni a 65 anni.
Con le nuove modifiche l’assegno sarà calcolato in base al sistema contributivo. Dalla prossima legislatura è prevista anche la riduzione del 50% dell’indennità di fine mandato o, in alternativa, l'abolizione dell’assegno vitalizio.
Per i gruppi regionali si parla della riduzione delle risorse assegnate attraverso l’eliminazione della quota fissa e riduzione della quota variabile. Gli stessi gruppi sono obbligati a presentare la rendicontazione da pubblicare sul sito istituzionale della Regione.

E ancora, riduzione dei Consulenti del Presidente e della Giunta Regionale, del Presidente del Consiglio e dell’Ufficio di Presidenza. Per il Presidente del Consiglio il numero massimo è 3, per il Presidente della Giunta il numero massimo è 4 e per gli Assessori 1.
Non si prevede la possibilità per la Giunta di avvalersi della consulenza di esperti.
Riduzione del numero massimo della commissioni consiliari che dovrebbero passare dalle attuali 9 a 5, di cui 4 commissioni permanenti e 1 commissione esterna, a partire dalla seconda metà della IX legislatura. Mentre le commissioni speciali possono essere istituite con il voto dei 2/3 dei componenti del Consiglio Regionale.

spontaneità e purezza in pittura

Per i giovani che amano la verità, l'arte in ogni sua accezione; per quanti si ritengono artisti.

Il primitivismo è una forma immediata di linguaggio.

Un modo spontaneo di trasmettere nell'immediato i pensieri e gli stati d'animo epurati dalle preoccupazioni per la forma che il comune senso estetico ha conferito al linguaggio figurativo.

L'immediatezza espressiva, riscontrabile nella freschezza del segno, nella scrittura e nella parola private di qualsiasi aforisma e imbellettamenti, evidenzia e libera allarmi sociali repressi dalla razionalità dei falsi linguaggi educativi che per una serie di furbi tatticismi occupano spazi istituzionali importanti e condizionano la crescita delle giovani menti perché tarpa le ali alla fantasia creativa.

È facile fare proseliti e raccogliere consensi difronte a un bel dipinto lisciato e curato nei minimi particolari anche se privo di carattere o proposte che invoglino all'interazione e al dialogo.
Difficile, è soffermarsi davanti al malessere esternato dagli incolti, alle esigenze della comunità che crede nelle parole dei leader carismatici.

Il linguaggio artistico è Denuncia, Proposta, Soluzione che prescinde dal pensiero e dagli interessi della casta dominante. La creatività non scende a compromessi, non transige e non tradisce la vera essenza del pensiero positivo. L'arte è gioco che alimenta la conoscenza.

domenica 18 settembre 2011

si scrive patata si legge gnocchi, fotoricetta

trasformazioni e mascheramenti
Come usare la patata per mangiare bene.

È tutta una questione di patata. C'è chi la vende e chi la compra. Chi la usa bene e chi no. Chi la sa maneggiare con cura e produrre prelibatezze culinarie per la famiglia e chi la dà via al miglior offerente. Tutto dipende dalla qualità della patata, dall'ambiente in cui è cresciuta, oltre che dalla maestria della donna che la maneggia. Secondo alcune scuole di pessimo pensiero le patate vecchie e rattrappite sono solo da buttare. A scanso di equivoci, diciamo subito che stiamo parlando del tubero tanto amato dai bambini quando affettato e fritto, che accompagna arrosti e pizze.

La patata è un tubero che si presta a molteplici usi e i cultori lo sanno bene.
Ovviamente, la coltura della patata e la qualità del terreno sono elementi che determinano la consistenza e il sapore della pasta. Anche la lavorazione con farina e uova migliorano la consistenza e le qualità organolettiche del prodotto finito, per questi elementi dobbiamo fare fondo alla tradizione della cucina casareccia tramandata da madre a figlia nelle case delle famiglie calabresi.

Oggi per la gioia dei buongustai proponiamo gli gnocchi di patata rossa al sugo piccante di pomodori calabresi.
Cosa serve? 4/5 patate di media grandezza; 1 uovo; farina q.b. E tanto amore!
Un amore di Donna che è sinonimo di donazione, frutto maturato nel tempo e tramandato, cibo prodotto da mani sapienti. Mani che impastano ingredienti e li trasformano in alimento prelibato non per soldi (che un altro tipo di patata produce sfrontatamente senza fatica e pudore) ma per amore, rispetto e dedizione verso la famiglia.

Segue foto ricetta

sabato 17 settembre 2011

usi e abusi del sevizio televisivo pubblico

Teresa è una ragazza di 35 anni ha fatto la modella, l’hostess e l’imprenditrice di se stessa. A suo dire si è “conosciuta approfonditamente” con personaggi pubblici dietro compensi sborsati da Tarantini (500€).

Teresa, in arte Terry de Nicolò, optional della ditta Tarantini che la porta come gadget ai suoi potenziali clienti per invogliarli a comprare protesi mediche e materiale sanitario, è il prodotto bacato di una società malata, rozza, che educa alla supremazia personale e al benessere individuale le menti deboli che danno per oro colato le parole dette in televisione, che non sanno o vogliono distinguere il mondo della finzione con la realtà e si nutrono di telenovelas, sognano a occhi aperti un principe azzurro che le porti via dalla mediocrità.

Una società surreale che inculca idee distorte e induce le ragazze a essere di facili costumi, a “vendere la propria madre” pur di arrivare nei pressi dell’olimpo dei ricchi e pascersi delle debolezze dei facoltosi uomini lussuriosi piuttosto che studiare per formarsi una mente personalizzante.

Sia ben chiaro, niente di personale contro le venditrici di sesso: sono sempre esistite!, ma spiattellare in televisione la filosofia di vita delle meretrici che dicono chiaramente: questa è la realtà, se vuoi arrivare devi vendere il tuo corpo agli uomini potenti e le casalinghe racchie devono starsene nascoste dentro casa” è deprimente!

La televisione pubblica farebbe bene ad essere più accorta e modificare piuttosto che censurare le interviste scioccanti di giovani giornalisti d’assalto che pur di fare presa sui telespettatori inscenano uno spot degno della più irriverente soap: salotto buono, luci soffuse, inquadratura sulle gambe, sul bacino, bracciolo della poltrona e mani affusolate che reggono un calice di prosecco, per soffermarsi, infine, sul volto mediocre reso un po’ appariscente dal lavoro di chirurgia plastica e da una estetista volgare che le ha spolverato addosso dei brillantini.

Questo è altro ha osato mandare in onda il programma “l’ultima parola” di Paragone, facendo rimpiangere la professionalità di giornalisti defenestrati che proponevano analoghe inchieste con tagli giornalistici positivi per la crescita dei telespettatori.

Certo i rozzi giornalisti, ospiti del programma, non hanno fatto di meglio! hanno solo saputo fare casino e provocare reazioni negative nei telespettatori che avrebbero voluto assistere ad un programma equilibrato privo di schieramenti ad oltranza.

venerdì 16 settembre 2011

23 settembre: 10 nomi di politici gay sul web

W. Luxuria in corteo per i diritti gay
Il giorno della vendetta gay contro i parlamentari che hanno bocciato la legge sull'omofobia pur essendo loro stessi gay è fissato per il 23 di questo mese.

Il 23 settembre, nelle prime ore del mattino, alcuni giornalisti si troveranno nella posta elettronica 10 nomi di parlamentari italiani gay non dichiarati ma che sono schierati apertamente contro l'omosessualità, così, tanto per smuovere le acque dell'ambiguità in cui nuotano i nostri parlamentari, i primi dieci nomi saranno resi pubblici. L'iniziativa, di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, ha riscontrato l'adesione di volontari internauti che divulgheranno nel web i nomi degli incriminati gay politici non dichiarati.
Inutile dire che l'operazione farà tremare molti volti noti della politica italiana e guadagnare fiumi di denaro a molti legali, ciononostante, salvo interventi censori della polizia postale, è prevista una seconda ondata di nomi che, inizialmente ammontavano ad un centinaio, ora, grazie a segnalazioni esterne provenienti da attivisti anonimi è lievitata.

"Abbiamo deciso di iniziare con questi primi dieci nomi per far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano viga la regola dell'ipocrisia e della discriminazione. I politici di cui conosciamo le vere identità sessuali sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull'omofobia", scrivono. E promettono: "Da ora in poi quando avverranno attacchi nei confronti della comunità lgbt da parte della gerarchia cattolica, del mondo dell'informazione, della politica, ci riserveremo la facoltà di rispondere adeguatamente".
"Attuare l'outing non è una vendetta emotiva, né riguarda un giudizio sulla sessualità occultata di politici, preti, giornalisti. E' invece la proclamazione di un pensiero politico che intende smascherare quell'area politica culturale che accredita ogni giorno il fatto che l'omosessualità sia una scelta di persone con scarsi valori morali. Non ci interessa, né sarebbe moralmente concepibile scivolare nel gossip, quello che vogliamo fare è colpire tutte quelle persone che ricoprendo attualmente incarichi pubblici, utilizzando il proprio potere, offendono, discriminano le persone lgbt, alimentano scientificamente l'odio", dice Mancuso alla presentazione della sua iniziativa.

Ma servirà davvero a qualcosa un'operazione dal sapore gossipparo per la causa gay e l'emancipazione tout court del concetto universale dell'amore?
Non sarebbe forse più opportuno intraprendere altre azioni che facciano ripensare e riscrivere quei concetti ritenuti “devianza” da certa mentalità manichea?

giovedì 15 settembre 2011

si all'isola dei famosi no alla Dandini

Il cda della RAI elimina Serena Dandini e il suo programma satirico “parla con me” dal terzo canale pubblico ma conferma l'Isola dei famosi.

E che diamine! Vuoi mettere l'elevazione culturale e l'incitamento alla riflessione prodotti dalle parole scurrili e dalle liti tra i personaggi in disuso dello spettacolo buttati su un'isola che si muovono dietro i suggerimenti di una regia squallida e le risate liberatorie di un fine humour che trova nei fatti quotidiani nostrani l'ispirazione per le gag televisive?
Certo che no! Meglio annichilire il pubblico, farlo retrocedere e bene che vada addormentarlo culturalmente con programmi spazzatura piuttosto che tenerlo vispo e allegro davanti agli argomenti sciorinati sul divano rosso della Dandini.

lunedì 12 settembre 2011

falsi profeti e brutta politica



La verità non sta mai solo da una parte! 

In ogni conflitto vi è sempre un concorso di colpa tra le parti in causa ma ovviamente il più forte riesce a tirare dalla sua parte un numero maggiore di consensi. Vuoi per la sua leadership, carisma o avvenenza che ne ha determinato l'ascesa e, ovviamente, per la determinazione accusatoria delle forze mediatiche partigiane.

Frastuono mediatico a parte e scrittori asserviti e genuflessi al potere a prescindere dal colore politico dominante, la realtà traduce in terrore destabilizzante le azioni della politica prigioniera delle teorie del mercato finanziario mondiale. Di fatti, i grandi cataclismi causati dall'uomo hanno tutti una radice egoistica basata sul guadagno economico.
Guerre, contaminazioni, esondazioni terremoti e consequenziali vittime definite da alcune correnti di pensiero eroi o martiri a seconda se determinate da religiosità esacerbate o da marketing scorretti che pur di guadagnare seminano povertà e morte, sono fenomeni da evitare a tutti i costi checché ne dica la politica con le sue molteplici facce e bocche.
Ritornare alla sacralità del lavoro e alla sua dignità, quindi, così da emanciparsi dai falsi profeti della brutta politica.

sabato 10 settembre 2011

arte dei nodi: shibari, espressione artistica o sadomaso

il corpo delle donne in arte
Può il piacere, se pur sublime e raffinato dalla cultura orientale, trasformare l'azione della libido in una forma d'arte?

L'interrogativo nasce da una notizia di cronaca romana che vede implicate due ragazze e un presunto artista dello shibari, un rituale giapponese finito male per la morte drammatica di una delle due ragazze trovate appese in uno scantinato con la tecnica della bilancia.

Navigando nel web c'è la possibilità d'imbattersi in video dal sapore circense nei quali si vede qualcuno che lega una ragazza, il tutto sublimato con didascalie, citazioni e riferimenti ad altre forme artistiche tradizionali giapponesi come l'Ikebana, Sumi-e (pittura con inchiostro nero) e Chanoyu (cerimonia del tè).

Ad onor del vero, fra i vari utilizzi dello Shibari, alcuni maestri dei nodi riescono a fare delle performance stupefacenti, come legare i modelli fino a farli diventare delle sculture viventi dinamiche, oppure indurre alla pratica meditativa condivisa, al rilassamento profondo per la flessibilità del corpo e della mente, a una forma di scambio di potere, grazie alla pressione dei nodi sui punti vitali del corpo, ma nel caso del bondage si evince, appunto, una semplicissima propensione alla costrizione erotica per mero diletto personale, mortificando, nel contempo la donna oggetto della pratica e l'antica cultura nipponica che faceva assurgere il rituale a sinonimo di eleganza e dignità tra i samurai allorché catturavano o cadevano loro stessi prigionieri, ma in quel caso la legatura era priva di nodi perché si dava valore alla parola data dal samurai; mentre qui, nella funzione impacchettatrice di donne o uomini, le masturbazioni mentali, di certa intellighenzia, tentano di contrabbandare una devianza psicologica per opera d'arte. È la stessa disfunzione o meglio la delegittimazione lessicale della definizione “culturale” associata ad eventi folklorisitci di bassa lega come lo possono essere le sagre paesane prive di fondamenta antropologicamente certe o la canzoncina popolare orecchiabile strappalacrime che acchiappa e narcotizza una moltitudine di gente superficiale o incolta.

venerdì 9 settembre 2011

punti di vista, da un'esternazione di G.Napolitano

È vero, non siamo più negli anni '70! quelli sono morti e sepolti insieme ai sogni e alle ideologie che hanno mosso le intenzioni giovanili, ma che hanno contribuito alla crescita economica e sociale del paese. In quegli anni cresceva l'industria, la produzione, il lavoro e con esso la coscienza sociale, si coniavano slogan sentiti, come “lavorare meno per lavorare tutti”. C'era fermento culturale e politico. C'era un voler esserci, collaborare nel sociale per il benessere civile; c'era la volontà di cambiare in meglio e si guardava oltre i confini geografici per prendere il meglio della politica estera e portare, laddove era necessario a causa dei governi totalitari, solidarietà. C'era la lotta di classe coi suoi errori, deviante per alcune menti, che ha portato lutti e drammi inutili nelle famiglie e nella società. C'era una classe politica tutto sommato più attenta, che nonostante le ruberie per i partiti o le persone aiutava il paese a crescere. Erano gli anni dello statuto dei lavoratori, delle cinquecento, della Fiat, dei metalmeccanici e dei tessili, degli intellettuali impegnati nel sociale. Erano anni in fermento!

Purtroppo, oggi, nel 2011, è rimasto ben poco del bagaglio storico e culturale di quegli anni. La morale o l'etica della politica contemporanea forma caste sociali diseducate e diseducanti, emargina i deboli ai quali si chiede il voto, a loro è consentito solo fare parte del numero elettorale, formare il popolo che, a seconda degli schieramenti, diventa delle libertà o antagonista a esse.
Oggi si è avvezzi alla litigiosità tattica utile per depistare le menti e per tutelare interessi privati davanti ai quali si rimane inermi e sbigottiti perchè blindati dai privilegi delle caste e asserviti al sottobosco politico che gestisce il nostro bel paese.
Ecco, caro Giorgio, cosa viene fuori dagli atteggiamenti della politica e degli affari palesati dai fatti, divulgati dai mass media e dall'enorme deficit di bilancio nazionale al cui risanamento sono chiamati ad intervenire sempre i soliti noti. Eppure i mari italiani sono congestionati da natanti di lusso che guarda caso sono intestati a società di comodo ma utilizzati sempre dagli stessi utenti. Anche l'industria automobilistica di prestigio pare che abbia commesse da gente che per il fisco è quasi sulla soglia dell'indigenza. Ma queste non sono notizie nuove.

giovedì 8 settembre 2011

quanto dobbiamo subire ancora?

È penoso vedere quanto accade nel bel paese! La casta si auto riduce dal 50% al 20% il contributo di solidarietà; i parametri si modificano fino all’ultimo minuto per favorire questo o quell’amico e il plafond si sposta da 100mila a 300mila euro per vedere nelle casse dello Stato un esiguo contributo da parte di chi sta benone; la pletora di parlamentari che rimane tutta intera ai posti di comando con relativi benefit e Castelli che tuona contro il Quirinale perché rimane esente dalla manovra insieme alla Corte Costituzionale.
Insomma, la Casta una ne pensa e cento ne fa. Dopo aver votato nella seduta di ieri l'anticipo dell'età pensionabile per le donne e l'inasprimento dell'Iva (che costerà 385 euro in più a famiglia secondo la stima del Codacons), si è auto-scontata l'indennità parlamentare.
Nella quarta e ultima versione della manovra si riduce, e di molto, il prelievo dalle tasche di deputati e senatori.
Il taglio iniziale del 50% sull'indennità parlamentare che supera i 90mila euro si è ridotta, infatti, ad un misero 20%, mentre sarà del 10% il prelievo per i redditi oltre i 90mila euro nella pubblica amministrazione, applicato anche ai dipendenti del Quirinale.

 Alla luce di questi fatti posso urlare la mia indignazione? Lo so, è una sterile quanto infruttuosa esternazione ma in uno Stato democratico almeno questo è consentito, anche se i grandi condottieri continuano ad aggiustarsi le proprie cose infischiandosene del popolo che li ha eletti. Ma il popolo si sa è una massa amorfa che ha bisogno di una guida, un condottiero e a lui sottostà genuflessa. Quanto si dovrà subire ancora prima che il popolo prenda coscienza? Si deve aspettare anche da noi un sommovimento tipo africano affinché lassù qualcuno ragioni e riesca a fermare le idiozie partorite da menti lontane dalle necessità reali delle famiglie? Si sa, la fame è la forza che muove i viventi e li rende ciechi, disposti a tutto pur di continuare nell’autoconservazione della specie.
Già, dimenticavo: loro sono furbi, sanno quando è il momento di dare un diversivo al popolino teledipendente..

ecco la manovra licenziata dal senato

Iva, pensioni e super prelievo. 

Ecco la nuova manovra:

L' imposta sui consumi sale al 21%, contributo del 3% oltre i 300 mila euro. (cosa determina questo tetto di 300mila? perché non abbassarlo a 200 o 100mila?). 

L' aumento graduale dell' età della pensione delle donne a 65 anni scatterà a partire dal 2014. 

Per chi non sale l' Iva: Esclusi dagli aumenti gli alimentari essenziali, editoria, bar, ristoranti, alberghi e ristrutturazioni.

Donne: L' innalzamento dell' età del ritiro per le donne anticipato di 2 anni rispetto all' ipotesi di partenza.

Manette ai superevasori, la soglia dei 3 milioni vale se rappresenta il 30% del fatturato (naturalmente d'oro) e uno sconticino alla casta rispetto a quanto si era detto :

(il contributo di solidarietà per i deputati che oltre all'indennità percepiscono anche un reddito da lavoro dovrebbe essere il doppio di quello dei loro colleghi che svolgono solo il ruolo di parlamentari.) ma pare che si siano ravveduti anche sui piccoli comuni che non saranno tagliati e qualche altra cosina sulle amministrazioni locali. 


martedì 6 settembre 2011

manovra economica iniqua: roba da medio evo

L’ultima manovra finanziaria uscita da palazzo Grazioli è la summa delle voci finora sentite e smentite nei vari notiziari. Niente di nuovo quindi. Anche i mercati e la borsa, oltre a lavoratori, sindacati e opposizioni, sembrano non dare molta fiducia ai provvedimenti che dovrebbero pareggiare il debito nazionale come richiesto dall’Europa. E in ciò gioca un ruolo importante l’aumento dell’iva dell’1%, l’innalzamento a 65 anni di età per il raggiungimento pensionistico delle donne e il ritorno del contributo di solidarietà, però innalzato a 300mila euro di reddito annuo.
Nei fatti, il governo pare voglia mettere la fiducia su una manovra che non mette in moto professionalità e professioni, lavoro dipendente, artigianato, scuola, cultura ecc. ma che attua solo tagli e rinnova balzelli che faranno lievitare la spesa delle famiglie.

L'aumento dell'aliquota al 21% farà aumentare i costi di giocattoli, televisori, auto e moto, abbigliamento e calzature, la fattura (per chi la fa) del parrucchiere e di quei lavoratori autonomi che intervengono per riparare i quotidiani danni casalinghi; aumenteranno caffè, vino e cioccolato con molte voci che riguardano la spesa per la casa; anche i detersivi e persino gli stabilimenti balneari e i pacchetti vacanza. L’incremento dell’iva porta l'Italia in testa alla classifica dei regimi delle aliquote ordinarie praticate dai maggiori Paesi europei: la Germania è al 19,6%, la Francia al 19,6%, la Spagna al 18% e la Gran Bretagna al 20%.
di contro, il governo spera in questo modo di incassare 4 miliardi.
mentre l'equiparazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni porterà a regime risparmi per quasi 4 miliardi di euro l'anno.
Dal 2014, anno che andrà a regime la misura dovrebbe apportare un risparmio valutato in 3,9 miliardi e 334 mila donne in più al lavoro rispetto alla normativa attuale. La manovra prevedeva un incremento di un mese per accedere alla pensione nel 2016 per poi crescere negli anni successivi: con l'anticipo alla misura deciso oggi l'aumento dell'età necessaria per la pensione di vecchiaia partirà nel 2014 con la stessa velocità. 

Restano in vigore i tagli agli enti pubblici, a cominciare dalle province (con legge costituzionale), il dimezzamento dei parlamentari e l'articolo 8 sui licenziamenti.

il contributo di solidarietà per i deputati che oltre all'indennità percepiscono anche un reddito da lavoro dovrebbe essere il doppio di quello dei loro colleghi che svolgono solo il ruolo di parlamentari.

Il contributo di solidarietà del 3% sui redditi oltre i 300mila euro l'anno, che dovrebbe riguardare 34mila persone, computa il reddito complessivo fondiario (esclusi i redditi da prima casa), da lavoro dipendente, d’impresa, autonomo, da capitale.

Insomma, solo tagli e nessun incentivo al lavoro e all’occupazione per buona pace del Ministro al lavoro che s’impunta nel mantenere fermo l’articolo 8 per dare mano libera ai predatori del mercato globale così da poter terrorizzare i dipendenti e gestire la produttività secondo criteri di archeologia del lavoro superata dagli accordi sociali che hanno portato l’emancipazione della schiavitù nei luoghi di lavoro e dato dignità al lavoro stesso.

domenica 4 settembre 2011

che paese di mer...

Che paese di mer…avigliose creature l’Italia! Ciononostante tra qualche mese me ne vado anch’io ma non perché mi ha stancato l’Italia o la sua gente credulona ma perché non c’è futuro per i giovani e neanche per i vecchi geniacci che con caparbietà hanno continuato coraggiosamente a calcare le scene con la speranza di far cambiare passo a un teatro arrapato e asservito a quelli che esprimono rabbia e vomitano parole come peti.

Sì, l’Italia è un paese di mer…avigliose fantastiche infinite possibilità! Che consente a chiunque di scorreggiare, scopare, comporre elenchi di amici e nemici, epurare o intossicare, arricchirsi, promettere e non mantenere, curare gli interessi della cricca piuttosto che lavorare per il buon funzionamento del servizio cui si è chiamati a compiere.

L’Italia è il bel paese… di tutto e niente.
L’Italia è il paese dell’accoglienza ma anche dei respingimenti per decreto legge.
L’Italia è il paese che si regge sul lavoro (?), un paese in cui i cittadini (tutti) contribuiscono al bene sociale in sintonia con le proprie possibilità economiche…
Peccato che non tutti sono al corrente di queste e altre belle cose scritte sulla Carta Costituzionale e si sentono fregati da quanti non sono fortunati e perciò portano i capitali all’estero.

venerdì 2 settembre 2011

manovra economica gli italiani confidano in Napolitano

Manovra economica e quadro economico-sociale.

Mai come adesso il transatlantico, così definito da Pasolini il parlamento italiano, si trova a fronteggiare l’oceano in tempesta della cattiva politica fatta di interessi partigiani che non tengono in nessuna considerazione la cultura del già acquisito e il dramma delle nuove povertà composte da larghi strati sociali di cinquantenni messi fuori dal sistema lavoro dalla nuove regole imposte dal mercato globale. Mercato che vede contrapposti culture differenti se consideriamo il lavoro come strumento per l’emancipazione democratica e intellettiva; infatti, il sistema di lavoro imposto nei paesi asiatici è in netta antitesi con la cultura sindacale e industriale occidentale, lo dimostrano i traguardi raggiunti nelle trattative aziendali in cui vediamo sempre al centro delle discussioni l’uomo e le sue necessità, più che materiali, sociali.
Forse si è esagerato un po’ con le richieste, forse. Però, i vertici nazionali oltre che tagliare le spese, devono pensare a rilanciare il lavoro e lo stato sociale dei nuovi disoccupati e dei vecchi che nonostante i contributi versati per più di venti anni si trovano a patire lo smacco della povertà imposta dai cinesi allevati con filosofie di vita differenti rispetto ai nostri.
Per semplificare ecco la scheda di un ultra cinquantenne fuori dal mercato del lavoro:

ETA’: 57 anni SPOSATO CON FIGLI STUDENTI UNIVERSITARI A CARICO.
Anni contributivi versati all’INPS: 28 E, a parte, UNA MIRIADE DI LAVORI ATIPICI SVOLTI  con relative trattenute previdenziali e fiscali.

con un quadro simile è ovvio che la persona in questione dipende dagli umori del mercato e dall’esiguo stipendio della moglie; ma considerando che le persone interessate al fenomeno sono un numero considerevole, come risponderanno ai morsi della fame e alle necessità della carne una volta che avranno esaurito i pochi risparmi e le esigue forze rimaste?

Chissà se i ministri e il governo tutto si pone questi interrogativi mentre è preso dalla frenesia di sparare cazzate un giorno dopo l’altro sulle pensioni, sull’iva e sulle aliquote locali pagate esclusivamente dai soliti contribuenti.

A questo punto, l’unica ancora di salvezza è il Presidente della Repubblica Napolitano! Coraggio Presidente, gli italiani confidano nella tua saggezza. 

martedì 30 agosto 2011

Archeologia, questo non è un aratro

Oltre lo steccato e le fazioni. 


Suggerimenti gratuiti per migliorare l’esistente.



aore12
QUESTO NON è UN ARATRO!

Qualcosa non ha funzionato nell’evoluzione della specie e la passività con la quale gli eventi sono messi in campo e accettati dalla massa, allorché investe i sensi in sintonia con una prassi ben consolidata, prende allo stomaco oppure suggerisce ipotetiche possibilità per accrescere gli averi personali, dimostra il declino culturale in cui versiamo.

aore12Certo, la politica, poiché espressione alta nella gestione del sociale, ha la sua dose di responsabilità in merito agli ordinamenti divulgati e acquisiti dalle giovani generazioni. In effetti, sembra che il sociale si divida in campi netti; società, rapporti interpersonali, filosofie di vita sono vissuti in funzione di progetti che ne identificano l’appartenenza: da una parte i guelfi e dall’altra i ghibellini.

Non sono ammesse varianti!, chi canta fuori dal coro è ritenuto nemico della fazione, anche se la sua voce critica suggerisce possibili scenari innovativi e magari vantaggiosi per entrambe le parti. Ciò dipende dal fatto che spesso ci s’innamora delle proprie idee ma anche perché, accettare pensieri altrui, significa per alcuni soccombere, non avere peso specifico in quel determinato campo, insomma, perdere credito e di conseguenza potere e denaro nel caso si tratti di gestione economica di eventi culturali o folkloristici.

È anche vero che la grande industria del business, le multinazionali, le banche hanno indotto i popoli ad economia avanzata a consumare sempre di più inventando nuovi prodotti e nuove forme di crediti personalizzati per acquisirli. Anche l’oggetto artistico entra nel mercato economico e si trasforma in bene rifugio al pari dei gioielli o dell’oro prescindendo dal suo reale valore poetico e intellettuale.

Oggi chiunque può essere innalzato a grande artista da qualche potente lobby che vuole speculare sulle debolezze umane.

E' sufficiente un poco di maestria e un pizzico di talento guidate da un suggeritore attento agli umori contemporanei e alle propensioni di chi governa i territori.
Un signore con staff a seguito che prepara pacchetti e li propina in tutte le salse, sicuro di non essere contestato o incoraggiato a fare meglio perché l’ignoranza impera ovunque. La superficialità con la quale sono sviluppati e paracadutati determinati eventi danneggia l’evoluzione culturale delle generazioni non avvezze alla riflessione perché figli del tempo veloce e del fast food.

aore12A tal proposito, già ci siamo espressi ma poiché le risposte sono state evasive e a volte impertinenti, repetita iuvant, chiediamo a chi gestisce gli eventi culturali denominati “intersezioni” nel parco archeologico di Scolacium e il “marca”, sovrintendenza ai beni culturali e archeologici della Calabria, teorici dell’arte, amministratori locali, fondazioni che sponsorizzano le contaminazioni del sito archeologico di Roccelletta di Borgia durante le vacanze estive con opere prevaricanti per la cui stabilità si deve necessariamente intervenire sull’esistente,

perché installare le pur pregevoli monumentali concretizzazioni contemporanee sui resti inibiti per antonomasia al leggero calpestìo dei visitatori e non porli, invece di fianco alla storia così da sviluppare un percorso che interagisce ma non compromette il foro romano, l’anfiteatro, il teatro e la basilica di santa Maria della Roccella?

domenica 28 agosto 2011

Sfoglia di mozzarella ripiena

Rotolo di mozzarella
Foto ricetta con variante creativa

Ingredienti:
Sfoglia di mozzarella, lattuga, maionese, wurstel, tonno, mais, cetriolo tagliato sottile.





sabato 27 agosto 2011

crisi economica: scivola il cetriolo

Patrimoniale ricca, reale e presunta
Se non ho capito male, sotto la voce “patrimoniale” si raccolgono tutti gli averi di ognuno di noi. Quindi, case, terreni e soldi in banca. Ricchezze a più livelli, che sono certamente differenti dalle modeste proprietà di chi ha lavorato onestamente negli anni del cosiddetto boom economico e che è riuscito a farsi la prima casa e la casetta per la villeggiatura accendendo più mutui con le banche confidando di poter trascorrere una vecchiaia serena all’ombra del fico o del pesco piantato nel giardino e, perché no, allietato dalle grida dei nipotini. Purtroppo, pare che il fato e la cattiva gestione politica della cosa pubblica abbiano remato contro e sgretolato i sogni di tantissimi pensionati. Persino quella volpe dalla mente eccelsa del ministro (sob!) mi pare si chiami Calderoli, lo stesso leghista che ha indossato la maglietta satirica contro l’Islam e ha rischiato lo scontro internazionale tra religioni, per capirci, si sempre lui! Quello che escogita genialate e le riversa in bermuda nelle adunanze padane, questa volta per scaldare gli animi di quelli che ce l'hanno duro rivede e teorizza il concetto di pensione di reversibilità alle vedove o ai figli del lavoratore morto anzitempo. Il suo concetto è semplice: il lavoratore è morto!, quindi gli altri sono dei sanguisuga nullafacenti e vagabondi… AAA cretino! (si può dire a uno che dovrebbe tutelare tutti e che è pagato profumatamente da tutti per non dire cretinate?) Ma se quel povero padre di famiglia potesse parlare, a parte che si rigira nella tomba a sentire 'ste cazzate, direbbe proprio così: a cretinoooo ma per chi ti pare che ho lavorato e pagato le tasse tutta la vita?... ma cosa dicono i pensionati in vita, ancora per poco, quelli che resistono alle continue spremiture di Maroni, con la M maiuscola viste le dimensioni raggiunte per la la pazienza verso questa classe dirigente iniqua e che grazie sempre alla casta di mentecatti si vedono volatilizzare minuto dopo minuto il potere d’acquisto della pensione? Pensionati di tutte le categorie, nonni e nonne, padri e mamme che devono decidere se pagare il condominio della casa acquistata con i sacrifici di una vita o fare la spesa, che ancora hanno a carico figli e nipoti disoccupati costretti a tirare la cinghia mentre assistono, assistiamo tutti con disgusto, al balletto del taglio verticale o orizzontale. Chi deve pagare e chi no. Se i calciatori devono pagare e contribuire in prima persona al risanamento oppure devono pagare le società. Se ridurre il numero dei parlamentari e senatori e quel che ne consegue per raggiungere quanto richiesto dall'Europa.
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È ora di porre un punto fermo e agire seriamente per il bene di tutti. Basta con i proclami. Basta con gli ortolani furbi che lasciano scivolare con finta pietà il cetriolo nei deretani altrui, (che tra l'altro non posseggono un orto ma un misero vaso di gerani alla finestra perché tengono lontane le zanzare).

venerdì 26 agosto 2011

le stranezze della politica italiana

Le stranezze della politica.  Inutile ricordare che in altri paesi esiste una sorta di codice morale non scritto ma ben radificato nelle coscienze dei cittadini che induce gli uomini pubblici a mantenere comportamenti irreprensibili. Da noi in Italia è l’opposto! Per fare carriera in politica si deve essere sfacciatamente delle simpatiche canaglie con il sorriso stampato sulla faccia e molte persone che contano da riscattare; parlare, promettere, contraddire; contraddirsi con fermezza così da lasciare dubbi sulla paternità delle affermazioni retroattive, specie quelle dette in campagna elettorale e se in un eccesso di autostima capita di firmare un contratto con gli elettori, beh, pazienza, la colpa è dell’opposizione che ha fatto le macumbe. Giurare fedeltà alla Repubblica mentre si promette la secessione territoriale e fiscale. Promettere posti di lavoro. Smentire la realtà. Illudere! Illudere chi è costretto nella morsa fiscale che anche la politica si sacrifica, che il parlamentare o senatore paga i servizi come un comune cittadino e contribuisce al risanamento del debito pubblico in base a quanto guadagna. E mentre gli altri cadono nella povertà, chi è toccato di striscio dalla crisi spera di restarne fuori confidando negli amici in politica che tutto hanno detto e smentito nel momento delle decisioni da prendere sui costi della politica. Però, che uomini! tagliano i piccoli comuni, le piccole province, alcune, quelle meno tutelate dai volponi; e per consolidare le armate elettorali, gli strateghi della cattiva politica nominano tecnici e professionisti di “alto livello” in commissioni, cooptano assessori esterni, pavoni asserviti a uomini illustri che avvallano le barbarie più assurde con dotte citazioni per rendere digeribili progetti sul territorio, nella cultura e nel sociale.

giovedì 25 agosto 2011

Praia a Mare, personale di Mario Naccarato

con piacere divulgo il comunicato stampa inviato dall'amico Mario Naccarato:

Mostra personale “Cerco terre” di Mario Naccarato
20 agosto – 20 settembre 2011
Museo d'Arte Contemporanea di Praia a Mare CS


Mondocultura Athena prosegue la sua ricca attività presso il Museo d'Arte Contemporanea di Praia a Mare, presentando la personale “Cerco terre” di Mario Naccarato. L'artista nato a Cosenza nel 1956, è già da giovanissimo attratto dalla pittura. Inizia come autodidatta e successivamente frequenta il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, conseguendo il diploma di scenografo. Nel corso degli anni la sperimentazione lo porta a misurarsi con diversi aspetti delle arti applicate, quali la fotografia, la grafica, la decorazione, tutti linguaggi che si riveleranno di grande stimolo per la sua ricerca.
“Il rapporto fra arte e natura, viaggio e scoperta del sé come identità unica ed irripetibile nel sistema di vita che la nuova società ci impone, è tangibile e ben delineato nelle opere di Mario Naccarato. Intrise di spunti argomentativi molto attuali e profondi, ispirate al senso di appartenenza alla natura e agli equilibri che i suoi elementi tentano di mantenere, le opere della mostra “Cerco terre” si propongo come ricerche di un nuovo linguaggio che possa risvegliare gli animi ad un dialogo e verso un analisi che riporti ad un rapporto rigenerato fra l'essere e l'avere un mondo che sembra sfuggirci nei colori, nelle forme e negli animi che appartengono ad esso. Il senso di appartenenza ad un unica terra, la volontà di superare le diversità imposte da vani egoismi, la caparbietà di cercare nuovi lidi per nuove vite e opportunità di sognare, sono temi che Naccarato sfuma tra fotografia e pittura senza mai essere scontato, violento o sfacciato. La sua delicatezza nell'affrontare tali importanti tematiche è proprio nel comunicare con discrezione l'intensità dei suoi significati, la sua volontà di rivolgersi al mondo per invitarlo a riflettere e ad agire”(Antonia Palladino).
L'inaugurazione della mostra avrà luogo sabato 20 agosto 2011 alle ore 21.00, seguirà il concerto dell'Accordeon's duo (duo di fisarmoniche) T. Arena e L. Colantonio, a cura dell'Associazione Foyer des Art.
La mostra è curata da Lara Caccia e dall’Associazione MondoCultura Athena.




i tagli della politica in Calabria

L’estate del 2011 sarà ricordata per le eccessive altalenanti vicende sociali e politiche scoppiate nel mondo; le rivoluzioni dei popoli africani avvenute grazie al passa parola sul web; la caduta dei regimi totalitari; la disfatta della finanza e la bolla economica che partita dal mercato USA ha contaminato il mondo intero decretando la morte delle divise deboli; gli scandali, che hanno infangato uomini pubblici.
Gente illustre e arrampicatori sociali non sono rimasti indenni da attenzioni mediatiche specie laddove il tarlo della perfidia collettiva tormenta le singole ossessioni. Gruppi di potere che nonostante gli enormi danni causati al territorio e alle popolazioni con le loro decisioni affaristiche continuano imperterriti a decidere sulla pelle degli innocenti dove installare mostruose pale eoliche, catastrofiche centrali nucleari, costruire tunnel e strade, abolire parte del welfare, legiferare a favore delle caste tartassando la massa ignorante e asservita per necessità e spirito di sopravvivenza.

In questo clima la classe politica calabrese sembra abbia fatto un salto di qualità: consiglio regionale e giunta hanno deciso i tagli al costo della politica riducendo le commissioni e gli assessori esterni, le strutture speciali e quant’altro fa lievitare inusitatamente la spesa pubblica regionale.
Il tutto sarà ratificato ufficialmente il 19 settembre dal consiglio regionale, dove si deciderà anche la riduzione del numero dei consiglieri delle future assise regionali.

Ma, fino a prova contraria, la storia della politica lascia perplessi, d’altronde la Calabria ha visto aumentare i consiglieri e i relativi compensi in maniera esponenziale rispetto alle altre regioni d’Italia. Speriamo che nel frattempo qualcosa di rilevante inerente a: assessori esterni; commissioni; esperti; strutture speciali… non sia stravolto da interessi di parte e rimanga una semplice mozione d’intenti tanto per tacitare gli oppressi dalla crisi economica dal caldo e dalle stronzate rovesciate sotto il sole all’alba di un desiderato e non ancora realizzato nuovo giorno di fraterna solidarietà.

mercoledì 24 agosto 2011

pasta e ceci, anche questo è folklore

Pasta e ceci e... Squillace e dintorni sono disseminati da cartelli del tipo fai da te parrocchiali che invitano alla sagra estiva del 12 agosto “pasta e ceci e...” e cosa? A detta di alcuni conoscenti che ci sono stati pare che qull'e cacofonica finale corrisponda a 10€ a cranio e niente di più! In buona sostanza una famiglia composta da quattro persone che risponde all'invito credendo di passare una serata tra antichi sapori culinari e ballate folk a prezzo simbolico equivalente a un'offerta si trova a pagare 40€ per una semplicissima stupida pasta dei poveri e niente di più. Sia ben chiaro, questa è una opinione fatta non per criticare l'operato dei volonterosi che si sono messi a lavorare ma per fare il punto sulle tante sagre inventate in estate che invece di attrarre i turisti e gli emigranti per farli socializzare e riscoprire valori tradizionali persi li fanno scappare perchè, come dice un vecchio proverbio calabrese, una sola volta si fotte la vecchia!

martedì 23 agosto 2011

libertà reali e virtuali nell'era internet

Le presunte libertà.

Anche a costo di passare per un rompicoglioni non posso fare a meno di esprimere alcune considerazioni in merito alle presunte libertà sbandierate proprio da quelli che le uccidono dietro le quinte dopo averle osannate e date in pasto alla povera gente credulona.
Incominciamo dalla libertà di pensiero resa sacra dai padri costituzionali che hanno scritto un articolo giusto nella Carta Costituzionale della Repubblica Italiana. In buona sostanza l’articolo recita che tutti abbiamo la possibilità di esprimere il pensiero con parole, scritture, opere pittoriche, teatrali, musicali ecc ecc. ma cosa succede quando il pensiero tocca determinati poteri precostituiti e resi forti dal denaro?
In questi giorni di caldo afoso e afose stancanti parole si leva forte la voce del Presidente della Repubblica a richiamare la politica sempre più delegittimata dalle parole e dagli atteggiamenti dei suoi rappresentanti a trovare soluzioni coraggiose e sagge per togliere la nazione e i cittadini dalla stagnazione e dalla sofferenza morale ed economica. In poche parole li esorta a smetterla col balletto delle parole, tipo “le pensioni non si toccano; aumentiamo l’IVA, aumentiamo l’età pensionabile, tagliamo certe province e paesi…” Cioè, attorno a riferimenti come i pensionati e i dipendenti che finora hanno retto l’economia nazionale la fantasia galoppa ma sfornare una legge che faccia davvero contribuire chi possiede di più in termini di ricchezza per superare l’emergenza e riprendere il passo verso il benessere sociale, questo no eh?
E che dire dei confini geografici resi granitici dai miseri confini mentali che rinchiudono uomini donne e bambini in fantomatici centri d’accoglienza più vicini a galere per le restrizioni vigenti?
Insomma è tutta un’immensa bugia invasiva che inonda i cervelli e imputridisce i corpi. Anche le ultime tecnologie invadono le libertà e annullano la privacy. Semplici e all’apparenza innocui social forum invitano a cercare vecchi amici e familiari… ma cos’hanno da guadagnare gli amministratori di questi carrozzoni? perché stuzzicano le debolezze psicologiche di tutti quelli che cadono nella rete in barba alle regole e al garante che tutela gli sprovveduti?

venerdì 19 agosto 2011

chi deve pagare?

Crisi economica e umori popolari.
La crisi si tocca con mano e stritola nella miseria specie gli abitanti delle grandi città come Roma dove una larga fetta di cittadini per risolvere problemi impellenti impegnano oggetti carichi di affetti, importanti, che hanno tassellato ricordi lunghi una o più generazioni, con la speranza di poterli riscattare appena superata la recessione. Nel frattempo le polemiche montano e ce n’è per tutti. I laici se la prendono col Vaticano perché non paga le tasse come gli altri cittadini costretti a pagare ici irpef ecc. dimenticando gli accordi tra gli Stati che, considerata la situazione contingente di sofferenza nazionale, potrebbero essere rivisti dal governo italiano e dal Vaticano; i lavoratori, dipendenti e disoccupati, trovano il nemico nel capitalista e a sua volta l’industriale accusa il sistema fiscale italiano di non essere competitivo col resto del mondo globalizzato.
Insomma, la paura di ricadere nella povertà degli anni postindustriali preoccupa e coinvolge tutti, ma sembra non scalfire le facce di bronzo dei politici che imperterriti continuano nelle dissertazioni parolaie mentre infilano le mani nelle tasche dei soliti contribuenti.
Alcune testate giornalistiche pubblicano gli elenchi dei politici “ricchi” che percepiscono vitalizi e o hanno incarichi pubblici da nababbi. E poi ci sono i capitali rientrati in Italia dai paradisi fiscali grazie all’ultimo scudo fiscale di Tremonti che condonati assumono valenza giuridica sana ma che non concorrono al bene sociale nazionale al pari dei lavoratori in nero o agli evasori che beccati pagano una ridicola ammenda. Se solo ci fosse la volontà, sarebbe semplice arrivare ai colpevoli e pretendere i dovuti risarcimenti. E poiché questa manca, le acque si agitano ancora di più. Anche la giustizia fatta dagli uomini e applicata da certi uomini è volubile, creativa; come dire… ha lo sterzo? immancabilmente andrebbe a colpire anche chi non ha colpe, darebbe adito ad alzate di scudi settoriali, come avviene tra i calciatori che nonostante siano remunerati profumatamente dai club per giocare e dagli sponsor per pubblicizzare merce di dubbio valore trovano cavilli per non contribuire in prima persona al risanamento pubblico. Di contro i dipendenti pubblici, i pensionati e i cittadini censiti dal sistema tributario devono sottostare passivamente e pagare a muso duro il deficit causato dai predatori dell’economia globalizzata.

mercoledì 17 agosto 2011

minicrociera sullo jonio da Squillace a Pietragrande

Una giornata al mare sulla costa dei Saraceni. Da Squillace a Pietragrande.
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Il gommone è a riva. Davide, l’esperta guida che accompagna gli escursionisti e impartisce loro lezioni di vela sci nautico windserf e kitesurfing, indica i posti da occupare e le posizioni da assumere per salire o scendere. Ultimato il carico di villeggianti, lentamente il motore si avvia e porta il gommone fuori dal canale nautico segnalato dal cordone di galleggianti davanti alla spiaggia del porto rhoca beach villaggio club e centro congressi in Squillace.

Il mare è una tavola immobile e trasparente. I fondali non hanno segreti e man mano che ci avviciniamo alla scogliera, i cambiamenti cromatici ne rilevano la bellezza della costa apprezzabile solo via mare. Simile a un’enorme lente d’ingrandimento, l’acqua cristallina enfatizza i fondali animati dal tremolio leggero del moto ondoso prima di essere rotto dall’invadente anfibio gommato. Ma qui, la bellezza incanta i luoghi e le anime e trasforma tutto in poesia. Anche l’increspatura che si dirama a coda di rondine dietro le barche assume connotati poetici che riportano alla mente sensazioni oniriche. Sogni mai conclusi del tutto. Sogni che continuano nella realtà per quanti lo vogliono e sanno vedere oltre la corazza della corporeità.


 Il fondo sabbioso cede e accoglie nuovi spazi: scogli sommersi che a volte degradano improvvisi sviluppando fantasie e giochi nelle menti creative. Alcuni vedono fantasmi, denti di draghi, profili pietrificati dal capriccio di qualche divinità sulle cui pareti dimorano ricci e mitili che per proteggersi dai predatori umani si appiattiscono maggiormente alla superficie rocciosa. Qualcuno fa pesca subacquea, un ragazzino tende la canna da pesca appena comprata.

lunedì 15 agosto 2011

crostata alla frutta

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Crostata alla frutta. ©

Ingredienti:
500gr di farina 00; 150gr di zucchero; 1 bustina di lievito; 125gr di burro; 1 limone grattugiato; latte q.b per ottenere un impasto morbido; 2 uova; frutta di stagione.

Procedimento per ottenere la pastafrolla:
versare la farina a pioggia in una terrina. Unire zucchero uova limone grattugiato e lievito. Lavorare e aggiungere latte. Infornare a 180° per c.a. 20 minuti.

Procedimento per ottenere la crema pasticciera:
nella pentola: 4 tuorli, 4 cucchiai di zucchero e lavorarli; aggiungere 4 cucchiai di farina finché l’impasto diventa spumoso; versare 1 litro di latte e sciogliere, evitando i grumi, l’impasto. Mettere a fuoco lento e mescolare continuamente fino a quando prende consistenza. Lasciare intiepidire e versarla sulla pastafrolla pronta.
Disporre la frutta e coprirla con la gelatina, preparata in precedenza nel seguente modo:
1 bustina di gelatina, 4 cucchiai di zucchero, 250ml d’acqua e succo di 1 limone.

Lavorazione complessa ma gratificante per la mamma che la prepara con amore e la porta in tavola!

domenica 14 agosto 2011

paesi in vendita come le anime

© riproduzione vietata

Pensieri e Paesi in vetrina per essere ripopolati.

Da qualche decennio il miraggio industriale che ha spogliato i paesi degli abitanti ha raggiunto il suo apice.
La crisi economica investe la società. I prodotti industriali, trasformati in rifiuti, cambiano la geografia dei luoghi: colline maleodoranti inquinano le campagne. Le fabbriche chiudono. Operai e impiegati perdono il lavoro e con esso la dignità di cittadini operosi. I paesi dell’entroterra vivono declini inarrestabili.

L’agricoltura, la pastorizia e i piccoli artigiani soccombono lentamente alle nuove tecnologie e al miraggio consumistico delle grandi città. L’Italia, da nord a sud, indistintamente, è coinvolta dalla mutazione sociale.
Una mutazione priva di programmi strutturali che adegua le esigenze immediate dell’economia agli anni di plastica, alla filosofia dell’usa e getta. Monta, così, la diseducazione sociale e infetta anche i campi della cultura.

Le provocazioni intellettuali e le operazioni artistiche, viste come nuovi fonti di guadagno diventano beni rifugio e a nulla valgono le proposte alte se non supportate da grandi sponsor commerciali. Ma i circuiti dell’arte mirano a immettere sul mercato un’arte misera che solletica e invoglia il già conosciuto.
In questo clima nasce e si diffonde la grottesca farsa dell’arte popolare. La stessa che ha ripresentato in tutte le salse i multipli serigrafici di grandi nomi, la figurazione sdolcinata e le operazioni minimaliste. Insomma anche il campo dell’arte ritenuto sacro da alcuni è stato contaminato e dissacrato dallo sterco del diavolo: il denaro che tutto governa sulla terra!

Il denaro assicurato dal lavoro in fabbrica provoca, nel suo piccolo, il depauperamento della cultura contadina con relativo abbandono dei piccoli centri rurali e l’assalto ai sobborghi delle metropoli ormai sotto i riflettori del miraggio industriale.
Nello stesso tempo la pseudo arte contestualizzata dagli imbonitori prezzolati o asserviti e quello mentale, se mai ci fosse stato un accenno di reattività al volgare modello di essere nella società, decreta la morte del pensiero autonomo. Quel pensiero che, sviluppato in completa autonomia induce a preoccuparsi dell’altro, del diverso e benché privo di stimoli materiali riesce a muovere il mondo e fa sentire vivi quanti lo praticano quando il sorriso sui volti dei deboli e degli oppressi rischiara e cancella i morsi della sofferenza. Un sorriso corrisposto, che nasce dall’essere lì, in quel preciso momento, in quei luoghi e paesi sconosciuti, dove uomini, armati solo di beni di prima necessità, pronti alla fatica, sorretti dall’amore e in contrapposizione al modello imperante nei paesi indottrinati dalle logiche di potere laddove tutto ha un prezzo prestano la loro opera disinteressatamente. Non militari armati mascherati da truppe di pace che pagano il tributo di sangue e lasciano vedove e orfani e una decorazione al valore. Non contratti di compravendite per la ricostruzione.

Ecco, noi non vogliamo essere paesi in vendita! Paesi urbanizzati, desertificati dall’indolenza o dall’avidità.
Paesi abitati dai fantasmi del presente… lussuria, potere. Ma…
Paesi in vetrina, notturni, solari, la cui bellezza, palesata e sorretta dal linguaggio poetico della visione, diventa faro per la rinascita di una nuova umanità.

sabato 13 agosto 2011

firmato da Napolitano il ddl di ferragosto

Manovra di Ferragosto 2011.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico! E la manovra di metà agosto imposta per decreto legge dal consiglio dei ministri a guida Tremonti e Berlusconi ha il sentore della perfidia. Ogni titolo della manovra è mirato al recupero della spesa pubblica attraverso tagli e non prevede nessun intervento per rilanciare la produttività, la ricerca, la cultura, il lavoro.

Inutile ricordare le promesse e gli impegni presi con gli elettori da chi governa l’Italia. Siamo in emergenza e come cittadini dobbiamo rispondere alle esigenze del mercato europeo prescindendo dalle attese maturate conseguenzialmente in ciascuno di noi dalle parole fumose che fino ad oggi hanno accompagnato le uscite dei vari esponenti di governo.

Tra gli interventi, il più dannoso, perché aggraverà la recessione, è il taglio delle provincie e dei comuni con popolazioni a scarsa densità numerica (meno di trecentomila anime per le provincie e meno di mille per i comuni che andranno ad accorparsi in un’unica sede) con relative dismissioni, allo scadere dei mandati, di presidenti, sindaci, consiglieri, macchine blu. Il provvedimento avrà effetto anche su altri uffici pubblici legati al rango provinciale dei settori, quali camere di commercio, questure ecc.. Secondo le stime di Tremonti ciò porterebbe un certo risparmio nella spesa pubblica. In Calabria dovrebbero ritornare all’amministrazione provinciale di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia assurte al rango di province nel 1992 e un bel numero di paesini resi ancora più poveri dall’emigrazione forzata degli abitanti. Insomma, circa 36 province in tutta Italia e un migliaio di piccoli comuni che andrebbero a morire insieme all’indotto.
È vero! La manovra così concepita porterebbe un discreto risparmio in barba al welfare e al rispetto della persona vista la totale assenza di un programma che faccia crescere i territori toccati dai tagli perché sofferenti.
Un vecchio saggio popolare recita: al pescatore non togliere la canna ma muniscilo di barca per esplorare i mari pescosi e al contadino di attrezzi e cultura così da coltivare al meglio la terra e trarne buoni frutti.

È da eretici chiamare gli evasori, i furbi imprenditori che hanno creato ricchi imperi con i contributi dello Stato, capitalisti e latifondisti a dare cristianamente una mano piuttosto che tartassare ancora una volta chi ha sempre pagato le tasse fino all’ultimo centesimo?

Utopie a parte, pare che qualche esponente politico stia studiando le possibilità costituzionali per far uscire dal rotto della cuffia i propri territori dall’imposizione del ddl di ferragosto non per amore verso la propria terra o i bisognosi ma per l’ultimo colpo di coda prima del 5, 6 settembre, data della presentazione e discussione in parlamento del ddl firmato oggi dal Presidente Napolitano rientrato appositamente dalle ferie.

il cuore degli italiani gronda sangue

Ci risiamo! Che dire dell’infinita telenovelas insipiente della politica italiana? Davanti all’ennesima manovra economica per aggiustare i conti dello Stato, le “guide” litigano, fanno becera demagogia, cercano di mettere pezze a colore con l’intenzione di rabbonire chi già paga molto perché costretto dal sistema retributivo nazionale e nulla fanno per snidare i grandi evasori fiscali o far contribuire chi più ha, vista l’emergenza economica e sociale non certamente apparsa per magia ma accresciuta nel tempo grazie all’immobilismo di chi avrebbe dovuto decidere e non lo ha fatto.
D’altro canto cosa ci si poteva aspettare da una classe politica arraffona attentissima a tutelare i propri diritti acquisiti ma distratta dal far rispettare quelli dei cittadini e dei lavoratori dipendenti, si pensi allo statuto dei lavoratori, al diritto alla malattia e allo sciopero quale momento pacifico di contestazione nella tensione contrattuale dei subalterni e alla libertà dell’imprenditore privato di licenziare dopo avere ottenuto tutte le agevolazioni da parte dello Stato e quindi di tutti i cittadini, lavoratori compresi visto che dalle loro buste paga, quando sono davvero reali e il dare corrisponde a quanto scritto, esce fuori il bilancio nazionale.

Lo scoramento dei cittadini nasce dalla sfiducia verso tutta la classe dirigente. La destra difende i capitali e la sinistra non sa o forse non vuole opporsi se non a parole mentre quelli che si pongono al centro danno un colpo alla botte e uno al cerchio, non che gli altri non lo facciano ma i centristi sono legittimati dalla posizione ambigua dettata dalla dissolvenza della memoria collettiva. E intanto IL CUORE DEGLI ITALIANI specie dei meno abbienti che non sanno come arrivare a sera GRONDA SANGUE! Perché, balletti a parte tra destra centro e sinistra, finita la chermesse, saremo sempre i soliti noti al sistema finanziario a pagare le colpe nostre e degli altri intese come costi della politica o finanziamenti illeciti al sottobosco della corruttela.

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