Visualizzazione post con etichetta ticket. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ticket. Mostra tutti i post

mercoledì 14 ottobre 2015

Welfare addio!

C'era una volta la tutela della salute Pubblica.


C’era una volta la sanità pubblica che si prendeva cura della salute dei cittadini, tutti i cittadini senza distinzione di razza religione o credo politico! E c’erano delle malattie ritenute a rischio che erano esenti da ticket e quando comparivano dei campanelli d’allarme quali il sangue nelle feci o forti dolori al petto avevano la precedenza sulle altre patologie anche in pronto soccorso.
E poi venne l’austerità che si mangiò il buon senso e il rispetto delle persone. Da Monti in poi non ci furono altro che tagli. Tagli alla sanità e alla scuola. Tagli alle pensioni, sì ma a quelle piccole perché quelle d’oro dei manager e dei politici non sono state toccate per cavilli legati a tutele particolari che però non tutelano i deboli.
estratto dal portale medico
della colonscopia

Tornando al diritto alla salute che non c’è più, chiunque ha un reddito o possiede un autoveicolo deve obbligatoriamente pagare la tassa al servizio sanitario. E ancora non basta. Non è sufficiente per coprire le spese e risanare i fondi pubblici destinati alla sanità. Ci impongono di pagare il ticket! Un ticket che varia a seconda della patologia.
Facendo una veloce ricerca su internet  la malattia che accomuna molte persone risulta essere quella relativa ai disturbi del colon, fino a qualche anno addietro esentata da ticket che oggi, a seconda di quello che occorre fare per diagnosticarla, il paziente deve preventivare una spesa variabile che va dai 150 ai 500 euro.
Con la crisi che c’è … 

venerdì 4 maggio 2012

gli abusi della grande distribuzione alimentare

A proposito dei ticket pasto aziendali. (che tra le altre cose è stato decurtato dalle manovre di Monti)


È commovente sapere di essere nei pensieri dei capitani delle grandi distribuzioni. Certo, la consapevolezza di essere osservati e catalogati, inorgoglisce!, esalta sapere che loro pensano a noi e studiano notte e giorno per tutelare i diritti dei consumatori. Come ad esempio prevenire il furto della card o del blocchetto dei buoni pasto. E quindi esibire i documenti personali come alla frontiera per la modica cifra di un ticket pasto.
Come spiegare altrimenti il geniale modulo donato dalla cassiera insieme allo scontrino?
Nel modulo si richiedono: generalità complete del titolare e di chi ne fa le veci ed eventuale delega a corredo dei buoni pasto usati per fare la spesa nel supermercato!
Poi c'è, invece, il supermercato che non accetta i buoni a copertura dell'intera spesa ma solo al 50% dell'ammontare totale dello scontrino oppure chi ne incassa uno solamente a prescindere.

Insomma, chi ancora ha la fortuna di lavorare e matura il buono pasto (tassato a tutti gli effetti perché fa reddito) si trova a dover affrontare una giungla di piccoli ma spiacevoli contrattempi imposti dalle varie direzioni dei supermercati (sidis, conad, despar, interspesa).
Ora, è bene specificare che:
Il buono pasto, come accennato, è un diritto contrattuale erogato dall'azienda e serve al prestatore d'opera per consumare il pranzo nella mensa aziendale oppure, a discrezione del lavoratore, nei locali affiliati.
Le affiliazioni sono concesse a ristoratori e negozianti che istruiscono una richiesta specifica alle aziende che utilizzano questa forma contrattuale.

Concludendo, a quale proposito gli uffici amministrativi dei supermercati operano le discriminazioni accennate? E perché si deve compilare e consegnare con faciloneria una “scheda con i dati personali” pena la mancata accettazione dei ticket nelle casse sidis catanzaresi?

Post suggerito

Un salto in Calabria

  La scogliera di Cassiodoro è situata tra i comuni di Stalettì e Montauro, nel golfo di Squillace. L’affaccio sul mare è spettacolare! ...

divulghiamo bellezza!

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto