L'accoglienza è stata ottima. Quasi familiare. Assistenti e operatori si sono dimostrati empatici però
ancora non so se hanno assunto atteggiamenti di facciata dettati dalla professionalità che richiede il sito d'accoglienza oppure sono connaturati al loro modo di essere.
È pomeriggio inoltrato. Il sole sta calando. Le ombre si allungano e disegnano geometrie ordinate giù tra i filari del parco.
Si gode una bella visione dalla finestra che da sul parco. Nell'immediato si gode del verde tipico della macchia mediterranea ma c'è una cosa che disturba là in fondo. Barlumi scintillanti solcano il cielo rossastro del tramonto. Simili a enormi punti interrogativi piantati nel terreno fanno a cazzotti con la natura. Una natura violentata suo malgrado.
Quasi impercettibili, le ferite imposte da qualcuno che cavalcando le linee guida dell'economia verde a fatto sì che sorgesse un parco eolico. Inutile! Impensabile! Stridente! Col resto.
È piantato lontano dalla città, il parco eolico, sui monti che separano l'orizzonte percettibile dalla mia stanca vista dal mare. Quel mare azzurro in cui tanto mi bagnai durante le mie verdi stagioni.
“Bello vero!” esclama un'operatrice. Da qui gode un'ottima vista. Le auguro una buona notte.
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