Noi fortunati occidentali che abbiamo tutto o quasi

 

È la voglia di vivere che spinge a superare le sfide che si presentano di volta in volta davanti a ognuno di noi. Alcuni eventi sono connaturati con l'ambiente circostante e ci si sente più o meno fortunati in base alla latitudine geografica in cui si è nati.


Gli spostamenti, le migrazioni, sono parte integrante dei flussi che muovono e spingono interi popoli a spostarsi per cercare cibo. Sostentarsi è un bisogno essenziale per poter continuare a vivere.

Sarà lo spirito di conservazione che induce a far salire donne incinte, bambini soli, ragazzi e ragazze e qualche anziano sulla carretta che farebbe fatica a galleggiare persino sulle acque calme di uno stagno? Le assi dell'imbarcazione sono tenute assieme da uno sputo ormai rinsecchito dal tempo. È già qualcosa se riesce a prendere il largo. Ma loro non lo sanno. È tutta gente di terra sollecitata a partire per tentare la fortuna sperando di potersi allontanare dalla miseria. Persino il terremoto si è messo contro accentuando le precarietà territoriali e poltico-gestionali di quella parte dell'Africa che si chiama Turchia e Siria.

Donne, bambini, ragazzi divenuti adulti fin da subito costretti a lavorare duro per un pezzo di pane:

Salpano dopo avere pagato con chissà quali immani sacrifici il viaggio della speranza. Ma quanti tra quelli che lo intraprendono conoscono i pericoli in agguato? Sono a conoscenza dei tantissimi disperati che li hanno preceduti e sono affogati nel Mediterraneo?

Le notizie apparse sui media narrano di corpi, disperata carne da macello, caricati con la forza sulle carrette del mare dopo essere stati violentati e torturati nei centri costruiti anche con fondi europei. Finanziamenti dati ai governi africani per gestire i flussi migratori ed evitare gli esodi verso l'Europa ma raramente si sente parlare di fondi spesi per progettare benessere sociale, vale a dire, per costruire il futuro inteso come valorizzazione delle risorse locali ripartite equamente per il bene collettivo.

L'impegno civile per la gestione delle risorse locali è inesistente. E le ricchezze sono appannaggio di piccoli gruppi di potere che creano e amplificano i bisogni primari nella popolazione depredata da ogni minima fiducia.

Ecco, noi fortunati, che viviamo nel paradiso del consumismo dove ci viene venduto a rate uno specchio sul quale riflettere le nostre umane fragilità, ecco, noi tutti dovremmo immedesimarci con quanti soffrono per le opportunità negate e chiederci, tra le tante domande, se le donne gravide gettate sui barconi sono state consenzienti a giacere e procreare nuove vite destinate al viaggio verso l'inferno.

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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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