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DALL’ITALIA A NEW YORK. Tantissimi, tra amici e parenti, hanno lasciato l’Italia negli anni dell’industrializzazione. L’esodo, avvenuto tra gli anni ‘50 e ’60 si è protratto anche dopo, ma la maggior parte della gente si è spostata a ridosso di quella che è stata definita l’era industriale. In quegli anni ovunque arrivava l’eco del benessere e la voglia di cambiare vita contagiava chiunque. Specialmente nelle classi meno abbienti si coltivò la determinazione di cambiare vita e poter possedere un vestito senza toppe da indossare alla domenica e durante gli eventi belli in famiglia e nel paese. Contadini, braccianti e artigiani che vivevano alla giornata, non avendo altro da perdere e semmai qualcosa da guadagnare, decisero di intraprendere il viaggio della speranza. Chiesero aiuto e sostegno ai parenti e ai paesani che li avevano preceduti facendosi chiamare. Sì, funzionava così. Per potere avere il visto d’accesso all'estero si dovevano avere delle credenziali e la chiamata di ...
Proteggi i tuoi beni , la famiglia, la patria... «Ci saranno milioni e milioni di persone che sfonderanno i confini dell’Europa. Sarà la marcia dei Tartari se non intensificheremo quello che stiamo facendo, se noi non mettiamo questi paesi in condizione di avere una condizione di vita che sviluppi la loro vocazione artigianale, turistica, industriale”. Così parlava Giulio Andreotti al meeting di comunione e liberazione svoltosi a Rimini 32 anni addietro. Andreotti profeta? no. Andreotti era un Politico dalla vista lunga. Conosceva i bisogni delle persone e sapeva leggere i cambiamenti sociali dei popoli. Qualità. Queste. Assenti o, nel migliore dei casi, dormienti nella classe politica attuale.
Ci vuole una buona dose di coraggio per vivere in una realtà come quella di Corvo. Per chi non la conoscesse “corvo" è una periferia di Catanzaro nata sul finire degli anni settanta, rimasta immutata e immutabile nel tempo nonostante il proliferare di casermoni condominiali popolari spuntati come funghi grazie ai crediti agevolati erogate dallo Stato per i lavoratori che non possedevano casa e che volevano farsene una per diventare “proprietari “ di una prima casa: sogno di tutti gli italiani.
Scafisti e/o governi accondiscendenti? Sulla rotta dei flussi migratori. Africa-Europa: cinica strategia? Il problema della migrazione sta tutto nei mercenari che li traghettano? c'è una regia occulta? La sensazione che ci sia dell'altro dietro al fenomeno delle flotte di migranti che dall'Africa cerca casa in Europa è da non sottovalutare. Forse siamo in guerra e non ce ne rendiamo conto. Una guerra fatta non con le bombe ma con armi ancora più esplosive e subdole. Proiettili di carne umana e ossa. Teneri corpi di bambini e mamme sole caricate in massa su bagnarole dalle organizzazioni criminose col benestare dei governi africani privi di morale comune invadono i Paesi dell'opulenza. Noi Occidentali "infedeli" ma con la fortuna di non soffrire la fame e la miseria imposta dai despoti che trattano la donna come se fosse una merce, una cosa propria: roba priva di personalità e anima da possedere!
Se l'impegno del governo Meloni in merito alla spinosa questione dei migranti si riduce all’innalzamento della pena a 30 per i mercenari Caronte è davvero una misura demagogica. Tralasciando tutta la tematica e la letteratura vissuta e scritta in merito alle esigenze motivazionali dei disperati esuli che affidano le proprie vite ai mercanti di carne umana malgrado le incognite correlate ai viaggi della speranza, il dato su cui interrogarci verte sui criteri imprescindibili dell'accoglienza. E mentre a Cutro Giorgia Meloni scopre una targa commemorativa a Lampedusa continuano ad arrivare barchini stracarichi di profughi che scappano dai paesi in guerra.
“Rimpatriate i nostri morti nei luoghi d'origine ”. Questa la richiesta dei familiari dei naufraghi morti e allineati nelle bare adagiate nel palazzetto dello sport di Crotone trasformato per l'occasione in sala mortuaria. La decisione delle istituzioni italiane di trasferire e tumulare nel cimitero musulmano bolognese le salme consegnate dal mare non trova consensi tra i parenti accorsi a Crotone per l'estremo saluto e il riconoscimento dei familiari vittime dell'immane tragedia.
Ho visto un bimbo piangere. davanti al totem delle leccornie. Ho visto uno, due, tanti troppi bambini fare i capricci al supermercato . Bambini fortunati nati nella società dell'opulenza pilotata. Bambini vezzeggiati strattonare le mani delle mamme. E mamme estremamente deboli cedere alla vemenza dei figli.
Ottomila euro. Tanto costa il biglietto di sola andata. La rotta è rodata dai mercanti di carne umana: dal porto di Smirne, tenendosi a ridosso della costa greca costeggiano territori ricchi di un passato culturalmente pulsante.
È la voglia di vivere che spinge a superare le sfide che si presentano di volta in volta davanti a ognuno di noi. Alcuni eventi sono connaturati con l'ambiente circostante e ci si sente più o meno fortunati in base alla latitudine geografica in cui si è nati.
Frenare. Arginare. Bloccare. Impedire le partenze. Questi i principi recitati come un mantra dai politici in merito al dramma umano dei disperati partiti dalla Turchia naufragati e morti davanti alla costa calabrese.
“Abbiamo chiesto al governo italiano di dare velocemente soccorso!” Così risponde il governo tedesco agli sproloqui che si sentono in giro in merito alle navi delle ong cariche di migranti ancorate al largo delle coste italiane. Sui giochi di parole della politica spicciola si consumano i sogni di tanta povera gente costretta a intraprendere i viaggi della speranza. Non si vogliono trovare colpevoli, si chiede solo di porre fine al viaggio di donne, uomini e bambini partiti dall'Africa in cerca di una vita migliore. E se più di mille persone sono bloccate nelle 3 navi delle Ong molti di più si chiedono se “questo è un uomo... che vive o muore per un sì...”. La cieca crudeltà di uno sparuto gruppo che dovrebbe guidare le sorti del proprio popolo e prendersene cura condiziona e determina azioni nefaste di intere nazioni. Purtroppo i fatti recenti gridano forte e chiaro che non sono bastate le atrocità tramandate dalla storia per migliorare le menti e far sì che non si verific...
Catanzaro, Palacorvo, fase di smistamento dei migranti. Migranti sbarcati al porto di Catanzaro Lido . Si tratta di uomini in prevalenza originari di Sudan, Egitto e Siria. Dopo l’identificazione delle 448 persone giunte a Catanzaro a bordo di un barcone arrivato sin all’imboccatura del porto del quartiere Lido, le forze dell'ordine hanno provveduto al trasferimento in strutture di accoglienza sul territorio calabrese. I giovani sono stati presi in carico dal settore politiche sociali del Comune di Catanzaro e, sotto la regia della Prefettura, collocati nelle strutture d'accoglienza all’interno del palazzetto dello sport del quartiere Corvo. La macchina organizzativa solidale ha cambiato il volto usuale del palazzetto: Brandine, messe a disposizione dalla Protezione civile, servizi igienici e spazi organizzati per consentire la massima sicurezza delle persone hanno cambiato repentinamente l'aspetto del palazzeto dello sport del quartiere corvo. Tantissimi i volonta...
Non amo mitizzare nessuno! Ma neanche disprezzare cinicamente chi la pensa differentemente o, peggio, condannare qualcuno per il colore della pelle, il credo politico, ideologico o religioso. Guardo all'essere umano nella sua interezza comprendendone e giustificandone gli errori specialmente quando sono la conseguenza di un'azione benevola, altruista atta a tutelare i deboli e gli emarginati. Anni addietro, ricordiamo tutti, un signore, sindaco di un paesino dimenticato da Dio e dagli uomini, ignorato dalla politica nazionale e regionale, è, suo malgrado stato indicato come uno degli uomini più “potenti”, mi pare, se non sbaglio, che fosse stato inserito in una sorta di classifica tra i 50 personaggi in uno dei giornali nazionali italiani e poi fece eco la stampa mondiale tributandogli “il modello Riace” dal nome del paesello calabrese dove tutto ebbe inizio. Mimmo Lucano trasformò i profughi in fuga in cittadini. Ripopolò l'antico borgo e diede dignità ai migranti ch...
Il mio nome è Alie u, ho 26 anni e vengo dal Gambia. La mia è una famiglia che non sta né bene né male. Mio padre è un agricoltore e ha due mogli. Io sono figlio della prima moglie e ho 8 fratelli. Poi ho altri sette fratelli della seconda moglie di mio padre. Il mio sogno era di venire in Italia e studiare medicina. Per questo a 18 anni ho intrapreso il viaggio. Devo dire che sono stato fortunato! Ho incontrato persone buone che mi hanno aiutato in cambio di lavoro e mi hanno fatto arrivare in Libia. In Libia si sta bene. Con 5€ campi dignitosamente e puoi permetterti una macchina e la benzina. Entrare in Libia è facile. Uscirne è difficile! E una volta lì tornare indietro è impossibile. Rischi la vita sotto i proiettili dei soldati bambini a guardia dei confini. E se sono qui intero con tutti gli arti a posto e non sono deformato è una fortuna! Questo mi confida Alì. E il tuo sogno? Gli chiedo. Difficile realizzarlo, in Italia devi studiare bene la lingua. (…). parlami del tuo v...
Quando il bisogno primario è impellente il resto è irrilevante. Dove per bisogno primario s'intende la necessità di sopravvivere, la sopravvivenza impone atti estremi che esulano dalle farneticanti teorie sovraniste e spocchiosi nazionalismi urlati nelle piazze e cavalcati per scopi elettorali. L'unione degli stati europei è, citando le parole del presidente Mattarella, il più bel sogno che abbiamo potuto realizzare negli ultimi anni. È vero, si deve fare meglio questa unione. Si deve valorizzare e attuare il concetto di solidarietà per una società più equa. Una società composta da persone e non metta al primo posto nella scala dei valori i mercati e l'economia in generale. Una unione d'intenti che, oltre ad abbattere i confini geografici, abbatta con determinazione le disparità sociali tra i popoli e sappia accogliere quanti necessitano di una mano tesa per riuscire a sopravvivere e tirarsi fuori dall'inferno delle guerre e dagli interessi dei grandi s...
Fuori le mura del porto oltre i bracci di cemento il mare è gonfio. Il peschereccio placido entra nel grembo marino da poco restaurato. I pennelli di cemento proteggono dalla furia degli elementi pescherecci e pescatori che, tra le acque calme, scaricano il pescato. Sulla banchina c'è ancora qualche marinaio e un discreto andirivieni di curiosi che sbirciano nelle stive. “Questo pesce non è in vendita al dettaglio. È destinato alla ristorazione.” dice un marinaio rivolgendosi ai passanti. Gli avventori scuotono la testa in segno di disapprovazione e mestamente lasciano il molo. Lo specchio d'acqua piatto e trasparente trasmette serenità nonostante il fragore e gli schizzi che s'intravedono al di sopra dei blocchi di cemento frangiflutti. È un pomeriggio qualunque qui in Italia. Un pomeriggio di sole. Molti pensionati o presunti tali approfittano per fare due passi, respirare aria iodata e prendere un po' di sole tiepido. Oggi la temperatura è mite. E pensa...
Bi/sogni. Ogni volta che cadi ti rialzi e riparti. Non importa quante volte quando devi sopravvivere. Bisogni impellenti inducono all'azione Raccogli le esigue forze e vai! L'impone Il diritto alla vita! La Necessità di Sopravvivere!, Spinge a sognare, attraccare in terre nuove. Terre lontane popolate dalla cultura del bello di gente già esule che si spera accogliente giacché tutti i popoli vittime di ambagi hanno subito migrazioni forzate. Sogni fragili. Barchette di carta dove far navigare pensieri e storie. Poetiche. Sogni ad occhi aperti che fanno di necessità virtù. Bi/Sogni dimenticati Sconosciuti all'opulenta viziosa cinica giostra del consumismo che governa gli istinti più bassi dell'umano ego nonostante la toponomastica dei saperi contemporanei che rende virtuale e minimizza rilegando nel mondo altro dei like fame e speranze degli ultimi.
In bocca al lupo. Crepi! È la risposta dell'ignorante. Proprio così. Chi ignora l'origine delle cose e dei motti popolari si lascia andare alle sensazioni di paura derivanti dalle esigue conoscenze che ha. La paura è all'origine degli errori grossolani di noi tutti! Ma se si presta un po' d'attenzione si comprende il vero significato dell'augurio. In bocca al lupo non significa: “sì guardingo, fai attenzione al nemico”. In bocca al lupo è un'espressione che ti augura di raggiungere i traguardi e di essere trasportato con affetto oltre i pericoli e prefigura il superamento degli ostacoli anche con l'aiuto della sorte e delle persone di buona volontà. Così pare abbia fatto Mimmo Lucano prodigandosi per integrare i migranti. Proprio come fa la lupa quando afferra amorevolmente i suoi cuccioli e li trasporta nella tana al riparo dai pericoli. Anche lui ha accolto e sollevato dalla paura e dalle pene quanti hanno bussato alla por...
Da modello da imitare che l'ha messo tra gli uomini più importanti del mondo e che ha ispirato il regista Wenders a fuorilegge. Questo è oggi il sindaco di Riace Mimmo Lucano per i mass media generalisti. Condannato per avere disobbedito alla legge sull'immigrazione e l'accoglienza, da poche ore, Mimmo Lucano è stato messo agli arresti dai giudici di Locri e fatto decadere dalla carica di primo cittadino. La legge è uguale per tutti! E chi sbaglia paga... L'errore dell'ex sindaco di Riace è quello di essere stato attentissimo ai bisogni di quanti fuggivano dalle guerre e dai sistemi ostili dell'Africa, guerre, povertà e fame causate dall'avidità umana. Uomini, donne e bambini in fuga con il terrore negli occhi e che, riusciti a approdare sulle coste joniche prossime a quello che è diventato un modello da studiare e applicare Riace, finalmente trovano umanità e pace. Il dramma di un uomo che si è speso per il bene sta divenendo fenomen...
Credevo di non scrivere più della “ bossi-fini ” e similari. Credevo che i tempi fossero cambiati in meglio e che la storia cucita sulla pelle degli emigranti italiani costretti a mettersi in viaggio verso terre sconosciute dalla crisi del dopoguerra fosse diventato un tatuaggio indelebile nel cervello e nel cuore oltre che sulla pelle dei migranti e dei figli. Un tatuaggio per non dimenticare! Una sorta di promemoria ma non è così. E allora rispolveriamo la storia: "sulle coste dei sogni. proprietà dell'autore" x cortese concessione All'epoca della fame, nell'immediata ricostruzione, molti uomini, ragazzini, donne, intere famiglie specialmente del nord e particolarmente del Veneto andarono a guadagnarsi il pane nelle miniere di Marcinelle . Entravano bianchi e uscivano neri! Dentro e fuori neri a causa del carbone estratto. Erano altri tempi. Tempi pianificati dagli accordi tra gli Stati. Vero Salvini? (... anche quelli erano accordi capestro pe...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.