Si fa presto a cadere.
Prima, portato agli onori dai
mass-media, inserito tra i 50 uomini più potenti del mondo,
Mimmo Lucano, sindaco di Riace, noto per avere ideato un modo
semplice d'integrazione per i profughi, ispiratore di scritti a volte
romanzati e analisi sociologiche, quindi, della fiction prodotta
dalla Rai con Beppe Fiorello che gli fa da controfigura è
indagato di truffa, concussione e abuso d'ufficio.
Non lo conosco di persona Mimmo
Lucano. Conosco però il suo impegno e quanto ha fatto per i
primi profughi curdi che si sono avvicinati alla costa jonica e al
paese di Riace.
Riace, il paese dove sono stati
trovati i bronzi, sotto la spinta di Mimmo, l'allora sindaco, ha
accolto e dato un riparo a gente che veniva d'oltre mare. E questi,
donne e uomini, si sono integrati. Hanno ripopolato il paese. Hanno
creato famiglie e allevato bambini.
In pochi anni l'idea del neo sindaco di
Riace è diventata una promessa d'integrazione europea.
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"viaggio in calabria" courtesy m. iannino |
Contrariamente a quanto sosteneva un
certo governo e i relativi ministri fautori dei respingimenti in mare
sulle coste calabresi avveniva il contrario. Non chiusura ma
accoglienza!
Che fece dire al regista Wim Wenderse:
“La vera utopia non e’ la caduta del muro, ma quello che è stato
realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa’.
Wim Wenders parla davanti ai
Nobel per la Pace a Berlino e il presidente della Regione
Agazio Loiero, si emoziona: ‘Sentire Wenders, le sue parole
sulla Calabria e sui paesi dell’accoglienza, Riace, Caulonia,
Stignano e Badolato, e’ stata la cosa emotivamente piu’ bella
che mi sia capitata da quando sono presidente’.
Nel caso di Riace e quindi di Domenico
Lucano, l'Accoglienza non fu solo un dare ma anche un avere perché
diede nuova vita ad un paesino destinato allo spopolamento.
Riace ritornò a vivere. Gli antichi
mestieri ritornarono ad essere praticati.
Lucano è al suo terzo mandato di
sindaco e non può essere rieletto. A votarlo sono stati i suoi
compaesani non i migranti che hanno trovato casa lì, loro, non
possono votare.
Ed ora il triste epilogo.
Stando alle notizie di dominio
pubblico, questo sognatore dallo sguardo buono e dal sorriso mite, è
circondato dalla stima e dall'affetto di quanti lo conoscono.
Nelle strade del paese gli si stringono
attorno. Lo proteggono dalla cattiveria dei detrattori e lo
supportano, elevandolo oltre la materiale ossessione dei fondi e dei progetti scritti dai e per i burocrati, dagli ipotetici o probabili errori.
Ha fatto e presentato progetti e
attinto ai fondi comunitari europei per sostenere un idea
d'integrazione razziale priva di fronzoli ideologici. Un'idea, credo,
dettata dall'amore e fratellanza verso i deboli forse perché ancora
vivida nei ricordi che ancora bruciano sulla pelle dei calabresi. Una
storia che accomuna, analoga a quella dei migranti, fatta di fame.
Fame e miseria che spingono a partire verso terre meno ostili.
Rischiare. Affrontare il mare. L'ignoto e le sevizie dei mercanti di
anime per tenere in vita e soddisfare un'esigenza inderogabile ché
conservazione.
In una parola:
la sopravvivenza, in maniera
estremamente cruda, condita quotidianamente dalla fame e dalle
angherie dei despoti oltre che dalle avversità climatiche e
territoriali, è peggio di una pandemia che spinge a sfidare il mondo
intero pur di trovare un porto sicuro dove crescere i propri figli e
invecchiare serenamente.