Le tante facce della Calabria.
Tra le tante vicende che si snocciolano
in Calabria, tra 'ndrangheta e malaffare, la politica
autoreferenziale e ossequiosa è la più odiosa.
Le notizie cattive, quelle che fanno
salire magoni in gola e rabbia, non sono poche. E quasi tutte
determinate dalla cattivissima gestione della cosa pubblica, cioè
dalla regione calabria.
Molti puntano il dito accusatore contro
dirigenti politici e amministrativi. Li accusano di lassismo e
incapacità.
L'accusa più cruda e senza giri di
parole la lancia Grazioso Manno presidente delle bonifiche
catanzaresi che chiede alla politica da diverso tempo la ripresa dei
lavori della diga del Melito. Un'altra, ancora più drammatica
corredata da immagini shock è legata alle case residenziali per
anziani e disabili: dipendenti senza stipendio da diversi mesi
privati dalla dignità di lavoratori e genitori senza soldi che non
possono comprare il pane e mandare i figli a scuola.
E poi c'è la Calabria che inaugura
nuove sedi di fondazioni e dona diplomi ad ambasciatori a uomini e
donne illustri per divulgare oltre confini le eccellenze.
Dicotomie irriverenti. Benessere e
povertà!
I dirigenti calabresi hanno perso di
vista la realtà. Non conoscono la guerra quotidiana di mamme e padri
costretti alla fame da scelte scellerate.
La dirigente di una casa di cura per
anziani accusa la gestione Scopelliti e denuncia la mancata
erogazione da parte regionale di diversi anni di contributi economici
dovuti ma mai ricevuti dalla struttura. Sofferenza economica che ha
indotto i vertici aziendali a non pagare i dipendenti per mantenere
gli ospiti- inutile entrare nei particolari. In linea di massima è
evidente che in Calabria si cammina a due velocità
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