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Esodo sanitario dalla Calabria: una mattina alla Dulbecco di Catanzaro Ore 10:30. Mi accomodo in sala d’attesa del reparto di diabetologia dell’ospedale “Renato Dulbecco” di Catanzaro. In realtà, più che una sala, è un corridoio. Le sedie sono allineate lungo le pareti, occupate da pazienti di ogni età, alcuni accompagnati, altri soli. Sul lato opposto, due imbianchini tinteggiano il muro con cura. L’odore di pittura è sorprendentemente gradevole, quasi anestetico. Non rimane che attendere il proprio turno. Una sola dottoressa in servizio. Una. Per un’intera popolazione di pazienti affetti da diabete, una patologia cronica che richiede monitoraggio costante, attenzione, empatia. Eppure, eccoci qui: in fila, in silenzio, con santa pazienza. Ogni visita dura mediamente 20/30 minuti. Fate due conti. Il tempo scorre, ma le esigenze non si fermano. Nel frattempo, per spezzare l’attesa, mi concedo un caffè al bar dell’ospedale e una ciambella per i bambini. Piccoli gesti p...
Editoriale per Aore12 Catanzaro, ottobre 2025 Nel corridoio spento dell’ospedale, una metafora civile Ci sono giorni in cui la realtà si presenta senza trucco, senza scenografie, senza retorica. Ieri, all’ospedale “Dulbecco” di Catanzaro, un blackout ha spento i terminali e acceso una scena che pareva uscita da un teatro dell’assurdo: pazienti in attesa, operatori muti, corridoi pieni di corpi e domande. Nessuna accettazione, nessuna vidimazione, nessuna risposta. Solo monosillabi e inviti a “fare denuncia”. Eppure, in quel tempo sospeso, qualcosa si è rivelato. Non solo l’inefficienza di un sistema che si paralizza al primo guasto, ma la fragilità di una società che ha delegato la cura al digitale, dimenticando che la sofferenza è analogica, carnale, urgente. La scena come specchio Il blackout non è stato solo tecnico. È stato simbolico. Ha mostrato quanto poco basti per trasformare un luogo di cura in un luogo di attesa. E quanto l’attesa, se non accompagnata da parola e...
In Calabria, curarsi è spesso un percorso a ostacoli. Le liste d’attesa per visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici sono talmente lunghe da scoraggiare chiunque, e la sanità pubblica, già fragile, sembra incapace di garantire tempi accettabili. Di fronte a questa paralisi, molti cittadini si vedono costretti a rivolgersi alla sanità privata, pagando di tasca propria ciò che dovrebbe essere un diritto garantito.
Diciamo in Calabria: Mentra u mmedicu studijia u malatu s’ind’a và! E cioè: mentre il medico studia il paziente muore! Però, abbiamo la primogenitura dell’informatizzazione sanitaria!
Possibile che per curarsi si debba necessariamente andate oltre i confini regionali?
A proposito di sanità. Tra burocrazie e famelicità sparse ... Se pensiamo che fino a qualche anno addietro tutti , ma proprio tutti avevamo la possibilità di curarci ed essere all’occorrenza “ricoverati in ospedale” per gli accertamenti del caso. Una questione squisitamente sociale voluta dalla nostra bellissima Carta della Costituzione e messa in atto dalla volontà politica della tanto bistrattata prima repubblica.
Qualità della vita. Diritto alla salute. Cure mediche. Aspettative di vita. Tematiche sviluppate nel tempo con la dovuta attenzione e in sintonia con le linee guida del welfare. Stili di pensiero socializzanti alimentati dalla passione politica intesa come azione di servizio gratuito per i cittadini affetti da bisogni primari.
Tra sacro e profano. Scienza e fenomeni Imponderabili. Malati terminali. Accanimento terapeutico, cure palliative e fine vita. La Toscana è la prima regione italiana in cui è possibile decidere cosa fare degli ultimi giorni della propria vita in caso di malattie che non lasciano scampo. Mi sono chiesto da sempre: meglio soffrire, ostaggio di una condizione svilente e dolorosa, vittima di una situazione irreversibile che porta ammalati e congiunti alla disperazione oppure farla finita appena inizia il declino? Emotivamente, ancorati saldamente alla vita terrena, tutti vorremo essere toccati dalla miracolosità del Divino. I siti del miracolo sono sempre affollati da persone questuanti. Chiedono preghiere per loro stessi o per i familiari e amici colpiti dalle malattie. Gente che mestamente pregano a voce alta e altri, più sommessamente, sussurrano parole di fede.
Duva fhusti? E nenta, non stissi tanto bonu. Avia u fjiatu curtu e eppi a stara a lu dispenzariu.
Migrazioni. Vi sono diverse forme migratorie. E gli esseri viventi le praticano per vivere o sopravvivere. Le migrazioni sanitarie, da quando il servizio nazionale instituito per salvaguardare tutti da patologie connaturate alla vita stessa è stato “lottizzato e privatizzato”, sono diventate una necessità. Si dice che le aspettative di vita siano aumentate, ed è vero! La ricerca ha fatto passi da gigante ed è riuscita a debellare malattie virulente, mortali fino a qualche decennio addietro.
Disagi per i pazienti costretti ai servigi dell'Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Tra lavori in corso e appuntamenti biblici si consuma il tempo e la dignità dei calabresi. "Non è un'opera d'arte contemporanea!" Alcune patologie come il diabete sono definite croniche perché, una volta che prendono la residenza in un corpo non l'abbandonano più! Quindi chi ne è affetto deve conviverci per sempre. Idem per quanti soffrono di colesterolemia. E fin qui nulla di nuovo sotto il sole. Diventa, invece, insopportabile l'idea che disciplina l'iter sanitario di quanti, portatori di dette sintomatologie, sono costretti a perdersi nelle strutture del sistema pubblico sanitario italiano e, peggio, calabrese. Ma veniamo ai fatti: Nonostante la regione sia dotata di un portale dedicato, l' ALPI , dove gli utenti iscritti possono regolarizzare le impegnative e pagare il ticket se non in esenzione e recarsi direttamente nella struttura erogatrice del se...
“Contro il superficiale dominio dell'ovvio”. Perché questa frase? Sembra una banalità scrivere un a frase del genere eppure molti fatti ricorrenti si reggono sull'ovvietà. Le incomprensioni nascono e si moltiplicano sulle questioni che sembrano scontate. Anche nei rapporti semplici come andare in una struttura pubblica, per chi conosce i meccanismi, ogni azione dovrebbe essere assodata, ma non è così. E mi spiego: Chi lavora in un ambiente pubblico o privato e ha acquisito dimestichezza con spazi e tecniche che determinano le caratteristiche aziendali dà per scontato che anche chi vi accede per richiedere i servizi sia al corrente dei meccanismi gestionali erogati. Non è così! Spesso chi richiede, se pur con una certa frequenza, determinati servizi ha altro per la testa e si affida alle basilari indicazioni ricevute. Supponendo di conoscere le dinamiche si avventura, fa code, chiede informazioni ma quasi sempre trova qualche ostacolo burocratico da risolvere.
Vivere a Cuba, per chi non conosce le vicende storiche, politiche e sociali, è una sfida. Per esempio, nell'era dei nativi digitali, noi che lasciamo navigare i bambini in internet e li dotiamo di account e devices già in tenera età, lì sarebbe un problema!, avere internet a casa è impossibile secondo gli ordinamenti cubani! Internet a Cuba è uno strumento statale erogabile esclusivamente in alcuni centri controllati e, a parte i costi, per accedervi è necessario un visto speciale. In compenso le scuole e le Università sono servizi gratuiti per i cubani a totale carico dello Stato. Più del 99% della popolazione è alfabetizzato e Cuba vanta il più alto numero di medici pro capite al mondo. La struttura dello Stato, quindi la politica sociale cubana, è, anche in virtù dell'embargo americano, attenta ai bisogni della popolazione e assicura l'istruzione gratuitamente a tutti. Ovviamente con qualche carenza che, per noi abituati a “certe libertà”, sembrano costrizioni im...
Tre euro. Come tre euro? E l'esenzione? L'esenzione non copre l'importo del farmaco per intero, questo è un farmaco di ultima generazione ma può optare per il generico che ha la stessa formula ed è dispensato completamente dal servizio sanitario nazionale senza alcun aggravio per gli assistiti. … Inutile discutere col farmacista. Le disposizioni regionali sono queste! La sanità in Italia è un colabrodo. In Calabria ancora peggio! Il disavanzo regionale causato dalle gestioni allegre che hanno consentito rimborsi ripetuti alle case di cura private è cresciuto negli anni in maniera esponenziale. I brogli stanno venendo al pettine degli inquirenti che visionano i conti nell'intreccio dei dati messi a disposizione dall'ufficio liquidatore regionale e i debitori. Il debito è talmente alto da non consente neppure agli ammalati cronici di accedere a determinate terapie prescritte dagli specialisti. Persino gli assorbenti previsti per l'incontinenza sono calmiera...
Il dicastero del terrore ha messo in atto le sue strategie. Ha disseminato il virus del terrore. E funziona! A due anni dalla comparsa del covid niente sembra essere cambiato. Dal punto di vista della gestione politica sembra che qualcuno si stia divertendo parecchio. E siccome non tutti i videoti sanno discernere e contestualizzare la realtà i politici che vediamo in tv liberano cazzate a cuor leggero nel senso che sembra che loro, i politici, siano sganciati dalla realtà. Intanto i comuni mortali, quelli che siamo costretti a fare i conti quotidianamente con la realtà, siamo obbligati a sottostare alle decisioni illogiche di una classe dirigente che non ha la patente e non è in grado di guidare neanche un triciclo. Sbandieratori di slogan che: Hanno seminato e inculcato il terrore anche nei cervelli che sembravano indenni. Persino tra gente scolarizzata che si fregia di titoli e che si presuppone, perciò, essere coscienti all'altezza di sapere scegliere e valutare tra uno ...
Inibire meglio che curare? La conservazione e la valorizzazione ambientale è una roba costosa. E siccome siamo costretti a porre freni alle spese, lo impone la politica dell’austerità, poco importa s’è più importante la salvaguardia della salute pubblica oppure mantenere in ordine i conti dei comuni, delle province, delle regioni e dello Stato . A livello nazionale l’Italia sta vivendo una situazione oserei dire allucinante. Dopo avere speso allegramente e male i soldi destinati al servizio sanitario nazionale l’emergenza pandemica impone per decreto un certificato che dà la possibilità di potere circolare liberamente alle persone interessate nei vari settori sociali quali il lavoro e le altre attività socializzanti che, se sprovvisti, inibisce persino il semplicissimo passeggio per le vie delle città ma non ferma il covid e le sue varianti. Eppure, senza intenzione di polemiche e dietrologie scontate, sarebbe bastato un normale termoscanner per potere accedere n...
Italiani, Calabresi! E quanti versano in condizioni di disagio. e.p.c: Cari: Spirlì, presidente regione Calabria ff, commissario alla sanità e assessori tutti: Per capire quanto possa bruciare il fuoco lo si deve toccare a mani nude. La sanità in Calabria è qualcosa di assurdo! Allucinante! È come entrare nell'inferno delle probabilità dei naufraghi di arrivare in un porto sicuro sotto la pioggia di fuoco della guardia costiera comandata a disperdere gli indesiderati ospiti. Eppure i migranti ci provano e nonostante i pericoli che sanno di dovere affrontare salgono sulle carrette del mare. Tentano e sfidano la sorte. Non è un paradosso! È una roulette russa anche per quanti nati in Italia e precisamente in Calabria sono costretti a ricorrere alle cure mediche specialistiche e tra burocrazie e cattiva gestione della sanità pubblica diventa un miracolo se non ci lasciano la pelle! Gli ostacoli da superare tra uffici e visite specialistiche sono insormontabili per chi vive ...
Ieri Gino Strada, oggi Sergio Rubino . Persone splendide che hanno fatto del loro mestiere una fede e un modello di vita. Gino Strada lo conosciamo per la sua storia di medico impegnato in prima linea nei territori martoriati dalle guerre e per le cure che elargiva gratuitamente con Emergency. Prima gli ammalati! Questo il motto di entrambi i medici. Mai stanchi e sempre disponibili! Sergio Rubino è stato il pediatra dei miei figli e dei miei nipoti. Un caro amico Sempre a disposizione e col sorriso sulle labbra anche in piena notte. E all'occorrenza anche sulla spiaggia pur di fugare le ansie dei genitori alle prese con l'eritema solare o qualche fungo. Empatia contagiosa e immediata! Sergio sapeva accattivarsi la fiducia di genitori e figli; sussurrava parole scherzose ai piccoli pazienti. Giocava con loro e dopo averli messo a loro agio iniziava la visita accurata. Girava e auscultava i piccoli corpicini con sapienza e maestria da giocoliere: me lo fai vedere il lil...
Il dolore, le pene degli altri non saranno mai compresi appieno da chi guarda, fino a che chiunque osservi non soffra le stesse difficoltà fisiche o psichiche del sofferente che ha difronte. Il dolore ce l'ho io mica te!, per dirla con le parole di Vasco che sa farsi comprendere da una miriade di gente. L'uomo Vasco mente in musica e fa spettacolo spiluccando nell'intimo del suo quotidiano e diventa plurale visto che in tantissimi si rivedono nelle ballate rock del cantautore. Nel tempo di una canzone si rivivono addii e ritorni. Speranze. Amori e stati d'animo. Pezzi di vita comuni messi insieme a formare e ridefinire un puzzle corale. D'altronde le emozioni non hanno nomi o nazionalità e neppure una epidermide dal colore ben definito. Tutti, senza eccezione alcuna, abbiamo conosciuto il dolore. Che sia dettato dall'emotività o sia causato dalle malattie, superata la fase, rimane dentro di noi e, pronto a svegliarsi, riapre ferite nell'istante in c...
Qualcosa si muove; qualcosa che ha del moto proprio cattura l'attenzione. Distoglie dai cupi pensieri. E sembra essere un presagio bene augurante foriero di buone notizie. Tra il verde ben curato che lascia intendere un universo fatto di studi e ricerche per migliorare la qualità della vita le isole circoscritte dal classico cordolo cementizio e punteggiate da cespugli di splendide rose e da magnifici rigogliosi alberi c'è vita. Dentro quest'oasi “innaturale” che quasi si scontra con la realtà ossessionata dal profitto materiale animali timidi come i conigli e gli uccelli vivono indisturbati e ne hanno fatto casa. E dentro i building c'è chi si prodiga a correggere e intervenire chirurgicamente per salvare vite. Il rigore scientifico protegge pazienti e accompagnatori che pur tenuti fiori dagli edifici per ovvie ragioni di ordine sanitario sono costantemente informati sull'andamento dei familiari in cura. In Humanitas Nel quieto e ordinato via vai di gente g...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.