Mi è stato sempre detto e insegnato
che quando si fa una cosa buona e si è altruisti non necessariamente
si deve sbandierare quanto fatto perché il bene non ha bisogno di
pubblicità.
Sei in pace per quello che hai fatto?
ok. Tanto basta!
Il seme è stato gettato. Ma ...
Pare che ormai questi insegnamenti non
siano più di moda. La rete cattura le menti. Imprigiona e uniforma i
concetti in un semplice click. E se i like sono numerosi significa,
sempre secondo l'attuale concetto webiano, che si è di tendenza, che
hai raggiunto l'obbiettivo.
Sui social media si fa presto a
indignarsi, stupirsi, strapparsi le vesti, essere buonisti e una
volta off line ringhiare sonori vaffanculo a chi taglia la strada e
non da la precedenza. Chissà, forse è la stessa persona che un
attimo prima ci ha fatto commuovere e messo un like con tanti
cuoricini.
I collezionisti di like ci sanno
fare. Succhiano i sogni altrui e li vendono come propri incuranti dei
diritti d'autore ©.
La rete in/gabbia. La vita reale è
diversa. Forse un tantino amara ma vera. Coi suoi lumaconi. I
leccaculo. Gli intrallazzisti. I politicanti. I mestieranti. E le
persone perbene! Che rispettano i propri simili. Non parlano male.
Non seminano zizzania. E incitano al miglioramento.
Buona vita a tutti.
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