In momenti di crisi e con molte famiglia sul
lastrico, con quasi 160 milioni di euro spesi per rimborsare i
partiti, si potrebbe pensare di sfamare molte bocche e concorrere a
cacciare dai guai un po' di contribuenti con l'acqua alla gola.
C'è da chiarire subito che, in linea coi suoi
principi, il movimento cinque stelle pare abbia rinunciato ai suoi
42,7 mln che , secondo la legge in vigore, gli spetterebbero.
Più arduo pensare che anche il PD (45,8 mln€);
Monti e liste collegate (15mln), PdL (38 mln€) e gli altri che sono
riusciti a far eleggere almeno un rappresentante in lista per la
corsa al senato o al parlamento, possano prendere la stessa decisione
o destinare i “nostri” involontari contributi per lenire le
reali sofferenze dello Stato Sociale.
Dunque, salvo ripensamenti alla Grillo, i partiti si
spartiranno proporzionalmente in base ai voti ottenuti alla Camera e
al Senato una cifra considerevole.
Senza contare le indennità astronomiche di fine
rapporto dei parlamentari e le pensioncine da seimila e passa euro.
Populismo? No disuguaglianza sociale da abbattere!
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