È disarmante come il vangelo, conosciuto come una raccolta di episodi della vita di Gesù raccontata e scritta dagli apostoli, ben si addice alla contemporaneità dei costumi umani specie laddove vigono giudizi totalitari di parte. Dove ci sono vinti e vincitori; oppressori e oppressi. Già, qualcuno dirà che la missione di Cristo è stata proprio questa; cioè battersi contro le ingiustizie e le ambiguità umane che, purtroppo a distanza di millenni persistono nonostante gli innumerevoli sacrifici subiti in nome di una pace sociale che ancora tarda a diventare normalità.
La denuncia, a tutto tondo, è contro i compiacimenti e le prese di posizione partigiane che, spesso, rafforzano l’ego individuale, consolidano posizioni di potere ma non aiutano gli ultimi e i bisognosi.
Parafrasando il Vangelo di Luca:
A che vale pregare “O Signore, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri e neppure come questo plebeo vicino a me. Io digiuno due volte la settimana, pago le tasse…”
Quando il plebeo, che rappresenta i derelitti, spinto dalla disperazione si batte per un pezzo di pane per sé e per i figli, i giovani,i senza lavoro, sotto i portoni del potere?
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