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l'antipasto di Adriana: peperoncini piccanti ripieni

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D’acchito sembrano enormi olive. Carnosi, ripieni. Scrocchiano in bocca. Il pizzicorino invita a un altro assaggio. Il bocconcino picca un po’ ma non eccessivamente e lascia in bocca una delicata rapsodia di aromi: lievi note di mare, campagna e, infine, il retrogusto gradevole di quel tanto di aceto piccante che purifica le papille. I peperoncini piccanti della signora Adriana sono squisiti. Sublimi! Le chiedo la ricetta e lei, con la bontà connaturata nei calabresi, risponde: è semplice! Non ci vuole molto per prepararli! Ecco, si procede così: Antipasto calabrese di peperoncini piccanti ripieni Ingredienti: Peperoncini piccanti Tonno Capperi Alici sottosale diliscate Aceto olio d’oliva Preparazione: 1. Lavare i peperoncini 2. Togliere il gambo 3. Deporli in una teglia e coprirli con aceto di vino. 4. Lascarli immersi per 3-4 giorni 5. Sgocciolare 6. Scavare i semi dalla parte del gambo con un cucchiaino da caffè. 7. Farcire con tonno, un pezzettino di alic...

Aniceto Mamone, pittore naif?

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I pittori che non hanno seguito corsi di studi regolari in licei artistici o accademie, nel gergo comune, erroneamente, sono etichettati come naif (parola francese che, tradotta letteralmente, in italiano significa “ingenuo”). È senz'altro un ossimoro, una contraddizione in termini! Non tutti sono a conoscenza che per realizzare un bel dipinto non è necessario seguire corsi di studi istituzionali che imbottiscono le menti di nozioni ma, piuttosto, apprendere le tecniche e abbandonarle nel momento della creazione come hanno asserito i maggiori artisti che hanno fatto la storia dell’arte. In quanto, nell'attimo della creazione, per esternare onestamente poetiche personali, e chi fa della pittura ricerca e fonte comportamentale quotidiano ne è testimone e  lo mette in pratica, ovvero, abbandona la razionalità, inibisce insieme alle tecniche i saperi teorici, altrimenti i gusti estetici correnti, avvalorati dalle teorie di mercato, possono condizionere l’esito finale de...

gli spazi della comunicazione democratica, usi e abusi

Spazi sociali e sindrome della casta Chi conosce un metodo efficace che faccia comprendere ai furbetti che è finito il tempo della retorica violenta e mistificatrice? Anche i talk show storicamente accreditati si sono lasciati andare; prestano il fianco a schermaglie verbali forti che non lasciano capire nulla ai telespettatori. Forse la redazione ha dimenticato di mandare agli ospiti un promemoria comportamentale insieme al tema da sviluppare in studio? Oppure i professionisti presenti a vario titolo credono di parlare a una platea di scemi? Ogni appiglio è buono per sviare domande chiare. Ribaltare i concetti. Fare la parte della vittima. Assumere i panni e la corazza del paladino dei giusti. I furbetti trasformano in farsa persino i drammi sociali; e non sarebbe un espediente negativo se seguisse un epilogo correttore dei problemi noti ma sottaciuti. Invece perseverano. Forti della posizione di comando delegatagli dalle urne democratiche, i dirigenti, sembrano recitare un ...

nevicata, Aniceto Mamone, pittore calabrese

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Le strade che portano nell’entroterra calabrese sono conformate tutte allo stesso modo: curve, tornanti, brevi rettilinei contenuti in una stretta lingua d’asfalto. La viabilità è contenuta; pochi gli automobilisti che percorrono le vecchie strade provinciali. L’esistenza quieta delle cose fatte dall’uomo e dalla natura è poesia. Poesia visiva che il pittore trasfonde sulla tela con sapienza e maestria. Aniceto Mamone è stato un pittore genuino; non amava né rincorreva le velleità. La sua natura buona si rispecchia nei dipinti rurali: le nevicate di un candore disarmante; i vecchi casolari di campagna; le marine. In ogni dipinto c’è impresso il carattere del luogo contaminato dall’umana sofferenza e dalla gioia. La semplicità pittorica con la quale Nino sviluppa le sue tele è disarmante: pochi i momenti di ripensamento e d’indugio. Lui lavora di getto; la sintesi espressiva racchiude insegnamenti impressionisti.

le stagioni di Aniceto Mamone, pittore calabrese

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Le stagioni di Aniceto Mamone, pittore Calabrese La convenzione spinge a scandire il tempo e differenziarlo in stagioni. In natura, le stagioni si sono stancate di danzare per l’uomo e traghettarne le membra verso temperature differenti con dolcezza. Ora il girotondo è imprevedibile: caldo freddo caldo vento pioggia neve caldo freddo. Primavera e autunno sono inesistenti nell’Italia meridionale. In Calabria la bizzarria dell’escursione termica induce a dismettere gli abiti estivi intorno alla fine di ottobre/novembre per riprenderli immediatamente. Giornate assolate in novembre, dicembre. Cielo plumbeo a marzo. Caldo estivo da maggio a ottobre. I paesaggi innevati, le festività del Santo Natale caratterizzate dal freddo pungente sono un ricordo lontano. Ricordo che rivive nelle cartoline, nelle fotografie e nei dipinti di Aniceto Mamone. Aniceto Mamone, con estrema sensibilità visualizza poetici particolari. I soggetti cari al suo animo sono le terre di Calabria. Dal mare ...

provviste calabresi, u salatura

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Quando in Calabria non c’erano i mega centri commerciali e neanche i supermercati, le famiglie provvedevano a rifornire le dispense conservando i prodotti agricoli di stagione attraverso procedimenti tradizionali, tramandati dalla sapienza contadina. Le provviste casarecce variavano in base alle colture della zona. In molte case, era comune trovare “u salatura”, coccio cilindrico in terracotta, ripieno di ortaggi sottosale. La salamoia era composta di pomodori verdi, peperoni, melanzane, coste di sedano, olive, cetrioli, zucchine. Il tutto, lavato, tagliato, salato e depositato strato su strato nel contenitore di coccio e tenuto pressato da un coperchio di legno con sopra una pietra pesante. Tutte le mattine, la massaia controllava se la pressione del peso era sufficiente a schiacciare gli ortaggi, toglieva l’acqua in eccesso rilasciata per effetto della salatura lasciandone quanto bastava per tenerli coperti. Invece, la giara, contenitore panciuto, modellato dai ceramisti di Squill...

rotolo di mozzarella ripieno

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Uno stuzzichino veloce e gustoso Rotolo di zio Mario Ingredienti: sfoglia di pasta di mozzarella; 5/6 fette di prosciutto cotto; maionese; lattuga; tonno; melanzane grigliate e un pizzico di peperoncino piccante e pomodoro. Preparazione: 1) si adagiano sulla sfoglia di mozzarella le fette di prosciutto cotto; 2) si farcisce con abbondante maionese, 3) una scatoletta di tonno in olio di oliva 4) 4/5 fette di melanzane grigliate, 5) Un peperoncino piccante, 6) Lattuga e pomodoro. Dosati gli ingredienti secondo i propri gusti, si arrotola, si copre con le foglie di lattuga e si ripone in frigo per qualche ora.

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

elogio della Bellezza

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