PRESENTE E FUTURO, VARIABILI DIPENDENTI DAL PASSATO.
Il presente è consequenziale alle
azioni regresse di ogni singolo individuo e al contributo sociale che esso dà per l'evoluzione storica e
culturale dei popoli nell'accezione ampia del termine allorché si
parla di “civiltà” e appartenenza; qualità, queste, specifiche di una certa area geografica, e, nel caso in questione, della Calabria!
Bando alla retorica ed escludendo ogni
tipo di piaggeria, oggi, i fatti dicono che il cammino degli ultimi
decenni, improntato sull'appariscenza esteriore, è stato un percorso
culturale fallimentare.
Se fossimo stati lungimiranti o
avessimo ascoltato i saggi consigli elargiti gratuitamente da
scrittori, poeti e artisti, probabilmente, qualche sbaglio lo avremmo
evitato e avremmo consegnato ai giovani una società migliore.
La nostra indolenza, ma, forse, è più
corretto chiamarla “servitù” nei confronti delle azioni
catastrofiche dei cattivi governanti, ci ha indotto a insabbiare la
testa come fanno gli struzzi davanti al pericolo; abbiamo scelto le
vie facili del consumismo, delle risate liquide, dell'attimo di
popolarità e accettato con fatidico lassismo che il peggio si avverasse. da pavidi fatalisti, abbiamo atteso gli eventi senza una benché minima reazione, una proposta. Abbiamo atteso il guru pompato dai media prezzolati dalle multinazionali che gestiscono il mercato della cultura allo stesso modo col quale i nostri vecchi attendevano inermi il verificarsi degli eventi naturali, quelli ai
quali non ci si può sottrarre, ma che oggi una mente aperta può e deve
prevenire per mitigare i danni.
E, a proposito di danni, ancora certa
classe dirigente non ha voluto capire che se oggi, specie in Calabria, la disperazione tra la gente è grande e
non fa vedere vie di sbocco, alla fine, quando non ci sarà più
niente da salvare se non la propria vita, in virtù
dell'autoconservazione, la suddetta dirigenza pagherà lo scotto
maggiore; (o forse lo ha capito benissimo e proprio per questo usa sapientemente tutti i trucchetti del politichese fatti di promesse, ammiccamenti, accordi e pacche sulle spalle, per pilotare i consensi del popolino e mantenerlo sotto il giogo dell'ignoranza così da poter continuare indisturbata a gestire a proprio piacimento le risorse territoriali e il potere sulle persone).
Non si tratta di “populismo” o
antipolitica ma di onestà intellettuale nei confronti del bene comune!
È un dato di fatto incontrovertibile
che non lascia spazio a scelte non consone al territorio e alla sua gente. Scelte
inerenti ad eventi culturali, artistici, musicali, letterari e
quant'altro produce ricchezze dall'ingegno che possono essere
realizzate da noi calabresi, se non altro per dimostrare le eccellenze nascoste o adombrate dai giochi di potere e, cosa non meno importante, per sfatare le brutte nomee che ci portiamo
dietro da tempo, nelle quali la brutta stampa sguazza e crea eroi e
antieroi.